questa storia che riporto oggi conferma quanto detto nel post precedente rispetto a prosecco che ormai ha , o quasi saturato il mercato vinicolo in veneto e rischia di fare una cosa simile in friuli , vedere le puntate di report in merito .
Fontanelle: «Prosecco troppo sfruttato» e il giovane enologo emigra in Abruzzo
Fontanelle. Nicola Dan lascia l’azienda di famiglia a Lutrano e va a lavorare sui vini abruzzesi «Marca al top nella valorizzazione del prodotto ma esagerando si rischia il crollo»
FONTANELLE. L’enologo trevigiano in fuga dal Prosecco: «Vino perfetto, ma occhio allo sfruttamento commerciale eccessivo. La bolla rischia di scoppiare».Un periodo di sei mesi in Abruzzo per imparare a gestire una cantina. Nicola Dan, 21enne di Lutrano, ha fatto il percorso inverso rispetto a quello che la diversissima tradizione enologica di Veneto e Abruzzo consiglierebbe di intraprendere. La passione per il vino, in Nicola, era un affare di famiglia: i Dan gestiscono una cantina a Lutrano in cui il 21enne ha iniziato a dare una mano fin da giovanissimo, dando il suo aiuto dalla potatura alla vendemmia.
In tempi di saldi, nella calza della Befana è meglio mettere qualcosa di funzionale a chi lo riceve piuttosto che frivolo. Fermo restando che qualche "dolcetto" non guasta mai, come vuole la tradizione.
Quasi 28 milioni di italiani faranno acquisti per l'Epifania, con un budget medio di 68 euro a persona, il 15% in più rispetto al 2017 e il valore più alto degli ultimi tre anni, con una spesa complessiva di oltre 1,8 miliardi di euro.
E' quanto emerge dall'indagine sui consumi e le abitudini degli italiani per le feste 2017-2018 condotta da Confesercenti con Swg, su un panel di 3 mila consumatori. Una calza più pesante, con meno giocattoli e più regali utili, complici anche i saldi concomitanti, spiega l'associazione. La festa si preannuncia positiva anche per il turismo: per il periodo dell'Epifania saranno in viaggio quasi 2,4 milioni di italiani, circa 500 mila rispetto allo scorso anno, con una spesa media di 665 euro a persona.
Saranno soprattutto dolci e doni utili le spese più gettonate. Se gli italiani che regaleranno la tradizionale calza piena di dolci sono il 64%, si registra un aumento di chi farà doni utili, che passa dal 17% dello scorso anno al 21% del 2018. Diminuiscono, invece, i parenti disposti a comprare giocattoli, passando dal 19% dell'Epifania 2017 al 15%. A livello nazionale sarà il 59% degli italiani a celebrare l'Epifania con un regalo ai più piccoli, percentuale che a Bari sale al 72%, la più alta d'Italia, seguita da Napoli (70%) e Roma (67%). Se Firenze si mantiene sulla media nazionale (58%), a Genova la befana arriverà solo per il 49% dei bambini, e a Milano solo per il 44%. In molte parti d'Italia iniziano a guadagnare popolarità anche i servizi di befana a domicilio, che permettono di far vivere ai bambini la magia di una visita della befana in carne e ossa nella notte tra il 5 e il 6 dell'anno.
Cosa regalerà in occasione della Befana (risponde chi farà un regalo)?
2016
2017
la calza con i dolci
64
64
giocattoli
19
15
Regali utili
17
21
(valori %) dati riportati a 100 senza le non risposte
Ora come spesso accade con temi ancora caldi sul secolo scorso ( fascismo , resistenza , foibe , shoah , ecc ) ha creato un sacco di polemiche eccole qua
Giuseppe Scano § Immacolata Serra perchè a te piace la retorica e l'ipocrisia o la memortia a senso unico come nel casdo dele foibe e l'uso strumentale , senza per questo assolvere la dittatura di tito che le pratico ? oche si parli e senza per questo assolvere la dittatura di tito che le pratico ? oche si parli e si condanni ( più che giusto ) i crimini comunisti ma si assolvono o sminuiscono quelli italiani che sono poi all'ìorigine della vile reazione di Tito . . a me no . a ter piace che si riocordi solo lì'olocausto del popolo ebreo quando nei lager morirono anche rom , omosessuali , handicappati e malati di mente , politici ? e si tenta salvo eccezioni di nascondere o sminuire la politica razziale del fascimo e poi della repubblica sociale ? a Me no forse è vero sarò stato volgare ma tale cose mi fanno incavolare . perchè o si ricorda a 360 o non si ricorda Mi piace · Rispondi · 25 min Paola Scano Giusè, un commento a mio avviso indecente! Non mi rispondere per carità! Mi piace · Rispondi · 21 min Giuseppe Scano Paola Scano . leggi la risposta che ho dato ad immacolata e poi ne riparliamo Mi piace · Rispondi · 20 min Giuseppe Scano e poi non Paola Scano e Immacolata Serra io non ho detto che non voglio ricordare e celebrare . ma è il modo ufficiale con cui tali eventi complessi come le vicende del confne orientale ( foibe ed esodo ) vengono celebrati
Pier Paolo Cabras dal punto di vista ufficiale si Mi piace · Rispondi · 12 min Pier Paolo Cabras Concordo con te, sono delle giornate rompi, perché servono a dividere gli animi e non a riappacificarli... Purtroppo... Poi le giornate imposte, con tutti i link di destra e sinistra non mi vanno.... Io le giornate le celebro quando voglio io.... Ho celebrato quelle della memoria andando ad Auschwitz, a matausen a dacau... E quella della memoria presso le foibe... Per me i morti sono tutti uguali... Ugualmente Caduti innocenti di totalitarismi senza senso... Onore a tutti ed è vero che ogni ortolano vanta le proprie cipolle
· Rispondi · 5 min Giuseppe Scano Pier Paolo Cabras una volta tanto concordiamo
Non è stato probabilmente l'argomento dell'anno 2017, ma certamente è stato tra i principali argomenti del 2017, la disfatta, la sventura dell'Italia e la sua non ammissione ai Mondiali 2018.
Il 2018 sarà l'anno del centenario della fine della prima guerra mondiale e della fantomatica vittoria italiana, Paese che ha aggredito l'ex alleato austriaco cagionando così oltre 600 mila morti ed oltre un milione di feriti, sarà l'anno del centenario della Triestina Calcio o di 110 candeline dell'Inter, sarà l'anno in cui nell'Italia mai unita si porteranno a galla sentimenti sicuramente nazionalistici, che mai bene hanno fatto alla causa della sana e pacifica convivenza.
E si ha la netta sensazione che il Mondiale per qualcuno alla Rai altro non sia stato che questo, espressione di un calcio non nazionale ma nazionalistico e se l'Italia non vi partecipa, pur avendo giocato mica 50 partite nei Mondiali ma qualche partita, il resto, a quanto pare, non merita considerazione.
Un resto che vedrà nazionali come la Croazia, la Spagna, l'Argentina, il Brasile, la Germania, l'Inghilterra, il Belgio ecc, dare forse lezioni di calcio a tutto il mondo, lezioni di calcio che il servizio pubblico può risparmiarsi e dove ora vengono fuori delle lamentazioni che ti lasciano perplesso.
Oltre alla questione meramente nazionalistica vi è quella del business, un mondiale senza Italia, in Italia lo guardano in pochi. Potrebbe essere la verità, quella che non piace, quella che non vuoi sentirti dire, ma sta di fatto che i Mondiali in Italia verranno trasmessi ed andranno sulla Tv privata ma anche pubblica, perchè dobbiamo smetterla con questa storia che la Tv privata è altra roba rispetto a quella "pubblica". Salvo alcuni programmi "politici" il resto è praticamente oramai identico al pubblico.
Da tempo il servizio pubblico rincorre la Tv privata, a partire dai programmi, dalla pubblicità e da tanto altro. Il canone Rai dovrebbe essere cancellato, non avrebbe più ragione di esistere. E la qualità del programmi sportivi in Mediaset non sono inferiori a quelli della Rai dove spesso ti tocca ascoltare dei commentatori alle partite che veramente ti verrebbe la voglia di chiudere l'audio o cambiare canale.
Dunque, nessun elogio infinito in casa Rai e lo sciopero arriva tardi. Non interessa a nessuno. Dovevano pensarci prima. Ci sarà il derby senza commentatori? Meglio così, si sentiranno gli effetti stadio ancor di più.
Il problema è che è l'intero servizio pubblico che va riformato. O diventa totalmente pubblico oppure lo si privatizza, stare con due piedi in una scarpa ha avuto come logica conseguenza quella di vedere i Mondiali di calcio su Mediaset e non alla Rai.
Da qualche anno il pensiero populista \ nazionalista iniziato ( parafrasi di una famosa canzone degli anni 90 post prima repubblica ) in : << [...] silenzio ai bordi della Milano da bere \ tra i padri di famiglia coi loro bot e le loro mercedes \timorati di Dio e delle tasse, elettori di Craxi e dei suoi \spaventati di perdere tutto se qualcuno li avesse sorpresi \ è continuato a Pontida in un grido di rabbia e paura \di geometri con lo spadone, di dentisti con l'armatura \decisi a difendere il Patrol e la villetta sulla tangenziale \[.... ] e la loro evasione fiscale [... ] >> con la Lega e che adesso ha preso anche gli altri partiti e non è più un fenmomeno isolato sentire dire o trovare scrittoin atti ufficiali o semi ufficiali befana per tutti i bambini italiani . Il becero episodio recente è capito a Trieste qui sotto la cronaca
Un sindaco che toglie dal municipio lo striscione per Regeni, un assessore che regala giocattoli ma solo ai figli degli italiani, un consigliere che dice che il femminicidio è un'invenzione...Qualche problema a Trieste, con la giunta di centrodestra, ce l'hanno eccome. L'ultima idiozia è stata centrata dall'assessore comunale al Commercio e agli eventi correlati di Trieste, Lorenzo Giorgi, che su Fb ha lanciato un post per dire che il 6 gennaio sarebbe arrivata la Befana portando giocattoli ma solo ai bambini poveri italiani. Il post è rimbalzato sui social, di bacheca in bacheca, è diventato un caso nazionale, tanto che a Giorgi ha replicato Enrico Mentana. Che ha scritto :
"Trieste è per storia e tradizione la più cosmopolita delle nostre città, è stata la terra di accoglienza per tanti, uno dei più grandi centri culturali d'Europa, il terrazzo sul mare dell'impero austroungarico prima di diventare italiana dopo la prima guerra mondiale, e poi teatro tragico della seconda (sotto l'occupazione nazista ospitò l'unico lager in terra italiana, luogo dell'uccisione di migliaia di ebrei e prigionieri politici).Nel dopoguerra - ancora Mentana - è stata a lungo divisa, ed è tuttora centro di confronto e luogo di frontiera, è una città che non si può non amare, respira storia, memoria e civiltà. È ben altro orgoglio che quello per cui un assessore scrive ITALIANI in maiuscolo per farsi dire bravo da qualche invasato mentre organizza una raccolta che ha il coraggio di definire benefica. I giocattoli e i bambini non hanno nazione".
Giorgi alla fine ha cancellato il post ma l'indignazione resta tutta nella città governata da Roberto Dipiazza che durante la diretta della trasmissione “Ring”, su Telenova, si è lasciato andare al saluto romano, accompagnandolo col canonico “A noi”, mentre scorreva la sigla d'inizio del programma. Lo stesso sindaco che ha fatto togliere dalla facciata del Municipio lo striscione di Amnesty per Regeni. Nel Consiglio Comunale, è bene rammentare, siede il leghista Fabio Tuiach che ha detto che "Il femminicidio è una invenzione della sinistra" e ha accostato Maometto alla pedofilia.
Neppure con la befana fascista s'era arrivati a tanto
Come fare a non cadere nell'uso strumentale di cui parlava lo 'articolo prima citato ?
1) Accettando il fatto che la befana ( festa pagana e pre cristiana ) o epifania ( festa religiosa ) sono nate feste tradizionalmente feste per bambini di ogni nazionalità , sopratutto la seconda . Non dar retta a gli malpancisti (hater odiatori per usare un termine inglese che va tanto di moda ) salvinisti e simili., 2) accettare che è festa per tutti e che in culo a gli hater ogni paese ha la sua epifania \ befana e vedere come essa unisce tutti i cittadfini del mondo migrantri compresi
3) far finita che per un a giornata non esistano odiatori ed odio
Infatti ecco una delle tante favole e reinterpretazioni della Befana
C'era una volta ......
Una befana distratta e poco esperta che aveva smarrito la scopa . l'aveva cercata ovunque , sotto il letto in soffitta ,in cantina , in giardino . Il 24 dicembre , l'aveva portata a farla revisionare dal signore che aggiusta le scope magiche , ricordava solo questo . La befana era preoccupata e pensava come avrebbe potuto fare per consegnare i doni , a tutti i bambini\e del mondo .Una bambina furba ed intelligente , dalla finestra della sua cameretta , con il suo telescopio , aveva osservato tutta la scena e allora decise di aiutare la povera befana . Chiamo tutti i suoi amici ed ogni con il proprio mezzo da trasporto : bici pattini , monopattini triciclo , ecc andarono a bussare alla porta della befana e le proposero di aiutarla . La befana felice come no mai legò tutti i sacchi pieni di calze, nei mezzi dei bambini , poi spruzzò in ogni uno d'essi un po' di polvere magica e così in un batter di ciglia , le calze piene di dolci e doni , venero consegnate a tutti i bambini del mondo . Da allora la befana ebbe sempre dei piccoli ma fantastici aiutanti per la consegna delle l calze , in quella giornata speciale la note fra il 5 e 6 gennaio
favola presa da un volantino natalizio del Baby parking i puffi di tempio Pausania
recentemente si sta diffondendo la moda della befana anche per gli adulti ecco alcuni suggerimenti , oltre le mie guide degli anni passati a cui rimando nell'archivio del blog su cosa mettercv
Il territorio della Valdichiana è pieno di tradizioni popolari che si tramandano da molte generazioni e che hanno accompagnato la vita delle campagne durante i secoli della mezzadria, fino a sopravvivere in forme più o meno simili nei nostri giorni. Alcune di queste tradizioni popolari sono comuni con aree geografiche o culture confinanti, mentre in altri casi ci troviamo di fronte a elementi unici e particolari, che possono essere considerate come dei tratti distintivi dell’identità della Valdichiana.
Una tradizione fortemente legata alle festività natalizie e particolarmente circoscritta al nostro territorio è quella del Befano. Ancora oggi è possibile sentir dire da famiglie delle campagne o dei borghi della Valdichiana frasi come “Comportati bene, oppure ti fanno il Befano” o espressioni più generiche relative all’usanza di “Fare il Befano”. Anche chi non ha mai vissuto in prima persona questo tipo di tradizione, probabilmente, ne ha sentito parlare in qualche espressione dialettale.
La burla del Befano
La tradizione del Befano è stata riscontrata nella zona della Valdichiana (soprattutto nei paesi e nelle campagne di Chiusi, Montepulciano, Torrita e Sinalunga) fino alla fine del XX secolo. L’usanza prevedeva il confezionamento di un fantoccio di paglia e stoffa, con sembianze umane, nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio, ovvero la notte dell’Epifania. Il fantoccio poteva avere sembianze maschile o femminili, più simile alla Befana tradizionale oppure a un pupazzo di Carnevale. Il Befano così preparato veniva appeso a un albero, ai fili della luce o del telefono, o comunque a una sporgenza che potesse essere difficilmente raggiungibile dalla persona presa di mira, ma facilmente visibile dagli abitanti del paese o delle campagne.
Lo scopo dell’usanza era quello di burlarsi di una persona (o, più raramente, di un’istituzione). Lo scherzo del Befano cercava di mettere in ridicolo la persona a cui era destinato, ed era solitamente accompagnato da cartelli con scritte satiriche, poesie o allusioni volgari. I destinatari del Befano erano principalmente i ragazzi e le ragazze che avevano subito una delusione amorosa, che erano stati lasciati dal partner o non erano riusciti a conquistarsene uno durante l’anno; tra i destinatari c’erano anche gli scapoli e le zitelle, oppure le donne che venivano considerate di facili costumi. Meno spesso il Befano colpiva persone che presentavano difetti fisici o morali, oppure veniva utilizzato per scopi politici per mettere in ridicolo enti e istituzioni locali.
Nei suoi studi sul territorio, Ilio Calabresi ci tramanda altre usanze collegate al Befano: altre burle che si svolgevano nella notte del’Epifania erano quelle di scambiare le insegne delle botteghe, con usanze più tipiche del Carnevale, oppure di spargere fave e lupini dalla casa di una donna presa di mira fino al suo Befano appeso.
Epifania e Befanate
Comprendere i significati profondi dell’usanza del Befano è arduo, perché si tratta di un’usanza
circoscritta e di cui abbiamo poche testimonianze etnografiche; le interpretazioni di cui siamo in possesso sono parziali, ma questo non ci impedisce di affrontare una riflessione generale su questa tradizione popolare e sulla sua possibile sopravvivenza locale.
dalle stories ( versione fb per mobile ) di fb
Si può infatti notare una forte forma di continuità con le altre festività del calendario agrario invernale: per quanto l’usanza sia caratteristica della notte dell’Epifania e la sembianze del fantoccio richiamino quelle della Befana, la burla e gli scherzi alla base dell’usanza fanno subito pensare alla Vecchia di mezza quaresima e al Carnevale; i gruppi sociali impegnati nella realizzazione del Befano, in contesti paesani come quelli della Valdichiana, potrebbe essere stati gli stessi impegnati nelle altre feste popolari.
Il territorio del Befano è circoscritto alle zone interessate dalla bonifica, e non abbiamo altre testimonianze all’infuori dei casi di Trequanda e San Giovanni d’Asso; come fa notare Mariano Fresta, quest’usanza non si è sviluppata in forma di dramma itinerante a differenza delle “Befanate”del grossetano o della Garfagnana, forse per via della sua somiglianza con la Vecchia di mezza quaresima.
Spesso i Befani erano volgari e le burle potevano essere difficili da sopportare, soprattutto nei casi in cui colpivano gli insuccessi amorosi. In questo contesto, la pressione sociale esercitata nei confronti delle persone a cui era dedicato il fantoccio potrebbe essere vista come un’usanza volta a perpetuare la società contadina, accentandone riti e consuetudini: una spinta a trovare un partner e a sposarsi, per evitare di diventare gli zimbelli del paese.
Se la minaccia del carbone portato dalla Befana poteva essere un deterrente nei confronti dei bambini più monelli, quindi, il timore di ricevere un Befano poteva diventare altrettanto efficace per gli adolescenti e gli adulti della Valdichiana.
Per approfondire:
Ilio Calabresi, Strade, storie, tradizioni popolari nella Valdichiana senese, 1987
Mariano Fresta, La tradizione del Befano nella Valdichiana senese meridionale (sito web)
Associazione Culturale Ottagono, Di qua dal fosso. Parole chianine raccolte fra Torrita di Siena, Sinalunga, Acquaviva, Montepulciano Scalo e Montallese, Effigi 2010.