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Michele Romeo, prof di matematica e fisica in classe con gonna e tacchi : “Vivo come mi sento”

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cazzeggiando in rete ho letto , non ricordo la fonte  questo articolo interessante   . Chi la trova me la può segnalare , e se ciò dovesse essere coperto da copy right resto a disposizione per una rimozione o altro  potrebbero esservi utili http://it.wikipedia.org/wiki/Velato http://it.wikipedia.org/wiki/Outing Coming out Omofobia http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:LGBT “Sono androgino, in me convivono aspetti femminili e maschili”. Così ha dichiarato al Piccolo di Trieste Michele Romeo, prof di matematica e fisica che si presenta agli alunni vestito da donna. La sua è una scelta precisa: “La gente deve conoscere, imparare. Spero serva anche a tutte quelle persone che vivono di nascosto e con sofferenza una situazione simile alla mia”.“Amavo indossare gli abiti e le scarpe di mia madre e mi piaceva guardarmi allo specchio, non avevo tanto un problema con me stesso quanto di confronto con gli altri”. Vive a Trieste da circa quattro anni, ma si è laureat

Così Angela è diventata Simone: storia (fotografica) di una transizione

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 potrebbe  interessarvi  anche la storia   di   **** di Iside, giovane transessuale MtF e del suo percorso per diventare veramente ciò che è sempre stata: una donna. Dalla realtà incementata di pregiudizio di un piccolo borgo rurale, alle aule spesso troppo grandi, dell'università. Il lungo volo di una farfalla che non vuole rimanere crisalide  . Non ricordo  l'url  del  post  in cui  ne  ho parlto    ,  ma  la  trvate  in questo  crto qui sotto espresso online del 03 giugno 2014 Simone ha 57 anni. Non ha lavoro, deve cambiare casa, ma è felice. Perché finalmente è (quasi) ciò che ha sempre desiderato essere: un uomo. La fotografa Alessia Bernardini lo ha seguito per i due anni in cui ha vissuto sulla soglia. Dal passato femminile a un futuro maschile. E ha raccolto l'esperienza in un libro, premiato a Riga. E che sarà a Milano il 7 giugno DI FRANCESCA SIRONI «All'inizio mi chiedevo: chissà se è vero fino in fondo. Chissà se non è solo un males

chi fa da se fa per tre . Cina, 15 km col figlio disabile in spalla per portarlo a scuola

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da  repubblica Yu Xukang percorre tutti i giorni trenta chilometri a piedi per portare Qiang a scuola. Yu è un papà quarantenne single; Qiiang, un bimbo di 12 anni, affetto da una malattia che gli impedisce di camminare, a cui è stata costruita una cesta su misura per poterlo trasportare agevolmente in spalla. Vivono nel Sichuan, in una remota località rurale. Ogni giorno Yu si alza alle 6, parte alle 7 con il figlio sulla schiena e arriva a scuola dopo due ore. Va a lavorare e alle 16 lo va a riprendere per tornare insieme a casa. Trascorre sei ore della sua giornata avanti e indietro tra casa, scuola e lavoro per non far perdere neanche un giorno di lezione a Qiang. La moglie li ha lasciati quando il bimbo aveva solo tre anni e Yu non si è arreso e neanche perso d'animo: "Non arriviamo mai tardi", racconta sorridendo. La storia di Yu, comparsa su diversi giornali locali, ha convinto il Governo ad offrire a questo papà coraggioso, un alloggio vicino alla scu

Il coraggio di Federica e la vita che non muore

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La vita non è perfetta, le vite nei film sono perfette, belle o brutte, ma perfette, nei film non ci sono tempi morti, la vita è piena di tempi morti, nei film sai sempre come va a finire, nella vita non lo sai mai.  (  dal film radio freccia  )  potrebbero interessarvi  http://www.tgcom24.mediaset.it/cultura/articoli/1099131/mater-morbi-un-dylan-dog-in-versione-deluxe.shtml http://www.giornalettismo.com/archives/1091241/federica-cardia-e-le-altre-quando-la-malattia-si-combatte-sul-web/ Apro l'unione  online  è  leggo    questa triste news (confermata da  questo video del tg Sardo di videolina) E' morta la  ragazzza Cagliaritana che ha sfidato il tumore creando un blog e pubblicando le cartelle cliniche sul web Sulla sua  pagina  di Facebook qualcuno ha scritto che alla fine la guerra l'ha vinta “lui”. Ma forse non è così. Forse, a ben guardare, ha davvero vinto Federica, anche se ora non c'è più. Perché il tumore contro cui ha combattuto come una leone

LA LETTERA La mia vita prigioniera in fuga dall'amore violento

da  repubblica  online  di GIULIA Sto scrivendo nel bel m ezzo della notte. Mi trovo isolata dal mondo e lontana dai miei affetti in una casa di cui nessuno sa l'esistenza e che deve rimanere segreta. La zona è sorvegliata in ogni angolo da telecamere. Non scrivo da un carcere. Non è per un reato commesso che mi trovo qui ma per gli sbagli di un'altra persona, una persona che ritenevo mi amasse. Sono chiusa qua dentro senza la possibilità di uscire  né di ricevere visite, tutto questo per la mia sicurezza. Questa è la mia storia. Tutto ha avuto inizio circa un anno fa, quando, nel bel mezzo della mia ex spericolata vita è apparso lui: Mario. Come tanti ragazzi della nostra età ci siamo innamorati e abbiamo dato inizio alla nostra storia d'amore. Almeno così la vedevo io, noi ci amavamo anche se lui era molto geloso. Sotto la sua crescente pressione ho cancellato tutte le mie foto perché se no lui si incazzava, così pure i numeri di telefono degli amici maschi. E ancora no

Valentina racconta le emozioni del cielo "Dopo l'inferno ho imparato a volare" Valentina P racconta le emozioni del cielo "Dopo l'inferno ho imparato a volare"

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ne  avevo  già parlato  in alcuni post  ( li  trovate  tramite la tag  valentina  pitzalis  ) è leggo sull'unione sarda  del 23\6\2013   che  si  sta  rincominciando a vivere                   VALENTINA PITZALIS DURANTE IL LANCIO COL PARACADUTE Valentina Pitzalis, di Carbonia, è il volto simbolo della violenza sulle donne, ma anche del riscatto e della speranza. Suo marito ha tentato di ucciderla. Ora lei ha imparato a volare. di STEFANIA PIREDDA Il 17 aprile 2011 suo marito, a cui aveva comunicato la volontà ferma della separazione, le si è presentato davanti. L'ha cosparsa di liquido infiammabile, dopo essersene a sua volta riempito. E poi ha acceso il fuoco. Lui è morto tra le fiamme. Valentina è sopravvissuta. Sfigurata nel volto e nel corpo. Ferita nell'anima. Ma dopo l'inferno è rinata. E' diventata simbolo nazionale della lotta contro la violenza sulle donne e alcuni giorni fa ha spiccato il suo primo volo. Accompagnata dal s

«Io,sopravvissuto,così sono rinato» Dopo un incidente,ingegniere diventa recordman del nuoto e cambia vita nonostante le gravi lesioni

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come   nel post precedente   ho trovato  mettendo in ordine il magazzino  anche  questa news   tratta dalla nuova  sardegna  del  5\11\2012 La sua storia ha fatto il giro del mondo. «Sono stato investito durante un sopralluogo e oltre a una grande quantità di fratture ho  subito gli esiti di una neurodistonia che ha trasformato il mio caso in una vicenda quasi unica:sono una delle poche persone in tutto il pianeta che soffrono di questa malattia a causa di lesioni dovute a un trauma».Ancora oggi Francesco Delpiano, ingegnere nuorese di 45 anni, ha la parte sinistra del corpo paralizzata.«Ma sono sopravvissuto e considero il giorno dell’infortunio come quello che ha segnatola mia rinascita – dice con convinzione – Da allora sono diventato un nuotatore. Ho saputo sfruttare al meglio tutte le mie possibilità. Mi sono trasferito in Emilia Romagna. Ho  cambiato vita, persino professione.E sono riuscito a costituire una bellissima famiglia».Quella di delpiano è una vicenda st

storie diverse per gente normale , storie comuni per gente speciale

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questa  canzone  m'aiuta   a  raccontare queste  storie  infatti  è la  parafrasi   del ritornello  : <<  S toria diversa per gente normale /storia comune per gente speciale /cos'altro vi serve da queste vite /ora che il cielo al centro le ha colpite /ora che il cielo ai bordi le ha scolpite. >>  che  ho  scritto il titolo del post La storia di Valentina: «Io, l'araba fenice» a cura di:  Alessandra Ghiani Valentina Pitzalis (  foto a  sinistra   )  ventottenne di Carbonia, il 17 aprile del 2011 a Baccu Abis è miracolosamente sopravvissuta alla follia del suo ex marito, Manuel Piredda che, dopo averla attirata a casa sua con un pretesto, l'ha cosparsa di kerosene e le ha dato fuoco. Lui poco dopo si è suicidato con lo stesso metodo lasciandola con un viso e con un corpo martoriati, con dei ricordi che pesano come piombo, con una vita che deve riprendere da capo. C'è una madre con i controattributi, un padre di una dolcezza non comune,

Alex, fai come me: denunciali! L'ex campionessa di marcia Giuliana Salce racconta la sua esperienza di ex atleta dopat

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"Alex Schwazer è un grande marciatore ma anche un ragazzo che lo sport non ha fatto crescere. È stato un campione solitario, lasciato a se stesso da gente che di lui apprezzava soprattutto i muscoli." (Vincenzo Cerami) infatti  ha ragione  Vittorio  Zucconi DA   http://sport.panorama.it/olimpiadi-londra-2012/  09-08-201218:06 Giuliana Salce, felice, in una foto scattata a casa sua Per me ha significato vivere con il peso di dover essere costretta a dimostrare ogni volta di essere ancora la numero uno, vincere una gara e dopo dieci minuti pensare già a quella successiva, fare il record del mondo e sapere di doverlo battere. Quando indossavo la maglia della Nazionale, sentivo di avere lo Stivale sulle spalle. Ero oppressa dal senso di responsabilità, dal giudizio degli altri. Ho iniziato a gareggiare da bambina e mi sono presto ammalata di bulimia e anoressia. Eppure nessuno si è mai accorto di nulla.Giuliana, cosa significa per un atleta esse