Un altra storia dopo quelle già precedentemente riportate ( I II ) sul mare e sulle acque . Che fanno parte di noi nella nostra vita non solo come luogo di vileggiatura o di sfruttamento ma anche come vita , avventura , e libertà . Ma soprattutto
«Una goccia d’acqua potente è sufficiente per creare un mondo e per dissolvere la notte. Per sognare la potenza è sufficiente una goccia immaginata in profondità. L’acqua così potenziata è un germe che dà alla vita uno slancio inesauribile». Gaston Bachelard
A volte succede che articoli trovati mentre cazzeggio sulla home di https://www.bing.com/o su msn.it ti facciano venie alla mente vecchi ricordi tipo la mostra di genesi di Salgado teuta a Genova nel 2016 e confermano e mi fanno venire voglia di adare ( con la fantasia ) alla prossima mostra di Sebastião Salgado a Palazzo Ducale di Genova intitolata appunto Aqua Mater e che si terra
dal 23 marzo 2023 al 14 luglio 2024,
The Daily Digest
Storia di Zeleb.es •18 min.
Uno studio recente ha rilevato che un popolo nomade del sud-est asiatico potrebbe essersi
evoluto geneticamente per poter immergersi meglio . A differenza della maggior parte degli esseri umani, i Sama-Bajau vivono nel mare e trascorrono il 60% del loro tempo sott'acqua.Il loro stile di vita ha suscitato l'interesse dei ricercatori del Centro di geogenetica dell'Università di Companhge, in Danimarca. Melissa Llardo, l'autrice principale dello studio, si è recata dove vivono i Sama-Bajau per incontrarli e studiarli.
Sono un popolo nomade, che vive nelle acque delle Filippine, della Malesia e dell'Indonesia. Si immergono per pescare e usano elementi trovati nel fondo del mare per realizzare oggetti artigianali.
Melissa Llardo ha spiegato al programma "Inside Science", della BBC, che: "Forse per migliaia di anni, hanno vissuto in case galleggianti, viaggiando da un posto all'altro sulle acque del mare, e fermandosi sulla terraferma solo di tanto in tanto". Per questo motivo i Sama-Bajau
hanno sviluppato una straordinaria capacità di immersione e possono trattenere il respiro per ben 13 minuti, fino a 60 metri di profondità, ha spiegato il National Geographic. Perché studiare la milza? La milza controlla, immagazzina e distrugge le cellule del sangue. Grande circa quanto il pugno di una mano, si trova nella cavità addominale, appena sotto i polmoni. Quando ci immergiamo, funziona come una bombola subacquea biologica, aumentando la disponibilità di ossigeno, secondo la BBC. Un altro fattore, che ha fornito indizi sul fatto che la dimensione della milza potrebbe essere correlata alla capacità di immergersi, sono i mammiferi marini, come le foche, che hanno una milza proporzionalmente più grande
" Ho preso un dispositivo portatile ad ultrasuoni e un'attrezzatura per la raccolta della saliva. Siamo andati in diverse case e abbiamo raccolto immagini delle loro milze", ha detto l'autrice dello studio, a proposito della sua visita in Indonesia .Dopo aver misurato questo importante organo, i ricercatori hanno scoperto che la loro milza era più grande del 50% rispetto a quella
dei loro vicini, i Saluan, che vivono sulla terraferma ed entrano in acqua solo occasionalmente.Tutti i Sama-Bajau avevano milze con misurazioni simili
I ricercatori hanno anche osservato che i Sama-Bajau che svolgevano altre attività e, quindi, abitualmente non si immergevano, avevano una milza delle stesse dimensioni dei loro familiari.
Quindi, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Cell, tutto indica che l'aumento delle dimensioni della milza è potenzialmente un'evoluzione genetica e non un adattamento momentaneo dell'organo. Tuttavia, Llardo ha avvertito che: "Non è chiaro da quanto tempo i Sama-Bajau abbiano questo stile di vita, o quando è stato proprio l’adattamento a dare i dati genetici che abbiamo adesso".
L'interesse scientifico nel comprendere come è avvenuta questa evoluzione e come funziona
l'organismo dei Sama-Bajau ha anche uno scopo medico. Come ha spiegato il National Geographic, il riflesso dell’immersione è simile a uno stato chiamato ipossia acuta, in cui gli esseri umani perdono rapidamente ossigeno. In alcuni casi, questa condizione porta alla morte. Pertanto, lo studio della milza di Sama-Bajau potrebbe servire per comprendere meglio questa condizione. Secondo stime approssimative, ci sono circa 1 milione di Sama-Bajau nel sud-est asiatico, ma sfortunatamente, vivono sotto minaccia.
Secondo National Geographic, i Sama-Bajau non hanno gli stessi diritti degli altri cittadini e vivono ai margini della società.
Inoltre, l’aumento della pesca industriale danneggia fortemente il loro principale mezzo di sussistenza, la pesca manuale.