IO, SAMAN DI © Daniela Tuscano
LEGGI ANCHE https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/06/il-destino-di-saman-sotto-la-soglia.html Non conosco l' #urdu , lingua parlata in #Pakistan . Ma so che, in #arabo , non esiste il verbo #essere . Non si dice: "sono insegnante, sono muratore, sono donna" ma "io insegnante, io muratore, io donna". L'essenza sta nel pronome, racchiusa e quasi nascosta, o implicita, in sillabe rade e potentissime. Io, e basta. E questa è una delle tante contraddizioni d'una società imperniata su un collettivo noi, dove il singolo pare affogato, incomprensibile. Ignoro, ripeto, sia così anche per l'urdu. Saman, ad ogni modo, non aveva dubbi. Voleva essere. All'occidentale? Ma Saman non intendeva scimmiottare nessuno. Saman "era" occidentale. Prima ancora, però, Saman era Saman e non apparteneva a nessuno. Verbo incarnato che urlava il suo diritto, al punto da cambiare il nome - ma in Layla, non Silvia o Roberta -. Voleva lavorare,