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12.4.25

DIARIO DI BORDO N 114 ANNO Ⅲ luccarelli su elena Cecchetin ., Calano gli iscritti all'ora di religione ma è boom di domande per insegnarla.,L'assurdo ricorso ( poi perso ) di una famiglia contro la valutazione del figlio, iscritto al secondo anno di un liceo scientifico di Gallarate spioni di stato il caso di don Ferrari ., il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata dei manifesti omofotransfobici dei cosiddetti “Pro vita”..,

 Concordo   con  questo commento  . A  volte   la  famosa blogger   scantona


Il problema non è che Elena Cecchettin sia o no populista: lei è una vittima, le hanno strappato un pezzo di carne, nessuno le restituirà mai più niente e ha diritto di raccontare il suo dolore e il suo
punto di vista.
Il problema sono le persone che stanno sempre sedute dalla parte sbagliata della storia e usano le persone più fragili come cecchini per fare hype.
Per carità, che modo terribile di profanare gli altri.
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Calano gli iscritti all'ora di religione nelle scuole italiane, ma è boom di domande per insegnare la materia. Ai due concorsi pubblici (ordinario e straordinario) banditi nel 2024 si sono presentati in oltre 18mila: per l'ordinario sono state presentate 6195 domande su 1928 posti disponibili, per il concorso straordinario le candidature sono state oltre 12mila (12713) per 4500 posti. Si tratta dei primi due bandi in vent'anni finalizzati a stabilizzare la condizione dei docenti di religione cattolica, l'ultimo era stato nel 2004. E se la prospettiva di una cattedra è una vittoria per gli insegnanti, il calo di alunni è una sconfitta per tutti, soprattutto per i ragazzi. Almeno così la pensa Moira Pattuglia, referente nazionale IRC di Anief (il sindacato dei docenti, ATA e di tutto il personale della scuola ) che in 20 anni di insegnamento della materia ha visto crescere migliaia di ragazzi dalla primaria alla secondaria di secondo grado: «È un peccato, forse non è chiaro che l'ora di religione non è catechismo. È uno spazio di confronto su tanti temi, dalla dignità della persona umana, all'inclusione, l'ambiente, i diritti e l'empatia. I ragazzi fragili di oggi ne hanno più che mai bisogno».   Secondo i dati del Ministero dell'Istruzione divulgati da Uar (Uar Unione degli atei agnostici e razionalisti) tra il 2022 e il 2023 si registra un calo di 82mila ragazzi iscritti alla materia, passati da 1.096.846 a 1.014.841.  Chiesa, crollo degli studenti all'ora di religione: dai dati resi pubblici, Bologna e Firenze le città italiane più laiche tra tutte Professoressa, lei è preoccupata da questi dati? Bisogna fare delle distinzioni geografiche, al sud c'è
una percentuale altissima di adesioni che diminuisce salendo lo stivale. Non sono preoccupata perché credo che sia ancora l'opzione maggioritaria : la media di adesioni è dell'85%. Sono stati aggiornati i programmi didattici nell’Intesa del 2012 e il nostro impegno è costante per ascoltare i ragazzi e supportarli nella crescita. A cosa è dovuto secondo lei questo calo?  Innanzitutto il dato riporta i numeri assoluti e gli alunni sono diminuiti negli anni con il calo delle nascite. Poi la società italiana è cambiata, è sempre più multiculturale, anche se ci sono tanti stranieri che scelgono religione. Va scardinata l'idea che noi svolgiamo un'opera di proselitismo: la nostra è un'ora di cultura, formazione e educazione.  In vent'anni di insegnamento sono cambiati più i ragazzi o le famiglie rispetto alla religione?  Credo che il cambiamento maggiore sia quello dei ragazzi, a 16 anni la scelta di fare religione è dell'alunno. Oggi i giovani sono più fragili, crescere è difficile ma farlo nell'era dei social ancora di più. Hanno bisogno di punti di riferimento, di confrontarsi tra loro e con gli adulti su temi che li riguardano da vicino, per questo le nostre ore sono importanti. Le famiglie a mio parere sono più attente, a volte spaventate, le mie ore di ricevimento sono sempre piene, sanno che abbiamo un canale di comunicazione privilegiato con ragazzi che a volte a casa parlano poco.   Cosa si perderebbe se si eliminasse l'ora di religione nelle scuole? Togliere quest'ora significherebbe togliere uno spazio di riflessione e di crescita. Noi ci occupiamo (insieme a tutte le altre discipline) anche di educazione civica, parliamo di Costituzione, sostenibilità ambientale ed economica, competenze digitali, di fake news. Tramite i dibattiti in aula sviluppiamo il senso critico dei ragazzi, diamo loro gli strumenti per capire il mondo. Parliamo di rispetto della dignità della persona umana, di empatia e di autoregolamentazione. Temi fondamentali in questo momento in cui la cronaca riporta sempre di più casi di violenza tra i giovanissimi, tra cui bullismo e femminicidi.   È capitato che qualcuno che non l'aveva scelta poi ci ha ripensato?  Mi è capitato più di una volta che alunni che all'inizio dell'anno avevano scelto di non frequentare le mie ore poi ci abbiano ripensato, magari spinti dall'interesse mostrato dai compagni per i temi affrontati. È sempre una grande soddisfazione.   C'è qualche esperienza concreta che vuole raccontare in cui ha capito che il suo insegnamento fa la differenza nella vita e nella formazione dei ragazzi?   Ci sono stati studenti che ho preso a 3 anni, alla scuola dell’infanzia e poi li ho seguiti alla primaria, secondaria di primo grado e secondo grado, accompagnandoli alla maturità. Questi studenti nel momento in cui c'è stato il Covid erano al primo anno di università: mi hanno videochiamata, insieme ad altri insegnanti, per raccontare come stavano affrontando questo momento. Mi sono emozionata: questo significa essere un punto di riferimento.   Quali sono le difficoltà di fare l'insegnante di religione oggi?  Io ho 18 classi: 350 alunni all'anno, non è facile seguirli tutti. Dal punto di vista burocratico siamo stati precari per anni, l'unico e ultimo concorso per la stabilizzazione si era svolto nel 2004. Ora finalmente, con l’impegno di Anief ,abbiamo ottenuto la pubblicazione due bandi di concorso (uno ordinario e uno straordinario) che consentiranno la stabilizzazione di oltre 6mila colleghi dopo anni di incarichi annuali. Una vittoria di dignità: siamo insegnanti come tutti gli altri, vogliamo essere considerati alla pari.    "



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Un voto di condotta abbassato da 9 a 8. Tanto è bastato per spingere una coppia di genitori a presentare ricorso contro un liceo scientifico di Gallarate, in provincia di Varese, convinta che il figlio, uno studente di seconda superiore, fosse stato ingiustamente penalizzato. Ma il Tar della Lombardia ha respinto la richiesta, confermando la piena legittimità della valutazione scolastica e condannando la famiglia a pagare mille euro di spese legali. Dietro questo voto apparentemente “positivo”, si è consumata una disputa tra scuola e famiglia. Secondo i genitori, l’8 in condotta non rifletteva il reale percorso di crescita del figlio. Nel primo quadrimestre, infatti, il ragazzo aveva preso un 9, poi sceso di un punto
nella seconda parte dell’anno. Una flessione che, a loro dire, sarebbe stata determinata da un singolo episodio: una copiatura durante un compito di italiano, rilevata dalla docente ma mai verbalizzata. Una leggerezza, secondo la famiglia, che non avrebbe dovuto influenzare il giudizio complessivo. «Il voto di comportamento – si legge nel ricorso – deve essere frutto di un giudizio complessivo della maturazione e della crescita dell’alunno e non deve fermarsi a singoli episodi».
Voto 8: penalizza o favorisce lo studente?
Ma il consiglio di classe ha valutato diversamente. E, ironia della sorte, quell’8 non era stato neanche stato pensato dai docenti come punizione. Anzi, come riportato nella sentenza, il professore di educazione civica aveva proposto quel voto proprio per favorire lo studente, contribuendo a sollevare la sua media delle materie, ferma a 7,5, grazie al fatto che il voto di condotta fa media. I genitori però non l’hanno vista così: per loro, un voto inferiore al 9 ha avuto un effetto «penalizzante» e ha compromesso la posizione del figlio. Inoltre, hanno lamentato di non essere mai stati informati di presunti problemi di comportamento del figlio, accusando così la scuola di «non aver rispettato il patto di corresponsabilità tra docenti e famiglia».
«Anche 7 sarebbe stato giusto»
Per il giudice, chi ha agito correttamente è senza dubbio la scuola. Nella sentenza, si legge che l’8 in condotta corrisponde a un «comportamento generalmente corretto», che pur non essendo «encomiabile» o «irreprensibile» – caratteristiche richieste rispettivamente per il 9 e il 10 – risulta comunque «ampiamente positivo». La valutazione, quindi, è stata considerata coerente e persino favorevole allo studente. Il giudice, infatti, ha riportato che a complicare la posizione del ragazzo nel voto di condotta, c’è stata anche una nota disciplinare «per aver studiato un’altra materia durante un’interrogazione sui Promessi Sposi». Un comportamento che – sottolinea – «avrebbe potuto legittimare addirittura un 7 in condotta». Quanto all’episodio della copiatura, il fatto che non sia stato messo per iscritto non toglie valore al suo peso nella valutazione finale: «Il consiglio di classe può tenere a mente anche episodi non verbalizzati, se ritenuti rilevanti nel contesto educativo». Infine, il giudice ribadisce: «Il voto di 8 in condotta non ha nulla di penalizzante per l’allievo». Ricorso respinto, dunque, e una spesa da mille euro che i genitori dovranno ora sostenere. Tutto per un punto in meno in condot

 

 Quello che è emerso è di una gravità spaventosa.Non solo don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Ong Mediterranea, è stato per mesi spiato dai servizi segreti italiani. Ora viene pure fuori che due anni fa un uomo armato di cacciavite e passamontagna ha provato ad entrargli in casa, per fortuna senza riuscirci.Un episodio che
all’epoca era stato archiviato come un banale tentativo di furto e che oggi secondo molti ha a che fare con lo spionaggio ai suoi danni.
Don Ferrari avrebbe dovuto raccontare tutto questo davanti alla commissione Libe del Parlamento europeo che l’aveva convocato.Peccato che l’audizione sia stata bloccata e rinviata al 23 aprile per l’ostruzionismo di tutti i partiti della destra italiana con la scusa (peraltro non vera) dell’assenza di testimoni non italiani.Viviamo un tempo in cui un prete che salva vite in mare e denuncia i lager dei migranti fa talmente paura da essere spiato, controllato, perseguitato.Sembra esserci un filo rosso inquietante che collega Paragon, lo spionaggio alle ong, il caso Almasri, i rapporti con le milizie libiche e ora pure questo episodio.Solidarietà assoluta a don Mattia Ferrari, uomo di pace e di diritti, e a tutta Mediterranea.Possono rinviare quanto vogliono, rifugiarsi dietro cavilli e vizi di forma, ma prima o dopo verrà fuori la verità. E il governo dovrà rispondere di tutto quello che sa davanti a don Ferrari e a tutti i cittadini italiani.

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È finita nell’unico modo possibile.In meno di 48 ore il Comune di Roma ha ordinato la rimozione immediata dei manifesti omofotransfobici dei cosiddetti “Pro vita”.Il motivo è ovvio: perché sono illegali.“I contenuti sono connotati da stereotipi nei confronti delle persone Lgbtqi+ e potenzialmente lesivi dello sviluppo dei minori”. Fine.Negli spazi pubblici di Roma non c’è spazio per propaganda omofoba di gente che delira di “teoria del gender” e indottrinamento di bambini e usa il volto di minori per seminare odio, disinformare e discriminare persone e comunità.Ha fatto non bene ma benissimo il sindaco Gualtieri a intervenire.Aspettando che altri seguano il suo esempio


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iil caso d Suor Genevieve piange davanti alla salma di Papa Francesco piange davanti alla salma di Papa Francesco . amicizia o violazione del protocollo ? seconmdo me la prima .

Suor Genevieve infrange il protocollo e piange davanti alla salma di Papa Francesco: chi è l'amica di Bergoglio? Ah, perché piangere inf...