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7.3.20

Alba Donati la poetessa e la libreria rinata dopo l'incendio nel paesino di montagna; "Grazie a donazioni e crowfunding" ed La figlia di Borsellino : “Perché sto aiutando un assassino di papà”




  Continuando  come   ho accennato     nel  post  precedente       riguardante  l'8 marzo   ecco per  tale      data   altre due storie  due    che  possono sembrare  agli antipodi ma  che  in realtà  non lo sono se  leggete    se  rileggete  il precedente post     : 1)  una poetessa  che  fa nascere  e  poi  ricrea dopo la  distruzione     per  un incendio  una  libreria  in u paese di montagna di  200  anime  in somma un pese dimenticato da  dio e  dagli uomini   :, 2)  la  solidarietà   dela  figlia  di Paolo Borsellino    verso la  famiglia   di uno   del gruppo che uccise il padre  .

Iniziamo  .  La  prima  parla  di  una libreria  trovate   la storia   per esteso   in questi due  articoli   del sito https://libreriamo.it/libri :


Si chiama "Sopra la penna", la mini libreria che la poetessa toscana Alba Donati ha aperto nel borgo toscano di Lucignana
 

Aprire una libreria in un piccolo borgo toscano. “Fare come Juliette Binoche con la cioccolata al peperoncino”, così aveva scritto Alba Donati nel post che ha poi dato vita a una vera e propria campagna crowdfunding. Protagonisti questa volta non sono il cioccolato né antichi intrugli Maya, bensì i libri. La nostra Juliette Binoche si chiama Alba Donati, è una poetessa raffinata e ha appena realizzato un sogno: aprire una libreria nel suo villaggio natale, Lucignana.
Il sogno della poetessa di Lucignana è diventato realtà. Si chiama “Sopra la penna” ed è un mini cottage letterario. Piccolo, caldo e accogliente, un luogo magico immerso nella natura impervia dell’Appennino Toscano, da cui si apre una vista che toglie il fiato. Silenzio, libri e un piccolo giardino segreto. Sono questi gli ingredienti che rendono questo luogo un angolo di rara bellezza e suggestione. Qui non troverete l’ultimo libro di Fabio Volo, ma soltanto quelle opere letterarie in grado di cambiarti un po’ la vita. 
Poi  poi  andata     distrutta  da  un incendio


  Ed  ora    essa  è  rinata 


da  repubblica  del  5\3\2020  


Toscana, la poetessa e la libreria rinata dopo l'incendio nel paesino di montagna; "Grazie a donazioni e crowfunding"
Alba Donati racconta il grande abbraccio: gli aiuti della gente, le case editrici e una signora speciale che un giorno le regala i libri della mamma scrittrice e un bonifico


                                   DI LAURA MONTANARI

Certe ripartenze hanno bisogno di simboli e di coraggio. La libreria Sopra la Penna di Lucignana è una di queste. Riaprirà il 21 marzo, primo giorno di primavera, nell’aria leggera dei monti della Garfagnana e rimettendo in vetrina un libro che la rappresenta: Alice nel paese delle meraviglie.

 «Sì, ma un pezzo unico, con la copertina annerita dal fuoco» dice Alba Donati. Perché le ferite mica si dimenticano. È cominciata, questa piccola libreria, come un desiderio della poetessa e scrittrice, presidente del Gabinetto Vieusseux, ma è diventata, attraverso un paio di crowdfunding, un sogno collettivo di tutti quelli innamorati delle sfide impossibili: la libreria nel paese con meno di duecento abitanti, un niente sulla carta geografica, nemmeno un puntino. Una libreria che pareva morta tra le fiamme di un incendio scoppiato pochi mesi dopo la sua nascita, adesso grazie alla solidarietà rinasce e raddoppia: «Stiamo per comperare una casa abbandonata che è proprio accanto a Sopra la Penna: lì io e Pierpaolo Orlando, presidente della scuola di scrittura Fenysia, pensiamo di ampliare gli spazi, aprire una caffetteria e, all’ultimo piano, un albergo diffuso, residenze per traduttori o stanze per chi vuole fermarsi una notte dopo un corso di scrittura, di poesia o soltanto per stare in un bel posto a leggere».
Rimettiamo indietro le lancette, ricominciamo dal fuoco di quella mattina.
«Ero paralizzata. Non riuscivo nemmeno a piangere. Ero lì a casa a Lucignana, a due passi dalla libreria. Ero a letto, stavo leggendo Motel life di Willy Walutin, era così cupo... Ho sentito la voce di una mia amica, Alessandra, che dalla strada mi gridava: “Alba, brucia la libreria”».
Era il 30 gennaio, avevate aperto sì e no da due mesi. Fiamme accidentali o dolose?
«Ho sempre detto accidentali perché in effetti chi se ne intende mi dice che sono partite dall’interno e all’interno non c’era nessuno. Però poi qualche dubbio mi è venuto: una mattina ho trovato fuori una vanga che di solito era nello sgabuzzino degli attrezzi e una zolla di terra buttata all’aria. Pareva un dispetto. E poi c’era stato il precedente...»
I vasi di fiori fatti rotolare per il pendio. Ma chi può avercela con lei o con la libreria?
«Voglio pensare che sia stato un incendio accidentale. In paese mi vogliono bene, ci sono tante persone che mi aiutano a portare avanti questo progetto».

Va bene, l’incendio è passato. E adesso?

«Adesso siamo pronti a ripartire, sono successe tante cose bellissime».

Dica la prima.

«Non mi sono mai sentita sola in tutta questa storia, le sembra poco?».

Chi l’ha aiutata?

«Le persone di Lucignana a spegnere l’incendio e a ripulire i locali. Nessuno ha mai pensato nemmeno per un momento che fosse finita. Abbiamo offerto i libri bruciati in cambio di piccole donazioni, in tanti mi hanno chiesto di riaprire un crowfunding e così ho fatto. Ma voglio raccontare una cosa speciale. La mattina dopo le fiamme si è presentata una signora, con l’aria da ragazza, con una macchina piena di libri: mi ha raccontato che li stava portando a Lucca a un mercatino, ma poi aveva letto della libreria bruciata e ha deviato il percorso e me li ha regalati. Erano i libri della sua mamma, scrittrice americana, morta pochi giorni prima. Mi ha chiesto: e adesso come fai? Quanto ti ci vuole per ripartire, 10 mila euro? Ho detto sì, probabilmente sì. E lei: “Te li do io”. Non ci credi? La sera avevo già su whatsapp i codici del versamento».

Sembra una favola.

«Invece è accaduto davvero. Con la sottoscrizione in rete ho raccolto altri 8mila euro, poi ci sono state donazioni di aziende della Lucchesia. Un aiuto importante destinato alla ricostruzione è arrivato dalla Giunti e dall’ad Martino Montanarini. Molte case editrici (Giunti, La Nave di Teseo, Adelphi, Einaudi, Neri Pozza, Guanda, Mondadori, Garzanti, Bompiani, Pacini Fazzi) mi hanno regalato dei libri per ripartire. All’interno ne avevo 600 e la maggior parte sono stati distrutti... Poi Davide Bonini, un artigiano di Chifenti mi ha regalato un cancello in ferro battuto fatto a mano che non mi sarei mai potuta permettere, è meraviglioso, sembra la porta per entrare in un altro tempo».

Su Facebook lei ha lanciato un post: ditemi che libro vi piacerebbe trovare ...

«Sì perché tutto questo è nato insieme a chi legge, a chi scrive, c’è stata una partecipazione così ampia che andremo avanti assieme. Non posso dimenticare Barbara, Rosita, Tiziana e Donatella che nei giorni dopo l’incendio mi hanno aiutato tanto. E le associazioni che si sono mobilitate per raccogliere fondi: da Colibrì di Ghivizzano, all’Inter Club di Capannori, alla Fondazione Ricci».

Il ministro Franceschini le ha promesso di venire a Lucignana?

«Sì, dopo l’emergenza sanitaria ovviamente. Non so ancora di preciso quando faremo la festa di inaugurazione, il 21 riapriamo poi si vedrà».
Perché le librerie chiudono e lei ne apre una in un paese piccolissimo?
«Per dare un servizio, un’occasione a chi vive nei paesi che lentamente si spopolano. Faremo corsi per i bambini e terremo le porte aperte a chi arriva».

da https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/03/06/news



La figlia di Borsellino : “Perché sto aiutando un assassino di papà”
Fabio Tranchina e la sua compagna hanno gravi difficoltà economiche Lui è l’ex autista del boss Graviano e oggi collabora con la giustizia


                                         DI SALVO PALAZZOLO

PALERMO 
Durante una pausa dell’ultimo processo per le bombe del 1992, sono rimasti a parlare per quasi un’ora. Da una parte Fabio Tranchina, l’ex autista del boss Giuseppe Graviano che ha curato i preparativi della strage di via d’Amelio e oggi collabora con la giustizia, dall’altro la figlia del procuratore aggiunto Paolo Borsellino, che il 19 luglio fu ucciso con cinque poliziotti della scorta. «Tranchina mi ha parlato del suo dolore – spiega oggi Fiammetta – mi ha raccontato la sua gioventù difficile a Brancaccio, mi ha giurato in lacrime che non sapeva cosa doveva accadere in via d’Amelio. Mi ha raccontato soprattutto della sua voglia di cambiare vita, e delle difficoltà enormi che sta incontrando». In quel momento – era quasi un anno fa, nell’aula bunker di Firenze - Fiammetta Borsellino decise che avrebbe aiutato quell’uomo in lacrime.
Questa è la storia di una figlia che non smette di cercare la verità sulla morte del padre: «Le liturgie di certa antimafia nei giorni delle commemorazioni stanno diventando insopportabili – dice – io voglio capire cosa è accaduto veramente». Questa

raccontare i femminicidi \ amori criminali di oggi con quelli del passato il caso Beatrice cenci

 Per  il 25  novembre   anzichè raccontare  le  recenti   storie di femminicidio \  d'amore criminale  che   in una società sempre  più ...