si al giorno del ricordo ma non mettiamolo sullo stesso piano della giornata della memoria

Lo  so     che  mi ripeto   ed  mi arriveranno     ancora  email   in cui mi s'accusa  d'essere  passatista   e  di dedicarmi  ad  anticagli  , ecc 
 Ma    se  ancora  tali eventi   drammatici    vengono   strumentalizzati   e  messi  sullo  stesso piano    d'altri (  ecco il perchè  della mia provocazione   di    rimuovere  la  giornata   del  ricordo  \  10  febbraio    non il ricordo e la  sua  celebrazione  di  cui   ho   scritto    precedentemente   )      si  rischia la banalizzazione   e  lo svuotamento  di tali  tragedie
Ecco quindi  che  la decisione   di quelle  amministrazioni e  scuole  che  celebrano  per   problemi  organizzativi  (  non  solo per motivazioni ideologiche  )    con un’unica cerimonia l’olocausto del popolo ebraico  soprattutto   e i martiri delle foibe, non può assolutamente essere condivisa.

Tale scelta  si tratta,  di un errore culturale, storico e politico. Non a caso il legislatore ha infatti voluto tenere ben distinte le due date. La celebrazione di queste ricorrenze non è solo un doveroso e commosso ricordo per  lo  più  pulicoscienza  di tutti gli scomparsi in questi tragici avvenimenti.
La Giornata della Memoria deve essere l’occasione per riflettere sulle persecuzioni razziali e sulle cause culturali, religiose e politiche (che in alcuni casi purtroppo ancora permangono) dell’antisemitismo  e  della  xenofobia . Per ripensare a come, e perché, larghi strati di popolazione – non solo in Germania – siano stati accecati da una ideologia così assurda ed abbiano sostanzialmente avvallato una politica di sterminio del popolo ebraico e di tanti altri cittadini ritenuti “diversi”, inferiori, nemici. Per ricordare come anche l'Italia da prima minoritaria   , poi  dal 1936 e  con l'apotesi   1938  con le  leggi razziali , in , abbia purtroppo visto episodi di progressivo antisemitismo culminati  nell’arresto e nell’assassinio di nostri concittadini   ed  la collaborazione  con  l'alleato \  poi  occupante  tedesco  nella deportazione  e  nella  soluzione  finale    unicamente colpevoli di essere, secondo la delirante propaganda nazista e fascista, di “razza ebraica” . Con diversi  cha  purtroppo, collaborano  con delazioni   e non solo   alla persecuzione e con molti che finsero di non vedere o  per  paura  non  reagirono   e   stettero zitti  .
Il  giorno del ricordo  ovvero  La tragedia delle foibe, seguita poi   dalle persecuzioni del regime  di Tito e   dall'esodo  dalle loro terre   ,  periodo storico   finalmente riportato al ricordo di tutta la nazione  e  non solo di una ristretta  cerchia di persone    studiosi  \  specialisti  er   lo  più , ha cause – aberranti motivazioni – che sono diverse da quelle dell’olocausto e che richiedono  meglio  dovrebbero   momenti di meditata riflessione senza reticenze né strumentalizzazioni. Per troppi anni, su questo tema, si è taciuto facendo calare il silenzio   totale  ( o quasi  ) su immani ecatombe.
Occorre ora svegliarsi da questo “sonno della memoria” mirando però a superare la visceralità di un ricordo in qualche modo ancora inquinato proprio da quelle ideologie totalitarie – fascismo e comunismo – che hanno determinato il dramma della Venezia Giulia o meglio di quello che alcuni  chiamano   confine  orientale  L’odio sciovinista, i sentimenti anti-slavi e quelli anti-italiani, le violenze mussoliniane e quelle titoiste, hanno creato un groviglio di contrasti che  ancora  oggi   non  è superato  ed  è  difficile superare.
Ma tacere, rimuovere, non ci aiuta: solo il parlare   ed  il raccontare  in maniera  obbiettiva   tali eventi   ci farà finalmente liberi. Ci vogliono però analisi storiche e politiche serie, serene e senza secondi fini. Ecco quindi  che  Celebrare la Giornata della Memoria dell’olocausto insieme a quella del Ricordo delle foibe non aiuta a capire le diverse motivazioni dei due drammi, rischia (  scusate   la  retorica    celebrativa  ,  ma   è  a  volte  davanti   a  tali  ricorrenze  storiche  non  è  semplice    non esserlo  ) solo di togliere valore e sacralità a ciascuna delle due commemorazioni. Perché, se è vero che è la morte di tanti innocenti che le accomuna  è pur vero che proprio a queste vittime  e  sopravvissuti  noi dobbiamo un contributo di verità. Perché tutto ciò non si possa mai più ripetere. Si tengano ben distinti, quindi, i due diversi momenti di approfondimento nelle istituzioni civiche, nelle scuole, anche nelle chiese  e  sui media  .Per evitare che la melassa della retorica, quella dei buoni sentimenti che durano un giorno, l’abbia vinta – ancora una volta – sulla forza della ragione.

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