DOMENICA MALEDETTA DOMENICA
Un giovane designer divide i suoi favori sessuali tra una donna divorziata in carriera e un medico ebreo, finché li abbandona entrambi. Scritto da Penelope Gilliat, è, in mirabile equilibrio tra introspezione psicologica e sociologica precisione di particolari, un film di struggente tristezza in cui “Schlesinger è al suo meglio e mette a punto quel romanticismo malinconico e preciso, tutto sfumature, sospensioni e sguardi che rappresenterà d'ora in poi la sua corda migliore ...” (E. Martini). S'intravede, nella parte di un giovane vandalo, Daniel Day-Lewis. (Morandini)
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Ma il film è molto molto di più. Lo vidi al Film Studio nel 78 (è del 71)
avevo 15 anni e mi aprì la mente (come tanti altri film degli anni 70) per
la leggerezza su argomenti considerati scandalosi all'epoca. Al di là del
rapporto a tre di cui hanno già BEN scritto, dell' omosessualità e della
bisessualità del ragazzo accettata dai due amanti, della solitudine di fondo
di tutti e tre e dell'egoismo cinico del giovane, quello che mi ha colpito
rivedendolo oggi è....
l'attualità dei danni provocati dalle famiglie ( il quarto personaggio mai
citato dalla critica) buoniste e permIssive con i figli.
Questo film, di grande profondità nei rapporti e nei sentimenti, esplica in
modo mirabile e preciso la realtà di quegli anni nell'educazione filiale delle
giovani coppie e del rapporto tra giovani coniugi.
Memorabile la scena della telefonata in cui la donna non riesce a sentire
cosa le stanno dicendo per il chiasso indiavolato che fanno i numerosi
BAMBINI, e lei non s'innervosisce mai né perde la pazienza,anzi sorride
beata e tranquilla.
I bambini venivano lasciati liberi di fare ciò che volevano e l'imperativo per i genitori era quelllo di non dover mai pronunciare la parola "no" per non creare traumi e blocchi psichici nella crescita e formazione della personalità.Questo consigliavano i teraupeti più in di allora. Aglialbori di quel buonismo radical chich che ha creato "mostri" e mostruosità, di cui oggi paghiamo le conseguenze e mi fanno ridere quelli che ancora si domandano del vuoto giovanile, sono i figli di quei bambini,mi pare ovvia la risposta no?
Tornando al film, altra scena memorabile, fuori dal rapporto a tre e non
solo nell'ambito sessuale e sentimentale, sempre riguardo alla famiglia
tipica anni 70, è ...
La scena della canna, dove moglie e marito fumano uno spinello dopo aver
messo a letto i figli ma poi .... (non continuo per chi vuole vederlo)
Naturalmente non tutti approvano quel tipo di "educazione" e il
personaggio di Glenda Jackson, LO DIMOSTRA agendo in modo
diverso con i bambini ed i ragazzi, un atteggiamento che si rifletterà
anche nel rapporto con il suo giovane amante.
Ora non vado avanti nell'analisi per non annoiarvi e non rivelare troppo,
spero di avervi fatto capire cosa intendo per analisi approfondita di un
film che non può fermarsi ( COME CRITICA) all'uscita, restando
immutabile, ma va rivalutata e studiato nel tempo, specialmente quando il
film in questione è un vero capolavoro come questo.
Non è affatto facile portare avanti realtà di sfondo (anni 70 e società) e
sentimenti così complessi. La scrittura perfetta di Penelope Gilliat e la
magistrale alchimia di un regista attento e sensibile come Schlesinger,
hanno creato il terreno fertile dove far muovere attori irripetibili oggi.
Dopo quel film andai a cercarmi tutti quelli che la Jackson aveva
interpretato prima, senza smettere mai di seguirla.
Buona domenica, baci a tutti voi
Rossella.
NB:
Ultimamente lo potete vedere sul canale satellitare M.G.M.