3.4.06

Senza titolo 1217

Nel classico fiume d'inchiostro ( e di bit  )  sul  caso Tommaso ho letto  sullle web comunity   e forum di cui faccio parte   e adesso anche  la  bellissima  poesia  postata dalla nostra cdv  angelikaramella  . Ma , sic  , ho letto  , in particolare  ho letto  anche   , e soprattutto  nel commento al mio post  sulla sua  barbara uccisione  , in  cui si   maledicono  gli assassini e messuna pietà per essi  , come capita  per casi come questo  si chiede la  pena  di morte  . Ora  per  la mia  non cultura  non violenta  considero la pena di mote  come una  vendetta  lgalizzata  . Inoltre   capisco chi la propone  perchè  anch'io  ero favorevole    ad essa e prima di  diventare   non violento  mi sono  liberato  della vendetta   dopo alcune esperienze personali (  di  cui  non parlo  perchè sono ferite  ancora fresche  è  su una di queste  c'è un processo  giudiziario in corso   )    e il film DEAD MAN WALKING ( Tim Robbins, USA 1995 ) e  il romanzo  con  l'omonimo film il  miglio verde ( frank darabont  usa 2000 ) oltre  il romanzo il conte di montecristo di  A. Dumas  ,  considero essa  come  una cosa   abberrante quanto quello  che hanno fatto i carnefici  di Tommaso  .
Quindi  affermo   concordando con  quanto dice un post  sulla web comunity di www.Aaamici.it : << datevi anche questo, Dio non avrà nessuna pietà per loro.per tutti quelli che hanno invocato la pena di morte per i suoi aguzzini, ricordatevi che noi non siamo in grado di condannare a morte un uomo, ma ricordatevi  anche questo, Dio non avrà nessuna pietà per loro
  >> perchè  è lo stesso Dio ( o  entita superiore  per  i laici non credenti  ) a  darci o toglierci la vita .

Per te, Tommy


Dice il Signore all’Angelo:
"Corri da quel bambino
e restagli vicino.
Non lo lasciar giammai
".
"Signor, cosa gli dico
se mi chiede chi sono?
"
Digli: "Io sono un dono
di Dio. Sono l’amico
".
"E se piange che faccio?"
"Fa' come il pastorello.
Quel bambino è un agnello,
e tu lo prendi in braccio
".
"E se gioca?"
"Tu giochi.
I bambini innocenti
van felici di pochi
sassolini lucenti
".
"Se ha sonno che ho da fare?
Sono così maldestro
".
"Mettilo in un canestro
e lo fai dondolare
".
L’Angelo via volò.
Ed era già lontano
nel ciel, che si voltò
per chieder più piano:
"E se ammala? Se muore?"
"Riportalo al Signore!
"

...Son sicuro che c'è
un angelo con me
che mi cammina a fianco
mite, soave, bianco
e se aiuto gli chiedo,
mi aiuta e non lo vedo.
Viene così leggero
che l'erba del sentiero
al suo passo non cede...


(L'Angelo - Renzo Pezzani)

Senza titolo 1216

«Mr. Berlusconi mi sento un po’ sfruttato. A pagina 79 della Sua brochure sono ritratto al telefono mentre mi congratulo con Lei per “le attività del Governo italiano in aiuto dei Paesi poveri”. Tragicamente, negli ultimi anni sotto questo governo, l’Italia è diventata l’ultima della classe, tra le 22 nazioni più ricche del mondo, per la spesa pro capite a favore del Terzo mondo»

Bono Vox (U2), Corriere della Sera 2 aprile

2.4.06

Senza titolo 1215







lo   lo  so che non dovrei fare il copia e incolla  , ma  sono talmente scosso  c da non riuscire a trovare  le paroel , insomma  a  tirar fuori le mie  emozioni   in maniera diretta  .
Fra In mezzo  al classico fiume d'inchiostro   e inutile retorica  sono riuscito a trovare  duie  bellissimi  pensieri che descrivono  alla perfezione  le mie emozioni  su questa vicenda  .
La prima è   della  ottima cdv  ( ancora  non ha scritto sul blog )  tisbe  della  blog  comunity   torre  di babele -  blogfriends  : <<   Come si fa...come si può uccidere così un bambino! Ma come è possibile, come è possibile? Io mi chiedo questo...come può un essere umano infierire su un bambino inerme con una palata ed ucciderlo...come può. Tommaso ha l'età di mio nipote sono nati a pochi gg di distanza. Non credo nella pena di morte, ma questi signori non devono più uscire dal carcere: devono avere tutta la vita per riflettere sulla mostruosità che hanno compiuto.>> ; la seconda 'un iscritto   (  e miei contatti  ) Wolf  della webcomunity  ( a cui anch'io sono iscritto  aaamici <<Non perdo tempo cercando di immaginare la punizione più consona per i suoi sequestratori, perchè non esiste alcuna pena che possa fare giustizia. Penso piuttosto al dolore della madre e del padre, dolore senza tregua e senza tempo. Trovarsi ignari e impotenti davanti alla morte di un innocente, questo mi stringe il cuore. Penso all’istinto tremendo di chi mette la mondo un figlio: proteggerlo, allevarlo.Quale sventura deve essere vederlo morire senza sapere neanche quando sia accaduto, senza poter muovere un solo pensiero per salvarlo.E’ angosciante far caso a questa follia.  >> ; e bombatomika : <<

Caro Tommaso,piccola creatura strappata alla vita da un essere ignobile e crudele..dormi sereno fra gli angioletti,questa ninna nanna è per te ....

La ninna nanna degli animaletti

Dorme ogni bimbo di questo mondo,
sogna di fare un bel girotondo
insieme a tutti gli animaletti
il più bel sogno farà.
Adesso è tardi, chiudono gli occhi marmotte, ghiri e gli orsacchiotti
Dorme il leprotto nella sua tana e il pesciolino nella fontana.
Dorme tranquillo l’elefantino e la scimmiotta col suo piccino
Sogna la rana là nello stagno e dentro un buco riposa il ragno.
Dorme ogni bimbo di questo mondo,
sogna di fare un bel girotondo
insieme a tutti gli animaletti
il più bel sogno farà.
Un asinello dentro la stalla sogna di essere una farfalla
E la gazzella dorme beata, sotto una stella si è addormentata.
Dorme felice la formichina e lo scoiattolo con la mammina
I coniglietti fanno la nanna, ormai nessuno li sveglierà.
Dorme ogni bimbo di questo mondo,
sogna di fare un bel girotondo
insieme a tutti gli animaletti
il più bel sogno farà.
Dormono i grandi coi cuccioletti e le balene coi gamberetti
Fanno la nanna pure gli struzzi e in fondo al mare tutti i merluzzi.
La luna guarda le lumachine, tutte rinchiuse nelle casine
Sotto la pianta di una lattuga dorme profondo una tartaruga.
Dorme ogni bimbo di questo mondo,
sogna di fare un bel girotondo
insieme a tutti gli animaletti
il più bel sogno farà.

Con questo  e  tutto vi lascio  prima che  le   lacrime mi comprano gli  occhi con questa  canzone che in questo momento sta passando via  radio .
 




Tears In Heaven


 Eric Clapton and Will Jennings

Would you know my name
If I saw you in heaven?
Would it be the same
If I saw you in heaven?
I must be strong
And carry on,
'Cause I know I don't belong
Here in heaven.
Would you hold my hand
If I saw you in heaven?
Would you help me stand
If I saw you in heaven?
I'll find my way
Through night and day,
'Cause I know I just can't stay
Here in heaven.
Time can bring you down,
Time can bend your knees.
Time can break your heart,
Have you begging please, begging please.
Beyond the door,
There's peace I'm sure,
And I know there'll be no more
Tears in heaven.
Would you know my name
If I saw you in heaven?
Would it be the same
If I saw you in heaven?
I must be strongAnd carry on,
'Cause I know I don't belong
Here in heaven.



hasta luego alla prossima  hermanos
L'immagine “http://www.aaamici.it/smilies/7.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

1.4.06

Senza titolo 1214

Innun paese  dove si danno onorificenze a  cani e porci ( Fallacci  , quattrocchi ) o si dedicano strade  a gerarchi del  refime  fascists  accolgo molto  volentieri  l'appello  di Pino scaccia e della sua  webcomunity  http://blogfriends.splinder.com/ grente che non ha mandato il cervello all'ammasso


Il sito ufficiale di Angelo D’Arrigo il deltaplanista recordman di traversate internazionali scomparso lo scorso 26 marzo, sta avanzando la proposta di intitolare proprio a lui il nome dell’aeroporto di Catania. Per contribuire alla divulgazione di questa notizie è partito un giro di e mail che sta mobilitando milioni di persone con un passaparola internazionale.Affinché la proposta venga accettata, è necessario inviare un messaggio email con la scritta:Aeroporto di Catania "Angelo D'Arrigo" ai seguenti indirizzi di posta elettronica ENACCatania aero.catania@enac.rupa.it SAC Catania info@aeroporto.catania.it Comune di Catania ufficio.stampa@comune.catania.it Ministero dei Trasporti urplp@infrastrutturetrasporti.it e per conoscenza (Cc) aeroporto@omnilog.info fonte:Angelodarrigo.com


vi lascio sulle rilassanti  e dolci note  di " Hitchcok  at the beach  "  di Enrico Rava  (  qui il suo sito ufficiale  )  buon fimne settimana  a tutti\e 


31.3.06

Riforma Moratti2..la vendetta!

"Nell’Orto degli Ulivi un Maestro in preda a tristezza e angoscia.I suoi discepoli, diversi per provenienza e cultura, disorientati e stanchi.La comunità ostile. Le istituzioni contro.Un lungo avvenire davanti."


Studio Getsemani


La legge 53/03 è stata definita "epocale" dal centrodestra. Ah, ma è vero..al pari di ogni altro provvedimento preso dall'attuale forza di governo, anche la riforma Moratti è stato approvato a colpi di fiducia, senza possibilità di discussione dalla base. Modus operandi consolidato...non pugnette, ma fatti e...morì ammazzato il dibattito democratico, il confronto e la concertazione! Come se l'utenza, gli addetti e le forze sociali non avessero voce. Eppure ce l'hanno...magari è afona a forza di tentare di far capire le proprie ragioni, ma vi assicuro che ce l'hanno! [continua a leggere]

Senza titolo 1213

Ecumenici



Leonhard Ragaz



http://ecumenici.altervista.org/html/  (si chiede di citare anche il sito in caso di diffusione sul web)  Numero curato da Augusta De Piero, insegnante volontaria in Palestina







eciale Palestina





 



Bet_GateWall



 



Ho fotografato la breccia nel muro, ancora senza porta, lo scorso aprile 2005. Era venerdì, una mattina presto: la giornata festiva per i mussulmani garantiva un minor affollamento e quindi maggior tranquillità. Non c’era la jeep dei militari che spesso stazionava alla porta: i militari non amano le fotografie.Ho aspettato che passasse qualcuno; ho scattato la mia fotografia e me ne sono andata. Ogni volta che guardo le figurette di quella donna con la sua bambina riprovo il gelo che sentii allora, mentre cercavo di riprenderle e assieme di non lasciarmi sfuggire tutti gli otto metri di cemento armato che le sovrastavano.Betlemme, da dove venivano, era alle loro spalle…Avevano dovuto abbandonare il mezzo con cui erano arrivate fin là qualche centinaio di metri più a sud.
Se avranno superato il check point, qualche centinaio di metri più a nord, si saranno trovate sulla strada per Gerusalemme, obbligate a trovare un altro fortunoso mezzo di trasporto. Se la loro meta era Gerusalemme (distante meno di 10 km.) l’avranno raggiunta nel tempo di un’ora o forse più, se così voleva il soldato al check point.
La strada che avrebbero potuto percorrere prima della seconda intifada (che iniziò il 28 settembre del 2000 come reazione della famosa passeggiata di Sharon sulla spianata delle moschee, accompagnato da una “scorta” numerosissima: si dice che i soldati che lo proteggevano fossero più di mille) collegava direttamente Gerusalemme ed Hebron, sfiorando il colle su cui sorge Betlemme.
Ora quella strada è stata resa ben più scorrevole, ma è accessibile solo alle “targhe gialle” (automobili di cittadini di Israele, anche se risiedono da coloni nei Territori palestinesi). Anche la tomba di Rachele, la matriarca della tradizione biblica, morta nel partorire Beniamino, che si trova alle spalle delle due donne della foto, circondata da un suo privato muro (a Betlemme i muri si inanellano) è inaccessibile ai Palestinesi. Così di quella tomba racconta la Bibbia: “Poi partirono da Betel. C'era ancora qualche distanza per arrivare a Efrata, quando Rachele partorì. Ella ebbe un parto difficile.  <…> Rachele dunque morì e fu sepolta sulla via di Efrata, cioè di Betlemme. Giacobbe eresse una pietra commemorativa sulla tomba di lei. Questa pietra commemorativa della tomba di Rachele esiste tuttora” (Genesi 35:16 - 20) .
Un tempo, nel piccolo edificio che ospita una tradizione, segno di una memoria non più condivisa, si recavano anche le donne mussulmane a chiedere aiuto per un buon parto: ora lo possono fare solo le ebree. Alcune palestinesi invece sono morte di parto e soprattutto sono morti parecchi neonati per i blocchi imposti ai check point.
Il passaggio che vediamo nella fotografia dallo scorso novembre non esiste più: è stato sbarrato da una porta metallica che si apre elettronicamente. Ora coloro che escono da Betlemme non trovano più il check point, di cui ho un disgustato ricordo, ma devono attraversare la zona orribilmente tecnologica. Per accedervi devono oltrepassare una nuova porta, poche decine di metri ad est dell’altra, accanto ad una minacciosa torretta. Quando il l’ho fotografata non aveva il cancello controllabile elettronicamente che ora la sbarra.



 





 



Bethlehem Wall



 



Così mi hanno descritto quel passaggio amici betlemiti:
”   Diretta a Gerusalemme, JJ varca con un certo scetticismo la piccola porta riservata ai pedoni e inizia un lungo, intricato percorso nel nuovo sistema di controlli ora in vigore. Molte altre persone attendono che venga loro concesso di passare e formano una lunga coda, attendono pazientemente (la pazienza palestinese é ormai famosa, dato il gran numero di controlli che devono subire), quasi muti, allibiti, resi ancor più minuscoli dall’impianto ad alta sicurezza che sta loro davanti. Si avanza uno alla volta, dopo aver sentito l’urlo del soldato, e solo quando si accende la luce verde; si varca la prima porta, poi la seconda, poi la terza, porte a ruota, come nelle carceri; si depositano tutti gli effetti personali; agli uomini viene intimato di togliersi la giacca, la camicia, la cintura dei pantaloni, si ordina loro di scuotere i pantaloni; ai bambini che in fila aspettano pazientemente di poter andare a scuola, viene chiesto di vuotare le tasche e lo zaino: quaderni, matite, colori… tutto viene sparso e fatto scivolare all’interno delle grosse macchine che ispezionano accuratamente ogni più piccolo oggetto”. So che queste descrizioni possono sembrare noiose ma so anche che a volte viene facilitato il passaggio di pellegrini e turisti “importanti” che poi portano in Italia impropri ricordi, finalizzati a rendere incredibile il tormento quotidiano dei Palestinesi. E questi privilegiati ricordi non ci aiutano a capire perché Betlemme è considerata una prigione a cielo aperto. Augusta De Piero



 



 



 



Arrivare a Betlemme….



 



 




Se è difficile entrare e uscire dalle città palestinesi, soffocate del muro che si avvita su se stesso come un serpente, è difficile, per i Palestinesi naturalmente, anche arrivarvi.Infatti in quella minuscola terra  - più piccolo della Lombardia lo stato di Israele, di estensione minore del Friuli-Venezia Giulia la Cisgiordania e striscia di Gaza insieme - c’è una doppia rete viaria: scorrevole quella che serve ai coloni (ai cittadini di Israele che non risiedono nei Territori è vietato recarvisi dalle stesse autorità israeliane), spezzata da blocchi che impediscono di percorrere un lungo tratto con lo stesso mezzo di trasporto, quella palestinese..Nel distretto di Betlemme, vicino alla cittadina di Beit Jala c’è uno strano check point. Si trova in località Al Khadr dove la strada che collega Hebron a Gerusalemme (la cosiddetta main road) taglia irrimediabilmente il territorio betlemita





 



Main road_Gilo



 



Sul fondo è visibile l’insediamanteo di Gilo che strozza – insieme ad Har Homa che gli sta di fronte -






il passaggio dalla Cisgiordania del Nord alla Cisgiordania del Sud”.Altre strade che la raggiungono riducono il territorio a uno strano mosaico: muovono infatti dalle numerose basi militari imposte nel territorio cisgiordano e si immettono nella main road per consentirvi il rapido arrivo di soldati in caso di necessità.Oltre quella strada ci sono alcuni villaggi palestinesi di antica origine(Battir, Husan, Wadi Foqin e Nahhalin),  non a caso sorti in una zona ricca di sorgenti. L’acqua che ne sgorga, ora deve servire non solo al consumo dei nativi e all’irrigazione di orti e frutteti ma anche alla città di Betar Illit. un grosso insediamento posto in mezzo ai villaggi e collegato alla scorrevole main road che porta i coloni direttamente a Gerusalemme.I palestinesi però che volessero raggiungere Betlemme, dove si trovano uffici, scuole, ospedali  ecc. ecc., possono solo avvicinarsi alla main road, abbandonare il mezzo di trasporto, avventurarsi in carrarecce da a cui è stato strappato l’asfalto e dove grandi buche e avvallamenti impediscono il percorso alle automobili. Infatti se i villaggi, ridotti a bantustan, sono amministrati dall’Autorità palestinese (appartengono a quel territorio che il trattato di Oslo definì zona A) il territorio che li separa da Betlemme, pur se in palestinese, è ad amministrazione israeliana (zona C) L’attraversamento necessario della main road non prevede semafori: avviene a rischio e pericolo dei pedoni che devono anche subire la beffa di doversi difendere dai rischi dello scorrimento veloce delle automobili a targa gialla, negato alle loro con targa verde..



 





 



AlKhader_due strade



 






 A fianco del percorso palestinese sono visibili i segnali stradali che appartengono alla main road. Sul fondo dell’immagine sono visibili i cumuli di terra creati come ostacoli, che devono necessariamente venir scavalcati e che nei mesi di pioggia diventano un indescrivibile pantano.
Superato (e, per esperienza personale, assicuro faticosamente) il primo tratto bisogna, prima di attraversare la main road e affrontare un altro percorso simile a quello descritto, superare un fossatello, scavato apposta, che bisognerebbe scavalcare con un balzo se qualcuno non avesse pietosamente ammucchiato un po’ di sassi, sormontati da quello che sembra il vecchio piatto di una doccia. Naturalmente anche qui il passaggio è possibile solo per una persona alla volta, purché si tratti di persona dall’autonoma mobilità.
 





 



AlKhader_fossato



 







Sono rimasta molto colpita dalla dignità con cui la signora (che aveva accettato di venir fotografata), superava,tradizionalmente abbigliata,
il ponticello che tutto è fuorché provvisorio: un manufatto più idoneo probabilmente verrebbe distrutto
.Tutta la situazione è assurda: il passaggio dai villaggi alla città è naturalmente molto praticato: ho incontrato un anziano che si appoggiava a due bastoni per andare in ospedale a curare l’ernia al disco, bambini che andavano a scuola, lavoratori di ogni tipo, chi in tuta, chi in giacca e cravatta..



 





 



AlKhader_folla



 



Si possono incontrare anche donne che portano sulla testa  cesti di frutta o verdura per venderli a Betlemme. Gli orti dei villaggi producono ortaggi e frutta di ottima qualità, ma il trasferimento dei prodotti da quello che da secoli è il luogo di produzione alla città può avvenire solo sotto forma di trasporto personale. Se i prodotti agroalimentari vengono trasferiti oltre i confini della West Bank devono essere affidati alla responsabilità di Israele: il controllo confinario della West Bank appartiene infatti allo stato di Israele, con tutti i vantaggi e i problemi che ne possono conseguire; uno fra tutti, la questione dei rimborsi delle imposte doganali di cui si è parlato dopo la contestata vittoria elettorale di Hamas.Solo il breve confine fra Gaza e l’Egitto ha da pochissimo tempo, dopo l’uscita dei coloni dalla Striscia, un controllo internazionale. Speriamo funzioni per quel che può! Si è detto, da parte del nuovo governo israeliano, che invece il confine fra i Territori e la Giordania (anche se appartiene alle conquiste del 1967, mai riconosciute dall’ONU come stato di Israele) resterà sotto il loro controllo: la valle del Giordano, ricca di acque, è parte troppo ghiotta per venir riconsegnata.



 





 



 



 





Elezioni Politiche 2006: sei ancora indeciso? Sparati o passa alla castrazione chimica!


Continuo a chiedermi quale analfabetismo, di ritorno o meno, quale ignoranza stratosferica, quale menefreghismo imperante può ancora una volta crearmi questo mio personale disgusto davanti a tanto qualunquismo di questa italietta che più che fanalino di cosa dell’Europa mi pare la marmitta rasente asfalto delle vecchie cinquecento del boom economico: del resto stiamo ancora rimpiangendo quei bei tempi, quando ancora il clientelismo democristiano ci allisciava con i suoi propositi di progresso e di sviluppo. Pierpaolo Pasolini l’aveva vista lunga, non a caso lo fecero fuori prima che il suo pensiero, di grande intellettuale quale era, si dispiegasse in tutta la sua forza vitale e distruttiva. Mi chiedo quale mente obnubilata possa ancora dire di essere indeciso. Indeciso? Ma come si fa a non aver ancora scelto da che parte stare? Forse sarà ancora il mio spirito inquieto che parla, l’ombra del mio Antonio Gramsci che mi salva dalla luce accecante dei lustrini televisivi e che mi dice sempre, sempre, sempre parteggiare, scegliere sempre da che parte stare. Ma è più forte di me, come si fa ad essere indecisi? Dopo cinque anni di censure, leggi ad personam, livellamento culturale del peggiore populismo che mai potesse apparire sulla faccia d’occidente, menzogne sparate a freddo come armi di deformazione e disinformazione di massa con la dicitura seguente “ma noi almeno ve lo diciamo chiaramente che sono tutte balle!”; un’economia allo sfascio che dalla stagnazione più nera ci sta portando al collasso democratico, colpendo le nostre sensibilità progressiste a colpi di machete, nascondendo il reale stato di cose, fatto di mafia e di illegalità diffusa. E poi stanno ancora a chiedersi per chi votare. Non è che io difenda a spada tratta questo centro sinistra, accozzaglia eterogenea di ideologie più o meno sorpassate, di passi indietro e moderatismo di circostanza, ma porca miseria dall’altra parte c’è Berlusconi!? Cioè c’è un uomo che sta evitando in ogni modo il realizzarsi di quello che è già sentenza, che sta facendo il suoi più porci interessi, che ha ridotto la politica internazionale ad una barzelletta, non ultimo lo scivolone con la Cina che ha per lo meno del patetico. Adesso tutti a dar contro al fantasma comunista, a destra e sinistra, perché fa sempre comodo. È talmente fuori di senno che dipinge continuamente il paradiso terrestre fatto Paese Italia, con tanto di occupazione alle stelle grazie al precariato della Legge Biagi, pardon, alla flessibilità. E la gran fesseria delle tasse? Ma la gente si rende conto che a noi comuni mortali, magari lavoratori dipendenti, delle tasse non ce ne frega nulla? Il fisco italiano è una burla immonda, la tassazione diretta è al minimo storico per i ceti più abbienti, e i lavoratori dipendenti portano il peso della maggior parte degli introiti fiscali dello Stato. E pensare che io sono tanto affascinata dalle democrazie scandinave dove i servizi funzionano, dalla culla alla bara, come si dice, l’istruzione è gratuita, la sanità è gratuita, solo che hanno un sistema fiscale coi fiocchi, i finanziamenti alla ricerca scientifica sono il motore propulsivo della loro economia e noi ancora chiederci se è il caso di abbassare le tasse. Ma per chi? Per i suoi amici da scalata? Per difendere la rendita, gradino più basso dell’economia capitalista? Qui non si tratta mica di comunismo o non comunismo, qui si tratta di salvare un paese dallo sfascio totale, dalla guerra civile, dai saccheggi, altro che espropri proletari, fra un po’ la classe media sarà agli angoli delle strade a chiedere l’elemosina: e il nostro sistema si regge sul benessere della classe media. Vi da fastidio la parola classe? Chiamatela ceto, chiamatela come vi pare, ma non si può essere indecisi, mi schifo di un atteggiamento di questo tipo. Io non voto contro la destra, per me questa non è destra, questo è un qualcosa di indefinito nato dal vuoto politico post prima repubblica, se mai siamo passati alla seconda ( io dissento anche in questo caso), questo è un magma di inquisiti che si salvano il sedere a colpi di maggioranza esasperando la funzione del decreto legge. Ma andiamo, anche voi di destra, non volete farmi credere che questo governo ha soddisfatto i vostri palati conservatori, le vostre teorie neoliberiste filo americane? Insomma, chiudendo, che senso ha la vostra vita civile se no avete ancora deciso per chi votare alle soglie delle prossime elezioni politiche? Che senso ha la vostra esistenza se mandate al macero il futuro delle prossime generazioni condannandole alla miseria materiale e culturale? Vi chiedo allora di farla finita, se non ce la fate almeno abbiate il coraggio di castrarvi, non potrete certo guardare i vostri figli negli occhi.


Stefania Calledda

Senza titolo 1212

Gesù!

 


  


Guarda con  amore i bambini che pregano
E quelli che non ti conoscono,
i bambini che vanno a scuola
e i bambini analfabeti,
i bambini che hanno una famiglia unita
e quelli che soffrono per i genitori separati,
i bambini che hanno una bella casa
e quelli che vivono sulla strada.


 


                                                          AMEN !

30.3.06

Senza titolo 1211

Aggressione a Vladimir Luxuria


Della serie: dalle parole (vedi Mussolini) ai fatti,  nei commmenti, riferirò ciò che penso.Il partito di Fini ( speriamo lo faccia  sul serio e no sia  solo per  avere il  voto degli omossessuali ) ne ha ora disposto la sospensione. Bertinotti a l'Unità on line: «Torna la caccia al diverso. Rischiamo l'imbarbarimento».

Senza titolo 1210

Segnalo a tutti questa fantastica raccolta di brevi filmati scaricabili

www.invideoveritas.tk

per ricordarsi di ciò che è stato

e per farsi anche due risate... tristi.

Riforma Moratti

Parlo di scuola. Ne parlo dall'interno del sistema. Con competenza e serietà, come sono abituata da sempre a fare. Faccio sentire la mia voce perché è ora di chiarire i motivi per cui i docenti di tutta Italia hanno opposto resistenza alla legge 53, meglio conosciuta come riforma Moratti.


Il centrodestra rivendica la bontà di questa riforma. Afferma che, con la sua applicazione, la scuola italiana si è comparata agli standard europei, tanto che il modello proposto avrebbe riscosso i consensi dei nostri partners d'oltralpe.


La realtà è un'altra. L'impianto della riforma non regge perché non condiviso da chi opera nella scuola. Nonostante gli appelli rivolti, nonostante gli scioperi ripetuti, nonostante il dissenso diffuso, la ministra ha continuato imperterrita nell'iter legislativo della SUA riforma, una riforma che svilisce il sistema pubblico, non è al passo con i tempi, fa ripiombare la scuola indietro nel tempo. Andiamo a cercare, per ogni ordine di scuola, i nodi per i quali si è cercato una concertazione, mai ottenuta. [continua a leggere]

29.3.06

Senza titolo 1209






fonte  google.it news Italia  di oggi  29\3\2006  alla voce Dda


 BOLOGNA, 09.45 Bimbo rapito: Dda, da media effetto aberrante per indagini29/03/2006 09.45.00
[Notizie dall´Italia]


(ANSA) - BOLOGNA, 29 MAR - 'Nelle indagini sul sequestro di Tommaso, enfatizzazione dell'informazione diventa un aiuto per gli autori del sequestro'. L'allarme viene dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna che con la Procura di Parma coordina l'inchiesta. Secondo gli inquirenti enfatizzazione dell'informazione sta determinando l'effetto certamente non voluto ma tuttavia aberrante, di fornire in tempo reale ai responsabili del rapimento preziose informazioni circa lo stato delle investigazioni.


Qui hanno ragione però perché condannare solo la stampa e i giornalisti e non anche ed i particolare chi all'interno delle forze dell'ordine o dei tribunali fornisce elementi coperti dal segreto istruttorio e investigativo ai giornalisti ?



28.3.06

Prodi a Latina

Latina è notoriamente di destra. Le popolazioni che Benito Mussolini portò in questa zona hanno strappato la terra alla palude, metro dopo metro, facendo un'opera di bonificazione intensa. Onore al merito. In cambio hanno ricevuto poderi, case coloniche...un futuro nel quale investire. Che questi vecchi colonizzatori siano riconoscenti credo sia comprensibile. Il debito di riconoscenza è elevato, ma a distanza di tempo è opportuno che le cose cambino. E sono cambiate.


Il primo segnale forte è arrivato durante le elezioni regionali che hanno visto il trionfo di Marrazzo. Oggi, la riprova...se ce ne fosse stato il bisogno. Il Palazzetto dello Sport era gremitissimo. Gente ovunque...nel parterre, nelle gallerie, seduti per terra e sui gradini. Sul palco Romano Prodi, intervistato da Lilli Gruber.


Devo dire che il professore è molto a suo agio quando è in mezzo alla gente. La lentezza espositiva che è snervante durante una ripresa televisiva diventa serena pacatezza  ed è un piacere stare lì ad ascoltare. Le domande che la giornalista ha fatto durante la sua intervista sono state puntuali, così come le risposte sono state chiare ed articolate. [continua a leggere]

Senza titolo 1208

Ripeto un post del mio alter ego Kreben colpito dalle reazioni della Cina e da poco su www.nitokrema.splinder.com 

 

ONU.


Commissione per l'espulsione di un membro dalle Nazioni  Unite. 


All'ordine del giorno la valutazione della nazione in oggetto, ha la parola la Cina. "onolevoli colleghi salò bleve, nella lolo capitale c'è una loccia da cui buttano i bambini nati difettosi". Ha la parola la Finlandia "Sempre nella capitale esistono dei conventi dove le donne che chiedono di entrarvi si dedicano alla prostituzione in onore di una loro dea" Ha la parola la Germania "Mentre tutti i popoli come il nostro si divertono con l'arco o con gare di cavalli, loro si divertono guardando delle persone disarmate che affrontano animali feroci" Ha la parola il Belgio "State parlando di cose meno recenti, Vi posso dire che quando uno di loro non accetta certe decisioni di loro sapienti, lo sottopongono a una serie di prove che noi consideriamo torture, se muoiono vuol dire che erano colpevoli, se sopravvivono vuol dire che il demonio (credo sia una specie di dio cattivo) li ha difesi e protetti e li condannano al rogo". Nessuno chiede di intervenire a favore? Si alza il rappresentante della Gran Bretagna "hanno molto rispetto per i matti e per i buffoni, spesso li mettono a capo del governo e devo dire che sono anche divertenti, almeno quello che ho conosciuto io". La decisione finale sarà presa il 12 aprile alle ore 21.


Senza titolo 1207


Odore di puzza, il rischio di brogli sul voto elettronico



di Carlo Bertani



Mentre nei recinti televisivi ci si scanna per qualche punto percentuale di tasse, sondaggi, cunei fiscali ed altre facezie, una notizia è quasi passata inosservata: alle prossime elezioni, circa 11 milioni d'italiani (Liguria, Sardegna, Lazio e Puglia) voteranno con il sistema elettronico.


Per fortuna non siamo ancora al sistema americano - che non conserva copia cartacea del voto - però un po' di puzza di "Florida" s'avverte ormai anche nelle nostre città.


A chi è stato affidato il nuovo sistema elettronico? A tre società: Telecom, EDS Italia ed Accenture. Mentre Telecom sappiamo chi è, conosciamo invece poco degli altri due compari, ovvero il gatto e le volpe.


EDS è la multinazionale informatica che - negli USA - ha gestito gli ultimi due appuntamenti elettorali per l'amministrazione Bush: per come sono andate le cose in Florida (e per la cancellazione dalle liste elettorali di 200.000 persone in Ohio, lo stato di Michael Moore nel 2004) possiamo affermare che ha svolto bene i suoi compiti. Negli USA, ad EDS (che nel 2004 fu rinominata in ES&S) fu affiancata un'altra società, Diebold, per esercitare un reciproco controllo. Peccato che il vice-presidente di Diebold ed il presidente di ES&S fossero fratelli e che affidarono ad un pluripregiudicato per truffa - Jeff Dean - la stesura del programma informatico che non rilasciava copia cartacea del voto. Già, ma in Italia non abbiamo mica questi problemi, ci sono Telecom ed Accenture!


Telecom fornirà le linee, mentre Accenture sarà il vero "braccio destro" di ES&S. Già, ma chi è Accenture? Accenture è il nuovo nome di Andersen, la società che avrebbe dovuto controllare i conti di Enron, sospettata d'essere stata la "cassaforte" da svuotare per finanziare l'elezione di Bush nel 2000, e finita in un crack finanziario apocalittico!


Perché Berlusconi ha scelto proprio le due società americane (scippando, di fatto, una società italiana - Ales s.r.l. - che aveva iniziato la sperimentazione nelle scorse tornate elettorali) con un decreto varato alla chetichella ed una trattativa a licitazione privata? Per vincere le elezioni? Può essere. Anche nel caso le perdesse, il buon Berlusca potrebbe sempre chiedere la verifica delle schede (che saranno comunque votate in parallelo, ma subito archiviate), il che comporterebbe ritardi di mesi per le contestazioni, i ricorsi, ecc.


Cosa succederebbe nel frattempo? Il nuovo parlamento non potrebbe essere insediato, e si giungerebbe a dover eleggere il nuovo Capo dello Stato con il vecchio... Ahi, ahi, ahi...che bruciato di puzza, che spruzzata di brucio, che fetor di scheduzza bruciata s'appressa! Niente paura, al timone di Accenture - in Italia - c'è una persona fidata: il figlio del ministro Pisanu. State accuorti.



Fonte: www.carlobertani.it


27.3.06

Senza titolo 1206

Quando ero giovane, le mie preghiere a Dio dicevano:

«Signore, dammi la forza per cambiare il mondo».


Quando fui vicino alla mezza età, mi resi conto che non avevo cambiato niente.


La mia preghiera, allora, diceva:


«Signore, dammi la grazia di cambiare


quelli che mi sono vicini, la famiglia, gli amici».


Ora che sono vecchio, la mia preghiera è:


« Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso!».


E se dall’inizio avessi pregato per questo, non avrei sprecato la mia vita”.

26.3.06

Senza titolo 1205

Precipita e muore "l'uomo aquila"


Angelo D'Arrigo, il deltaplanista recordman di traversate internazionali, il quale  ( come ho già parlato precedentemente  su questo post  descrivendo  la  sua storia  ovvero al rinuncia  al successo per insegnare a volare  ai volatili )  è morto precipitando con un velivolo durante una dimostrazione a Comiso. Con lui c'era un ufficiale dell'aeronautica in pensione, il generale Giulio De Marchis, anche lui morto. L'incidente è avvenuto vicino all'aviosuperfice della città siciliana.  I due si trovavano a bordo di un piccolo aereo da turismo, alla cui guida era il generale De Marchis, che all'improvviso - per cause da accertare - è precipitato. Testimoni oculari hanno riferito agli investigatori di non avere visto il velivolo esplodere in aria ma precipitare di punta. Inutili i soccorsi, pur se tempestivi. Sul posto il procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che coordina le indagini della polizia.corriere.it


 



link 
 la  sua storia 
http://www.fuoriradio.com/alternuke/article2908.html

25.3.06

Senza titolo 1204

  visto lom sciopero dei tg  oggi l'unica  fonte resta indymedia  (  www.italy.indymedia.org  )   dove trovo  questa   news  essendo però dubbioso  mi chiedo  e vi chiedo  è realmente censura  o  è solo una trovata pubblicitaria  per   far   farsi pubblicità indiretta     (  cioè  parlarne pure anche  male  purchè   ne parli  )  a  un giornale in crisi di vendite  ?  Aspettandomi  censure del link  citato  riporto la vignetta  incriminata 

Dal Mucchio Selvaggio




"La copertina del "Mucchio Selvaggio" di aprile "avrebbe" dovuto riportare un disegno di uno storico personaggio del fumetto italiano. Il "catzillo" è un fumetto underground, molto famoso negli anni Ottanta, che l'autore Gianfranco Grieco ha modificato per noi facendolo assomigliare a Berlusconi, ovviamente legato a un lungo articolo che mette in guardia sul votare "Forza Italia" alle prossime elezioni politiche. Abbiamo usato il verbo "avrebbe" perché il distributore nazionale (Parrini) si è rifiutato di fare uscire il giornale in edicola. Non vuole correre il rischio di denuncie penali. Il giornale verrebbe comunque boicottato da molti distributori locali non di sinistra, il tipografo nicchia, la par conditio, rapporti con il potere etc etc. Insomma paura. Paura di ritorsioni legali, economiche e magari anche fisiche da parte del soggetto raffigurato nel disegno. La redazione trova ciò un atto di censura inqualificabile. La satira è un diritto affermato dalla nostra Costituzione ("Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" - Art. 21). Se si va con la memoria indietro nel tempo a copertine, molto più feroci e provocanti, di giornali come il "Male", "Frigidaire" o "Cuore" ci si rende conto di come è peggiorato il rapporto tra la stampa e il potere e di quanto la libertà di espressione sia sempre meno garantita. La censura è sempre stata usata come strumento di repressione e negazione di valori e tematiche "scomode". La copertina "censurata" è scaricabile a questo indirizzo qui (  chi  sà  ancora  per  quanto , la  lasceranno )  http://www.ilmucchio.it/images_static/berl.jpg


Comitato di redazione del "Mucchio Selvaggio".

Senza titolo 1203

24.3.06

Senza titolo 1202

 Dovendo scegliere  fra le innumerrevoli  canzoni della mia infanzia e non solo  , come  colonna  sonora per il post  d'oggi  ho scelto  ,  dopo una dura cernita  queste due 

Barche di cartapesta di  Marco Del Giudice qui  news  su di lui  e le altre sue  canzoni )

Occhi scuri che guardano laggiù, 
oltre il verde di questo mare,
pugni chiusi nelle tasche vuote
stringono pensieri e speranze che
a volte passano e volte restano
conficcate nel cuore e in testa,
per un viaggio che dura una vita...
Sopra a barche di cartapesta va,
il sogno di chi ha pensato che laggiù,
oltre il verde di questo mare
possa campare con pari dignità,
e comprare con soldi
questa illusione di poterla cambiare un po',
questa vita che
dura un viaggio così...
E questa barca che balla un giorno arriverà,
in un porto del mondo forse attraccherà,
e come un'ombra sul muro al buio sparirò,
quando si spegne il faro...
Braccia tese a cercare sogni che
come fumo svaniscono aldilà,
delle onde di questo mare
che copre il mondo degli uomini laggiù,
ad un passo da quella terra
che brucia sotto i talloni nudi ma,
quanto costa il viaggio di una vita...
E questa barca che balla un giorno arriverà,
in un porto del mondo forse attraccherà,
e come un'ombra sul muro al buio sparirò,
quando si spegne il faro...


e  quella  che ha cartaterizzato il blog  fin dalle origini

 in viaggio degli  ex Csi

Girano i Sufi in tondo nello spazio
Nel tempo
Salgono i verticali i monaci in clausura
Immobili
Viaggiano l'alto il basso senza abbellimenti
(Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...)
Strisciano verso il ritmo i tarantolati schiacciati dallo spazio senza
tempo
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Consumano la terra in percorsi obbligati i cani alla catena
Disposti a decollarsi per un passo inerte più in là
Coprono spazi ottusi gli idoli
Clonano miliziani dai ritmi cadenzati
In sincrono
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti
Viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l'acqua sorgente
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
viaggia Sua Santità
Viaggiano ansie nuove e sempre nuove crudeltà
Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...
Cadono di vertigine...



 a chi  ancorta  dei miei amci  \ conoscenti  sia reali  sia in rte conosciuti in particolare   nella  bellissima  prima  o poi  gli farò una  bella intervista   di www.aaamici.it    presa proprio dal profilo di uno d'essi   ripoto  questa    foto di unmurales 

con òla speranza  di aver risposto  una  volta per tutte  alle loro  insisrtenti domande  , sfottò  , e disorientamento   e   critiche che il mio blog  è caotico ; e  aver descrito la  nostra  blog comunity  .  Viu saluto alla prossima  , hasta luego  amicos  e  viva la vita  muerte  a la muerte 

p.s
oer chi desiderasse saperne di  più  sui   murales  sardi    trovate in questo precedente  post  , dei link e   con foto e news 

Senza titolo 1201


DEDICATA A MIO MARITO
 AFFINCHE' DIO CI AIUTI A TRASCORRERE UNITI LA NOSTRA VECCHIAIA


La notte avanza lussureggiante e implacabile.
Avverto distintamente in me, forte

 
temporale, che inflessibile cresce
nella mia  anima, che è attorcigliata da

 
angosciosa inquietante.
Sono folle o è solo  utopia?
Avverto  pianto di stelle
è la mia anima, che  latitante e taciturna

 
si avvinghia  allo spettro del tuo corpo
che, è scandito dall’oscillazione

 
del morbido avermi.
I tuoi baci illusori diventano esultanze,
voluttà, eccitazione, ebbrezza

  
in un crescendo affiatamento
di taciturno amare.
Silvana 
 

23.3.06

Senza titolo 1200

in in questi giorni ho ricevuto   alcune email in cui mi dicono che   mi  dicono che la mia non  è vera identità  . Non riescendo a trovare  migliore risposta ed avendo  poco tempo  per  spiegarmi  in maniera non retorica   e   ripetitiva  . Faccio riferimento  ad uno dei più grandi scrittori sardi  .salvatore mannuzu  ( foto  a  destra  )  e  un suo  bellissimo  articolo  tratto   dalla  nuova sardegna del  23\3\2006 e   destinato al volume che raccoglierà gli atti d’un seminario tenuto nell’università di Cagliari il 3 dicembre 2005 sul tema dell’identità sarda


CHIACCHIERE E IDENTITÀ



Tradurre l’appartenenza in fare concreto mettendo da parte inutili ideologismi Bisogna farsene una ragione: «l’anima sarda» d’un tempo non c’è più e (magari ci dispiace) è un bene che non ci sia

Si chiamava cabude (da caput, evidentemente) il pupazzo di pane che ci regalavano per capodanno. E mio padre a pranzo lo rompeva sulla mia testa di primogenito: secondo il rito, per buon augurio. In realtà credo lo rompesse, o lo spezzasse, più che altro con le sue mani, coinvolgendomi appena: ero un bambino. Ero un bambino, allora: ma quello scherzo (non era solo uno scherzo) non me lo sono dimenticato. Come non mi sono dimenticato d’una miriade di cose con lo stesso senso, che poi m’hanno accompagnato tutta la vita. Si potesse segare il tronco di cui sono fatto, si troverebbero dentro i primi cerchi annuali i canti in Re o in Mi-e-la. Canti che ripetevano le domestiche di casa mentre facevano (setacciavano) la farina; canti d’una terribile, infinita malinconia: uscivano di notte da bettole mal illuminate dove io non entravo mai; o li intonavano pastori lontani e invisibili nella solitudine di campagne che forse nemmeno esistono più. - Tempo fa m’hanno dedicato dei festeggiamenti, come capita ai vecchi: e anche un lungo convegno un po’ funebre sui miei libri. E prima m’hanno domandato se desideravo aggiungere qualche nome e qualche titolo al novero dei relatori e delle relazioni; io ho chiesto che tra le relazioni ci fosse un Mi-e-la, cantato (mettiamo) da Elena Ledda. Non m’hanno capito e s’intende non ho osato insistere.
 Ma adesso voglio dire che la mia provvista di materiali identitari, se così ci garba chiamarli, non è esigua e vale quanto quella di chiunque. Solo che non mi è mai piaciuto viverci sopra di rendita: ritengo che non sia bello, che non sia utile, che non si deva. Sono sepolti, i miei materiali identitari, nel palmo di terra che m’appartiene, insieme a mille altri diversi; sono sepolti in quel palmo di terra, profondamente: e qualsiasi frutto esso dia, buono o cattivo, ne ha avuto nutrimento. Di più io non posso chiedere loro; né loro possono chiedere a me.
 Per il resto mi sono stancato di ripetere che - secondo me - tutto il nostro parlare d’identità è sintomo certo d’una nostra crisi d’identità; e che noi questa crisi l’affrontiamo nel peggiore dei modi, ignorandola e tentando di riempire il vuoto che lascia con le mistificazioni d’una insopportabile retorica. Mistificazioni che danno per esistente ciò che non esiste più; che fingono un mondo rozzamente semplice e integro in luogo del mondo complesso e frantumato dove tutti invece viviamo. E retorica aggravata da una assoluta mancanza di memoria (non potrebbe essere altrimenti): da una assoluta, bieca e colpevole mancanza di memoria.
 Sicché la prima cosa da fare (indicazione anche politica) per ristabilire qualche contatto con la realtà - cominciando a uscire da un nostro sogno mediocre - è recuperare un po’ di memoria: rinominare le cose per non perderle del tutto. Uno con i miei anni (parecchi) ha visto disfarsi un mondo, sarà pure inevitabile. Non del tutto inevitabile penso, se la disfatta (che ora è il nostro vero connottu) è questa: ma è andata così, la crisi d’identità di cui stiamo discorrendo ha come espressione più evidente il logorarsi e lo scomparire anche materiale delle cose.
 È giusto, allora, è indispensabile che queste cose almeno le repertiamo. È troppo tardi? Ci ricordiamo di chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti? È tardi, certo; e non pochi dei nostri buoi sono fuggiti e non li riprenderemo più. Ma è un ulteriore motivo per tenerci caro ciò che resta: che resta anche solo nella memoria. Ho detto dei canti a chitarra (meno fortunati dei canti a tenore). Musica che non si può scrivere, o che non basta scrivere: ma di quel che è stata esistono antiche registrazioni. Perché una istituzione culturale sarda (specializzata, s’intende) non le cerca e non le raccoglie, catalogandole, trasferendole in supporti non fragili, facendole studiare? E se una simile benemerita istituzione culturale non esiste, va rapidamente inventata e messa a girare.
 È solo un esempio: proposto per associazione di idee e perché la lingua batte dove il dente duole. Ma tutte le cose che abbiamo avuto, di tutti i generi, andrebbero repertate.
 Alcune poi si può cercare di riprodurle. E persino di farci dei soldi: di venderle. Mi è già capitato di scrivere di nostre merci (non erano solo merci) sparite dai mercati, le mele appiu e miali, il maiale sardo com’era, per esempio... Qualcuno ricorda il profumo di quelle mele, come si diffondeva riempiendo le stanze, le case? qualcuno ricorda l’arrosto di quegli spini di maiale? Vorrei che un esperto mi spiegasse se mele appiu e miali, o maiale sardo (il vero), non si possono recuperare, rimettere in produzione. Ma questa parte del discorso è la più facile e praticata (non solo a parole, in qualche caso): si tratta della famigerata «filiera agro-alimentare». Può disturbare l’enfasi delle parole, sempre le stesse: però l’idea è giusta. E con i vini si comincia a fare addirittura di più (e meglio) d’un recupero...
 Per le cose immateriali la situazione diventa più complicata: assai più complicata. «L’anima sarda» d’un tempo non c’è più; e (magari ci dispiace) è un bene che non ci sia. Sicché non si può far rivivere, uguale a quella che era: non si può rimettere in produzione come la mela appiu o la mela miali. E non ci si può aspettare che qualcuno intoni un Mi-e-la; se lo fa, sarà un’operazione archeologica o interpretativa (non si canta ancora il gregoriano?); oppure (come per certi vini) un’operazione tutta creativa: Mi-e-la nuovi, di barrique, non quelli che abbiamo amato e ormai sono sepolti nella nostra memoria.
 Però operazioni creative simili, che investano l’input (o ingrediente) etnico in risultati d’oggi, difficilmente riescono nel campo delle cose immateriali. La statistica sarda segnala troppi fallimenti, per giunta banali e noiosi: della categoria dei portacenere a forma di nuraghe (anche quando si tratta di versi). Troppi fallimenti; e troppo scarse riuscite. Ma almeno due esempi di riuscita bisogna registrarli, per capire come sono fatti, da che dipendono: l’Isola (oggetti artigianali) di Eugenio Tavolara e alcune composizioni musicali di Franco Oppo. Soprattutto l’Isola di Tavolara: oggetti artigianali, s’è detto, ma erano vere opere d’arte, esito d’una grande impresa culturale; e il fatto che ce ne siamo completamente dimenticati, subito, dimostra che il nostro tasso di insipienza autolesionistica è elevatissimo.
 Che cosa fa I’Isola di Tavolara quella che è (che era), rendendola memorabile, e le musiche di Oppo quelle che sono? La cultura moderna (visiva o musicale, ma non solo) di cui sono permeate: con cui guardano al patrimonio antico proiettandolo (manovra addirittura tradizionale) dentro le linee dell’evoluzione storica delle arti, visive e musicali. L’anima sarda d’un tempo non c’è più; c’è quest’altra anima: dove c’è, quando c’è.
 Dove c’è, quando c’è: che si esprima, allora, con tutto ciò di cui è fatta, che non è solo materia identitaria (né può esserlo, togliamocelo dalla testa). E se ha un po’ di coraggio, di balentia d’antan, l’animula misuri se mai quel po’ di sua materia identitaria (quanta gliene è davvero rimasta) al flusso delle cose e delle idee del mondo, oggi: alla storia.
 Per il resto, basta con l’amore solitario: fatto con il fantasma di qualcosa che non c’è mai stato. Basta col parlare una lingua che non esiste e non è mai esistita, di cui i nostri padri e le nostre madri si metterebbero francamente a ridere.
 Chi deve repertare e conservare, reperti e conservi: guai se non lo fa. Chi deve studiare, studi: evviva gli studiosi. Chi deve produrre mele e maiali sardi li produca, senza perdere tempo. Ma tutti gli altri - e in particolare quelli col mestiere delle chiacchiere, come me - restiamo fermi un giro, a proposito di identità. Sì, noialtri meglio che diciamo «passo» per un paio di mani, facciamo un minuto (qualche anno) di silenzio (il famoso «silenzio» dei sardi), ci prendiamo un secolo sabbatico. L’aggettivo «identitario/a» non c’è nei dizionari: carta canta. I correttori dei nostri computer protestano se lo scriviamo: diamogli retta (finalmente).

Salvatore Mannuzzu
 

Bibliografia  dell'autore

romanzi



  • Procedura 1988

  • un morso di formica 1989

  • le ceneri di montiferro 1994

  • il terzo suono 1995

  • il catalogo  2000

  • alice   2001 di cui trovate  qui un ottima recensione con estrati del   romanzo in questione 



raccolte 
di racconti 







  • la  figlia perduta  1992


di poesie 


  •  corpus  1997


 


















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