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La fine d'un mondo

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Era proprio Finisterre . Un suono, prima d’un luogo. La brughiera di Liguria, là dove si congiungeva, tra rigagnoli cinerei e mari in tempesta, con la parte alta della Toscana, luogo misterioso e battuto dai venti, selvaggio, impenetrabile. Luogo di frontiera, dalla lingua sconosciuta. Lo splendore delle Cinqueterre. Ma anche, per me che l’attraversavo di rado, una terra incognita , in cui la ruvidezza spartana dei liguri si confondeva con la grazia scapigliata degl’ignoti, leggeri toscani del Nord. Zona di passaggio, d’immigrazione. La mia bisnonna vi era salita dalla Lunigiana, anche questo un nome rarefatto, quasi spettrale. Dietro code di bauli, schiene, carri. E s’era poi insediata nel rigoglioso Ponente, concluso un matrimonio borghese, vissuta - poco tempo - felice. Luogo di pietra e di storia. Da pochi giorni cancellato, travolto, assorbito da una colata di fanghiglia e liquame. Una storia sgretolata, assieme con le code di bauli, i frantoi, la grazia mediterranea

Pellegrini per passione

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da  http://www.sardegna24.net/  del 24\10 2011   Una francese sta concludendo in queste ore il cammino di Santu Jacu, a piedi da Sant’Antioco, nel Sulcis, a Orosei. Ha percorso trenta chilometri al giorno in media, un sacco in spalla, due   bastoni. Viaggia di giorno, la notte dorme, dove capita, anche all’aperto. Tiene un diario. Giovedì era nelle campagne di Pattada, è sorpresa dagli spari dei cacciatori, incredula sugli uccelli («sono colombe?» si interroga nel blog) ai quali sparano. Ieri era a Ittireddu, prenderà la strada per Lula, finirà a Orosei. Campionessa di marcia, vincitrice nel 1993 della Parigi-Colmar (Strasburgo, 334 chilometri in 42 ore e 59 minuti), Isabelle Duchene ha dato ascolto a un amico italiano e si è avventurata in Sardegna Le chemin de Santu Jacu, estensione, imitazione, di quello franco-iberico, sembra un’invenzione, anche se pellegrini europei e forse nordafricani hanno attraversato la Sardegna nel Medioevo per raggiungere la tomba (ipotetic

quando la satira non è satira ma ci cinismo nonenciclopedia su Marco Simoncelli

stavolta non difendo il  sito in questione come  ho  fatto contro  vasco rossi , quella  era   , seppur  vicino  alla diffamazione    satNonciclopedia,il siira  .Questa   che  il  sitosatirico,sta facendo satira sulla morte di Marco Simoncelli in modo molto orrendo  e  cinico  ..E' una vergogna!La satira nasce dal teatro..e come tale è un'arte ma nelle loro notizie pubblicate,sin da ieri,di artistico non c'è nulla..c'è solo tanta disumanità.Neanche la morte riesce a dare sensibilità e rispetto ad un ragazzo di 24 anni che ha perso la vita per lo sport e la passione che ha sempre avuto.Si Vergognassero!

L'abdicazione

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"L'uomo si vide perduto: il terror della morte l'invase e, con un senso per avventura più forte, il terrore di diventar preda de' monatti... E cercando la maniera d'evitare quest'orribile sorte, sentiva i suoi pensieri confondersi e oscurarsi, sentiva avvicinarsi il momento che non avrebbe più testa, se non quanto bastasse per darsi alla disperazione" (A. Manzoni, I Promessi Sposi , cap. XXXIII). Il terrore della morte è naturale e, per questo, momentaneo. Nemmeno il più profondo. La morte vera viene da dentro, direbbe ancora Manzoni; è il senso del giudizio individuale; è, in fondo, la solitudine tremenda . Gheddafi, un tiranno sanguinario, che non aveva avuto pietà dei suoi nemici, ora, in mezzo alla folla dei suoi carnefici, i monatti che di lì a poco l'uccideranno, è dunque tornato a essere un uomo, un uomo-preda, dall'occhio incredulo e annebbiato, incapace di comprendere il mistero della sofferenza. Ma riottoso ad essa. Tra quelle mani

Er Pelliccia e Beatrice, dall'estintore alle lacrime TORIE A CONFRONTO DALLA PIAZZA DEL 15 OTTOBRE

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Lui si chiama Fabrizio ed è il black bloc «di buona famiglia» ritratto in piazza mentre lancia un estintore, un 24enne che va all'università privata e gioca partite a tennis arrestato oggi con l'accusa di resistenza pluriaggravata. Lei si chiama Beatrice, 17 anni, era in piazza per una gioiosa indignazione e la sua delusione si è tradotta in lacrime che hanno fatto il giro del web.  Er Pelliccia, profilo del black bloc «perbene» di  Mario Zimbalo | tutti gli articoli dell'autore Una famiglia perbene e benestante, conosciuti nel paese del viterbese, Bassano Romano, dove risiedono. E proprio a Bassano Romano stamani è stato fermato dalla Digos Fabrizio Filippi, 24 anni, il ragazzo che in una foto scattata agli scontri di sabato a Roma tira un estintore, definito da parte dei media coma il simbolo dello «sfascismo» di Roma. È stato identificato e fermato in poche ore dagli agenti della Digos della Questura di Roma, guidati dal dr. Lamberto Giannini, anc

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

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dalla  nuova sardegna  del 17\10\2011 di Paolo Matteo   Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. Così l’altra sera ha preferito farsi arrestare dando vita a una sorta di sceneggiata: ha rubato un furgone nel cuore della città di Eleonora, poi ha raggiunto la questura e si è autodenunciato. In verità ci aveva provato anche poco prima, confessando un furto (900 euro) messo a segno nel Lazio. Ma non è stato creduto. Così ha optato per il furgone. Il motivo del suo singolare gesto? Eccolo: finire in carcere, piuttosto che varcare da solo i cancelli del palazzo di giustizia di Cagliari. Dove dovrà presentarsi la mattina di mercoledì 22 in veste di testimone in un processo già fissato. Processo al quale voleva andare solo se scortato dalla polizia penitenziaria. Con buona ragione, tenuto conto che il protagonista di questo episodio un po’ kafkiano è Carlo Dessì, 54 anni, cagliaritano doc, malavitoso di lungo corso e forse uno dei pentiti della prima

S'ode a destra Il lavoro ieri e oggi di Bruno Ugolini La precaria che gridava “Sono come voi!”

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L’immagine che più mi ha colpito, nel diluvio di fotografie e video sui fatti di Roma,  non è quella dell’assalto al blindato o quella delle vetrine fracassate, o quella dei dimostranti pacifici che insultavano (“fascisti!”) i ragazzotti in nero.  No, io sono rimasto preso dalla sequenza, trasmessa sulla “Sette” sabato sera e che aveva come protagonista una ragazza. Questa piangeva affannata, correndo attraverso i cortei sbriciolati, gridando “Ma io sono come voi!”.  Aveva trovato la sua macchina bruciata e per lei era un danno insopportabile.  Ecco quella ragazza, forse una precaria, indignata come tanti in quel sabato che doveva essere di lotta e non di carneficina, era una testimonianza vivente.  Lei era il “nemico” colpito dalla furia repellente dei Black Block. Lei, come quei tanti giovani corsi a un appuntamento che consideravano decisivo. Lei come quel ragazzo con tre dita bruciate, come quei  cittadini che dovranno pagare le spese comunali per i danni provocati alla città

REGGIO CAL. EMERGENZA Panleucopenia (gastroenterite) ALLA CAT HOUSE di DANIELA GIRONDA! VI PREGO AIUTIAMOLAAAAAAAA

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riguarda una ragazza giovanissima, che vive a Reggio Calabria (in mezzo alla 'ndrangheta) e che ha scelto di aiutare questi poveri animali. La seguo da mesi e le ho parlato anche al telefono tempo fa. Da sola ha fondato la sua associazione e con le sue sole forze ha affittato una casetta da adibire a Cat House: la prima esperienza del genere a Reggio Calabria. Poi l'incuria della gente e il passaparola hanno fatto sì che nel corso della primavera/estate la popolazione di mici neonati salisse vertiginosamente alla quota di 50 - 60 unità, che con gli adulti ha raggiunto i più di 100 gatti. Puoi immaginare che insieme alla popolazione sono cresciuti i costi per l'alimentazione, poi le sterilizzazioni e i vaccini. Purtroppo la gastroenterite dei gatti colpisce prevalentemente i piccolissimi ed in 3/4 giorni sono morti oltre 30 piccini. L'associazione ha una sua pagina qui su FB  ( http://www.facebook.com/notes/le-gatte-si-sono-arrabbiate/reggio-cal-emergenza-panleucopeni