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29.8.24

L’importanza della relazione l'esempio l'esempio, Julie Marano, che è guida della paratriatleta non vedente Annouck Curzillat.e della forza di volontà il caso di Sheetal Devi, l’arciera senza braccia

Da  Labodif





Come ad ogni Paralimpiade vedremo, insieme alle atlete e agli atleti dei Giochi Paralimpici, le loro guide. Quelle magnifiche persone che non vincono la medaglia, non appaiono sulla foto ufficiale.
Ma sono accanto.
Non dietro, accanto.
Come, ad esempio, Julie Marano, che è guida della paratriatleta non vedente Annouck Curzillat.
Julie si lancerà nella Senna insieme ad Annouck.
Ha messo la sua carriera “fra parentesi” per dedicarsi completamente alla coppia sportiva che forma con l’atleta di 32 anni, non vedente dalla nascita, vincitrice della medaglia di bronzo a Tokyo.
Insieme hanno vinto i campionati del mondo. Insieme a Parigi faranno 750m a nuoto, 20 km in bicicletta, e 5 km di corsa a piedi. “Lavoriamo tutti i giorni per sviluppare una buona comunicazione, per fare, in due, come fossimo una” dice Julie. Il nuoto sarà la prova più tecnica da affrontare in due: “Legate una all’altra da un elastico fissato sulla coscia, dovremo nuotare fianco a fianco, senza toccarci, senza intralciarci. Ogni volta che passeremo le boe, le indicherò come virare, a quanti gradi, e in quale direzione”.
Claudine Llop, sessantenne, è assistente di Aurélie Aubert, 26 anni, affetta da paralisi cerebrale dalla nascita. Gareggeranno insieme ai Giochi Olimpici nella disciplina bocce. Claudine sposta la carrozzina di Aurélie, prepara le bocce, gliele porge.
E molto di più: “Siamo in simbiosi. Quando qualcosa non le va, lo sento, e viceversa. Da febbraio, per i Giochi, siamo insieme 24 ore su 24, ci alleniamo 11 ore a settimana. Spero che i Giochi permetteranno di dimostrare che atleti e atlete paralimpici meritano tanto quanto gli altri”.
Diremmo che meritano persino di più.Perché svelano l’aspetto che ci affascina di più.
Rendere visibile l’importanza della relazione.

 e da  https://www.vanityfair.it/





Parigi sono iniziate le Paralimpiadi e ci sono tanti campioni a caccia di una medaglia. Tra loro, Sheetal Devi, una ragazza di appena 17 anni, ma con le idee chiare e tanta forza di volontà. Sheetal è un’arciera e farà del suo meglio per provare a portare a casa la medaglia d’oro. Nata nel distretto indiano di Jammu, al confine col Pakistan, questa atleta per scagliare le sue frecce usa la gamba destra, una spalla e la bocca. Sheetal, infatti, non ha le braccia a causa della focomelia, una malformazione congenita degli arti.La sua passione è sempre stata il tiro con l’arco e così, a forza di provare soluzioni, è arrivata a meta. Nel corso degli anni, alcuni allenatori avevano consigliato a Sheetal Devi di utilizzare delle protesi, ma la giovane indiana non è mai stata convinta che quella fosse la strada giusta da seguire.Poi, un giorno, ecco l’esempio perfetto. Matt Stutzman, un arciere senza braccia, conquista la medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Parigi 2012 facendo il suo lavoro solo con le gambe.Da quel momento, tanti allenamenti e prove, forza di volontà e tenacia. E i risultati arrivano. Sheetal migliora così tanto da conquistare l’argento nell’ultima edizione dei campionati del mondo paralimpici svoltisi in Repubblica Ceca a luglio 2023.


«È incredibile, quando penso al passato e al percorso che ho fatto per arrivare fin qui. All’inizio pensavo fosse impossibile, quando mi allenavo le gambe mi facevano molto male. Adesso il mio sogno può avverarsi. Ho sempre pensato che il massimo sarebbe vincere un oro olimpico. Voglio salire sul gradino più alto del podio».Intanto, il Comitato Paralimpico l’ha nominata «giovane atleta dell’anno 2023» e il governo indiano l’ha premiata con il riconoscimento Arjuna per i suoi eccezionali risultati sportivi. «Sheetal non ha scelto il tiro con l’arco, è il tiro con l’arco che ha scelto lei», afferma Abhilasha Chaudhary, uno dei due suoi allenatori. «Credo che nessuno abbia limiti», dice Sheetal Devi, «si tratta solo di desiderare una cosa con tutto il cuore e impegnarsi al massimo. Se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque».

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