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UN TEMPO di © Daniela Tuscano

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Vi fu un tempo in cui fummo amici. Vi fu un tempo in cui viver felici. Tempo caldo di rose al sole, tempo d'austro e senza dolore. Sfogliavano giorni di beata incertezza, pareti d'aria in gaia sperdutezza. Ora è remoto quel tempo senza tempo, landa di mano oblio di vento.

L'AMORE INCOMPIUTO di daniela tuscano

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Scorro il silenzio delle vecchie immagini, al Museo del Risorgimento, dedicate a "La Nebbiosa", il film mai girato di Pier Paolo Pasolini su Milano. E, come tanti, mi chiedo: perché non c'è riuscito? Non l'amava? È un luogo comune duro a morire, avverte la guida. Eppure, di quella sceneggiatura, sono rimaste solo pagine sparse. Pagine belle: alcune, magnifiche. Ciò che maggiormente colpisce è il riferimento ossessivo alla luce. Forse, l'aspetto di Milano più caratteristico. Ma - attenzione - si tratta pur sempre della luce d'una Nebbiosa. Luce avvolta, soffocata, che si fa largo, ed esplode, in violenti bagliori. C'è ghiaccio in quella luce, o forse nemmeno: non vi si trova natura, né umanità. Roma è sempre ritratta d'estate, Milano accoglie il poeta coi suoi inverni, stagioni oggi scomparse, come la nebbia dileguatasi al largo, ostaggio di rade periferie o signora, incontrastata, delle campagne. Eppure, il sole esiste anche a Mil

IL NOME DI MARIA di Daniela Tuscano - [ Meriam, la donna cristiana condannata a morte ]

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Meriam, Mariam, Myriam. Ormai questo nome è diventato familiare alle cronache, ma chissà quanti occidentali ne conoscono ancora l'origine. Meriam, cioè Maria. Maria è la donna del maggio al tramonto. È la donna della Visitazione che ha affrontato un lungo cammino, disprezzando i pericoli, incinta (anch'essa!), per recarsi da un'altra donna e proclamare un mondo nuovo, di eguaglianza, pace, liberazione dagli oppressori. Una donna di giustizia prima che di carità. O meglio, d'una carità nella giustizia. Quel nome oggi vive in Sudan, in carcere e in catene. Come la sua omonima, incinta. Anzi, quel figlio della pace e della liberazione l'ha già dato alla luce: ed è naturalmente femmina, ed è nata prigioniera, perché per lei non v'è posto nell'albergo, ma solo dietro le umide sbarre d'un carcere. Prigioniera e fuggitiva, il sole visto dietro un riquadro di pietra - così la immaginiamo -, è stata accolta dal padre come un doppio dono: chissà

chiedi di renato

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Daniela Tuscano, insegnante, blogger e scrittrice milanese, classe 1964. Cristian Porcino, filosofo, romanziere e autore di diversi saggi, di Catania, 33 anni. Cosa li accomuna? La passione per Renato Zero, naturalmente. Che li ha spinti a scrivere un libro ( «Chiedi di lui» , ed. Lulu,foto a  sinistra   acquistabile  qui   ) - Un libro su Renato Zero è sempre una novità, malgrado ne siano stati scritti tanti. Come mai, secondo voi? «Si, è vero, negli anni sono usciti diversi libri su Renato Zero ma l’intento degli autori molto spesso è stato forse quello di dare più risalto al personaggio dimenticandosi o tralasciando la forza prorompente della sua produzione musicale. Ciò che contraddistingue il nostro libro consiste proprio in una rilettura personale dell’opera del cantautore romano. Non ci siamo occupati di gossip o di dare rilievo ad argomentazioni becere, bensì abbiamo analizzato più di 40 anni di carriera discografica di Zero. Quindi non ci stupisce l’entusiasmo

LA VITA È UN DONO

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IL  post  d'oggi  è   uno dei casi  il cui il pensiero  di  Daniela  Tuscano   corrisponde  al mio  .  Infatti , per esperienza personale, La violenza è la ragione di chi ha torto . Infatti : << La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci. (I. Asimov)  >>  ringrazio il o amco    Daniele Jommi  per  questo commento su fb . © Daniela Tuscano                                    LA VITA È UN DONO "Carolina va e viene dalla vita". Questo l'efficace incipit del servizio d'una testata online sulla tragedia di Avellino. E questi, in breve, i fatti: Domenico Aschettino, ex guardia giurata quarantenne attualmente disoccu pata, ha ucciso il vicino di casa, Vincenzo Sepe, che odiava da tempo, e ferito quattro parenti, fra cui appunto Carolina, 25 anni, figlia di Sepe e incinta di tre o cinque mesi (il dato è impreciso).  Carolina è rimasta colpita alla testa e versa in stato di morte cerebrale. Ma manca ancora la dichiarazione scritta ch