Dopo aver letto l'introduzione dell'agenda del 2013 di giorni non violenti mi ritorna alla mente : questa citazione
« Il mare non fa mai doni, se non duri colpi, e, qualche volta, un'occasione di sentirsi forti. Ora io non so molto del mare, ma so che qui è così. E quanto importi nella vita, non già di esser forti, ma di sentirsi forti, di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda, senza altri aiuti che le proprie mani e la propria testa. »> ( racconto La carne dell'orso di Primo Levi, edito nella collana ET di Einaudi all'interno di Primo Levi - Tutti i racconti )
Ma a spronarmi e a bloccare questo mio viaggio interiore è questo pezzo jazz
Nel mio rimettermi in discussione \ autocritica ho deciso di fare , come suggerisce l'agenda giorni non violenti 2013 , una serie di post sulla fragilità e il suo aspetto positivo ( non solo quello negativo vedi il caso di
Carolina picchio , ne ho parlato qui su queste pagine
) o meglio l'elogio d'essa . Infatti è già dal
riflusso degli anni 80 ( ) ed ora sempre peggiore ed anche economica .
La bibbia ( S
amuele 1 17 38-39 ) ci fa capire di come « La fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza... »(Carine Mc Candless ) e di come essa possa avere un valore
costruttivo come dice anche questa canzone
che funge insieme al pezzo di jazz citato nelle righe precedenti e ad :
Amico fragile di
Fabrizio de Andrè e
The Ghost of Tom Joad di
Bruce Springsteen ( qui una traduzione in italiano ) da colonna sonora del post d'oggi . Ora la fragilità se aiutata ed allenata .Infatti ciò può essere << un invito ad alleggerirci , ed a ritrovare la nostra fragilità se vogliamo vincere le nostre battaglie della vita >> .Essa può essere anche un valore inestimabile e non una menomazione .Infatti ( e qui mi ricollego alla vicenda di Carolina P e a fatti del genere ) è proprio da essa che che scaturisce una forte dose di sensibilità \ leggerezza . semplicità , tenerezza qualità sempre più rare in un mondo pieno di merda ... fango ... ma che vanno recuperate ed integrate con la virtù ( da non creare situazioni di disagio ) se vogliamo rendere più vivibile la nostra vita e la nostra opera d'arte . Ed anche quella di chi ci sta accanto .
Inizio pubblicando un articolo non mio ma che riguarda questo tema
Elogio della fragilità
L'elogio della fragilità non significa l'elogio della sofferenza che fa parte della fragilità; ma l'elogio della fragilità vuole sottolineare, sia pure radicalizzando il mio discorso (ma se non si scende alla radice delle cose umane nulla, o quasi nulla, di esse si capisce), come nella fragilità, dimensione ineliminabile dalla vita, ci siano valori che danno un senso alla vita: alla vita di ciascuno di noi. L'essere consapevoli di questo, della fragilità come esperienza necessaria, significa accogliere, e rispettare, la fragilità degli altri; senza disconoscerla e senza ferirla. Ma significa anche che, nella fragilità, nella nostra e in quella degli altri, si abbia la percezione del valore della debolezza e della insicurezza che fanno parte della vita e che si contrappongono a ogni forma di onnipotenza e di violenza. Non è forse, questo, il pensiero di san Paolo quando, nella prima lettera ai Corinzi, dice che la debolezza è la nostra forza?
Aldo Bonomi-Eugenio Borgna, Elogio della depressione Einaudi