A oriente, una stella
Mi piacerebbe che a parlare compiutamente della donna (anzi, delle donne) fossero anche uomini. Non che ciò non avvenga in assoluto: anzi, quando ad aver diritto di parola erano soltanto i maschi, miriadi di libri sono stati scritti, soprattutto per dimostrare, prima filosoficamente, poi teologicamente, poi… scientificamente, che la subordinazione femminile era giusta, se non necessaria. Come reazione, nel recentissimo passato le femministe hanno rivendicato l’esclusivo diritto di dissertare su di sé. Ora che anche tale periodo sembrerebbe superato (e lo è di fatto) avviene l’inquietante, anacronistico e intollerabile fenomeno per cui il razzismo, la globalizzazione del pianeta ecc. vengono avvertiti come problemi di tutta l’umanità, mentre la “donna” rappresenta ancora una sorta di enclave protetta (?). C’è la “pagina della donna”, che l’uomo ovviamente non legge – anni fa un periodico femminile lanciò addirittura il quotidiano per la donna, lasciando capire, anche dall’eloquentis