4nonni, 6 bisnonni e una trisnonna che ha 100anni più di lui HA DUE ANNI E PUÒ CONTARE SU UN ESERCITODI PARENTI. «SONO TUTTI AI SUOI PIEDI, CE LO VIZIANO», DICE IL PAPÀ. E PENSARE CHE QUEL BIMBO NON DOVEVA NASCERE ...

   che invidia leggendo quest articolo ,  io  che ho conosciuto appena   i miei prozii  e prozie  

  • Oggi 
  • Di Alessandro Penna - foto Fabio Serino/Massimo Sestini © RIPRODUZIONE RISERVATA


  • L’albero genealogico più bello d’Italia cresce alle porte di Alezio (Lecce), al secondo piano di una casetta che sta di fronte alla pescheria MobyDick. L’ultima foglia, il ramo più alto, si chiama Andrea
    Roberto, ha 2 anni e corre dappertutto seminando risate e monellerie. La radice ha un secolo esatto in più, si chiama Cosima ed è la trisnonna. Andrea e Cosima sono divisi da 100 anni e uniti da natali… spenturati, come dicono in Salento: sono “sbocciati” entrambi in pandemia, Andrea alle soglie del Covid (febbraio 2020), Cosima al centro della Spagnola (novembre 1919).In mezzo a loro, ci sono i genitori del piccolo - Sara e Manuel Ferilli - e una batteria di nonni, termine che qui include anche bis e trisnonni, da record: sono addirittura 11! «Sia io sia mio marito abbiamo i genitori, e fanno quattro. Io poi ho ancora i quattro nonni ( bisnonni del piccolo, ndr) e la bisnonna Cosima, Manuel purtroppo ha “solo” due nonni», elenca Sara. «E sono tutti ai piedi di Andrea», dice tra l’orgoglio e il lamento Manuel («Me lo viziano!»), mentre i nonni annuiscono all’unisono e solo il signor Fernando, brigadiere della Guardia di Finanza nominato Cavaliere della Repubblica da Sergio Mattarella, tenta una difesa: «Che vuole, è piccolo…». 
    das https://bari.repubblica.it/cronaca/2022/01/06/news/salento_bambino_11_nonni-332832082/



    Quando c’è tutto questo assembramento di parenti, è fisiologico che scoppino rivalità e piccole gelosie, ma qui filano tutti d’amore e d’accordo. «Io faccio la parrucchiera ad Alezio, Manuel l’operatore socio- sanitario a Taviano: così, per tenere Andrea i nonni fanno i turni», spiega Sara. «La mattina sta da me»,



    si inserisce Antonella, nonna paterna, 51 anni. «E il pomeriggio me lo prendo io», completa Irene, l’omologa (e coetanea) materna. I bisnonni piombano a casa dell’una o dell’altra per dare man

    forte: insomma, non servono tate e i nonni assicurano anche un discreto welfare («Riempiono Andrea di regali e soldi», dice Manuel). La domenica, quando è possibile, si sta tutti insieme, «anche se il Covid ha reso tutto più difficile». E Cosima? «Ad agosto l’abbiamo dovuta portare in un centro per anziani, col Coronavirus avevamo paura, lì è più protetta», dice Sara. «La vado a trovare tutti i giorni», racconta la signora Irene, «e lei si guarda i video di Andrea e si commuove: vorremmo portarle il piccolo, ma lui non può entrare perché ovviamente non è vaccinato». 





















    Il miracolo, però, non sta in questa famiglia “lunga” e piena di amore. Il miracolo è che Andrea sia nato. «Durante una delle prime visite, la ginecologa mi disse che non vedeva più l’embrione, e che dovevo fare il raschiamento», ricorda Sara. «Lo fissammo per un lunedì pomeriggio», ma la mattina i coniugi Ferilli fecero un controllo da un primario della zona. Al ricordo, alla mamma di Andrea si spezza la voce: «Ci disse le parole che più belle che noi e tutti i nonni abbiamo mai sentito. “Lo sente, signora, il cuoricino? Il bimbo c’è”».


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