di cosa striamo parlando
Costruttori di futuro: tre realtà giovani del settore agro-alimentare raccontano come sia possibile coniugare valori e business. Un progetto di Istituto Oikos, un'organizzazione no profit che da oltre 20 anni si impegna a proteggere foreste, acqua, suoli, ambienti marini e fauna in Italia e nel mondo.
Valentina ha 25 anni e subito dopo il diploma ha preso le redini dell'azienda di famiglia. Si occupa di maialini neri, animali allevati da quattro generazioni secondo le direttive del bisnonno: tenerli solo allo stato brado, lasciarli pascolare in libertà dentro al parco dei Monti Sibillini, in Umbria.
che si differenzia da questo qui sotto
Avviso ⚠️ per i sensibili di stomaco ed emotivi
ho proposto come provocazione alla mia amica Cinzia Barillaro ( alcuni di voi la conosco per un intervista che li feci tempo fa per il blog ) , la storia che trovate sopra chiedendone il suo parere da li è nata questa interessantissima discussione che ha arricchito entrambi in particolare me . e confermandomi ulteriormente che non tutti i vegani e vegetariani sono modaioli e irrispettosi verso " i carnivori " ( anche se per la verità lo sono poco per motivi di salute ) e a vedere anche un altro lato della teoria steirneriana che consideravo solo ed esclusivamente come astrusa . Ebbene da tale provocazione n'è nata una interessante discussione che sotto , con il permesso \ autorizzazione di Cinzia riporto
a molto pensare. Questo modo di allevare mette in risalto il dramma e ripropone il quesito: si può allevare a fini alimentari animali "felici"? Queste creature conosceranno il coltello. I sopravvissuti affrontano i lutti dei loro cari scomparsi. E non ha nulla a che vedere con la naturale perdita che le popolazioni di suini selvatici subiscono a causa delle attività predatorie di animali cacciatori. In quel caso (proprio come dice la giovane simpatica allevatrice) i maiali attivano strategie protettive per i piccoli e i loro cari; possono decidere se affrontare il pericolo o fuggirlo, scegliere quale soluzione adottare e dunque ad ogni attacco predatorio c'è sempre speranza di sopravvivenza, i giochi non sono chiusi. L'allevamento alla fine chiude i giochi in una maniera ineluttabile, tutto finisce in un luogo innaturale , in seguito a deportazione, incanalamento in delle strutture innaturali, attese forzate, vie di fuga zero, possibilità di ingegnarsi e gradi di libertà annullati; questo sì provoca una sofferenza e un terrore davanti ai quali gli animali (noi umani compresi) non sono sorretti da alcun conforto naturale. Oggi l'etologia cognitiva non ci dà scampo, gli studiosi hanno evidenziato come i suini (ma anche tutte le altre specie animali) meritino di essere conosciute non per le loro interiora, ma per la loro interiorità. L'etologia riconosce anche il valore dell'individuo al di là delle caratteristiche di specie per cui ogni individuo possiede una personalità specie specifica.
E tu cosa ne pensi?
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