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26.4.23

Riflessioni a caldo sul 25 aprile 2023 parte II

 



Dopo   l'ubriacatura     in  gran parte     retorica  come  sempre   , ma  quest anno  ancor  di  più  per  il  l fatto   che      questo  sarebbe  stato il   primo  25  aprile    con degli

 esponenti   che   che     si rifanno  al  fascismo   o  quanto meno    tengono    una  posizione  ambigua   ed  in  doppietto  (  vedere    vignetta  a  sinistra    del  FQ del  25\4\2023  )  su   tali  eventi     che sono   alla base  della   stria  repubblicana    ecco  alcune  mie  riflessioni . 

Finiamola con usare il termini a sproposito . La memoria condivisa è un utopia .
Infatti Stefano Massini racconta la toccante storia di don Pietro Pappagallo, uno dei tanti sacerdoti uccisi nella lotta di Liberazione. E nel riavvolgere il nastro, Massini cerca la risposta alla grande domanda sul perché il 25 aprile ancora susciti polemiche e divisioni. Ma la Storia, se letta con attenzione, offre sempre una lucida radiografia dei fatti, dei motivi, delle distorsioni.  


sentite    inoltre   cosa  dice   lo  stesso   Alessandro  Babero  






Ovvero chiedere ad una puttana se è vergine . Infatti






Se proprio  vogliamo   che   il 25  aprile  sia  festa    di  tutti\e   anziché  chiedere  patenti  di  antifascista   ed  ottenere    risposte  ipocrite     come  quelle  di  ALorenzo    Fontana    che  predica  bene  (  si dichiara  antifascista   ) e   poi  invece ha un lungo curriculum  e  se  ne  vanta  pure  fatto di rapporti con Putin e i suoi uomini e strette alleanze con i partiti neofascisti di mezza Europa. Oltre a prese di posizione contro Lgbt,   molto  vicine   all'omofobia  , aborto, eutanasia e Peppa Pig.  (  qui    ulteriori  news  ).  Oppure   in doppietto  da  giravolta   come  la  Meloni   che   da  un lato   giustamente,  anche  la  destra  liberale   ed in parte   quella   patriotica  ( La differenza tra patriottismo
e nazionalismo può sembrare a prima vista sottile. In realtà scava un solco profondo tra l'amore verso il proprio territorio e l'odio per tutto ciò che è straniero. lo spiega bene in NAZIONALISTI E PPATRIOTI il politologo Maurizio Viroli  )  si fa   portatrice    di un antifascismo    conservatore    elogiando    anche    se  ipocritamente ed per  opportunismo  visto che  non   ha  ....  il  coraggio     di prendere  una  posizione seria  ma       solo  di  facciata  (   come il  doppietto  di    Almirante  )    ha  elogiato   la  Bellunese,  Paola Del Din
quasi centenaria, fece parte della brigata Osoppo: fu medaglia d'oro e paracadutista dei servizi britannici: 

«Mi resi disponibile a portare messaggi. La politica non mi piace: tutti hanno fatto malanni»

                                Paola Del Din con Giorgia Meloni


«Una donna straordinaria» il cui coraggio «le è valso una Medaglia d’oro al valor militare, che ancora oggi, quasi settant’anni dopo averla ricevuta, sfoggia sul petto con commovente orgoglio». Così Giorgia Meloni nella sua lettera al Corriere della Sera in occasione della festa della Liberazione definisce Paola Del Din, una delle poche donne ancora in vita tra quelle che hanno partecipato alla Resistenza. La premier dedica a lei la giornata del 25 Aprile e cita le sue parole sulla Liberazione: «Il tempo ci ha ribattezzati Partigiani, ma noi eravamo Patrioti, io lo sono sempre stata e lo sono ancora».
Nata a Pieve di Cadore (Belluno), Paola Del Din il 22 agosto prossimo compirà cent’anni. Non ama l’aggettivo «partigiana», preferisce «patriota», così come Radio Bari definiva i primi combattenti volontari contro l’invasore nazi fascista. Si definisce apolitica, apparteneva alla brigata Osoppo di impronta risorgimentale, popolata da tre anime, la cattolica, quella del partito d’Azione e da militari regi confluiti dopo l’8 settembre 1943 (armistizio di Badoglio). Era studentessa di Lettere quando l’8 settembre ha scelto di fare la staffetta. Dopo la morte del fratello Renato, nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1944, ha accettato di consegnare un plico di carte secretate per conto dei servizi segreti britannici. Renata il nome in codice, in onore del fratello. Quell’azione le è valsa la medaglia d’oro al valore. Dopo aver attraversato l'Italia ha consegnato i documenti top secret ai britannici ed è stata addestrata come agente e paracadutista dal servizio segreto di Sua Maestà, lo Special Operations Executive (Soe), ed è tornata nel Friuli occupato lanciandosi da un aereo con altri due agenti italiani nella missione Bigelow. [ ......]


Quindi  invece  di  chiedere    patenti  di  antifascismo   chiedete  e  pretendete    che   sciolga   le  organizzazioni      della   destra  extraparlamnetare  sui     cui  indirettamente  si appoggia    come   fece  l'Msi  . 




LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...