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cosa serve per rimanere umani davanti a questo clima d'odio ?

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per sentirci umani è necessario che ogni giorno s'abbatta su di noi una ( o più ) storia di disumana che rende tutti colpevoli o presenti ovvero il famoso  verso poetico  : 𝓟𝓮𝓻 𝓺𝓾𝓪𝓷𝓽𝓸 𝓿𝓸𝓲 𝓿𝓲 𝓬𝓻𝓮𝓭𝓲𝓪𝓽𝓮 𝓪𝓼𝓼𝓸𝓵𝓽𝓲 \𝓢𝓲𝓮𝓽𝓮 𝓹𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓬𝓸𝓲𝓷𝓿𝓸𝓵𝓽𝓲 . Infatti     IL post   sembra  chiuso qui  , poi come  per  magia    una delle  cose  imprevedibili   e curiose  della  vita   un mio amico di fb   è  arrivato  anche se per  un altra strada  alle  stesse  conclusioni  . Infatti  ha  postato questa  foto   di un murales  di Orgosolo Infatti  Cogito ergo non credo al populismo 7 h  ·  Le avete augurato lo stupro. Avete messo in giro bufale su suo padre trafficante d'armi. Avete esultato all'arresto. Le avete gridato di farsi scopare dai cazzi  negri perché tanto le piace, come se fosse un problema che ad una donna possa piacere il sesso con uno o più individui di pelle diversa. Avete minacciato di farci scappare i

Sama', la prima Dj donna palestinese: "Abbatto muri e stereotipi a colpi di techno" e Ezio Bosso “Che storia è la musica

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di cosa  stiamo parlando  che come dimostra la replica (  ne ho parlato qui   ) di   Stefano Massini è al suo  monologo    in cui  aveva parlato  quando ha parlato delle  offese razziste verso un bambino che giocava a calcio su un campetto di periferia    che    si può fare politica anche senza essere ideologici e che gli artisti sono anch'essi politici senza essere politiki ( l a k è voluta per differenziare la politica che viene dal basso e politica dei partiti e delle ideologie ) premetto che  non mi  piace  il genere  musicale  , lo  giudico  " ciocchi di stagnali  " , forse perchè   jurassico  o legato ad un musica   armonica \  ritmica     e non dozzinale  , di qualità , indipendentemente  dal genere . Ma     sono  concorde  con l'intervista  rilasciata   dala  giovane    e    con la sua storia   "Non parlo di politica, io sono già un messaggio: sono una donna palestinese che fa la Dj". Sama' Abdul

escort romana che accetta bistecche al posto del denaro. e offre lo sconto a chi chiede il redditto di cittadinanza

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Affaritaliani 15 maggio 2019 11:42 Si chiama Simona ed è una escort romana. Confessa: Non so dove mettere i contanti guadagnati, meglio il baratto” Guarda la gallery Simona, escort romana: “Basta soldi, con i clienti faccio il baratto. per un rapporto orale servono dieci chili di ciliege, per una notte di sesso un televisore al plasma. A un macellaio una volta ho chiesto dieci bistecche". La donna, che si prostituisce nella propria abitazione, ha dichiarato: "Sono stufa, in altri Paesi è tutto regolarizzato, in ordine, le prostitute vengono controllate, anche a livello medico, c'è chi si occupa della loro sicurezza, mentre noi qui non abbiamo nulla e dobbiamo anche avere timore quando pensiamo ogni volta a dove mettere i soldi. Io lancio una provocazione, ai miei clienti farò fare un baratto. Per un rapporto orale, non devono darmi soldi ma dieci chili di ciliege. Oppure un televisore al plasma se vogliono stare con me tutta la notte. Poi q

Gabriela: «Ho vinto il cancro grazie alla mia nuova famiglia» San Mango. Arrivata per fare la badante ha scoperto di essersi ammalata durante un screening

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dA https://www.ottopagine.it/av/attualita/178567/gabriela-ho-vinto-il-cancro-grazie-alla-mia-nuova-famiglia.shtm   di  Simonetta Ieppariello «Grazie alle giornate di prevenzione del dottore Iannace mi sono salvata». Racconta la signora venuta dalla Romania per assistere nonno Flavio 9 anni fa. Mena Caporale, la figlia dell'anziano, racconta: «Gabriela si è fatta amare da tutti noi» San Mango sul Calore .   Eroi per casa. Storie di affetti, legami, famiglie che si allargano e diventano più forti. Questa è la storia di Gabriela che ha gli occhi grandi e si emoziona nel raccontarla.  Gabriela Sandu  viene da molto lontano, dalla Romania. Poiana Stampei è il nome di un paese dove è nata cresciuta, ha messo su famiglia. A Poiana Stampei ha sposato quasi trenta anni fa il suo Sebastian, e dal loro amore nacque Octavia. Ma la vita in Romania, si sa, è difficile e lei nove anni addietro dovette fare i bagagli e partire. Partì da lì e raggiunse una amica. In Romania

la regina dei tatuaggi confessa : io , Riae [ RIAE ELISABETH MAC CARTHY ] felice nella mia sardegna

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NON TROVANDO  , SE  NON A  PAGAMENTO  L'ARTICOLO  SUL WEB  ,   VE  LO RIPORTO COSI  .SPERO SI LEGGA

quando l'ideologia rovina tutto Il “caso Magni”: da Valibona alla maglia rosa La “scelta sbagliata” del campione di ciclismo, ripudiato nell'Italia divisa.

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da http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2018/05/01  Il “caso Magni”: da Valibona alla maglia rosa La “scelta sbagliata” del campione di ciclismo, ripudiato nell'Italia divisa. Ora il volume di Walter Bernardi fa chiarezza sulla sua figura e sulla battaglia del 1944 tra fascisti e partigiani sui monti intorno a Prato. A 70 anni dalla prima vittoria del ciclista vaianese al Giro di Paolo Toccafondi Una celebre immagine, esempio della proverbiale tempra di Magni: nonostante la clavicola fratturata, prosegue la corsa e si regge al manubrio tenendo in bocca un pezzo di gomma PRATO. Il rosa della maglia di leader del Giro d’Italia, sogno di ogni ciclista, il nero delle camicie dei fascisti, il rosso delle bandiere comuniste e dei fazzoletti dei partigiani. Si potrebbe raccontare anche attraverso i colori la storia di Fiorenzo Magni, il “terzo uomo” degli anni d’oro del ciclismo italiano, l’unico in grado di inserirsi nel dominio dei campionissimi Coppi e Bartali ritagliandosi un

CIBO , CAFFE' ,AMORE , MORTE ED ALTRE STORIE

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CIBO E  CAFFE' Ciccio Sultano: "Io, cuoco siciliano, sfido la burocrazia per difendere i sapori più veri" Sultano all'ingresso del ristorante Duomo in via Capitano Bocchieri Ragusa, 15 anni a mettere costantemente a punto la sua idea di gastronomia, dal Duomo ai Banchi all'Aia Gaia. Anche a costo di entrare in conflitto con regolamenti e cavilli. di ELEONORA COZZELLA .La bottarga di tonno preparata e stagionata con le sue mani, così come la toma fresca. Si può? No, non si può. “Ma lo faccio lo stesso. Il futuro della cucina è "l’illegalità", un’arma che uno chef deve a volte usare. Perché dobbiamo difendere non solo i prodotti tradizionali ma anche il gesto che ci sta dietro. C'è competenza-storia-magia nel portare il latte, naturalmente crudo, alla temperatura giusta, versare il caglio, aspettare che diventi quasi solido e col bastone rompere la cagliata in frammenti, mescolare… Il gesto è storia, è cultura. Dunque è un valore da dife

Il caso - Il papà "ultras" a bordo campo: "Prendi un barcone e torna al tuo Paese !"

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Succede che sui campi dilettantistici e giovanili della Brianza, come di tutta Italia, ne vedi e soprattutto ne senti, davvero, di tutti i colori (e in questa vicenda è proprio il caso di sottolineare la parola “colori”...). Ma  c'è un limite a tutto . E quando senti qualcosa che va “oltre”, ti senti in dovere di denunciarlo. Per far riflettere un pochino, senza demagogia.Succede che in un sabato pomeriggio di primavera, su un campo della zona, ti fermi a vedere una  partita di Primi Calci 2008. Bambini di 8-9 anni.  La partita è normalmente combattuta.  Un papà “ultras”  della squadra di casa, peraltro molto noto al proprio gruppo di genitori e all'allenatore, manda in scena il consueto show: improperi, urla, critiche all'allenatore e ai bambini, incitamenti sguaiati e ordini al proprio figlio. Immarcabile. Ingestibile. A un certo punto, però, si supera:  “Prendi un barcone e torna al tuo paese!”. Diretto all'attaccante della squadra avversaria,  un bambino africano ,

anoresia , incoscienza , generosità , passioni ( non solo bimbiminkia ) , delle nuove generazioni

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eccovi  alcune   storie  .  ne trovate altre  sulla mia  bacheca  di fb  e  o su quella di  La Cronaca Italiana .  La prima  è  la vittoria  (    uno su  mille   che la  fa    ) contro l'anoressia   http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/ 01 marzo 2017 CASTIGLIONE DELLE STIVIERE Anna racconta la sua anoressia: «Così sono uscita dall’inferno» A tredici anni i primi disturbi alimentari, poi il controllo delle calorie e infine il rifiuto totale del cibo I genitori l’hanno affidata a un’équipe dell’ospedale di Pieve: «A medici e assistenti dobbiamo tutto» CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Una storia di gravi disturbi alimentari, di un’adolescente che porta con sé la consapevolezza che uniti si può vincere la paura degli altri e si può risalire la scala dell’inferno. Non senza impegno, ma uscire a rivedere le stelle è possibile. È la storia di una ragazzina che oggi ha quindici anni e che soffriva di anoressia da due anni (la chiameremo Anna, anche se non è il suo