Non è stata resa pubblica da neanche 12 ore che lo scellerato Ddl per vietare il genere femminile negli atti pubblici è stato già ritirato con disonore e vergogna.
Resosi conto del boomerang, la Lega ci ha tenuto a dire che si è trattata di una “iniziativa personale” di un senatore, tal Manfredi Potenti, che - tenetevi forte - “non rispecchia in alcun modo la linea della Lega”.
Talmente personale che per anni la Lega - Salvini in testa - ha costruito buona parte della sua propaganda nell’attacco a Laura Boldrini solo perché chiamava le deputate “deputate”, come prevede la lingua italiana.
Riassunto?
Non rispettano le donne e le loro qualifiche, i loro titoli, le loro competenze.
Non conoscono la lingua italiana e la maltrattano sistematicamente.
Provano persino a vietare le parole per legge, in pieno stile ventennio.
E, una volta perculati dall’universo mondo, se ne escono scaricando tutto sul “povero” (si fa per dire) anonimo senatore di turno, come se fosse un alieno sbarcato all’improvviso sul Carroccio.
Stavamo scherzando, insomma…
La solita, ennessima, figura da cioccalatai di un partito che sta colando a picco.
Insieme al suo comandante. Pardon, “capitano”.