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5.12.24

La predica-camomilla allontana i fedeli

Spett Redbeppe
  cosa pensa dell'invito di papa Francesco, rivolto ai preti, a tenere prediche più brevi? Confesso che, quando mi reco a messa, mi annoio a morte quando il sermone si fa lungo e sarei tentato di alzarmi e andare via, se solo non avvertissi questa mia eventuale scelta come una grave mancanza di rispetto sia nei confronti del sacerdote, sia nei confronti del Signore. Lei cosa ne pensa?



Caro ****
finalmente qualcosa di sensato: le prediche devono essere concise, stringate ed efficaci, poiché il loro scopo non è  oalmeno non dovrebbe  essere né punitivo né espiatorio, bensì esse devono indurre il fedele a compiere delle riflessioni, devono offrire quindi uno spunto e non costituire una sorta di lavata di capo fatta al buon cristiano che ancora si reca a messa, in questa società dove le chiese sono sempre più vuote, probabilmente pure a causa di certi predicozzi insostenibili. Di certo il pippone propostoci dai sacerdoti non ci incoraggia a mettere piede all'interno della casa del Signore.
Siamo onesti. Forse risulterò blasfemo  e  miscredente  nel pronunciare questo pensiero, ma sarebbe opportuno essere sinceri ed ammettere che le prediche sono spesso più soporifere di una camomilla con melatonina e valeriana, anzi ancora più di un sonnifero potente. E ne siamo terrorizzati. Papa Francesco, uomo saggio e al passo con i tempi, talvolta fin troppo secondo alcuni  , propone di ridurne la durata: dai canonici trenta minuti a dieci minuti, condensando in questo breve lasso di tempo il messaggio che il sacerdote ha da offrire a chi ascolta. Sia chiaro: fosse per me, basterebbe un tweet e poi tutti a casa, ma vada per i dieci minuti, tanto non corro il rischio di subire prediche, dal momento che non entro in chiesa  se  non di rado  . In fondo, a cosa servono i giri di parole? Basta andare dritti dritti al punto, altrimenti si scade nel vizio e nel peccato da parte del sacerdote, come ha sottolineato il pontefice, di predicare non il verbo di Dio ma se stesso, usando l'altare alla stregua di un palcoscenico.