Affinché questa giornata non si limiti a vuota retorica o slogan logori "Per non dimenticare" rivolgiamo innanzi tutto un pensiero/preghiera per le vittime e i loro familiari/amici, a cominciare dai #musulmani che a #GroundZero lavoravano (le #TorriGemelle ospitavano pure una piccola #moschea) e i cui nomi oggi si trovano iscritti su quella lapide.E che nei rispettivi paesi hanno pagato, e continuano a pagare, il prezzo più alto del terrorismo #jihadista. E se è vero che l'obiettivo di questi ultimi era e resta la #democrazia (senza aggettivi: non "liberale", non "parlamentare": la democrazia e basta), è indubbio che l'#11settembre2001 si è voluto dichiarare guerra anche ai #cristiani benché essi non siano certo sovrapponibili al liberalismo finanziario occidentale. Infatti le persecuzioni nei loro confronti nei paesi d'origine sono aumentate in maniera esponenziale. Secondo una recente stima di #PorteAperte-#OpenDoors il 2022 ha registrato il più alto livello di violenze da quando la lista è stata pubblicata per la prima volta, 29 anni fa. La maglia nera spetta all'#Afghanistan - che l'Occidente "democratico" ha abbandonato nelle mani di quegli stessi #talebani combattuti vent'anni prima e ora tornati trionfanti e spietati - e dove #donne e #ragazze, già private di ogni diritto se musulmane, diventano bottino di guerra, stuprate e avviate alla tratta quando provengono da famiglie cristiane. I talebani lavorano per l'identificazione dei cristiani che vengono poi arrestati e uccisi. La minoranza cristiana pachistana conta vittime e martiri tanto famosi quanto ignorati, da #ShahbazBhatti ad #AsiaBibi a #HumaYounus e tanti altri/e. Crimini contro i cristiani aumentano anche nella democratica #India, spesso alimentati dai media locali. Crescono a 360 milioni (340 nel 2021) i perseguitati africani, 5.898 quelli uccisi (da 4.761), con la #Nigeria sempre epicentro di massacri (4.650) assieme ad altre nazioni dell'#Africa subsahariana. E non si può negare che anche il recente, brutale assassinio di suor #DeCoppi sia il risultato di questo clima di odio feroce. "Per non dimenticare", ma spesso, troppo spesso, a questo elemento del jihadismo non si vuol proprio pensare: sia per timore di compromettere i rapporti (d'affari) coi governi musulmani, sia perché il #liberalismooccidentale è in gran parte #ateo e, non di rado, #anticristiano, se non in modo cruento, di sicuro dal punto di vista socio-culturale e anche economico. "Per non dimenticare", ma se non esplicitiamo per intero le ragioni delle guerre, non otterremo mai una vera pace. Ugualmente, "non dimentichiamo" l'altro 11 settembre, che nel 1973 segnò la caduta del governo socialista di #Allende e l'avvento della dittatura del generale fascista #AugustoPinochet, una delle più sanguinarie dell'epoca contemporanea, attuatasi con la complicità delle forze "liberali" statunitensi. La nostra non è una preoccupazione politica, semmai la precede. Ma ci opponiamo alla logica semplicistica della contrapposizione manichea proprio perché è quest'ultima a dividere l'umanità. E auspichiamo che la parola "guerra" sia bandita dal vocabolario universale, anche da quello religioso. Perché ciò avvenga, tuttavia, si rende necessaria la "dialettica della lealtà": un'educazione cioè alla #pace, a quella cultura del dialogo - presente in tutte le culture e credi religiosi - che "disarmi" in radice qualsiasi intento bellicoso. Oggi il dramma si chiama #Ucraina, ma non solo. "Per non dimenticare" gli altri conflitti (anche lo sfruttamento di bambini/e donne, l'abbandono di anziani e disabili, la disoccupazione, l'impoverimento, la fame, la malattia, l'ignoranza sono guerre: contro i deboli, contro l'umanità intera) è necessario riconoscere le proprie singole colpe.
© Daniela Tuscano