Mi perdo tutto,negli attimi che spreco a capire quello che per gli altri è un difetto,rubo sguardi solo per appagare il mio silenzio,non importa attraverso,il tempo m’ha cambiato?
Vorrei gridare,ma ormai ho perso la voce,l’intonazione,la reazione,sono uno sconfitto,allora mi fermo a capire qualcosa del tutto,del tutto le persone,delle persone il niente,del niente la ragione,della ragione la sconfitta,nella sconfitta il niente…..E torno all’ideale superamento dell’eccesso,a me stesso da cui scappo e non rientro,mi sto intorno come ombra od intonaco,tanto prima o poi cado giù nell’estensione rappresa della mia assenza,tornando in strada,ma cosa cambia,domani è oggi,sempre uguali non mi resta che continuare ad infrangermi nei loro discorsi,tanto l’orizzonte non riscalda,è lontano,sicuro della sua distanza,non mi prende per mano ed io m’infrango nell’eterea aria dei sogni,che non vogliono morire,che non sanno dire,che non so interpretare,tutto scannando il tutto,nella ragione atavica degli altri astanti,per mitigare l’animo nella poesia,per disperdermi in qualcosa che non sia io.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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10.3.05
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