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Visualizzazione dei post con l'etichetta poesia

© IL MONDO IN UNA STANZA di Daniela Tuscano

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Com'è il penultimo giorno di vacanza? Di solito, inutile. E triste. I ragazzi vagano per la città in ordine sparso, sul viso un'espressione un po' così, anche le risate si fanno sommesse, spaginate. È un giorno che se ne va, fin dall'inizio. Resta la grande incognita del rientro, che cancella ogni illusione ma prepara, anche, a nuove avventure. Dove la vita pare più solida. Nelle aule di oggi non c'è più il mappamondo, quella sfera multicolore, con luce incorporata, che racchiudeva in poco spazio l'intero pianeta. Si dice spesso che la Terra è diventata piccola, tanto piccola che non si trova più un posto, sulla cattedra, per quel globo variopinto, dove Stati e continenti si rincorrevano come instancabili formiche. Eppure, grazie al globo, era lo sguardo, tra fantasioso e incantato, a dilatarsi: l'Italia appariva microscopica se paragonata all'Africa maestosa, dilagata, come un'immensa Furia. Incombente e prossima. Più in là quello che si chiamava

Strano

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                                                                                 Strano                               Strano come un gruzzolo d'aria in ruscelli di sentieri Strano come un mare fermo, senza nuvole, tra odore di boccaporti e ciocche di parole Strano perché apolide nel vento perso di comignoli al sole, tra noia e rivoluzione sapiente e malandrino Strano perché in bilico precario su questa terra, incerto come foglia, vela dolce di dolore.

Tracce d'amore

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...Giostrai.  Ne accarezzavo l'epidermide di seta vagabonda, sostavo ore e ore nell'attesa dell'amato, baciando il cuore alato di trapezista dal suo terreno cielo, assaporando lentamente i nostri rapidi sogni. Notturni, irragionevoli, colorati e folli, dall'allegrezza sghemba di bimbo. Un paradiso rotante, un peccato che si fa riso, un dolore che non t'accorgi, amore intenso e precario, stralunato e in bilico, troppo vero, troppo vita.

[sono solo un sognatore ] di Antonio rocchi

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questo scritto  di Antonio Ronchi Sono solo un Sognatore non ho altro nella vita che il mio sogno. A che serve un Sognatore? A che serve sognare? E cos'è il sogno se non la forza di un Cuore che si protende  per raggiungerlo? E cos'è quella Forza se non l'Amore che ha creato l'Universo intero?  uno dei fondatori del gruppo facebookiano di radio faber conferma  sia la  vignetta di Silvia Ziche  riportata  sopra   sia  questo mio  post  precedente

Silenzio d'ottobre

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Tardi t'amai, o bellezza piana e solenne, vaporosa nel risveglio e lenta nelle ore. Sei l'abbandono, la placida accoratezza, l'eco di verdi case in gherigli di pensieri, sei immota e stinta come ala gualcita, un uccello solatio nel candore tiepido di smorti abbaini.

Bella Mariposas di Salvatore Mereu anticipazioni \ SPOILER

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  Era  da tempo , forse perchè  non c'era  nessun  film  che  m'attirasse  , quasi immemorabile che non andavop al cinema . Ebbene ieri sono andato  a vedere la prima di Bellas Mariposas il film diretto da Salvatore Mereu ispirato all'omonimo romanzo di Sergio Atzeni  (  foto a  destra  )  pubblicato nel 1996 da Sellerio peraltro mai divenuto definitivo perché la morte ha colto Atzeni prima che potesse rivederlo.  Il film presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ha ricevuto il Premio Schermi di Qualità " per aver molto efficacemente, adottato il registro della commedia nell'affrontare il tema del degrado delle periferie e del disagio di adolescenti senza prospettive e senza l'appoggio della famiglia".   Come  per il libro : << Anche se, occorro dirlo, il tono tanto volgare da risultare quasi offensivo e provocatorio è in parte addolcito da un’ironia di fondo non indifferente, a momenti strepitosa (grazie anche a un riuscito

Primo Levi - l'approdo

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grazie  cara  amica   https://www.facebook.com/gretanicolem MARE DI CRIMEA - Arkhip Ivanovich Kuindzhi - 1903 Felice l’uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro di sè mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati, E siede a bere all’osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l’uomo come una fiamma spenta, Felice l’uomo come sabbia d’estuario, Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte, E riposa al margine del cammino. Non teme né spera né aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta.

senza titolo di Alessandro Franceschetti

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CHI  LO HA DETTO CHE   IN RETE   FRA LE  TANTE     NON CI POSSA ESSERE  ANCHE POESIA  ?  è IL CASO   DI  QUESTA  DI   Alessandro Franceschetti Il Dio che cerco ha la pelle nera gli occhi a mandorla. È un po' cristiano un po' musulmano. Abbraccia i gay tiene per mano le puttane. Gli angeli li lascia a mamma e papà. Il Dio che cerco accarezza la disperazione rende polvere il dolore. Toglie il sale alle lacrime semina un sorriso nell'animo. Siede a tavola con i barboni "violenta" i pedofili "uccide" gli assassini ferma le guerre dà da mangiare ai poveri. Il Dio che cerco che voglio che spero chissà se c'è.

Primavera

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Primavera, maestosa, superba e altera, sfuggita ormai in contrade di solitudine, lasci il tuo passo, discreto e troneggiante, in ricordi d'un ieri, in città malate, nel vapore dei nostri tenui desii.

Fra cielo e cielo

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Fra cielo e cielo Nello specchio d’acqua riflesse fra cielo e cielo due immagine radiose un viso e un fiore l’arcobaleno gioca su loro l’amore tutto colora felicità averti incontrata come quel fiore il raggio del sole Pietro Atzeni

Fotografia

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Testimone, dov'è il testimone? Nel passato remoto della gioventù, in quei tratti nervosi, nelle schegge degli occhi, o nella sapienza dolente dei passi stanchi? E' ritratta, in voi, la musica. La fine dei padri. Le generazioni complicate. Il sussulto dell'incerto domani. L'ansia d'un Dio rinnegato e sfuggito. L'età della perdita. Un diamante folle. Troppo prezioso e fulgido per noi, poveri carboni spenti. Sopra: Renato Zero e Lucio Dalla davanti alle immagini di Tenco ed Endrigo. Sotto: Montreux, 29 febbraio 2012, l'ultimo concerto di Dalla, a poche ore dalla morte.

L'eccezione (Per la Giornata della Memoria 2012)

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(Nella foto: Particolare della Risiera di San Sabba, Trieste) E sono qui, dietro le coltri ispessite, oltre il muro del tuo rifiuto, ribelle, impudico alla liscia normalità. Sono l'eccezione, sono la natura. Sono il quadro incompiuto, il riccio d'oro del ramo soave, fronda sbarazzina, filo di seta. Esisto, senza peso, e più alzi quel muro, più m'espando sulle pareti, e divengo cielo, respiro, imprendibile, beffardo, sulla tua cappa di dolore.

Nella notte

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Nella notte sull'asfalto ancora ascolto te La tua voce accarezza tenui briciole di fumo le trasforma in stelle d'oro e le strade, i viali nudi il compatto grigio muro s'apre come un grande altare,bianco, immenso, svaporato Resta aperta la speranza senza te, senza il tuo viso, senza il tuo sguardo distratto, pigro, immoto, lento, illune Mi rimane quel che eri, le tue note sparse all'aria, qualche scampolo di vita in ventose buie armonie, e poi tutto si conclude, serio e lieve, a un tratto dolce .

Leggero

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E non m'importa nulla del domani, dell'amore, non m'importa della vita. Voglio solo passeggiare su questi anni, smorti e tristi, col mio sesso ineducato, senza chiedermi perché. (Nella foto: Dario Francesco Gay)

libero pensiero

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Libero pensiero Tra “Grande fratello” gossip e sesso a volontà ormai il disegno è evidente non il libero pensiero vi preme ma una società libera dal pensiero Pietro Atzeni

Questo nostro amore

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Questo nostro amore è fatto di deserti di case insanguinate di filtri di persiane di chicchi di caffè. Questo nostro amore fiorisce sorpassato nel cuore di città spossate, informi, in spenti meriggi d’un rosa futurista. Questo nostro amore si pasce di silenzi, d’albe ricreate, di carezze di lino. Delicato, suadente nella lieve fralezza, un fremito commosso nel buio del mondo.

Altri mondi

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Non c'è il mare. E' solo il cielo dietro le onde. (Pronunciata da una bambina di cinque anni, in treno verso la Riviera)

Appuntamento

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Il ragazzo e la ragazza si diramano, tra fiumi d'asfalto e ampie soleggiate di grigio, sul far del giorno, timidi e lenti. Le parole leggere, semplici, feriali sottolineano ancor più quel silenzio sospeso, l'angolo del cuore dove la vita scorre aerea, normale e miracolosa. Sono giunti insieme, lui non osa abbracciarla, si limita a starle al fianco, tra sbiaditi bagolari e cespugli di maggiociondoli, superstiti in città, e par di respirare un'aria marina, in questo calmo scampolo d'estate. E' un giorno senza pensieri, vuoto e circolare, un sentiero pedestre nell'autostrada del mondo. Ogni tanto passa un tram. (A Domenico)

Da chi abbiamo imparato l'immortalità se non dall'immortale

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MANO NELLA MANO NELLA NOTTE DI GIZA         Splende il tuo sguardo mai quasi orfico nella notte di nettare, stella fissa nel firmamento, non muore nel tramonto,non viene sciacquata via dall’alba, le ciglia battono cicloniche portando repentini aggrappamenti e sulla tua bocca inzuppata dal sangue delle escoriazioni dei papaveri è nata oh si fremo è nata l’ultima avventura scala appoggiata al sole e così dobbiam traballar per la gloria di qualcuno che non ci ama ma io L’ho buttata la al sole, voglio il sole le corriamo incontro scherzando la sera aspettare era più folle del gesto che abbiamo fatto così noi correvamo incontro alla sua alba dalla notte in bilico sul cratere dell’intimo tentativo sudando antiche secrezioni rem. Dentro la corsa affannosa sentir la tua dispnea perché vuoi toccar il folle fa vibrar le corde che ho attaccato alle stelle ed essa sembra uscita dal mio sogno d’oro, troppo lontana che non lo riesco ad acchiappare hai già compiuto la magia del miraggio, allora tente