5.2.22

Tutte le "pietre preziose" del curling vengono da una sola, piccola isola

da La pierre précieuse du curling | Euronews  e     da  repubblica  del  1  febbraio 

Come di consueto, e Pyeongchang 2018 non fa eccezione, con l'avvio dei Giochi Olimpici
invernali si riaccende la passione globale per il curling, quella curiosa disciplina - un po' la variante invernale delle bocce - in cui due squadre fanno scivolare pesanti pietre di granito levigate (stone) sul ghiaccio verso un'area di destinazione.
Ciascuna pietra utilizzata alle Olimpiadi è fatta di un particolare granito estratto su un'isola disabitata al largo delle coste scozzesi, Paese da dove si presume lo sport abbia origine. L'isola si chiama Aisla Craig ed è a metà cammino tra Belfast e Glasgow.

Scozia, l'isola delle stones perfette per il curling. "Da 100 anni alle Olimpiadi, non esiste un granito migliore"





Posta nel Firth of Clyde, tra Glasgow e Belfast, Ailsa Craig "fornisce" le "pietre" alle organizzazioni dei Giochi invernali dalla prima edizione del 1924. Già dimora dei cattolici in fuga dalle persecuzioni post Riforma, oggi è abitata solo da pulcinelle di mare, sule e foche. Una fabbrica che ha sede vicino a Glasgow lavora le due varietà locali della roccia vulcanica, in modo da esaltare le caratteristiche di resistenza a urto e corrosione, ideali per quello sport

Un'isola scozzese piccola, remota, la silhouette perennemente divorata da mare e intemperie che ne modellano le forme. Sule e pulcinelle di mare come unici abitanti - seppure in massa - oltre alle foche - da quando, a fine XVI secolo, i cattolici in fuga dalla riforma protestante l'avevano temporaneamente adottata come rifugio. Oggi Ailsa Craig è una riserva naturale disabitata. L'unica forma di insediamento umano è l'estrazione di quel granito che nei secoli si è dimostrato materia prima ideale per la produzione delle stones, le pietre da 18-20 kg utilizzate nel curling. Originario proprio delle Highlands scozzesi e oggi praticato da nordici, anglosassoni e nei Paesi prettamente alpini, lo "sport delle bocce su ghiaccio" ha da qualche Olimpiade saputo conquistarsi, nei suoi passaggi televisivi, ammirazione e curiosità forse non del tutto attese anche alle nostre latitudini. Con Pechino 2022 al via, e con il curling tra i primi eventi in programma, può essere curioso scoprire quest'isola, e la fabbrica non poco distante, alle porte di Glasgow, dove le "pietre" vengono intagliate e raffinate: l'una e l'altra forniscono le stones ufficiali, impiegate in tutti i match olimpici sin dai primi Giochi, Chamonix 1924.

Un chilometro quadro di estensione, l'isolotto giace nel Firth of Clyde, la profonda insenatura che a Sud-ovest di Glasgow si protende fin quasi all'Irlanda del Nord, separato dall'Atlantico a occidente dall'isola di Arran e dalla penisola del Kintyre. Qui, all'incirca a metà della rotta ipotetica tra la più grande città scozzese e Belfast, l'azienda Kays Curling, che produce le stones dal 1851 e a sua volta le fornisce agli organizzatori dei Giochi invernali da sempre, viene a estrarre e a prelevare la roccia, con tanto di esclusiva. "Sono ormai quasi duecento anni che Ailsa Craig è la fonte di granito pressoché unica per le stones", ha spiegato all'agenzia di stampa France Presse il titolare dell'azienda, Jim Wylie.

Il ciclo produttivo si completa appunto nella sua fabbrica, che ha sede Mauchline, una trentina di chilometri a Sud-Sud ovest della stessa Glasgow, altrettanti circa a Nord-Nord est da Ailsa Craig. La perforazione, lavorazione e lucidatura delle pietre, che misurano 28 cm di diametro, richiede 5 ore. "Non abbiamo finora trovato alcun tipo di granito migliore per produrre una stone - spiega Wylie - Ci sono stati alcuni tentativi in luoghi diversi ma nessuna materia prima si è rivelata altrettanto adatta".

(afp)

Nelle cave di quest'isola vulcanica si trovano due tipi diversi di granito, perfetti per la pratica di questo sport, che - forse non è un caso - è stato concepito sui laghi ghiacciati scozzesi circa 5 secoli fa. Uno di questi (Blue hone) è un granito blu non poroso formato 60 milioni di anni fa da eruzioni vulcaniche e ha tra le sue prerogative una stuttura che la rende capace di sostenere particolarmente bene l'erosione da sfregamento sulle superfici gelate e ghiacciate. L'altro (Common green) è un granito verde particolarmente resistente a impatti del tipo di quelli reciproci tra le stones, in altre parole l'anima del curling. I due graniti sono assemblati secondo una particolare tecnica. Il Blue hone va a occupare la parte bassa, quella che scorre sul ghiaccio, "che può essere assai abrasivo", spiega Wylie, tanto che basta veramente nulla perché "una possibile medaglia d'oro si trasformi in beffa". Il Common green, giocoforza, presidia i fianchi, l'area ad alta frequenza d'urto.

Olimpiadi a parte, le pietre prodotte da Kays Curling vengono esportate in 70 Paesi e la domanda è in crescita. I primi mercati sono Canada, America, Svizzera e Austria, ma, spiega il direttore generale Jim English, "vendiamo anche in America del Sud, Corea del Sud, Afghanistan e Nigeria".

Il curling, con il doppio misto, ha avuto l'onore di inaugurare la programmazione di questi Giochi invernali. "Sono certo che il nostro sport acquisirà ulteriore popolarità con Pechino 2022 - dice English, prevedendo una "domanda elevata di stones nei mesi successivi".

(afp)

Aisla Craig - From: The Library of Congress, Washington, D.C.

Dal 1924, dalla prima edizione dei Giochi di Chamonix, Kays of Scotland è il produttore e il fornitore esclusivo di questa "pietra preziosa" per uno sport che - con nomi diversi (a quel tempo era chiamato Openair) - ha fatto parte del calendario olimpico invernali fin dagli albori. Kays è stata fondata nel 1851 e impiega 16 persone.
I blocchi di granito portati dall'isola vengono segati in lastre e poi uniti per ottenere una sorta di foggia a mo' di "formaggio".
Per ottenere il risultato finale, le pietre grezze sono "formate" con granito verde comune e riempite di granito blu nella parte superiore e inferiore.
La parte verde offre solidità all'insieme, permettendo alle diverse pietre di scontrarsi senza rompersi. La parte blu viene utilizzata per la superficie di gara. Il Blue Hone è un microgranito che non trattiene l'umidità e quindi resiste al congelamento e allo scongelamento che potrebbe distruggere la pietra.
Ogni stone costa 470 sterline (circa 528 euro). La fabbrica produce otto o nove pietre al giorno, tra le 1.800 e 2.000 tonnellate l'anno, con una lista d'attesa di tre mesi. Le pietre hanno una "vita" media di 50 anni.
"Nel 1998, quando il curling è diventato sport olimpico a Nagano, in Giappone, lo praticavano 25 paesi al mondo", spiega Mark Callan, direttore di Kays. "Ora nel 2018 ce ne sono 60 quindi, in 20 anni, è più che raddoppiato - un'enorme esplosione di questo sport".
Paesi come l' Afghanistan e il Messico hanno recentemente ingrossato le fila di chi pratica questa antica disciplina. La World Curling Federation sta dialogando con Iran, Iraq, Qatar ed Emirati Arabi Uniti affinchè questi stati entrino a farne parte.
Il Pyongyang Olympic Curling Tournament è iniziato l'8 febbraio, alla vigilia della Cerimonia di apertura, e prosegue fino al 25 febbraio.
Kaitlyn Lawes della squadra CanadeseREUTERS/Toby Melville


Nessun commento:

Diario di bordo n 90 anno II . il diritto di essere brutti e piacersi lo stesso., se tutti hanno un costo nessuno ha un valore ., Giulia Lamarca: «Ogni disabilità ha un margine di indipendenza»

In questa tempi in cui la bellezza è imposta ed autoimposta ( vedere l'aumento d'interventi plastici spesso non necessari e il ricor...