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30 milioni d'euro . ora sappiamo quanto costa un amico mafioso

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  Inizio      questo  post      con   questa  citazione    cinematografica  “Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall'altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino.Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia. E tu Peppino non sei stato altro che un poveroilluso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente!”                              dal film    I    cento  passi   L’ultimo atto del Berlusconi privato è stato anche il più coerente con il Berlusconi politico. Tra i lasciti ci sono 30 milioni di euro donati nel suo testamento a un condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa: Marcello Dell’Ut

CANALE 5 MANDA IN ONDA LA FICTION SUL GIORNALE ANTIMAFIA CHE NEL 1981 ACCUSÒ B. parlerà di come già nel 1981 aveva denunciato i rapporti della mafia con Berlusconi

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  Il Fatto Quotidiano 15 Jun 2022 MASSIMO NOVELLI Nel 1981 il quotidiano L’ora di Palermo pubblicò alcune parti di un rapporto della Criminalpol, in cui venivano evidenziati i rapporti fra Marcello Dell’utri, amico e collaboratore di primo piano di Silvio Berlusconi, l’ex sindaco di Palermo, Vito Ciancinimo, e altre persone a loro collegate, come il mafioso Vittorio Mangano, il famoso “stalliere di Arcore”. Il titolo di prima pagina del giornale diceva all’incirca che “Dagli affari di Ciancimino si arriva pure a Canale 5”. L’articolo e il titolo dell’ora non piacquero a Berlusconi (padrone, ovviamente, di Canale 5) e a Dell’utri, tanto che a Palermo si temette una querela miliardaria da parte del gruppo milanese. In ogni caso, da Milano si chiese un’intervista più o meno riparatrice, forse allo stesso Dell’utri. Io, all’epoca, lavoravo all’ora. Il direttore Nicola Cattedra e l’ex direttore Vittorio Nisticò mi mandarono quindi a Milano per quell’intervista. La missione però  fallì. Nel