8.3.25

in italia non ci sono le discriminazioni Lgbtq e dei nuovi italiani , ma anche quella verso i disabili . "Mio figlio è disabile non ci affittano casa" Da Bergamo la denuncia di Francesca, madre di 4 figli di cui uno disabile

Francesca Carulli, 39 anni, è una madre separata che vive ad Albino, in provincia di Bergamo, con i suoi quattro figli. Il più piccolo, Denis, ha nove anni e soffre di tetraparesi spastica, una condizione che lo costringe a muoversi in carrozzina. La sua vita quotidiana è un continuo affrontare sfide, ma la più grande riguarda la casa in cui vive: un appartamento pieno di barriere architettoniche che non è adatto a lui. Ogni giorno, Francesca è costretta a sollevare il figlio in braccio per affrontare tre rampe di scale, un'impresa che le causa dolori continui alla schiena e le toglie le forze.

Le difficoltà di trovare una casa accessibile
Da due anni, come racconta a Il Giorno, Francesca sta cercando un nuovo alloggio, uno che sia senza barriere architettoniche e che permetta a Denis di muoversi liberamente. Tuttavia, la ricerca si è rivelata un incubo. Ogni volta che contatta un'agenzia immobiliare o un proprietario, la risposta è la stessa:«Non affittiamo a famiglie con persone disabili». Nonostante Francesca possa permettersi di pagare un affitto di 600-700 euro al mese, la discriminazione continua. «Ho rcevuto almeno 40 no. Mi considerano poco affidabile, come se un bambino disabile fosse un peso che non riuscirò mai a sopportare», racconta con amarezza. La situazione è ancora più frustrante quando si considera che gli appartamenti da lei visitati sono del tutto inadatti alle esigenze di Denis, ma anche la possibilità di accedere a soluzioni di edilizia pubblica sembra un miraggio. In alcune città, come Milano, solo il 2,5% delle case popolari è privo di barriere, e Francesca si è già rivolta agli enti locali, ma senza risultati. «Mi è stato detto che dovrei
rivolgermi ai Servizi Sociali, ma sono ancora qui, senza una soluzione», spiega. Nonostante le difficoltà economiche e fisiche, Francesca non si dà per vinta.


 
dalla   sua  pagina  facebook  



Ma la sua vita è un eterno via-vai: ogni giorno deve accompagnare Denis a scuola e tornare a prenderlo, spesso interrompendo il lavoro. Purtroppo, la sua vita è segnata da orari incompatibili con un'occupazione, e l'assistenza scolastica per suo figlio non è sufficiente. «Se Denis avesse l'assistenza adeguata per tutte le ore di scuola, potrei lavorare con maggiore serenità», afferma. Francesca racconta anche di aver incontrato altre mamme nella stessa situazione, alcune delle quali hanno addirittura nascosto la disabilità dei loro figli per ottenere una casa in affitto. Questo è un chiaro segno di quanto il pregiudizio e la discriminazione siano radicati nella società, rendendo la vita ancora più difficile per chi si trova a dover affrontare disabilità e solitudine.

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