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23.10.08

gli adolescenti e l'alcool

opo aver letto molti post dei utenti sull'anoressia e bulimia in particolare questo   ho deciso di scrivere sotto forma di elttera  aperta   un post sul fenomeno adolescenti e alcool



Leggo sui giornali che Sono più di 61mila le persone in cura presso i servizi pubblici per l'alcol dipendenza,e si tratta soprattutto di giovani sotto i 30 anni. L'allarmante statistica è stata resa nota durante la prima conferenza nazionalesull'alcol.
Il problema dell'abuso di alcol ormai riguarda soprattutto le fasce più giovani della popolazione con un vero e proprio allarme per la fascia di età fra 11 e 17 anni. Il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella ha diffuso dati preoccupanti: complessivamente, ha detto, sono infatti oltre 740mila i minori tra 11 e 17 anni classificabili come consumatori a rischio, tra loro 470mila ragazzi e 270mila ragazze. Più in generale, ha rilevato il sottosegretario fornendo i dati del fenomeno alcol, in Italia ci sono oltre nove milioni di individui di età superiore agli 11 anni che consuma-no alcol secondo modalità a rischio si tratta di 6.719.665 maschi e 2.117.182 femmine, pari al 26,4% e al 7,8%, rispettivamente, della popolazione italiana .
Al momento, ha ricordato Roccella, sono oltre 61 mila i soggetti alcol dipendenti in carico ai servizi socio sanitari. Nella fascia d'età tra gli 11 e i 15 anni, un ragazzo su cinque è un consumatore di alcol a rischio.
Ora , cari ragazzi\e vorrei capire cosa vi spinge a bere a dismisura e ridurvi uno straccio ogni fine settimana e ogni festività . E' vero che qualche volta si può eccedere , ve lo dice uno che c'è passato e che ad ogni spuntino \ festa si faceva in polvere sia perché lo voleva lui nonostante l'alcool li facesse male ( soffre di cefalea e di riflusso gastro esofageo ) sia per la legge del branco  dalla  quale  lotto ( ed  è questo uno degli scopi del blog  )  con  cadute  e rialzi  per  non cadarci o uscirne  per  quel poco che  c'è rimnasto  di me







dove alcuni amici "ubriaconi" che reggono meglio l'alcool meglio di lui lo facevano con scuse o con toni scherzi ( l'acqua fa male il vino fa bene , bevi compagno , bevila tutta , ecc ) e che poi ha capito che si stava facendo del male otre a fare figuraccce , fra cui l'ultima con una dele sue migliori amiche e che tale esperienza era solo un esperienza negativa effimera , ma iniziando a quell'età ( più basa della mia ,che era 14\15 ) vi fate peggio . E poi , in base alla mia esperienza , questa è per parafrasare una canzone degli anni '60\70 più volte citrata nellla  mia  blog comunity  : << la gente della mia età andare via \lungo le strade che non portano mai a niente (....) >> qui il testo


e che    a volte  è meglio uscire  dalla legge del branco ( vedi video )   e decidere tu   sen  continuare  in una  esperienza  che  è solo distruttiva  o  pure smettere  finche  sei in tempo  . Io ho deciso  di  fermarmi in tempo   con la mia esperienza dell'alcool  infatti , i problemi si dimenticano ma solo momentaneamente per poi tornare passata la sbronza magari più pesantemente di prima Quindi  ragazzi non buttatevi via  , bevete  se  volete bere  , anche  se  moirete di morte lenta  ,  ma  incominciate  più tardi  e  soprattutto  appena vedete che   vi sta facendo male  non continuate  fino alla sbronza 

2.8.08

DOMENICA MALEDETTA DOMENICA

DOMENICA MALEDETTA DOMENICA

















DOMENICA MALEDETTA DOMENICA





Un giovane designer divide i suoi favori sessuali tra una donna divorziata in carriera e un medico ebreo, finché li abbandona entrambi. Scritto da Penelope Gilliat, è, in mirabile equilibrio tra introspezione psicologica e sociologica precisione di particolari, un film di struggente tristezza in cui “Schlesinger è al suo meglio e mette a punto quel romanticismo malinconico e preciso, tutto sfumature, sospensioni e sguardi che rappresenterà d'ora in poi la sua corda migliore ...” (E. Martini). S'intravede, nella parte di un giovane vandalo, Daniel Day-Lewis. (Morandini)













TRAILER          



Ma il film è molto molto di più. Lo vidi al Film Studio nel 78 (è del 71)








avevo 15 anni e mi aprì la mente (come tanti altri film degli anni 70) per








la leggerezza su argomenti considerati scandalosi all'epoca. Al di là del








rapporto a tre di cui hanno già BEN scritto, dell' omosessualità e della








bisessualità del ragazzo accettata dai due amanti, della solitudine di fondo








di tutti e tre e dell'egoismo cinico del giovane, quello che mi ha colpito




rivedendolo oggi è....




l'attualità dei danni provocati dalle famiglie ( il quarto personaggio mai








citato dalla critica) buoniste e permIssive con i figli. 








Questo film, di grande profondità nei rapporti e nei sentimenti, esplica in




modo mirabile e preciso la realtà di quegli anni nell'educazione filiale delle




giovani coppie e del rapporto tra giovani coniugi.








Memorabile la scena della telefonata in cui la  donna non riesce a sentire








cosa le stanno dicendo per il chiasso indiavolato che fanno i numerosi








BAMBINI, e lei non s'innervosisce mai né perde la pazienza,anzi sorride








beata e tranquilla.








I bambini venivano lasciati liberi di fare ciò che volevano e l'imperativo per i genitori era quelllo di non dover mai pronunciare la parola "no"  per non creare traumi e blocchi psichici nella crescita e formazione della personalità.Questo consigliavano i teraupeti più in di allora. Aglialbori di quel buonismo radical chich che ha creato "mostri" e mostruosità, di cui oggi paghiamo le conseguenze e mi fanno ridere quelli che ancora si domandano del vuoto giovanile, sono i figli di quei bambini,mi pare ovvia la risposta no?




Tornando al film, altra scena memorabile, fuori dal rapporto a tre e non




solo nell'ambito sessuale e sentimentale, sempre riguardo alla famiglia








tipica anni 70, è ...








La scena della canna, dove moglie e marito fumano uno spinello dopo aver








messo a letto i figli ma poi .... (non continuo per chi vuole vederlo)




Naturalmente non tutti approvano quel tipo di "educazione" e il








personaggio di Glenda Jackson, LO DIMOSTRA agendo in modo








diverso con i bambini ed i ragazzi, un atteggiamento che si rifletterà




anche nel rapporto con il suo giovane amante.




Ora non vado avanti nell'analisi per non annoiarvi e non rivelare troppo, 








spero di avervi fatto capire cosa intendo per analisi approfondita di un




film che non può fermarsi ( COME CRITICA) all'uscita, restando








immutabile, ma va rivalutata e studiato nel tempo, specialmente quando il




film in questione è un vero capolavoro come questo.








Non è affatto facile portare avanti realtà di sfondo (anni 70 e società) e




sentimenti  così complessi. La scrittura perfetta di Penelope Gilliat e la




magistrale alchimia di un regista attento e sensibile come Schlesinger,




hanno creato il terreno fertile dove far muovere attori irripetibili oggi.








Dopo quel film andai a cercarmi tutti quelli che la Jackson aveva




interpretato prima, senza smettere mai di seguirla.




Buona domenica, baci a tutti voi




Rossella.




NB:




Ultimamente lo potete vedere sul canale satellitare M.G.M.
























8.6.08

Ballare sul mondo(Dedicato all'ultimo giorno di scuola)


Sospesa. L'aria sembra un po' più fina l'ultimo giorno, quando tutto si conclude, e afferri la vita. E, se ci fai caso, il tempo non è mai inclemente. Forse non lo è nel tuo paesaggio del cuore, perché finalmente scavalchi quella finestra e l'aula, d'improvviso, pare sgombra anche quando risuona ancora di voci, anzi di strida, e profuma di dolci e spuma di bevande. L'avverti estranea e la respingi, forzata e triste, e inadeguata, e il suo grigiore ti mette un po' d'imprevista nostalgia. E si vorrebbe frugare pensosi quel sottile dolore, impigliato qua e là, come a caso, fra le maglie gaudenti dei compagni e l'inarcatura delle spalle dell'amica, che finalmente si scopre bella e libera.

Vorresti cacciare e insieme lasciarti sedurre da quel suono arcano e vibrante, come un'eco perenne. In un angolo, dopo aver condiviso la festa, ti apparterai ascosamente. Non ti hanno nominato il più bello della scuola, né la più attraente delle compagne, eppure sai di esserlo, e resta in te un ardore inespresso, un interrogativo trepidante. Ti attira e ti stordisce quell'uscio a metà. Il solco del mondo fuori. Quando non ti sarà più permessa l'indulgenza verso gli altri, e ti renderanno spietato verso il tuo corpo e la tua mente.
Ne sei, in fondo, consapevole. Ma non ci pensi già più.I tuoi anni sono  rapidi e infiniti. Corri nel sole. T'immergi nella sua vaga carezza.

 

 Daniela Tuscano



 


17.5.08

ADOLESCENTI FIGLI DEL VUOTO E DELL'IDIOZIA MEDIATICA?!!



Resto sconcertata nel leggere, con quanta ipocrisia alcuni giornalisti oltre ai soliti psicologi, psicoteraupeti, tuttologi, psichiatri e presenzialisti del circo mediatico, si affannano a trovare un colpevole sul vuoto o meglio buco nero che sta dilaniando gli adolescenti. In realtà da una parte si cerca solo di vendere più copie "Gridando dall'alto dei titoli" e dall'altra di alzare l'ascolto, oltre a tutti i libri che a breve sicuramente ci spalmeranno in ogni dove sull'argomento.
Gli adolescenti sotto mira, dopo l'orrendo stupro (ennesimo) ai danni di una quattordicenne, la vittima, e  i suoi tre aguzzini, di poco più grandi.
Mi stupisce la meraviglia di tutto ciò, perchè era prevedibile. Basterebbe guardare indietro di venti o forse trent'anni per capire quanti "orrori" certi psicologi hanno creato nelle famiglie. E risalire la china fino ad oggi, è facile dare sempre la colpa ad internet, ai film violenti, o alle famiglie assenti, dopo aver fatto il danno.
Trent'anni fa appunto, l'imperativo era questo: "Mai dire la parola no ai bambini, lasciarli liberi di fare tutto, non mettere limiti, niente puntelli, niente freni che possono inibirli, mai sgridarli altrimenti gli vengono i traumi" (in sintesi per motivi di lunghezza) era la fine degli anni 70, esattamente il 79-80.
In tutta l'europa impazzava questa follia. Ora noi sappiamo quanto i bambini abbiano bisogno del contrario, conoscere le regole e rispettarle per poter formare una personalità sana. Sapere fin dove possono andare e dove devono fermarsi, conoscendone i motivi. Le punizioni e i castighi, non corporali certo, ma quando si sbaglia devono esserci, per capire come e in che modo si sta sbagliando. E non premiarli ogni volta che perendono un buon voto con un regalone, ma con tanto affetto.
I bambini vogliono autorità dai genitori, la cercano per crescere e capire. Quando questa viene a mancare è il caos, perdono i riferimenti e la crescita come in una pianta, va storta. Adesso non sto a farvi una lezione di pedagogia dell'età evolutiva, però quello era solo l'inizio della catastrofe di oggi. Gli adolescenti attuali sono figli di quei bambini, ai quali non è stato insegnato a metabolizzare l'emotività, controllare e percepire l'emozioni vivendole . Totalmente incapaci di fare i genitori, totalmente incapaci di trasmettere affettività e autorità. Fallimento massimo dell'educatore principe, la mamma e il papà.
Gli adolescenti pagano amaramente questa grave mancanza sulla propria pelle, andandosi a cercare affettività surrogate, trovandole nel sesso, senza sapere cosia sia veramente il sesso, come non sanno cosa siano i sentimenti.
Chi non prova sentimenti come fa a capire quanto dolore quanto male può provocare ad un altro? .. Tutto diventa un gioco per "crescere" ed essere uguali agli altri, ma agli altri chi? I modelli di mamma tv... Ecco i riferimenti di questi ragazzi. I tronisti per i maschietti e le veline o finte fidanzate per le femminucce. Tutto flette sull'estetica, devono essere belli e sexi, mostrare per richiamare l'attenzione, il corpo percepito come un prodotto da vendere. La tv è un canale che fagogita tutto e il moige invece di condannare questi deprecabili programmi per ragazzi, censura i film violenti è tutto ridicolo ....
Ecco un'altra cosa che mi ha fatto veramente incazzare,  i giovani definiti come adoranti dell'odio, unica parola conosciuta e spesso riportata per sensazionalismo. Concludendo (cito dall'articolo) gli adolescenti attuali vivono nel sensazionalismo di se stessi.
E cosa c'è da meravigliarsi? .. Sono figli della nostra tv, dove tutto viene enfatizzato e gridato. Anche le previsioni del tempo devono terrorizzare lo spettatore, ogni notizia viene esaltata ed accentata dallo speaker. Se piove in inverno è una tragedia, se fa caldo d'estate anche. Ma se poi i morti di una delle tante disgrazie in giro per il mondo, sono un numero eclatante,allora la voce dello speaker quasi si eccita e la grida contento, consapevole che farà notizia...
E' vero che i ragazzi sono spugne che assorbono tutto ed è anche vero che non sono in grado di decodificare i messaggi che ricevono. Ma non vanno demonizzati, come non vanno demonizzati i genitori incapaci di educare, sono loro che devono essere aiutati per primi,  che si tolgano di mezzo tutti gli psicologi, psicoteraupeti mediatici d'accatto, (quelli seri non li vedrete mai in tv) perchè fanno solo danni a chi li vede e ascolta.
I ragazzi sono pieni di rabbia perchè soli e abbandonati a se stessi, e non vedono un futuro, anzi, non credono più in un futuro, esiste solo l'oggi. Questo anche grazie alla società in cui viviamo che macina tutto e tutti come merce da sfruttare nel consumo. Non c'è più l'essere umano, ma solo il consumatore.
Una ragazzina che pensa di essere vecchia a 18 anni e che quindi vende foto del suo corpo nudo a 15 sul cellulare, per 10 euro, dicendo che può farlo adesso, perchè poi sarà vecchia, fa riflettere. Il pudore non esiste non è conosciuto, esiste solo il vendersi per denaro. "E' normale lo fanno tutte le mie amiche". Non conoscono il rispetto e il valore della propria persona perchè nessuno gli ha insegnato ad amarsi.
I ragazzi chiedono di essere ascoltati, capiti, voluti, protetti,rassicurati e principalmente ... amati! Ma non in un programma televisivo porca miseria! Facendo mercimonio dei sentimenti.
Educare è un mestiere difficilissimo, forse il più difficile di tutti. Nessuno c'insegna ad essere dei bravi genitori. Mio nonno diceva :"Mazze e panelle fanno i figli belle" Saper dire no, è un atto d'amore non lo è mai il contrario.
A questo proposito ricordo una storia edificante dei tempi dell'università. Una signora della roma bene, va a trovare il figlio in carcere a regina coeli, gli si avvicina chiedendogli come stava. Il ragazzo le da un morso sul naso così forte che quasi glielo stacca. La riteneva responsabile della sua disgrazia perchè lei non l'aveva fenato dandogli sempre tutto, non gli  aveva mai detto NO!
E' un paradosso che fa riflettere. Prima di demonizzare la rete che forse a oggi è l'unico mezzo che riempie le solitudini interiori dei giovani, facciamoci tutti un bell' esame di coscienza.



Buon fine settimana,baci Rossella.


Decostruire la mascolinità non significa demolire l’uomo. È reinventarlo, liberarlo dalle catene degli stereotipi affinché possa essere se stesso,

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