17.4.05

Senza titolo 642


  Ieri sera CITTà DELLA SCIENZA

Una bella serata.. tra musica e persone che si incontravano qua e là


Il mio martini,il mio lui.









 


Ma non è stato questo a farmi stare bene, ma laverlo accanto nel trigesimo per mio nonnosentirmi di nuovo triste come un mese fa.. che brutta sensazione









 


-Perché hai paura che io mi annoi?


-Forse perché ci tengo tanto a te









 


Sono praticamente fisicamente distrutta


Sono stufa di lavorare con persone arroganti


Di persone che fissano colloqui di lavoro per me


Vorrei essere un po libera, fare quel che voglio e scegliere quel che voglio









 


Che bello.. tra cinque giorni andiamo dai miei amici.non vedo lora








 


Sto sperando ancora nel secondo momento del libro che sto leggendo…che noia




















16.4.05

Senza titolo 641

Stare in ascolto. Spostare l'attenzione sull'altro. Vedere e osservare il flusso che esce da sé. Ascoltare. La vita è piena di cose da vedere, sentire, ascoltare. Non ciò che entra è importante. L'esterno.
Siamo abituati a "sentire" negativamente. Un flusso che ci percuote e ci stupra. Possiamo dare. Un flusso che esce. L'ascolto nasce quando l'attenzione esce e va sull'altro.
Un flusso entra ora in maniera diversa. Sapori, energie che riempiono.
Apertura, ascolto. Per assorbire.
Lamenti, rimproveri, ingiustizie, giudizi...
Aprirsi significa imparare.
Il mondo dà piacere, l'ascolto cura.

Alle volte incontri qualcuno per caso... e ti accorgi che il caso non esiste! Una parola può cambiare una vita.
Consapevolezza.
Una cellula muta il suo pensiero. Accetta il suo ricordo. Così, in un click, può cambiare tutto ciò che le sta attorno.
In un attimo ti ritrovi lenti più pulite. Visione più nitida.
Ascoltare: guardare in modo diverso. Proiettarsi verso il mondo. Non stare ad aspettare...
Osservare in silenzio senza dar consiglio... Gustando.
A poco a poco. Come a guardar sott'acqua. Pulito.
Amare è ascoltare. Ed in un istante ti ritrovi ad essere felice per ciò che hai: incredibile! Sei tu.
Via e scopo: ora perfettamente chiari. Qui.
Ascoltare senza giudizio. Un bel film, ti lascia qualcosa dentro.
Ascoltare le parole. Non lo facevo da tanto. E' difficile. Mi sono arrugginito.
E poi ad un tratto le cose appaiono più nitide. Attimi di silenzio ricchi di felicità.
Svuotare il mondo dalle proprie maschere. Vederlo com'è.
Amare. Sentire.
Ciò che hai diviene ciò che sei. Lo sento.
Puoi gustare il tuo piatto preferito in due modi: con la lingua o con i pensieri... Ma la lingua ha quella funzione specifica...


Significati


Dietro
La porta
Origlio
Voglio
Me stesso
Mi giro
Ti vedo

Nell'attimo in cui dimenticavo di cercarmi, ascoltando la tua favola, mi sono trovato


13.4.05

A capo dell'Unicef la "donna Usa"

Il Movimento per la Salute dei Popoli, allarmato dalla designazione della Sig.ra Ann Veneman - precedentemente Ministro dell’Agricultura degli Stati Uniti - come nuovo Direttore Generale dell’UNICEF esprimendo forti preoccupazioni e invita a spedire una email-lettera di protesta in quanto "oltre alla non qualifica adeguata, la signora Veneman si è caratterizzata nelle sue precedenti esperienze per aver messo i profitti aziendali al di sopra del diritto dei popoli al cibo.


LA MISSIONE DELL’UNICEF E’ DIFENDERE I BAMBINI: DIFENDILA!



FIRMA LA PETIZIONE ONLINE


LETTERA DI PREOCCUPAZIONE


Una lettera che esprime preoccupazione da parte del Movimento per la Salute dei Popoli circa la designazione di Ann Veneman a Direttore Generale dell’UNICEF, a partire da maggio 2005.



Al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, e ai membri del Consiglio Esecutivo del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF):


Il Movimento per la salute dei Popoli (PHM) è stato messo in allarme dall’apprendere che la signora Ann Veneman, precedentemente Ministro dell’Agricultura degli Stati Uniti, è stata nominata nuovo Direttore Generale dell’UNICEF. E’ deplorevole che il processo per la nomina del Direttore dell’UNICEF sia avvolto nel segreto e non preveda nessun meccanismo di partecipazione a individui o ONG impegnati sui temi del benessere, salute e diritti dei bambini, e che non esista un ambito di discussione dove i vari candidati, prima della loro nomina, possano far conoscere i loro obiettivi o i programmi su cui intendono impegnare l’agenzia.(1)


Appare chiaro che il processo di designazione lascia al governo degli Stati Uniti la parte del leone nella decisione su chi scegliere come Direttore dell’UNICEF. Già questo dovrebbe essere oggetto di discussione tra tutti gli osservatori. Come è ben noto, gli Stati Uniti e la Somalia sono gli unici due paesi che si sono rifiutati di firmare la Convenzione dell’ONU sui Diritti dei Bambini. Stante la pratica statunitense di negare fondi alle agenzie delle Nazioni Unite di cui gli Stati Uniti disapprovino la direzione (UNESCO; UNFPA, OMS ecc.) possiamo immaginare le pressioni a cui il Segretario Generale sarà stato sottoposto affinchè venisse nominata la signora Veneman.


In mancanza di un processo trasparente e informativo per selezionare il Direttore Generale, la comunità sanitaria internazionale è costretta a stimare quanto la signora Veneman sia adatta a guidare l’UNICEF sulla base delle sue prestazioni precedenti in questioni riguardanti la salute dei bambini. Dall’esame dell’informazione disponibile pubblicamente, il PHM ritiene che sarebbe grave mancanza di scrupoli starsene in silenzio mentre alla signora Veneman viene dato l’incarico di vigilare sulla salute e il benessere dei più vulnerabili tra noi tutti, i bambini.


La formazione della signora Veneman e la sua esperienza di legale aziendale nell’agrobusiness non le danno una qualifica adeguata al pesante compito di essere la guida dell’agenzia con maggiori responsabilità per i diritti dei bambini in tutto il mondo. Come titolare del Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti, o come Segretario del Department of Food and Agriculture della California, o come Sottosegretario Aggiunto agli Affari Internazionali nel Ministero dell’Agricoltura, la signora Veneman non ha offerto prove del suo interesse per i bambini del mondo o per la loro salute e il loro benessere. Al contrario, le sue prestazioni in quegli incarichi si sono caratterizzate per aver messo i profitti aziendali al di sopra del diritto dei popoli al cibo (Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, articolo 25). Una filosofia e una pratica di questo tipo ribalterebbero quasi sei decadi di orgogliosa storia umanitaria dell’UNICEF e sarebbero disastrose per i bambini del mondo.


Uno dei maggiori disastri per i bambini del decennio passato sono state le sanzioni ONU contro l’Iraq, seguite dall’invasione e dall’occupazione di quel paese. Il Direttore dell’UNICEF precedente, la signora Bellamy, fece un appello perché venissero ritirate quelle sanzioni, responsabili secondo le stime della morte di 500.000 bambini. La signora Veneman non ha espresso analoga preoccupazione. Anzi, in quanto Ministro dell’Agricoltura, nel 2003 ha nominato Daniel Amstutz a capo del processo di ricostruzione agricola in Iraq. Ora, per usare le parole di Kevin Watkins, ex direttore strategico di Oxfam, “mettere Daniel Amstutz come responsabile della ricostruzione agricola in Iraq equivale a mettere Saddam Hussein alla presidenza di una commissione per i diritti umani. Questo signore ha tutte le migliori opportunità per far prosperare gli interessi commerciali delle compagnie cerealicole americane e sfasciare il mercato iracheno, ma è singolarmente mal attrezzato per guidare lo sforzo di ricostruzione in un paese in via di sviluppo.”(2) Questo incarico da parte della signora Veneman non è di buon augurio per i bambini dell’Iraq né, come futuro Direttore Generale dell’UNICEF, è una dimostrazione della sua sollecitudine nei loro confronti.


In qualità di negoziatrice dell’Accordo di Libero Commercio in Nord America (NAFTA), la signora Veneman ha contribuito a scrivere le regole che hanno gettato in povertà milioni di bambini messicani. Il NAFTA ha codificato le dure politiche neoliberali che hanno spazzato via leggi e protezioni conquistate dai lavoratori messicani nel corso di decenni. Il confine tra il Messico e gli Stati Uniti, nella Mexicali Valley, è caratterizzato da condizioni di lavoro infantile dure e in peggioramento, da abitazioni deplorevoli attorno alle fabbriche, da un aumento dell’inquinamento ambientale, dalla mancanza di infrastrutture educative e sanitarie per i lavoratori e le loro famiglie, e specialmente per i bambini più piccoli.(3)


L’atteggiamento della signora Veneman verso il bambino lavoratore comprende anche i campi e gli orti del suo stesso paese. Quando Human Rights Watch cercò di ottenerne l’appoggio a proposito di emendamenti da apportare alla legislazione USA (Legge sui Giusti Standard Lavorativi e altre proposte), l’allora Ministro dell’Agricoltura Veneman respinse sdegnosamente le loro preoccupazioni. Sembra cioè che il futuro Direttore Generale dell’UNICEF non sia stata toccata dai rischi per la salute e la sicurezza in cui incorrono i i minori che lavorano nell’agricoltura, siano essi l’esposizione ricorrente ai pesticidi, il limitato accesso ai servizi igienici e all’acqua potabile, le condizioni di lavoro rischiose o che inducono malattie e incidenti, i bassi salari e le lunghe ore di lavoro, gli effetti del lavoro agricolo sull’educazione, e i rischi particolari per le bambine, inclusi molestie e assalti sessuali.(4)


La signora Veneman non brilla nenche per il rispetto dei diritti delle minoranze etniche negli Stati Uniti. Quando gli agricoltori afroamericani vinsero una causa contro il Ministero dell’Agricoltura per trattamento ingiusto nella concessione di sussidi e prestiti, il ministero spese più di 12 milioni di dollari per ribaltare questo storico giudizio. Sotto la direzione della signora Veneman, il ministero spese meno del 25% dei fondi a disposizione per gli agricoltori di colore. Il ministero non ha mai ammesso che le sue politiche fossero razziste, non ha mai chiesto scusa, e continua a far guerra agli agricoltori. Ma politiche razziste non dovrebbero essere tollerate da nessun governo, e potrebbero creare il caos in un contesto internazionale come le Nazioni Unite.(5)


Le linee politiche portate avanti dalla signora Veneman circa la protezione della salute, specialmente rispetto all’epidemia della ‘mucca pazza’ (encefalopatia spongiforme bovina), sono state deboli. Anziché sostenere un approccio che mettesse la salute al primo posto adottando il principio di precauzione, l’attività del Ministero dell’Agricoltura USA si concentrò sul minimizzare le perdite finanziarie delle industrie di allevamento e distribuzione della carne. La signora Veneman rassicurò la popolazione affermando che la carne non aveva problemi quando ancora i test fatti erano pochissimi, e si oppose a che gli animali macellati venissero contrassegnati con l’indicazione del paese d’origine. Il Ministero dell’Agricoltura infatti rifiutò ai grossisti di carne il permesso di certificare il bestiame secondo criteri internazionali di alto livello, nel timore che anche i consumatori degli Stati Uniti avrebbero richiesto garanzie di protezione più severe.(6) Tenendo conto che uno dei compiti del Ministero dell’Agricoltura è di acquistare grandi quantità di carne per le mense scolastiche, questa antipatia per le verifiche sugli approvvigionamenti nazionali di carne mette in evidenza come la preoccupazione per la salute dei bambini sia stata rimpiazzata dalla preoccupazione per la salute dei profitti dell’industria macelliera.


Forse dove meglio si mostra la sollecitudine della signora Veneman per l’agrobusiness a discapito della salute della gente è nel suo inequivocabile appoggio ai cibi geneticamente modificati e all’industria biotech. Nonostante ogni evidenza del contrario, la signora Veneman dichiarò a una conferenza della FAO che le biotecnologie “ridaranno vigore alla crescita della produttività del raccolto agricolo e di altre derrate alimentari e renderanno l’agricoltura più sostenibile dal punto di vista ambientale”. La signora Veneman aveva fatto parte della direzione di Calgene, l’azienda che ha prodotto i primi pomodori OGM immessi in commercio: una volta arrivata al Ministero dell’Agricoltura, la signora ha continuato la politica che promuove l’introduzione di OGM in campo aperto, e tra il 1987 e il 2002 ne ha approvato la semina in circa 40.000 siti, respingendo solo il 3,5% delle richieste di approvazione. La sua gestione delle due ‘crisi’ sugli OGM scoppiate nel periodo del suo mandato (la Starlink e il mais ProdiGene) ha portato a rimborsi da 20 milioni di dollari e 3,5 milioni di dollari rispettivamente per le due corporazioni, e a nessuna norma sull’etichettatura o altre disposizioni a protezione dei consumatori. Con una mossa che fa presagire una opposizione all’esistenza di punti di vista diversi tra i membri dell’UNICEF, il Comitato Consultivo sulle Biotecnologie, nominato dalla signora Veneman nel 2003 escluse di proposito le principali organizzazioni di agricoltori anti-biotech. I suoi commenti che incalzavano l’Unione Europea perché ritirasse il bando sulle importazioni di cibo OGM, e che chiamavano “vergognosi” i paesi africani che non vogliono donativi di derrate OGM non prelavorate, sono stati ampiamente riportati. Tali commenti mostrano l’incapacità di riconoscere la validità di sensibilità culturali diverse, che dovrebbe essere un tratto fondamentale per chi occupa posizioni internazionali delicate come la direzione dell’UNICEF.(7)


Quando il Ministero dell’Agricoltura USA fu fondato a metà del XIX secolo, il Presidente Abramo Lincoln lo chiamò “il ministero del popolo”, poiché era al servizio della metà circa della popolazione, impegnata nel lavoro dei campi. Centocinquant’anni dopo, gli americani che lavorano come agricoltori sono una frazione minima e il ministero oggi rappresenta soprattutto interessi corporativi. La gestione Veneman in questo ministero è servita solo a intensificarne il controllo da parte delle corporazioni.(8) In una agenzia come l’UNICEF la cui ‘base’ è costituita da bambini, che hanno una limitata capacità di auto-rappresentazione, è urgente che coloro che parlano in loro nome e ne rappresentano gli interessi abbiano un passato che li qualifica per questo compito.


Non intendiamo affermare che il futuro della signora Veneman all’UNICEF si possa predire semplicemente rileggendo la sua storia all’agricoltura: non sarebbe corretto. Tuttavia, in uno dei suoi pochi commenti rilasciati dopo la nomina a proposito del suo nuovo incarico, la signora Veneman dichiarava in una conferenza stampa che la salute riproduttiva e l’educazione “non erano importanti per la missione dell’UNICEF.”(9) Come sa chiunque abbia esperienza della salute e del benessere dell’infanzia, la possibilità per una madre di accedere all’assistenza per e all’educazione sulla salute riproduttiva, compresa l’educazione sanitaria e lo spaziamento tra le nascite, è in realtà un fattore determinante per la salute del bambino. Una simile malaugurata introduzione alla nuova amministrazione UNICEF scatena un forte allarme in tutti coloro che hanno a cuore il benessere dell’infanzia.


Nel prossimo periodo, l’UNICEF dovrà affrontare parecchie sfide che richiedono una decisa presa di posizione in difesa dei bambini e dei loro diritti. Le differenze tra l’approccio che cerca la massimizzazione dei profitti delle corporazioni e quello che massimizza la salute e il benessere dell’infanzia sono enormi, rispetto a temi come:
 i diritti dei bambini al cibo, alla casa, all’educazione, alla salute e all’infanzia stessa;
 la commercializzazione dei sostituti del latte materno;
 l’accesso delle donne all’informazione e ai servizi sulla salute riproduttiva e sullo spaziamento delle nascite;
 l’accesso ai farmaci anti-retrovirali e altri farmaci per i bambini HIV positivi e per le loro famiglie;
 la fornitura di cibo, supplementi alimentari e medicamenti non testati o insufficientemente testati contro la presenza di OGM;
 gli effetti sulle famiglie e sull’infanzia delle politiche commerciali neoliberali di ‘libero’ commercio;
 la privatizzazione dell’acqua, l’accesso all’acqua e le malattie da diarrea;
 la contaminazione industriale e le malformazioni e disabilità congenite;
e molti altri ancora.


In un mondo dove muoiono ogni anno 11 milioni di bambini sotto i cinque anni soprattutto per mancanza di medicamenti semplici, acqua pulita, ambiente non pericoloso, e nutrimento adeguato, parlare a nome dei bambini e difenderne i diritti significa domandare che le corporazioni e i governi rispondano a queste richieste e si dedichino a risolvere questi problemi. In un mondo in cui gli esperti sanitari stimano che 6 milioni di quei bambini potrebbero essere salvati da interventi a tecnologia semplice del costo di 7 miliardi e mezzo di dollari (che sono meno del 2 per cento del bilancio annuale della difesa negli Stati Uniti), parlare a nome dei bambini e difenderne i diritti significa opporsi alla dannosa e devastante espansione delle spese militari e all’uso della forza militare per risolvere i problemi.


Come persone che parlano a nome dei bambini e ne difendono i diritti, sentiamo l’urgenza e l’obbligo di far sentire la nostra grande preoccupazione per la nomina della signora Ann Veneman a Direttore Generale dell’UNICEF. Il Movimento per la Salute dei Popoli e le ONG con una lunga storia di promozione del benessere e dei diritti dell’infanzia non permetteranno che l’integrità del più rispettato organismo internazionale dedicato al benessere dei bambini del mondo venga messa in pericolo. Se da un lato auspichiamo di impegnarci strettamente e produttivamente con la nuova leadership dell’UNICEF, e di continuare la collaborazione con i solerti funzionari degli uffici UNICEF territoriali, dall’altra non esiteremo ad opporci attivamente alla realizzazione di politiche inefficaci nell’eliminare le 30.000 morti prevenibili di bambini al giorno, e le altre minacce al benessere dell’infanzia.


Come persone che parlano a nome dei bambini e ne difendono i diritti, chiediamo anche che il Segretario Generale delle Nazioni Unite cambi la pratica corrente, che premia nazioni potenti dando loro la possibilità di fare nomine politiche per posizioni importanti, sostituendola con un processo trasparente e partecipativo che garantisca una leadership professionale, sollecita e competente all’UNICEF e alle altre agenzie. Il processo attuale diminuisce la democrazia, macchia l’immagine delle Nazioni Unite, e mette ancor più in pericolo la già precaria esistenza della maggioranza dei cittadini del mondo.


Firmato:
Ravi Narayan, Coordinatore del Segretariato Globale, Movimento per la Salute dei Popoli (PHM)


Primi firmatari:


Fran Baum PHM Pacific, Australia and New Zealand
B. Ekbal, PHM India
Edelina De La Paz, PHM South East Asia
Jihad Mashaal, PHM Middle East
Arturo Qizhpe, PHM South America
David Saunders, PHM Southern Africa
Sarah Shannon e Lanny Smith, PHM North America
Pam Zinkin, PHM Europe
Prem John, Asian Community Health Action Network (ACHAN)
Zafrullah Chowdhury, Gonoshasthaya Kendra (GK)
Maria Hamlin Zuniga, International People's Health Council (IPHC)
Nadia Van der Linde, Women's Global Network for Reproductive Rights, WGNRR
Claudio Schuftan


(per firmatari successivi, vedi al sito www.saveunicef.org/save_unicef_form.htm.



Note:
1. Richard Horton, “UNICEF Leadership 2005-2015: A Call for Strategic Change,” The Lancet, December 4, 2004.
2. Bill Berkowitz, “Iraq’s Agriculture Czar,” Z Magazine, September 2003, http://zmagsite.zmag.org/Sept2003/berkowitz0903.html.
3. David Bacon, The Children of NAFTA: Labor Wars on the U.S./ Mexico Border, 2004, University of California Press.
4. Letter from Lois Whitman, Children’s Rights Division, Human Rights Watch, to Ann M. Veneman, U.S. Secretary of Agriculture, February 8, 2001, http://hrw.org/campaigns/crp/farmchild/veneman_letter.htm.
5. Environmental Working Group, Obstruction of Justice: USDA Undermines Historic Civil Rights Settlement with Black Farmers, 20 July 2004, http://www.ewg.org/reports/blackfarmers.
6. Philip Mattera, USDA Inc: How Agribusiness has Hijacked Regulatory Policy at the US Department of Agriculture, Corporate Research Project of Good Jobs First, July 23, 2004, http://www.agribusinessaccountability.org/pdfs//289_USDA%20Inc..pdf.
7. Mattera, USDA, Inc.
8. Matera, USDA, Inc.
9. “Nominee Says Reproductive Health Not Relevant to UNICEF Mission,” 1/21/2005, http://cebo.org/2005_01_01_unnews_archive.html.


(Traduzione di Elena Medi)


da unimondo.org



Senza titolo 640

11.4.05

mercificazione e spettacolirazzazione della morte


 Lo so  che  ormai sarete stufi di sentire parlare   del Papa   e che  ormai  è ora  di girare pagina  è andare avanti la  vita  , anzi il  viaggio, deve  continuare  . Ma  io  ancora non ci  riesco  del tutto    . in questo post  voglio  cercare di descrivere  le mie  emozioni  degli ultimi   avvenimenti  (   esposizione della salma e  i funerali  )   che  a  causa impegni   di studio e  di lavoro  non  ho potuto assistervi direttamente   di persona   , ma  attraverso i  giornali e  le  tv  .Vedendo le  folle   che facevano anche  12  ore di fila  per vedere la salma ( alcuni  in buona  fede   altri   perché và di moda e perché  lo  fa la massa   , Parlo ovviamente   senza  giudicare o condannare perché anche  quella  è una scelta  condivisibile  o meno ,sarà Dio  a  farlo  eventualmente, ma   per  esperienza personale  ma  dopo aver   osservato \ “studiato “ i comportamenti   di alcuni miei concittadini che sono andati  li   e si vantavano ed  esibivano  in modo  stucchevole  la  foto  fatta  con  il cellulare  della salma . Infatti  una ragazza   chiacchierando al cellulare   mentre   si stilava  l’elenco   per la partenza  ha detto  :  <<  c’è  canale  satellitare   fisso  sulla  gente  che  entrava   mi raccomando  di collegarlo al  video registratore   e  se  riesci    a  beccarmi   registrami  ,. Sono molto emozionata  ci pensi  [ ] ?  >> )    e  gli slogan al ( limite del fanatismo ) da stadio  al funerale   ,  mi  ritorna in mente la frase  di: Erich fromm :<<  E’  tempo di smetterla   di discutere intorno a  Dio  e unirsi invece a  smascherare   le  forme  contemporanee  di idololatria. Oggi  c’è la  Deificazione  dello stato e del potere   nei paesi autoritari  , e la deificazione  della macchina e del successo  nella nostra cultura  >>  .  Ora mi  chiedo se   tale  comportamento  delle  massa  spesso inizialmente incivile  ( vedere in merito   l’articolo   su repubblica  cartacea     di martedì  scorso non ricordo l’articolista , Sic ,  sulla  gente in fila per il papa   )  poi via  via  più composta   è  dovuto a  un  vuoto   o mancanza  di  punti di riferimento  (  come nel mio caso  ) come dice  l’articolo    della  rivista  settimanale    l’internazionale  ( www.internazionale.it  )  riportato dal trimestrale  Sbs di smemoranda  oppure   alla  smania   di protagonismo e  d’esserci  a   tutti  i costi  o  il  voler riempire   il vuoto con altri i idoli come  afferma  Eugenio  Scalfari  << In realtà  il popolo di Dio sente il vuoto della coscienza e invoca, per riempirlo, il ritorno d'un Cristo incarnato. "Subito". Questa in realtà è la sfida che la Chiesa del dopo Wojtyla ha dinanzi a sé.Perla In realtà il popolo di Dio sente il vuoto della coscienza e invoca, per riempirlo, il ritorno d' un Cristo incarnato. "Subito". Questa in realtà è la sfida che la Chiesa del dopo Wojtyla ha dinanzi a sé. Per la salute delle anime c'è da augurarsi che non cada in tentazione e segua piuttosto l'esempio del Gesù del Vangelo di Giovanni che di fronte alla folla osannante si ritira sulla montagna tutto solo a pregare il Padre.Non si cura il vuoto delle coscienze creando altri idoli, ma svegliando nelle persone il senso della responsabilità di fronte alla vita, che la morte restituisce come cenere alla cenere. salute delle anime c'è da augurarsi che non cada in tentazione e segua piuttosto l'esempio del Gesù del Vangelo di Giovanni che di fronte alla folla osannante si ritira sulla montagna tutto solo a pregare il Padre .Non si cura il vuoto delle coscienze creando altri idoli, ma svegliando nelle persone il senso della responsabilità di fronte alla vita, che la morte restituisce come cenere alla cenere . >> nell’editoriale  di  del quotidiano la   repubblica  del  10\10\2005  .    Oppure   una  nuova    forma d0idolatria  come quella  ( se non adirittura   peggiore  ) ipotizzata  da    Fromm  e  riportata  nelle righe  precedenti  ,  dovuta  alla  globalizzazione   neo liberista   sempre  più  selavaggia  che  rende  merce  e spettacolizza   anche  la  morte   (  vedere  la presenza    di  video  camere  e   e  di video    cellulari al passaggio del pontefice   il primo giorno di lutto   )  .-  Fenomeno     questo    che  il pontefice   ha  sempre  combattutto     sia  da vivo   con le  sue  encicliche  , sia da  morto  con la scelta    di  una  bara  di grande semplicità (  come   potete vedere   da  questra  foto tratta  , come la precedente da il primo   e  il secondo  dossier  del quotidiano www.repubblica.it  in cui  tropvate  anche  le  sue  encicliche  ) e  dal  suo   testamento  ( idem )  Concludo con   questo   post  con    un   dialogo inetriore   contenuto  nel mio archivio  cartaceo  scritto iin  questi  giorni  in cui  la  crisi era  più   acuta  e più  ossessionante  :  D) Come  fare  ad andare  avanti  quando viene meno \  a mancare   un  punto di riferimento nella tua vita \ opera d'arte ? R)  prendi  d’esso   il più  possibile   e mettilo  nel  tuo cuore  (  se  sei  uno \ a che usa  solo quello  ) oppure   nella  tua  opera  d’arte   ( sei  come me  uno che   usa   e almeno  cerca    cuore&mente )  e  fanne il  tuo caposaldo  e  riprendi il cammino  . Con  questo   è  tutto  Attendo con ansia le  vostre opinioni   sia  che abbiate assisto da  vivo  a  tali eventi n o  solo in tv  e  giornali    sia che approviate    queasto post  o meno  

9.4.05

ricordo

 lo sò che il post non è mio , ma  incarna  alla perfezione la  situazione  in cui mi trovo  con la mancanza  di  Giovanni Paolo II  esso  è tratto  http://utenti.lycos.it/lalineagotica/

Un ricordo
“...Senza dubbio, le persone disabili, svelando la fragilità della condizione umana, sono una espressione del dramma del dolore e, in questo mondo assetato di edonismo e ammaliato dalla bellezza effimera e fallace, le loro difficoltà sono spesso percepite come uno scandalo e una provocazione e i loro problemi come un fardello da rimuovere o da risolvere sbrigativamente. E se invece sono icone viventi del Figlio crocefisso.”

Giovanni Paolo II ( 1978-2005 )

7.4.05

Senza titolo 639

Un appello alla società civile e alle istituzioni nazionali e locali


Il disegno di legge Moratti - per il cui ritiro immediato il mondo della università (ricercatori/docenti precari e non, studenti, sindacato, associazioni) si è mobilitato martedì 17 febbraio - è un colpo gravissimo all'intera società italiana , nel più generale contesto di distruzione dei beni collettivi. L'iniziativa contro l'Università pubblica si inserisce infatti in un programma politico caratterizzato da continui attacchi contro la scuola pubblica, la libertà di informazione, il patrimonio culturale collettivo e i servizi sociali essenziali. Presentato come uno strumento innovatore, il DDL, attraverso la precarizzazione ulteriore del lavoro scientifico, mina alla base le condizioni di libertà, analisi critica e cooperazione necessarie alla produzione di saperi innovativi, rinsaldando le barriere sociali all'accesso ai saperi e precludendo lo sviluppo plurale della conoscenza.


Le sfide poste dalla società in trasformazione - il cui centro propulsivo dal punto di vista sociale ed economico è la conoscenza - non hanno trovato finora che risposte politiche puramente demagogiche, orientate da una visione miope, escludente, mercificata e gregaria della produzione di sapere, che connota sempre più in senso anti-scientifico la cultura politica dominante nel nostro paese, a danno di tutti. Una visione miope, escludente, mercificata e gregaria perché:



non riconosce che la libertà e l'autonomia della ricerca sono prerequisiti essenziali della capacità innovativa e della funzione culturale, sociale e civile della produzione/riproduzione dei saperi;
sacrifica il principio fondamentale di una larga partecipazione sociale alla costruzione dei saperi, riservandola a pochi soggetti, al costo della negazione dei diritti sociali per molti altri;
riduce il valore della conoscenza ad interessi di parte, collegando in modo sempre più stretto l'esistenza stessa di molti filoni di ricerca alla loro profittabilità a breve termine sui mercati, favorendo un processo illiberale e intollerabile di uniformazione dei saperi;
tradisce il fondamento etico e civico moderno della libera circolazione dei saperi, attraverso l'estensione della logica dei brevetti e la privatizzazione della produzione scientifica.


Investire risorse per una società aperta, solidale, innovativa.
Non crediamo che l'Università e gli Enti pubblici della ricerca debbano costituire i soggetti esclusivi nei processi di produzione dei saperi. Niente di più lontano dall'approccio che vogliamo promuovere. Riteniamo però che la ricerca pubblica - in condizioni di libertà ed autonomia da poteri economici e politici - debba essere un punto di riferimento centrale, costruendo quel terreno di incontro con saperi emergenti che, proprio per la crisi vissuta dall'Università italiana in questi anni, hanno qui trovato ben pochi spazi di dialogo. Solo con un'Università messa in grado, attraverso adeguati investimenti, di produrre sapere ed innovazione si instaurerebbe un circolo virtuoso del quale beneficerebbe l'intero tessuto sociale del paese.


In Italia il personale di ruolo nell'Università conta 58000 persone, i ricercatori precari sono 55000. Nel nostro paese la spesa statale per l'università è addirittura la metà di quella investita da Francia e Regno Unito e un terzo della spesa prevista in Germania. Su un numero di studenti iscritto all'università comparabile ci sono 115.000 insegnanti in Germania, 126.000 in Gran Bretagna, 77.000 in Francia e 50.000 in Italia; la spesa pro - capite per studente è di ?9.296 in Germania, intorno a ?7.000 in Francia e Inghilterra, ma solo di ? 3.098 in Italia . Il numero di dottorandi ogni 1000 abitanti tra i 25 e i 35 anni è di 0,75 in Germania, non inferiore allo 0,63 in Inghilterra e in Francia : in Italia è appena di 0,17 . Si aggiunga che l'età media di un ricercatore italiano (finora la prima figura di ruolo nell'università) è di 50/55 anni e l a durata media d el precariato è di 8 anni (dati M IUR).


Il disegno Moratti spaccia il precariato scientifico per flessibilità, un'operazione di distruzione e privatizzazione del patrimonio pubblico di sapere scientifico per modernizzazione. Pretende inoltre di far passare lo scadimento delle relazioni di lavoro e dei metodi di selezione del personale di ruolo, che da questa legge deriverebbe, come un'azione di scalzamento di logiche poco meritorie, che al contrario possono essere combattute solo attraverso un sistema di reclutamento trasparente, adeguatamente finanziato, dopo un periodo di formazione - di durata ragionevole e non indefinita come di fatto è già oggi - in cui siano garantiti i fondamentali diritti sociali.


La Rete nazionale dei ricercatori precari chiede quindi al Governo nazionale di investire sulla ricerca pubblica seriamente abbandonando queste posizioni, ritirando subito il DDL Moratti, e aprendo un confronto serio ed organico su questo versante, allargato a tutte le componenti del mondo della ricerca. Per raggiungere questo obiettivo facciamo appello a tutta la società civile italiana e alle Istituzioni.


Il ruolo della società locale
In questa battaglia culturale e politica, già condivisa da ampi settori del mondo della ricerca e della società civile, e di cui fa parte la definizione comune di una Carta dei diritti/doveri del ricercatore, il ruolo degli Enti locali potrebbe essere decisivo, e in questo senso va il nostro appello, affinché vengano sostenute le nostre richieste al governo.


La questione del ruolo della ricerca pubblica e del suo rapporto con la società, proprio per la fase di grande trasformazione sociale in cui ci troviamo (globalizzazione, società della conoscenza, networked society , società dei saperi), ha una sua specifica dimensione locale.


Il sistema della ricerca infatti non è astratto, si radica nei territori, produce beni collettivi che hanno (o dovrebbero avere) le ricadute culturali, sociali, socio-economiche più immediate sulle comunità locali, sulla qualità dello sviluppo e della vita, anche nella sua dimensione civile. Questo aspetto è ulteriormente accentuato dalla nuova struttura dell'offerta didattica. Una università che dialoga con il territorio, oltre che con il mondo, è una università viva e vivificatrice.


Già oggi molte istituzioni regionali e locali finanziano la ricerca, prevalentemente attraverso il canale dei bandi. Le emergenti politiche locali per lo sviluppo della società dell'informazione costituiscono una nuova opportunità, ma possono anche tradursi in vincolo e restare monche se non si comprende che è necessario promuovere la ricerca in tutti i settori.


La Rete nazionale dei ricercatori precari chiede che il rapporto fra società locale e università si rafforzi e si qualifichi anche prendendo in seria considerazione l'ipotesi di attivare un finanziamento ordinario alla ricerca/didattica, senza escludere il coinvolgimento dei soggetti privati, ma garantendo le peculiarità essenziali del lavoro scientifico: libertà della ricerca e della didattica da condizionamenti di interessi particolari, libertà della circolazione dei saperi, massima apertura dei processi di partecipazione alla costruzione dei saperi.


Contro la precarizzazione del lavoro scientifico e la distruzione dell'università pubblica, per l'autonomia e la qualità della ricerca e la didattica. Contro la privatizzazione della conoscenza e le barriere sociali all'accesso alla produzione/riproduzione del sapere, per la libertà dei saperi, condizione essenziale per una società dell'informazione aperta a tutti, solidale e innovativa.


 Rete Nazionale dei Ricercatori Precari


CINQUEMILA FIRME IN DIECI GIORNI


Per aderire all'appello inviare un mail a appello@ricercatoriprecari.org con nome, cognome, condizione, città -->


da ricercatoriprecari.org

Due sofferenze, due agonie

 da  http://floreana2.splinder.com  il vento  e  l'anima  news  entry come  nostra  cdv , un sito bellissimo andatelo a   vedere  .




 


di Lea Melandri


 

Per quanti hanno avuto modo di vedere in questi giorni la folla dei fedeli in lacrime sotto le finestre di un Papa visibilmente provato dalla malattia e, dall'altra parte del mondo, in una città della Florida, i gruppi dei credenti ora minacciosi ora imploranti in difesa della vita di Terri Schiavo, è innegabile che ci si ritrovi di fronte a una ripresa religiosa. Ciò di cui si può invece dubitare è che questo "risveglio" risponda alle aspettative descritte da Giovanni Paolo II nel suo libro, Memoria e identità (Rizzoli 2005), e dal cardinal Ruini nell'intervista al quotidiano La Repubblica (23.3.2005).
La centralità che sta assumendo la "questione della vita", nei suoi due estremi - la nascita e la morte -, l'imporsi di interrogativi antropologici sul senso dell'esistenza umana, fatto oggi materia di sperimentazioni scientifiche inarrestabili, porterebbero, secondo Ruini, a un rapporto più stretto tra etica e politica e, di conseguenza, dato che "le riserve etiche della nostra società vengono dal cristianesimo", ne risulterebbe potenziato il compito pubblico della Chiesa, con tutto il peso della sua Verità rivelata e di una storia che è stata il fondamento delle culture nazionali europee, oltre che della "missione" evangelizzatrice dell'Occidente nel mondo.
Nello scritto di Wojtyla, la "sfida" del cattolicesimo alla civiltà contemporanea si annuncia con toni ancora più aggressivi. Il pensiero laico è messo in discussione a partire dalle sue radici e dai sui stessi progenitori. Con Cartesio - "cogito ergo sum"-, l'uomo ha scalzato il Dio Creatore e ha preteso di essere lui solo, arbitro del proprio destino, a decidere "ciò che è buono e ciò che è cattivo". Dio diventerebbe così un "contenuto della coscienza umana" e la religione soltanto un fatto psicologico. L'attacco si fa poi quasi grottesco quando, dalla condanna del nazismo e del comunismo, Wojtyla passa, per una libera o voluta associazione di idee, alle leggi degli attuali Stati democratici su temi come la famiglia e la procreazione. Divorzi, amore libero, aborto, manipolazione degli embrioni, matrimoni omosessuali, "ci si può legittimamente chiedere", scrive il Papa, se non siano un'altra forma di totalitarismo", l'insorgere di una nuova "ideologia del male".
Approvando leggi abortiste, i parlamenti "si spingono oltre le proprie competenze" ed "entrano in palese conflitto con le leggi di Dio e le leggi della natura".
Da questo arroccamento istituzionale della Chiesa deriverebbero, secondo il teologo Enzo Bianchi (Reset, aprile 2005), spinte contrastanti: da una parte, verso il fondamentalismo, e, dall'altra, verso soluzioni religiose di tipo intimistico, o fenomeni analoghi, come la "sete di miracoli", la "ricerca del sensazionale", una "bulimia di sacro" che va a occupare il vuoto di cultura religiosa.
Mi sembra che sia quest'ultimo l'aspetto più nuovo e inquietante di una religiosità che nasce all'interno di una società atomizzata e di massa, spinta a condividere emozioni, appartenenze, amori e odi, attraverso lo spettacolo quotidiano dei media.
Nella settimana di Pasqua, i telegiornali hanno celebrato, con record di ascolti e con l'effetto ambiguo di intrattenimento e sincera commozione, il duplice calvario, del Papa e di Terri Schiavo, due sofferenze, due agonie, prese nel cerchio della più solenne drammaturgia cattolica, la Passione di Cristo, e di tante anonime vite che in quei due corpi martoriati potevano identificarsi: un Papa che, mostrando i segni fisici della malattia, esce dal mistero che ha sempre avvolto la massima autorità della Chiesa, e un corpo, quello di Terri, in stato di vita vegetativa, così impersonale da rivestire paradossalmente ciò che gli umani hanno di più comune, il fatto che si muore.
Ad alimentare una deriva, che ha evidenti aspetti mistici, contribuiscono oggi fattori diversi, non solo religiosi. Ci sono: l'invasività sempre più estesa della politica, della scienza, della medicina, sulla vita dei singoli, i cambiamenti che sul corpo e sulle vicende essenziali dell'uomo, la nascita e la morte, produce il riduttivismo biologico dell'ingegneria genetica; c'è lo spettro di una progressiva disumanizzazione, nella resa della libertà e del controllo, che ogni persona vorrebbe avere sul proprio corpo, alla potenza della macchina; c'è la mercantilizzazione di tutto ciò che siamo e di cui siamo fatti: organi, sentimenti, desideri, attitudini. E, infine, c'è un diffuso, generalizzato, senso di insicurezza e fragilità. La difesa della sopravvivenza a tutti i costi, al di là dell'accanimento terapeutico, si può dire che faccia ormai parte dello scenario mondiale: dalle guerre infinite che dovrebbero "prevenire" le insidie del terrorismo, alla crisi di un modello di sviluppo che non riesce più a nascondere le spinte distruttive che si porta dentro. La legge ad personam che Bush ha firmato, con l'intento di costringere la magistratura a rivedere la sua decisione sul caso di Terri Schiavo, se mirava, come molti hanno scritto, a ringraziare le comunità religiose che l'hanno votato, può anche essere vista
come il simbolo di tutta la sua politica: la difesa della vita, del singolo e della nazione, posta al di sopra della legittimità costituzionale, delle libertà democratiche, ma, soprattutto, indifferente rispetto a quelli che dovranno morire perché alcuni vivano. E questo vale per la pena di morte come per la guerra.
In un contesto così segnato da paure e imprevisti, non è difficile capire quanta forza di aggregazione ed esaltazione mistica possa avere la figura di un Papa coraggioso, che lotta contro la sofferenza e la morte, e che proprio nel mostrare le sue piaghe le purifica, le porta fuori dall'insignificanza e dalla miseria del quotidiano, dalla vergogna che circonda l'impotenza degli anziani malati, l'angoscia dell'avvicinamento alla morte. Lo stesso si può dire di un corpo, privo di vita psichica e di coscienza, così spersonalizzato da diventare terreno di scontro di poteri istituzionali e religiosi, ma anche oggetto di un pensiero onnipotente che può attribuirgli indifferentemente vita e morte.

La genesi psicologia della religione è oggi più scoperta che in passato, e parlarne fa sicuramente meno scandalo di quando ne scrisse Freud, nel 1924. Ma sono cresciute anche le condizioni che rendono oggettivamente più minacciata l'esistenza umana, e quindi necessaria l'"illusione" di una Provvidenza e di un disegno divino depositario del bene e del male. Dovrebbe preoccupare, soprattutto, il fatto che lo smarrimento dei singoli, anziché cercare un rapporto diretto, intimo, con Dio, venga incanalato dalla partecipazione mediatica ai grandi eventi verso il corpo unico, emotivamente omogeneo, formato da milioni di solitudini, rimando inquietante a quel "gregge addomesticato pronto ad accogliere il suo volenteroso pastore", di cui aveva già avuto intuizione Tocqueville ragionando sullo sviluppo delle democrazie.


 

da liberauniversitadelledonne.it



6.4.05

Senza titolo 638

Senza titolo 637

                                                                                                           [ 5 aprile 2005 ]


e mai mai paura
che meno ne hai meno ne avrai

non devi aver paura

la vita che vuoi prenditela  


. mercanti di liquore .                                                                                                       

 


non devi avere paura. nichi vendola non l'ha avuta, la puglia non l'ha avuta, il coraggio di un militante comunista gay dichiarato non l'ha avuta.

e oggi ha vinto l'idealismo.

  

questa puglia maltrattata, questa puglia che io stessa a volte ho quasi detestato, questa puglia che ora amo visceralmente come solo la propria terra di origine si può amare.


il suo mare e i muretti a secco e gli ulivi e la campagna ed il sole e la città vecchia di bari e la fusione di civiltà ed il salento

la pizzica le musiche popolari i paesini caratteristici le specialità gastronomiche i trulli le chiese il verde i sorrisi veri e spontanei il calore le tradizioni

 


ad esempio a me piace la strada

col verde bruciato, magari sul tardi

macchie più scure senza rugiada

coi fichi d'india e le spine dei cardi                                                                     
. a me ad esempio piace il sud, rino gaetano .

 

 

questa puglia capace di sbattere in faccia all'italia la propria intelligenza, la propria forza, la propria capacità intellettuale di slegarsi da un bambolotto e di gridare alle stelle la voglia di cambiamento e l'idealismo di cui è imbevuta ogni singola anima.

 


"abbiamo discusso di sogni. a qualcuno sembra ridicolo parlare di sogni, a me invece no."
                                                                                . nichi vendola .

 

 

nichi ha parlato davvero di sogni nei comizi, ha parlato con il linguaggio caldo che solo un intellettuale conosce, è arrivato al cuore di ognuno con la poesia e la magia sottintese nelle sue parole, con quella capacità oratoria che si tocca con mano perchè limpida ed onesta come solo quella di un sognatore ed un idealista sa essere.

 

oggi vincono quelli che sono sempre stati considerati dei falliti solo perchè amano le nuvole e vivono anche di poesia e desideri.

 

oggi trionfano quelli che hanno stretto sempre i pugni come canta vecchioni e sono andati avanti incuranti degli sberleffi, quelli che non sono scesi a compromessi nella loro vita e che non hanno venduto i loro ideali per sporchi interessi.

 

oggi a testa alta e con il sorriso nell'anima camminano quelli che continuano a credere che un mondo diverso sia possibile, quelli che non temono le sfide e che anzi le raccolgono e le affrontano a viso scoperto, quelli che non si fermano davanti a preconcetti o a schemi mentali ma che vanno sempre in profondità.

 

oggi volano quelli che amano questa terra e che sono disposti con il loro sacrificio personale a farla crescere. questa puglia si mostra così ricca di risorse umane e provvista di un calore e di una bellezza che i freddi settentrionali farebbero bene ad invidiarci.

 

io sogno una puglia ed un sud libero dalle infamie che spesso infangano la nostra terra,

io sogno una puglia ed un sud capace di spiccare il volo e di guardare dall'alto l'arrogante nord, tanto forte di una solida economia quanto freddo, distaccato e dagli orizzonti talvolta irrimediabilmente chiusi sul diverso, 

io sogno una puglia ed un sud libero dai luoghi comuni su noi "terroni",  fiero della propria storia e delle proprie tradizioni e capace di alzare finalmente la testa e di zittire tutti i leghisti e tutti coloro che, gonfi di presunzione, ci continuano a guardare dall'alto.

 

perchè le cose cambieranno e se avete il coraggio chiamatemi ancora idealista, io sorriderò e vi volterò le spalle.

 

è vero che esiste una puglia migliore ed oggi trionfa nichi vendola ed insieme a lui noi ed i nostri sogni.

 

 

..poi mi piace scoprire lontano

il mare se il cielo all'imbrunire

seguire la luce di alcune lampare

a raggiunta la spiaggia mi piace dormire 

. a me ad esempio piace il sud, rino gaetano .









[ aggiornamento della serata.  a nichi è stato chiesto quale fosse stato il primo pensiero dopo la vittoria. lui ha risposto : "Ho pensato a tutti quelli che hanno sempre perso nella vita e per una volta possono dire: questa volta abbiamo vinto noi ". non ho bisogno di aggiungere alcun commento ]

5.4.05

Tristi, afflitti, dolenti?

Ecco il cd dei Mournful 


 Monochrome!


Band teutonica formatasi nel 1997 da 4 ragazzi con la passione per i Radiohead, Deftones, Fugazi, Muse e Cave In. 12 tracks che vi porteranno all'estremo dell'afflizzione umana, facendovi ad un tratto capire che domani sarà un giorno migliore. La prima traccia "Granada" svela subito le potenzialità di questi 4 ragazzi di Bottrop, potenti riffs di chitarra accompagnano la melodia della voce, melodie che ricordano i fasti di Muse e Deftones. Quasi un cd da Chill out per molti versi dopo le prime 2 energiche; la nostalgia di "Lhc" si spezza portando la luce della speranza alla fine "..better days are coming..." e modificando il chorus finale  tutto viene lasciato in sospensione. Sospensione e rabbia come nella 5, "Hide your mouth in the throat", dove dopo un verse ripetuto, la batteria spezza la sensazione d'attesa, impastando con i suoi piatti la voce insieme ai ritmi sommessi delle chitarre. Bellissima, le ultime frasi si valgono il costo del disco. Rock stile Muse nella 6, "5.40 am", bel chorus! Brevissima e ritmata "Center", la 8; tetra la 9, "One week", con il suo martellare allucinante della vocina che dice: " killing killing ", belle chitarre armonizzate per arrivare ad un finale tranquillo. Una delle più belle e tristi, "I have been killed in my kimono", la 10 (di cui si può ascoltare una edit nel sito dei Mournful, andando su media, troverete anche tutta Lhc e un edit di Granada) in cui le chitarre accompagnano una voce flebile e dura al tempo stesso. Questo è "Chill!!!", impareggiabile! Senza tralasciare le ultime due, ma non in ordine d'importanza, "Everyone from school should be dead by now" in cui si sentono di più i primi Muse, e l'ultima "Parabola", che contiene una bonus track dopo i primi 7 minuti, dove è Meg a cantare, non scherzo! La somiglianza e grande!


Che dire io lo comprerei solo per la 1, la 3 la 5 e la 10, una vera scoperta, sentire ciò che mi piace di più dei grandi gruppi sopracitati, anche senza togliere niente ai Big! Le influenze si sentono ma rimangono sempre i Mournful!


                        P O T E N T I

KAROL E FIDEL

Papa: Cuba, Castro a messa nella cattedrale dell'Avana

L'AVANA - Fidel Castro ha assistito lunedì sera a una messa in suffragio del Papa celebrata dal cardinale Jaime Ortega nella cattedrale dell'Avana. In abito scuro, Castro ha assistito a tutta la funzione religiosa in compagnia del fratello minore Raul, numero due del regime. In precedenza, Fidel e Raul si erano recati nella Nunziatura apostolica all'Avana per firmare il libro delle condoglianze per la morte di Giovanni Paolo II.
Nelle ultime ore è circolata con insistenza a Cuba la voce secondo cui Castro si recherà alle esequie di Giovanni Paolo II in Vaticano. La notizia non ha trovato ancora conferme ufficiali ma è risaputo che Castro annuncia i propri viaggi all'estero con un preavviso molto ridotto per il timore di attentati.(ticino on line)

Senza titolo 636

SILVIO, IL GIOCO E' FINITO..


 


4.4.05

Senza titolo 635

a volte

 



mi siedo su

 



me stesso

 



all’ombra del

 



mio ideal

 



cipresso a

 



prendere il

 



fresco che

 



scappa via

 



senza lasciar

 



traccia e penso

 



cambiando faccia

 



che son sempre

 



lo stesso chiuso

 



in me stesso senza

 



vie di fuga allora

 



mi accorgo che

 



morire e vivere

 



per me è medesimo

 



in quel momento i

 



pettirossi tornano a

 



sanguinare ed una pioggia

 



di chiodi mi pare rapirmi

 



come la luce di una cometa

 



ma poi mi desto e tutto

 



pare come sembra cosa

 



vuol dire perdersi per

 



rintracciarsi di nuovo

 



forse che nell’animo son

 



già morto?

 


come la tv tratta la morte del pontefice

 


Gli avvenimenti  di questi ultimi 3  giorni  e  i   post  ivi riportati   , m’inducono a  rompere il   silenzio   che  m'ero proposto     e  a   scrivere un post   “ serio “  . Mentre  scrivo    le lacrime a  gli occhi   sia per  la  congiuntivite    ( di cui  , SIC  ,  soffro da  anni ) sia  per l’evento triste  e per  come viene trattato dai media  (  salvo poche  eccezioni  )  . Quindi chiedo  scusa in anticipo  per  gli eventuali errori  di grammatica  , sintassi e  ortografia . Con la  sua morte  , ho perso uno dei punti di riferimento   più  fermi   in questo mondo in continua  evoluzione  ed  in  continuo mutamento, è  ciò mi porta  alla situazione   di cui parlavo prima  . Infatti  mi ci vorrà un  bel po’  per   rialzarmi (riprendermi  )  e  rincominciare  il mio viaggio  .. ma  poi chiedo fra me   e me   credo che  sia inutile scervellarmi   e  che no  fare niente  ovvero lasciarmi  trasportare dagli avvenimenti sia  la  scelta  migliore    e più adeguata  a  crisi  come  questa  . Ho superato    crisi    simili  (    e    forse anche  più gravi di questa  )   non  vedo  perché mai    non dovrei farcela   . Mi ci  vorrà  un po’ più di tempo  in quanto  è il Papa  della mia infanzia   è  uno dei pontefici  :<< Oggi mi viene da pensare che quell’uomo che per ventisei anni ha guidato la Chiesa è stato il meno ascoltato del mondo: ha viaggiato, predicato, ha speso tutte le sue forze per convincere i potenti della dottrina della pace, ma mi pare che le sue parole non siano state ascoltate  ( Enzo Biagi Corriere della Sera 3 aprile 2005  ) » .;  infatti  nonostante    le  ambigue  aperture  o del  fallimento \   repressione  soprattutto  in A,erica  Latina   (ecco oltre  il collegamento  ipertestuale  altri link in merito  a  questo argomento  http://italy.indymedia.org/news/2005/04/765194.php e questo altro sempre dallo stessa  fonte  del precedente   http://italy.indymedia.org/news/2005/04/765264.php ) e  nonostante lo scippo della manifestazione del  primo  maggio  del  20000  è stato il  papa   della pace  : << Una violenza che risponde  a un’altra violenza non è mai una via per uscire dalla crisi. Imploriamo il Signore perché non prevalga la spirale   dell’odio e della vendetta.Mai più guerra, mai più guerra, mai più guerra». Papa Giovanni Paolo II  ai Giovani  di Tor Vergata  20\8\2000 >> ; Infatti  Beppe  Grillo  accusa  la televisione  : << perché la televisione e tanti giornali danno ora al silenzio del Papa uno spazio che non hanno mai dato alle sue parole? Questo Papa criticò sia il comunismo sia il capitalismo, ma la televisione riportò solo la prima critica, tacendo la seconda. Lui che il comunismo lo conobbe e combattè da vicino, disse in un’intervista a un ex-giornalista, ora deputato di Forza Italia, che non bisognava negare il granello di verità che anche il comunismo conteneva. Erede di una Chiesa che condusse e legittimò per secoli l’invasione e gli stermini nel vicino Oriente, chiese scusa agli ebrei e ai musulmani per le colpe dei suoi predecessori. Mai più guerra”, disse il Papa tre volte in un discorso, condannando l’aggressione militare degli Stati Uniti e dei loro alleati all’Irak  “O con Bush o con il Papa” titolò Famiglia Cristiana. Eppure questo governo, che dice ogni giorno difendere i principi cristiani, ha scelto di stare con Bush, non con il Papa. Perché ora che il Papa non può più parlare, le televisioni di questo governo lo usano per tappezzare l’intero palinsesto e per alzare gli ascolti agli spot pubblicitari? Se avessero un minimo di rispetto per il Papa e per la sua avversione all’informazione commercializzata e alla dittatura dell’economia, sospenderebbero per un po’ tutti gli spot pubblicitari e al loro posto manderebbero in onda le sue parole. >> .  Condivido   quello che  dice  Gr   e  aggiungo  che  cazzeggiando sul satellite   (  per  noia delle tv italiane   )  ho trovato  molto rispettoso il comportamento tenuto  dalle   televisioni polacche  ricevibili via satellite. Molte hanno interrotto le trasmissioni e hanno lasciato lo schermo nero con solo il logo; altre una sovraimpressione su  schermo nero con il motivo della sospensione. Mio papà mi spiegava che anche la RAI molti anni fa si comportava nello  stesso modo in circostanze simili oppure trasmetteva musica classica ;  mentre   nella  tv  italiana   sia  sull’agonia  sia  sulla morte   del pontefice  ( salvo  eccezioni di rai  3  )  ho   trovato  solo  trasmissioni religiose, collegamenti ridicoli  che   arrivavano a raschiare pur  di fare  ascolti   iil  fondo  del barile  ,  stupidi e  inutili  collegamenti  con Piazza  San Pietro  .,  tutti i canali  rai e mediast (    o  raimediaset  )   a dire la loro con  discorsi uguali e  triti e ritriti  sul Papa e sulla sua vita, non esiste nient'altro da giorni oramai ; Tg che durano ore sempre ripetendo gli stessi servizi, stesse storie, inquadrature e altre inutilità, frasi stupide,opinioni al  90% cretine dette da gente che magari ruba, bestemmia, va a prostitute e poi va dalla moglie come un angioletto, ciccioni baffuti che hanno fatto della spazzatura televisiva una fede ed ora sembrano chierichetti solo per ipocrisia e falsità della peggio specie. Stanno facendo venire la nausea .  Ormai   il Papa, è morto, lasciatelo in pace e ridateci quel poco di informazione sufficiente a farci ricordare che esistono altre cose è   esplicaticava  la  vignetta sull’unità di oggi    4\4\2005  (  trovate gratuitamente la  prima in  pdf  sul  sito del  giornale   www.unità.it )    il papa  è  in paradiso  e  dice ai guardiani  : <<  le tv terrestri parlano solo  di me  ,  non ne  avete una voi  che   mi dica  come sta il mondo  ? >> .  NON SE NE PUO' PIU' !! ma purtroppo ho paura che gli idioti ipocriti TG - andranno avanti chissà per quanto...poi ci sarà il concistoro per eleggere il nuovo Papa....mamma mia, andiamo incontro ad un trituramento di palle per chissà quanti giorni ! ) Mai avevo visto in televisione un simile accanimento su un avvenimento,seppur eccezionale  vista  la figura  e  il ruolo avuto da questo Pontefice   nella storia    di questio ultimi  30  anni  .Concordo con chi  sul news groups it.media.tv : <<   E' vero chi dice che il peggior male del mondo è l'ignoranza! >>

 

Senza titolo 634

Il mio Tempo scorre.

 




 



Impetuoso come un fiume in piena

 



scorre il mio Tempo porgendomi

 



giorni che vivo in ogni pulsione

 



del cuore.

 



Nei sogni sostano i momenti

 



che vorrei trasgredire dall’impegno

 



che ti chiede la vita,

 



ma,i sogni rimangono tali

 



e il cammino deciso

 



e tracciato,

 



mi riporta sui miei passi

 



e a volere un ‘altra notte

 



dove ad occhi chiusi mi

 



lascio andare all’illusione

 



e a ribaltare l’orizzonte

 



presente, fermando

 



per un attimo solo mio

 



vita e tempo.

 


Secondo voi una donna di 46 anni che non si è sposata e non ha avuto figli è incompleta o completa ? io la risposta la ho . ma Vorrei sapere cosa ne pensate.

 colonna  sonora    Bandiera  -  di Giulia  Mei   Secondo alcuni mie utenti di fb che hanno commentato questo mia provocazione ...