19.2.22

Roma, l'appello shock dell'ex prof del Righi sui social: "Preghiamo per chi manda le figlie a scuola vestite come tro..."

 DI COSA    STIAMO PARLANDO

DA repubblica ( QUI L'ARTICOLO https://bit.ly/3H7VEiJ ) questa #schifonotizia


Roma, l'appello shock dell'ex prof del Righi sui social: "Preghiamo per chi manda le figlie a scuola vestite come tro... . avremmo necessità di un serio sistema di reclutamento e di valutazione dei docenti, quest'ultimo non esiste e siamo gli unici un Europa. Aveva ragione Gaber : << C'è un'aria, un'aria, ma un'aria >>. Lo so che : << Comunque la stanno facendo troppo lunga, e basta! >> come hanno
scritto in un commento sul mio facebook . 
Ma però una cosa lasciatemela dire, a costo di risultare impopolare ed essere ( anche se ho imparato a scivolarci su ) del retrogrado ed all'antica da parte progressista soprattutto quella radical chic .
Possiamo stare a discutere ore sull’opportunità o meno di un dress code a scuola, sull’esigenza di
un certo tipo di decoro ed comportamento da tenere in aula e, per carità, posso anche essere d’accordo.
Ma mentre discutiamo di questo, però, la situazione sta sfuggendo completamente di mano e finendo sullo sfondo il vero tema della questione. Anzi, i temi:
1. Che è inammissibile, senza se e senza ma, che un’insegnante dia, di fatto, della prostituta a una ragazza di 16 anni semplicemente per un ombelico di fuori o una maglietta corta
2. Che se, invece di una ragazza a pancia scoperta, ci fosse stato un ragazzo in bermuda, non gli avrebbe detto “Stai sulla Salaria?” ma “Non sei al mare”.
3. Che il minimo che possiamo e dobbiamo pretendere da un educatore, un insegnante in questo caso , è che sia in grado di dare ai ragazzi gli strumenti per capire cosa è eventualmente opportuno e cosa non lo è. Di educare, appunto, non di umiliare e offendere come se fossimo, più che in un’aula scolastica, nell’ultimo baraccio della Salaria (e non in quel senso).
4. Che si può o meno condividere la loro protesta, ma non si può sentire gente della mia età e oltre che si permette in modo insopportabilmente paternalista di dire a ragazzi di 16 anni per cosa è giusto o non è giusto scendere in piazza, per cosa vale o non vale la pena farlo, ignorandoli bellamente quando gli stessi scendono in piazza contro lo sfruttamento e le morti sul lavoro a scuola e vengono manganellati ( se non peggio ) dalla polizia.
Parliamo, prima di tutto, di questo. Impariamo - noi da loro - a mettere davanti le cose che davvero contano, gli insulti che feriscono, le parole che pesano come macigni, il rispetto dell’altro, del ruolo e del senso fondamentale dell’insegnante, il più importante al mondo

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