Prosegue l'opera di
"La Civiltà Cattolica" rompe il silenzio. Su Romano Amerio Era il più autorevole e colto rappresentante della critica alla Chiesa in nome della Tradizione, eppure per decenni fu come vietato discutere il suo pensiero. La rivista dei gesuiti di Roma ha rotto il tabù. Autorizzata dall'alto di Sandro Magister dal sito http://chiesa.espresso.repubblica.it ROMA, 23 aprile 2007 – Su "La Civiltà Cattolica", la rivista dei gesuiti di Roma stampata col previo controllo e l'autorizzazione della segreteria di stato vaticana, è uscita una recensione che segna la fine di un tabù. Il tabù è quello che ha cancellato dalla pubblica discussione, per decenni, il pensiero del più autorevole e colto rappresentante della critica alla Chiesa del XX secolo in nome della grande Tradizione: il filologo e filosofo svizzero Romano Amerio (nella foto), morto a Lugano nel 1997 a 92 anni di età. Amerio, che pure fu sempre fedelissimo alla Chiesa, condensò le sue critiche in due v