15.3.19

erano anni che il potere non faceva vittime Imane Fadil è morta per sostanze radioattive. Era testimone contro Berlusconi nel caso Ruby



erano anni che il potere in Italia    non faceva vittime . C'eravamo   disabituati 





visto  che alle morti  s'era  sostituite   le  valanghe  di  merda  o il tenttivo  di  farti passare  come n comunista  o  un rincoglionito   se    denunciano   gli abusi del potere . Ora  si  è ritornati all'micidioo Aveva ragione un poeta  (  qui   testo completo  )  


Certo bisogna farne di strada 
da una ginnastica d'obbedienza 
fino ad un gesto molto più umano 
che ti dia il senso della violenza 
però bisogna farne altrettanta 
per diventare così coglioni 
da non riuscire più a capire 
che non ci sono poteri buoni 
da non riuscire più a capire 
che non ci sono poteri buoni. 
 
sul   resto  aspettiamo  cosa  dirà la magistratura  quella  onesta  e   non quella  da  porto delle nebbie    e processi  \indagini insabbiate  

No, le fake news non sono un problema ..... pericolo è la mancanza di etica

lo scandalo in questione è qello dei diamanti venduti dalle banche
 Già nel nel 2012, Btac.it ( un ottimo sito antibufale ) insieme a FederPietre stava denunciando la questione alle istituzioni:  da    quest articolo di  https://www.butac.it/



 Dopo un’intera giornata di telefonate con Federpietre e l’Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato ho potuto appurare che Federpietre lotta da sei mesi contro questo genere di pubblicità occulta e che nessuno, ripeto NESSUNO ha fatto nulla in merito. L’imprenditore di cui non faccio il nome gira bello tranquillo e nessuno ha multato le testate che gli hanno fatto grossa pubblicità senza spiegare ai lettori che era prezzolata, in tre mesi una testata è riuscita a fare un epic fail con due articoli a firme diverse ma con passaggi pressoché identici 

Egli    aveva  provato a  segnalare  la cosa   i media, o    a trasmisiono  giornalistiche  d'approfondimento  come  da Le Iene a Report, da Striscia la Notizia a Mi manda Raitre, mai ricevuto risposta,ed  era anche andato a parlare col direttore di un istituto bancario che proponeva l’investimento. Mai visto un servizio  ( almeno      fin quando  non  se  n'è  occupata  la magistratura   )  di denuncia sulla cosa. Per quel motivo, frustrato,ha  scrito  l’articolo su Lega Nerd.
Infattti  solo anni dopo, a questione ormai scoppiata hanno bene o male tutti trattato l’argomento. Senza che nessuno abbia ammesso di esserci cascato a sua volta nel diffondere inconscia pubblicità verso quest’inganno. Concludendo cone le parole   dello stesso Butac  : <<   Vorrei ricordare che ci sono precedenti di paesi dove, grazie alla disinformazione, investimenti truffa di vario genere hanno portato la popolazione alla disperazione. Mi preoccupa pensare che noi potremmo essere  (  lo  diamo  già  purtroppo    aggiunta mia  )   sulla strada del non ritorno da una situazione così. >> 

14.3.19

quanta ipocrisia ed ideologia sullle foto di Giulia Sarti . se non fosse stata M5 Salvini se ne sarebbe occupato o avrebbe sguinzzagliato i suoi fans sui social ?



Sdegno  Bipatisan   e  dure prese di posizione e solidarietà bipartisan a Giulia Sarti, deputata del Movimento 5 Stelle . 

Caso Giulia Sarti, la polizia postale: "Nessun nuovo video in rete"

Fra questa  solidarietà  pelosa  l'ipocrisia  più grande    èquella  del nostro capitano    ministro degli intgerni  . Infatti
Salvini ribadisce la massima attenzione contro questi fenomeni: "È una vicenda disgustosa e molto grave - ha detto - è nostro dovere proteggere la libertà e la privacy di Giulia Sarti e delle altre persone, spesso giovani, che subiscono o hanno subito lo stesso vergognoso trattamento .Ma quanta ipocrisia su tale caso .Ma quanta ipocrisia  su tale  caso  . Se a  subire   una cosa  del genere  fosse stato un comune cittadino niente   nessuna  attenzione  mediatica  e    magari la  legge  in questione     si sarebbe  arenata \  impelagata    nei meandri parlamentari con  il rischio di   :  non  vedere  neppure  la luce   o   di creare un pasticcio per  la  fretta  nelle'approvarla     pur  evitare    il rischio di non approvazione  o  approvazione   da  un nuovo  governo  .

 Invece  , il caso vuole  ,  che  la vittima   di  questo  turpe  reato   sia  una parlamentare  meglio  un esponente   del M5 (  ex    visto che  c'è  in corso un processo d'espulsione  )   allora si che s'interviene . lui che lascia che i suoi   fans   insultino con epiteti prnografici e sessuali i suoi  contestatori  vedi   quella  ragazza  in piazza   o    avversari  parlamentari  Boldrini e Prestigiacomo   chiedono di rimuovere  da  web  e  dai social  in  particolare     della  pagina  facebok   di  Salvini     tali commenti   lui fa orecchie da mercante anzi fa lo gnorri . 

Ora che inve  si tratta  di  un  alleato s'nterviene . Evidentemente accelerando tale legge vuole gettare fumo negli occhi ai movimenti femmist e far approvare in questo clima d distrazione la legge fontana sulla famiglia .

Paolo, il "super-papà" che fa volare Sara verso il sogno della maratona e Di cancro si può anche vivere. Oltre la malattia, c’è la vita di ogni giorno.

dopo la  storia     di Luca      ecco  altre   due storie   una nazinale  ed  una locale  di chi lotta  e  spera   contro  dettermiante  malattie 

 da  repubblica  online   la prima e  sempre  da  gallura  news  la  seconda

Paolo, il "super-papà" che fa volare Sara verso il sogno della maratona
La storia di Paolo Vargetto che da poco più di un anno ha iniziato a gareggiare insieme alla figlia che convive con l'artrite idiopatica giovanile e corre su una carrozzina. Alla Roma-Ostia ha anche migliorato il personal best. "ll merito è di tutti voi amici che ci fate compagnia e ci incitate durante le competizioni. Io cerco come ogni genitore di fare il possibile per i propri figli


                                         di ROBERTO DI SANTE

ROMA - La forza dell'amore può tutto. Sfidare il destino, accendere un sorriso e  farti migliorare di oltre venti minuti il tuo tempo sulla mezza maratona. Spingendo per gran parte del tragitto una figlia che è diventata la principessa di tutti. Paolo Vargetto ha vinto la 45esima edizione della Roma-Ostia, fermando il cronometro a 2 ore, 14 minuti e 28 secondi.  Non è stato il primo a tagliare il traguardo, ma è come se lo avesse fatto. Perché ancora una volta è stato più forte di tutto e tutti. Perché la sua impresa è stata incorniciata - dall'Eur fino al mare - da applausi, grida di saluto e "cinque" battuti. Perché ha cominciato a correre solo a gennaio del 2018 quando la sua Sara, la dolcissima bambina che convive con l'Artrite idiopatica giovanile (A.I.G.), partecipò alla sua prima corsa su una carrozzina. 
Da allora Paolo e Sara, insieme, hanno conquistato sempre più chilometri e cuori. Come due complici, come due teneri innamorati. Alzando l'asticella, alla faccia della sorte e della fatica. Dalla 10 chilometri del debutto alla Corsa di Miguel, ai 21 della Rome Half Marathon Via Pacis a settembre, quando Paolo e Sara chiusero oltre le 2 ore e 35 minuti. E lui stremato si adagiò come una mummia sul marciapiede, dietro via della Conciliazione, per riprendere fiato. Come domenica scorsa quando i primi dodici chilometri, con la salita del camping, sembravano avergli di nuovo tagliato gambe e respiro. Qualcuno, della banda che lo seguiva, gli ha dato il cambio ma quando Sara ha urlato "Papà, la discesa!", non ci ha pensato due volte. Si è attaccato alla carrozzina di Sara e insieme sono scattati come un proiettile dell'anima. La principessa ama affrontare le discese come uno sciatore pazzo, ma vuole condividere il brivido del "pericolo" con il papà. Che spasso vederli partire come se affrontassero una pista nera. E tutti a chiedersi, ma dove le ha trovate Paolo le forze?
La risposta sembrerebbe facile, ma non è scontata. Nient'affatto. Perché la vita non è un film americano e lui vive a Ciampino. Però con Sara sta diventando una stella di speranza per tanti, soprattutto per quelli che soffrono.  Quando tutti lo elogiano preferisce sempre abbassare i toni. Anche quando lo definiscono un "papà supereroe" o "il papà dell'anno".  E lui risponde così: "ll merito è di tutti voi amici che ci fate compagnia e ci incitate durante le competizioni. Io cerco come ogni genitore di fare il possibile per i propri figli". E allora corri Paolo, corri verso il mare con la principessa e i tuoi amici. La strada riprende a salire, tu chiedi di rallentare mentre il nome di tua figlia risuona sulla Colombo, come un ritornello, tra i runner e gli spettatori. "Aho, stiamo andando a 5:20 a chilometro. Rallentiamo un po'....". Sembra  l'inizio di un'altra crisi mentre il cartello del 19esimo chilometro non è più un miraggio.  Forse la fatica è più forte dell'amore perché Paolo sembra perdere il treno di braccia su cui è salita Sara. Ma quel treno è suo. Non può essere che suo.
Un chilometro sputando l'anima mentre Ostia, dalla rotonda, apre le braccia per accogliere lui e la principessa.  Così riprende a spingere e sa che dovrà fare un ultimo grande sforzo. Anzi, grandissimo. Perché Sara vuole sempre, oltre al panino con il salame a colazione, arrivare al traguardo a tutta velocità. Come un missile. E chi può essere a far partire questo missile, se non lui? Un "biscotto" da affrontare in senso contrario al traguardo, poche centinaia di metri per far scaldare i motori alla fantasia e alla voglia di vivere di una principessa di 10 anni che fa le boccacce a una dura malattia. Si svolta, l'arrivo ancora non si vede. "Davanti al Kursaal scattiamo". Ecco lo stabilimento, ecco il segnale: il razzo Sara parte spinta da Paolo che poi si mette ricorrerla con i suoi compagni di viaggio. Bisogna mettercela tutta per stare dietro alla principessa che fa volare le ruote neanche fosse Zanardi.  La folla, oltre le transenne, impazzisce di gioia. Carlo, lo speaker che viene da Napoli, si esalta anche lui nell'annunciare l'arrivo di Sara e del papà.  Dai Paolo, gli ultimi metri. La vedi Saretta che tutta contenta taglia il traguardo. Con un ultimo sprint lo fai anche tu e l'abbracci felice. Lei ti dà il bacio più bello del mondo e a te brillano gli occhi di commozione. Poi ti divori due gelati per non svenire e per cominciare a scrivere una nuova favola per lei: la maratona. Un giorno. Forse. Con la forza del tuo amore.

  da Gallura  news  del 10\3\2019MMarzo 10, 2019arzo 10, 2019
Il cancro, è sempre “il male” ma talvolta può essere l’occasione per metterci davanti a delle scelte che ci insegnano a meglio affrontare questa malattia, a prescindere da dove il male sia localizzato e dalla sua gravità.

Da due mesi conduco una trasmissione su RTG, Radio Tele Gallura, che si propone di affrontare le varie criticità del nostro territorio, non ultimi i problemi della sanità.Capita così, anche se avevo pensato di parlarne, di ricevere una telefonata che ti vuole parlare di un problema sanitario ma soprattutto di un evento sportivo a Cagliari ad esso legato. 


Laura Diana 

Lei si chiama Laura Diana, ha 43 anni, da alcuni mesi ha scoperto di avere un tumore alla mammella. Viene da Siliqua ma risiede in Gallura da 20 anni e da una decina qui a Tempio.Al telefono sprizza energia, lo avverto subito. Vorrebbe che scrivessi di Solo Woman Run, l’evento sportivo che si sta svolgendo in queste ore a Cagliari.Lo scopo è sensibilizzare sulle malattie, in particolare sul cancro alla mammella che lo scorso 2018 in Sardegna ha interessato oltre 1300 donneE’ una gara di maratona che si svolge ogni anno a Cagliari e si lega a particolari problemi di salute. Lei vi parteciperà e con lei anche un’altra donna di Tempio.
Le invito entrambe in TV a Punto & Virgola, la mia rubrica sulle criticità del territorio. E’ cosa nota, infatti, che i tumori abbiano una incidenza straordinaria in Gallura. Bisogna parlarne e portare all’attenzione anche questo grave problema sociale


Teresa Careddu  

L’altra donna è Teresa Careddu, 50 anni, titolare di una panetteria a Tempio.Laura è vitalità allo stato puro, sposata, 3 figli ancora piccoli. Mi racconta la sua esperienza e capisci subito quale forza possa derivare non solo da un carattere energico e deciso, ma anche dalla malattia in sé che  ha saputo temprarla e renderla felice di avere scopi e obiettivi precisi.Teresa, sposata,  2 figli grandi, un viso e uno sguardo dolci che una iniziale timidezza non le impediscono di mostrare.

Le loro storie sono esempi di lotta e di resistenza. Tutto senza mai venir meno al ruolo naturale di donne, madri  e spose, non per forza in questa sequenza.Amano la vita, la malattia è diventata opportunità. Per estendere la conoscenza, mettere voglia e entusiasmo quotidiano per ogni dono che la vita ci offre.A Cagliari, oggi, ci sono anche loro. Con altre migliaia di donne a lanciare un messaggio di positività e di forza.In studio, lo apprendo solo dopo a trasmissione finita, lo staff viene coinvolto dalla storia.Normale, ascoltare due donne che non smettono un solo attimo di esternare la loro gioia di esserci, nonostante il male, avvalora ancor di più quel titolo che loro stesse hanno dato alla trasmissione.

Di Cancro si può anche vivere 

La malattia che quasi diventa un dono, perché ti da l’opportunità di metterti al confronto con te stessa e gli altri, può decodificare e cambiare la stretta analogia tra malattia e paura, rendendo quest’ultima uno stato d’animo e non una costante delle tue giornate. Non solo si può – aggiungo – ma si deve vivere.Un’altra lezione, un’altra esperienza che propongo a me stesso e a voi. Per capire come dovremmo tutti comportarci senza mai rinunciare alla bellezza della vita stessa.Ogni giorno che passa è un grande dono che insegna a vivere meglio la nostra vita di relazione col prossimo.
Grazie Laura e grazie Teresa.

Sanità, errori che si pagano, valutazioni diagnostiche approssimative. Il caso di Luca, 36 anni.

DA https://www.galluranews.org



 




La storia di Luca Magellano, oggi 36 anni, inizia nel 2013. A raccontare questa vicenda sconcertante è la madre Giuseppina Mossa, 67 anni di Aggius, residente a Bonaita, una frazione circa 15 minuti di auto dal paese gallurese.
Ci siamo sentiti qualche settimana fa e si è deciso assieme di raccontare questa disavventura che a breve avrà anche dei risvolti giudiziari che non andremo a toccare. Ora come ora, è tutto ancora in evoluzione e sta agli avvocati e ai CTU sbrogliare l’intricata disavventura sanitaria.
” Il problema di mio figlio Luca – inizia il racconto la mamma – è stato curato al principio come depressione. Lui tendeva ad isolarsi quando siamo tornati in Sardegna, dopo aver vissuto per 30 anni a Gallarate dove ho lavorato come infermiera.
La scelta, non fu ottimale, sia Luca che mio marito sono del milanese e le abitudini sonio diverse. A febbraio del 2014, alla depressione si è aggiunto un grave problema agli occhi. Luca soffre di diplopia, vede doppio insomma da vicino e da lontano. Inoltre, vomito, mancanza di equilibrio, inappetenza.
La prima cosa che abbiamo fatto è portarlo al Pronto Soccorso del Paolo Dettori di Tempio. A Tempio, è il 15 febbraio del 2014 sono stati in gamba e umili, dicendoci che mancava il neurologo e ci hanno consigliato di andare a Sassari. Le visite a Tempio, effettuate al reparto di Otorino e anche la visita oculistica, hanno ribadito la necessità dello specialista
E’ necessario avere il conforto di ulteriori esami e strumentazioni che possono valutare la diplopia di Luca e capire se si tratta di un problema temporaneo, se grave o meno grave. Occorre avere certezze.
Mio marito lo porta a Sassari, due giorni dopo Tempio, il 17 febbraio. C’è bisogno di ricovero, il caso è urgente ma manca al momento li posto letto. Non essendoci il posto per il ricovero, Luca torna a casa.”
Il racconto di Giuseppina, prosegue senza pausa. Si capisce la sua voglia di non scordare alcun dettaglio, esamina per questo tutte le fotocopie della nutrita documentazione che ha con se e che mi lascerà alla fine. Il suo è uno sfogo ma è tanto arrabbiata e avvilita per quanto accaduto, ne ha ben ragione, trattandosi del figlio.
” Ho continuato a chiamare Sassari da casa per vedere se il posto letto si era liberato. Il ricovero urgente avrebbe dovuto avere priorità, ma veniamo chiamati solo dopo alcuni giorni. Tenga presente che Luca, a parte la diplopia e gli altri problemi, non ha nessun’altra patologia organica, è sostanzialmente autonomo, benché con equilibrio precario e uno stato depressivo.
Fanno una risonanza solo dopo 5 giorni dal ricovero, e diagnosticano una lesione grande come una noce nel tronco encefalico, si rende necessario l’esame del liquor cerebrale. La diagnosi parla di sospetto Medulloblastoma, un tumore cerebrale che colpisce i bambini, sino a 7 anni circa. Una diagnosi, dicono, verosimile, ma non certa.
Dopo un consulto con la neurochirurgia Luca viene trasferito dalla neurologia alla neurochirurgia del Santissima Annunziata di Sassari, il 28 febbraio. Qui, dal sospetto, si passa alla certezza della diagnosi della risonanza, già una cosa incredibile proprio perché non confortata al 100%.
Il 5 marzo sempre dello stesso anno, il 2014, Luca viene operato. Da tenere in considerazione che mio figlio è stato 5 giorni prima dell’operazione buttato su un letto senza che gli abbiano fatto nulla.
Mio figlio non aveva mai subito traumi, né incidenti, e non era urgente l’operazione. Quello che mi chiedo è perché, se la diagnosi era verosimile, non hanno fatto altri accertamenti a livello ematico, molecolare, biologico, genetico o strumentale? Una PET per esempio? Una PET avrebbe dato la diagnosi corretta di mio figlio che era ed è un linfoma. Ma vuol mettere un caso rarissimo di un giovane di 31 anni con un medulloblastoma? Decisamente “appetibile” per un neurochirurgo (dice questo con sarcasmo e rabbia)”.
La rabbia e il dolore
Mentre il racconto entra nel vivo, Giuseppina si lascia andare a considerazioni sul fatto che troppi pensano che noi sardi siamo ignoranti e che qualsiasi cosa ce la beviamo, anche se non si tratta di vino buono ma di veleno.
” Dopo l’intervento Luca è stato in rianimazione per 12 ore e poi portato in reparto. Muove le mani bene, ha reazioni normalissime, resta la diplopia che ci avevano detto, col tempo, potrebbe andar via.
La via crucis di Luca inizia nel post operatorio, tolgono sondino naso gastrico e catetere subito, senza sapere se mio figlio può mangiare e urinare spontaneamente senza il catetere.
Il 7 marzo gli do io da mangiare cibi semi solidi. Il dottore si arrabbia di brutto e lo mette a digiuno, con mio figlio affamato e nutrito, da quel momento in poi, per via parenterale (flebo).
Addirittura vogliono rimettere il sondino naso gastrico che mio figlio rifiuta ed anche il catetere, anche questo rifiutato. Viene chiamato l’urologo che consiglia ginnastica vescicale e nuovamente il catetere. Quel che mi domando perché allora gli fu stato tolto?
Luca ha la sua prima consulenza oncologica il 23 di marzo. Nel frattempo, io recupero l’istologico dalla Oncologia di Sassari.
La diagnosi è Linfoma, nessun medulloblastoma. Decido e affronto il neurochirurgo. Mi lamento della disorganizzazione del reparto, della diagnosi errata e dell’intervento che non era necessario. Apriti cielo!
Il medico sbraita e urla confermando, anche dinanzi al mio referto di linfoma che Luca aveva un medulloblastoma.
Cerca di mandarmi via a me e a Luca dal reparto. Aggiunge frasi sui sardi e sulla nostra presunta ignoranza.
Mio figlio resta nel reparto per due mesi, con sofferenze indicibili. senza lo psicologo, nel suo caso indispensabile. Imbottito di psicofarmaci.
Era sempre intontito, uno zombie. I suoi angeli custodi sono stati gli altri pazienti della stanza., da cui sapevo tutto quando non ero presente con lui. Ho lottato per avere lo psicologo, ho preteso la fisioterapia per Luca che era immobile sul letto.
Per venire da Bonaita prendevo ogni giorno il bus alle 5.00 del mattino per venire a Tempio e da Tempio il bus per Sassari delle 7.00 e restavo tutto il giorno fuori dal reparto. Dentro non ero ben vista e non mi volevano. Ero la madre che si lamentava. Si rende conto? Con mio figlio che aveva ed ha bisogno di me?
Secondo consulto oncologico ad aprile. Tenga presente che lo SDO, Scheda Dimissione Ospedaliera, non contiene la diagnosi di linfoma ma quella di medulloblastoma dovuto a traumatismo.
Ha capito? Non era linfoma ma quello che loro volevano che fosse e che apparisse nel foglio. Le ho già detto che Luca non ha mai subito alcun trauma.
Non hanno voluto dichiarare che era una neoplasia”.
Il racconto di Giuseppina ora diventa vera rabbia, una diagnosi errata, riportata tale e con anche un origine traumatica inesistente.
“Mi avessero detto…Non abbiamo la PET, lo avrei portato a Milano. Restando in Sardegna, c’è a Nuoro e a Cagliari.
Con quell’esame avremmo avuto la corretta diagnosi di neoplasia e tutta una terapia diversa. Non un intervento sul cranio. Il radiologo non poteva avere certezza della diagnosi esatta.
Un neuro-radiologo si. Avrebbe evidenziato il tumore e non la diagnosi di medulloblastoma che il radiologo diede come sospetta, non come certa.
Tra le altre cose, le lesioni erano due e a Luca ne è stata asportata solo una.
Luca non era in pericolo di vita insomma, l’intervento non era necessario e la diagnosi era sbagliata. Altra cosa, mentre era in sala, addormentato, sotto i ferri, perché non eseguire una biopsia intro operatoria? bastano pochi minuti.
Lo so – continua Giuseppina – perché ho lavorato in Anatomia Patologica e con quell’esame, avrebbero avuto la certezza, non assoluta ma quasi, che era un linfoma e non un medulloblastoma.
A quel punto, si chiudeva l’intervento e Luca sarebbe andato in radioterapia per il tumore.
Il chirurgo però, nonostante aveva a disposizione ogni strumento per l’esatta diagnosi, è partito con la sola medulloblastoma e da lì non è uscito”.
Dopo il periodo post operatorio a Sassari, Luca viene portato a Macomer per la riabilitazione. Qui viene rimesso in piedi e Luca va al San Raffaele di Milano per avere conforto del Linfoma che viene puntualmente diagnosticato.. Non le dico che cosa ho dovuto fare con Luca, dopo il dramma di assari che Luca solo al pensiero di quel periodo, tremava.
A Milano, nel centro anti tumori del San Raffaele, si conferma il linfoma.
Come tale viene trattato e curato. E oggi siamo qui a raccontarle questa assurda storia.
Concludo solo ribadendo che essere dei luminari nel mondo medico, indica che prima bisogna essere umili e consapevoli. Ammettere che non si hanno tutti gli strumenti idonei per avvalorare una diagnosi presunta, vuol dire essere dei grandi uomini non dei cattivi medici. Nella nostra strada, Luca ha incontrato un luminare che non era umile e con il suo intervento, ha compromesso la vita e il futuro di mio figlio, ora invalido al 100%, con la diplopia e con sintomatologia che prima non c’era”.
Considerazioni finali
Durante il racconto, Luca rimane in silenzio ascoltando la madre. Ogni tanto accenna a confortare quanto dice la madre con cenni di assenso e con alcune frasi sui giorni vissuti nel reparto di Sassari. Tra dolori, lacrime e totale impotenza.
Cosa c’è di meglio che un paziente trattato in sicurezza, senza sofferenze, senza inutili interventi delicati al cervello?
Cosa importa ora sapere che nel 2010 fu fatta anche una interrogazione dai consiglieri del territorio di allora, Biancareddu e Planetta, per dotare Sassari della PET che sarebbe servita per Luca ma che il destino ha fatto arrivare alcuni mesi dopo (settembre 2014) che lui aveva già vissuto la sua odissea sanitaria.
La signora allora non denunciò l’accaduto, ha fatto passare 3 anni per star dietro al figlio che necessita di attenzioni sempre. Ogni sei mesi al San Raffaele di Milano, radioterapia. Luca vive a Bonaita, attende qualche progetto per essere incluso in percorsi di recupero e di stimolo fisico e psicologico. Il territorio non risponde al riguardo. Ha giusto qualche uscita con una donna che lo segue quando la madre non può farlo.
Non può lavorare, non ha stimoli ed è continuamente arrabbiato col mondo per quanto ha passato. Col destino vive un dissidio perenne, non ha mai subito traumi per cui ha subito quella diagnosi e quell’intervento inopportuni che hanno compromesso equilibrio fisico e psichico. Le lesioni erano comunque due e una gli è rimasta, inoltre ha sempre diplopia.
Ora la vicenda è diventata causa ed è in mano agli avvocati, tra cui un medico legale di parte che ha dato ragione a Luca.
La storia, per quanto riguarda galluranews, finisce qui. La causa è in corso, i nomi vengono omessi dei protagonisti, eccezion fatta per Luca Magellano e la madre Giuseppina Mossa.
Se esiste giustizia da qualche parte, presto verrà alla luce l’intera vicenda. Speriamo solo che Luca possa riprendere in mano la sua vita, è giovane e merita di viverla al meglio. Al suo fianco la madre non molla di un passo.
E’ forte, per quanto provata, e vuole che in Sardegna si abbia la stessa qualità di assistenza sanitaria che esiste altrove. Lei conosce la sanità, ci lavorava.
La cosa che più sente offensiva, oltre naturalmente quanto successo a suo figlio, è che i sardi sono visti come asini da macello.
Questo no, non lo accetta, né lei né nessuno che ha a cuore la nostra meravigliosa terra.

13.3.19

Roma, scritta storica scambiata per un atto vandalico: il Comune cancella reperto del 1948

Davanti a  un simile pressapochismo    ed    sciatteria avvenuto  a   Roma     dove   un murales    storico   risalente  al 1948   

Vota Garibaldi, lista numero 1”: la scritta a via Basilio Brollo a Garbatella, quartiere sud di Roma, è stata cancellata dal decoro urbano del Comune di Roma perché scambiata per un graffito vandalico.
Si trattava quasi di un monumento per il quartiere, la scritta faceva infatti riferimento alle elezioni politiche italiane del 1948, quando Partito Comunista Italiano e Partito Socialista Italiano si presentarono in una lista unica, denominata Fronte Democratico Popolare, avente come simbolo il volto di Garibaldi.
Non  riesco  a  dire   niente   . Infatti    è  un  blocco  psicologico  che mi   viene  spesso (   non sarà   la  mia   vecchia  incipiente     😢🤔🤷‍♀️😉     ) 
Infatti    .....   quando devo  dire  qualcosa  non  ci riesco  quando non la devo dire  ci riesco  managgia  a me  .  E questo è  una  di quelle  volte   che dovrei dire qualcosa  .  Meno male  che c'è gente   che  riesce  a dirlo  per  me  e  forse  anche  meglio di me 

  tali  fonti   sono  




Roma, scritta storica scambiata per un atto vandalico: il Comune cancella reperto del 1948
Di Veronica Di Benedetto Montaccini 13 Mar. 2019

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Il presidente del VIII Municipio, Amedeo Ciaccheri, ha detto a TPI che “si tratta di un’azione di una superficialità incredibile. Come hanno fatto a sbagliarsi? C’era anche una targa commemorativa per segnalarne l’importanza”.
Secondo il mini sindaco di Municipio “è in corso un’anestetizzazione della memoria storica. Quella scritta è stata fatta 71 anni fa e non era mai stata toccata da nessuno. Adesso chiederemo il restauro immediato dell’opera, ma non sappiamo se potrà essere recuperata”.
A destra della scritta che è stata coperta c’è in bella vista una targa commemorativa
                     Un’auto del Comune di Roma
La scritta del secondo dopoguerra era tra le testimonianze murarie più vecchie della città, quasi un “reperto archeologico”. L’Italia in quel periodo si preparava alle elezioni del primo parlamento della neo Repubblica. L’opera, probabilmente fatta da un militante della coalizione, ha resistito a pioggia, neve e grandine. Non è stata mai cancellata, anzi, qualche anno fa, nel 2014, è stata addirittura restaurata.
“Qua si gioca la credibilità della sindaca Raggi: come si rapporta alla storia dei suoi territori? Qui nel Municipio abbiamo emergenze molto più gravi da risolvere, come due strade chiuse da mesi o i rifiuti. Perché non viene a farsi un giretto invece di cancellare un importante pezzo di storia?”, ha continuato Amedeo Ciaccheri.
I cittadini del territorio, ai microfoni di TPI, si dicono “indignati” perché “le nuove generazioni di Garbatella non potranno conoscere la storia delle prime elezioni dopo la Seconda Guerra Mondiale per colpa del Comune di Roma”.
Era uno dei pochi esemplari rimasto nella Capitale. Adesso è stato ricoperto brutalmente da una vernice giallina.

 Troppo  buoni  quelli  di Tpi  e  troppo ligi a  'sto  ...  di legge  sulla privacy   ed  non solo   che  vietano    di mettere     elementi  riconoscibili     anche  se   il fattaccio  è  avvenuto  pubblicamente 

La  seconda     da   , si proprio lui   il  curatore  dopo  Tiziano   Scalvi del fumetto Dylan Dog 



storica del 1948, con un significato importante e simbolo di appartenenza di un quartiere, intenzionalmente, io potrei dire: "Siete miei nemici e non mi stupisco che agiate come tali, per questo vi combatto e combatterò".Invece, questi cialtroni, lo hanno fatto per trascuratezza e mancanza di cultura. Perché non sapevano e hanno scambiato una testimonianza della città per un graffito.Non siete miei nemici. Perché non ne siete all'altezza. Siete solo dei poveri idioti e incompetenti.


12.3.19

Sono vicino a Claudia Aru (nota cantante sarda ) che è stata presa di mira dai salvinisti per aver pubblicato una bellissima foto: due bimbi, una nera e uno bianco in costume sardo.

Sono vicino  come  credo  molti  di   voi e  noi    a Claudia Aru (nota cantante  sarda  ) che è stata presa di mira per aver pubblicato questa bellissima foto: due bimbi, una nera e uno bianco in costume sardo. 
L'immagine può contenere: 2 persone, persone in piedi


Una foto Meravigliosa passato e futuro presi per mano, uniti dalla tradizione di una terra che appartiene solo a chi è in grado di amare e riconoscere, se proprio si vuole usare questo termine, che la diversità è solo sinonimo di ricchezza... solo chi accoglie è in grado di crescere. Infatti è questo uno dei motivi che mi ha spinto a condividere questa foto, semplicemente perché ai miei occhi è veramente bella e significativa, questa è la Sardegna che ci piace, e molte persone ignoranti dovrebbero prendere esempio e farsi un esamino di coscienza. Tutti gli esseri umani sono uguali, ma purtroppo molte persone non l'hanno ancora capito in quanto votano salvini e e sostengono la purezza della razza Sarda, dimenticando che il nostro progenitore mitologico pare sia stato Sardus Pater Babai, venuto dall'Africa, ... inoltre per coloro che seguono pedissequamente i dettami di Santa Romana Chiesa, ricordo che il Patrono massimo della Sardegna sarebbe Sant'Antioco, anch'egli di pelle scura.
Ecco che  #iostoconClaudiaAru . 
Ma  soprattutto    mi sono  piaciute  le  sue argute     risposte    la  prima   quella  di  ringraziamento   a  chi  ( men male   che  c'è gente  che  ha  ancora  non ha mandato il cervello all'ammasso     e  reagisce   ed  resiste    alla  .....  salvinista   dando  un messaggio di umanità e civiltà !!!!!  ) 

Voglio ringraziare tutti voi che mi state scrivendo in pubblico e privatamente per darmi affetto e sostegno, siete meravigliosi!
Voglio, però, tranquillizzarvi sul fatto che non mi senta toccata minimamente dagli insulti. Dare della puttana a una donna è facile, scontato e banale, non mi ha fatto nessun effetto.
Sapete cosa mi ha fatto male?
Leggere frasi come: " bambini abbrustoliti" o " incroci con esseri inferiori " , gente che parla di " sardi puri".
Tutto questo perché ho pubblicato una foto (che trovo meravigliosa) che raffigura 2 BAMBINI, una nera e uno bianco, che si tengono la mano e indossano l' abito tradizionale, cioè, questa gente ha la bava alla bocca anche davanti ai bambini.
Ai bambini.
Ecco, mi ha fatto male questo.
Per me, poco male, ho spalle larghe e animo temprato, non mi hanno neanche scalfita né dissuaso a continuare la mia lotta per portare più umanità, diritti, uguaglianza e rispetto.
Io la faccia ce la metto ancora, non mi fanno nessuna paura.
Non saranno 4 trogloditi di caccapound a fermarmi. Ma figurati... mischini.
Grazie a tutti 









La seconda la pubblicazione , io avrei lasciato in chiaro i visi ed i nomi di quei putribondi figuri , anche  se  pur    oscurata     ma  con  una  spiegazione sarcastica  : <<  Devo togliere i nomi dalle foto, altrimenti "ledo" i diritti di chi insulta e diffonde odio razziale  >> del perchè oscurati


Claudia Aru
Ieri alle 13:45


Amici, leggete bene.Sono amica dei neri!
Quando ho visto la foto di Cheryl Porter sono morta dal ridere... ci rendiamo conto del livello di questa feccia? Che gente inutile.E ovviamente, mi piace la minchia o la pertica di cammello.Buon 8 marzo! Fate pena.
Devo togliere i nomi dalle foto, altrimenti "ledo" i diritti di chi insulta e diffonde odio razziale




Continua  cosi   Claudia  con  l'infinita pazienza   ha  dimostrato  e   che  un pochino la invidio per questa dote, non potrei mai eguagliarla in questi termini. . Infatti cara    ti  stimo  per il coraggio  e la  forza  che  hai  (  io  non  so    come   fai  ad  avere   un   ottimo stomaco )  nel leggere   la merda   che  ti   è arrivata   e  continuerà   ad  arrivarti  . Strano che  il capitan Salvini   non   ti  abbia messo alla  gogna  

stroncature precoci dei cattolici integralisti alla fiction il nome della rosa

Ieri ho visto la 3 e 4 puntata della fiction il nome della rosa continuo a confermare la sua buona fattura ed tenere in sospeso il giudizio fino alla fine della fiction . Per il momento mi sta piacendo non è niente male . Una fiction che  Sta colpendo nel segno visti gli attacchi dei cattolici fondamentalisti /integralisti o clerico fascisti come si chiamavano una volta come dimostra questa stroncatura aprioristica    da  me  riportata    su Fb  
Si vede che la fiction ha colpito e sta colpendo duro se certi integralisti cattolici come il sito (  qui  l'articolo ) sotto citato la ..... Stroncano senza aspettarne la fine . Un motivo in più per vederla fino alla fine

ILSUSSIDIARIO.NET
Andranno in onda questa sera la terza e la quarta puntata de “Il nome della Rosa”, la fiction Rai ispirata a Eco. Alcune riserve


E' vero che  che  è  grazie alla  chiesa  ed  ale sue istituzioni  che ressero la  barca dello sfacelo   dopo il crollo dell'impero  romano   d'occidente   in particolare   e  che   dall'alto medioevo cioè  XI  secolo le   cose    cambiarono  il potere  allora  assoluto della chiesa     fu messo in discussione ma  non bastò , perchè  continuo il su strapotere  (  salvo poche  voci isolate  )    e   divenne    anche  gruppo di pressione  verso  le  altre istituzioni non religiose . .Eco    da  dov'è  si starà facendo delle grosse risate   nel vedere  come   i  cattolici   fondamentalisti  da    gruppo di pressione ( la  cosidetta maggioranza  silenziosa  )  sia   diventato   s

Da Casnigo all’Università di Pavia, oggi ha 81 anni. Una vita racchiusa in un dipinto ex voto nella sacrestia del santuario della Madonna d’Erbia, a Casnigo:

Mi che riporto oggi mi ha commosso fino alle lacrime. Un chirurgo non può salvare tutti, ma ci deve provare. E questo primario l'ha fatt...