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27.4.19

effetti del'ignoranza e dell'incultura . il casoi di Salvin in sicilia che dice : << Nostri nonni si sono sacrificati perché non passasse lo straniero. Io faccio lo stesso >> e degli organizzatori di una maratona a Trieste vietano la partecipazione agli Africani

   leggi anche
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/04/lignoranza-e-una-qualita-da-non-mettere.html


questi due  articoli   confermano quello che  dicevo  in un mio scritto precedente  vedere  url   sopra

Il primo 


Bagheria, Salvini: "Nostri nonni si sono sacrificati perché non passasse lo straniero. Io faccio lo stesso"

"Oggi si ricorda la festa della Liberazione di altri siciliani e altri italiani che hanno dato la vita per liberare l'Italia dall'occupante straniero", ha detto Matteo Salvini durante un comizio a Bagheria, nel Palermitano. Poi, ha aggiunto: "I nostri nonni e i nostri bisnonni si sono sacrificati perché non passasse lo straniero. Io faccio e farò lo stesso: prima gli italiani".






Qui Salvini ignora che i nostri nonni e avi : se si riferisce ai Partigiani , visto che era 25 aprile battuti anche s'era una guerra civile per buttarlo fuori ., o se invece si riferisce alla prima guerra mondiale \ appendice del risorgimento italiano ad annettere alcuni ch'erano in man straniera Austria-Ungheria o risorgimento in mano all'Austria con l'aiuto o alleanze straniere Francia ed inghilterra nel primo conflitto mondiale e se invece si riferisce al risorgimento . ciò fu possibile soprattutto al nord con l'aiuto straniero francia e regno di Prussia ( la futura Gerrmania

  La seconda




Maratona vietata agli atleti africani. Polemica a Trieste




Il Pd: "Siamo tornati alle epurazioni, questo è razzismo". Gli organizzatori ribattono: "lo facciamo solo per evitare lo sfruttamento di quegli sportivi"



E' polemica sul Trieste Running Festival, la manifestazione podistica che si terrà in città dal 3 al 5 maggio, accusata di razzismo dal Pd mentre gli organizzatori si giustificano dicendo di aver escluso atleti africani dalla mezza maratona solo per evitare il loro sfruttamento.
"Quest'anno abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa è una cosa che non possiamo più accettare". Così ha detto il presidente della Apd Miramar, Fabio Carini, organizzazione del festival, mentre dal Pd arrivavano bordate, accuse di epurazioni e razzismo.
"A Trieste siamo arrivati alle epurazioni nello sport: ultima follia di un estremismo che sta impregnando e snaturando la città, sulla quale i più alti rappresentanti politici e istituzionali hanno messo la faccia. Fatto grave e indegno". Così scrive Isabella De Monte, eurodeputata Pd e ricandidata al Parlamento europeo nel Nordest commentando la decisione degli organizzatori di non far partecipare atleti professionisti africani alla mezza maratona.
Secondo De Monte "non si usi lo sfruttamento degli atleti come foglia di fico: per sollevare questioni simili ci sono luoghi e organismi preposti cui rivolgersi. Qui siamo davvero all'assurdo: si impedisce a dei professionisti di prendere parte a una gara perché provenienti dall'Africa. Attenzione, sono mesi che lo diciamo: la situazione sta davvero sfuggendo di mano e stiamo tornando indietro a tempi bui.Davanti a scelte simili la reazione è una sola: l'indignazione. Lo sport è condivisione, unione, uguaglianza, lealtà, rispetto: lo si insegna ai bambini e ai ragazzi. Ma che esempio si dà con scelte simili? Ancora una volta una vergogna inflitta a una città come Trieste e a una regione come il Friuli Venezia Giulia, da sempre culle di civiltà".

10.3.19

ERRATA CORRIGE SULA MOSTRA “Le civiltà e il Mediterraneo” DI CAGLIARI LA DATA DI CHIUSURA non è l 16 aprile ma il 16 giugno



Che cos’è il Mediterraneo?
Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una cultura ma una serie di culture accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa sprofondare nell’abisso dei secoli, perché è un crocevia antichissimo                                   Fernand Braudel     (  storico    francese    1902-1985 ) 
Leggendo  l'articolo    che trovate  sotto    mi sono  accorto  ,  come  specificato dal titolo     ,  che  la  data    di chiusura   della  mostra  le  civiltà  e  il mediterraneo   non è  il  16 aprile  ma il  16  giugno  . Avevo già  parlato    su queste pagine ( più  precisamente  qui  )  delle impressioni   ricavate   da  tale mostra    e   del perchè   visitarla  .
Ora  per  coloro   i  quali   non l'avessero   ancora  vista  o  vorrebbero   rivederla    (   a  volte  capita   quando le  mostre   sono  grandi o  c'è troppa  gente  di  vederle  male  ed  in maniera  incompleta  ) potete   leggere   quest'ottimo articolo  oltre al  il mio precedente post  😜😄 oppure se  volete    il   comunicato stampa    della presentazione  della mostra   che  trovate qui



La Sardegna antica al centro di una grande rete di culture

A Cagliari una spettacolare mostra per guardare dall’isola all’Africa e all’Asia. Oltre 550 opere da importanti musei internazionali e dalle collezioni sarde

CAGLIARI.
La mostra “La civiltà e il Mediterraneo”, inaugurata nei giorni scorsi nei due spazi del Museo archeologico nazionale e del Palazzo di città, mostra ciò che per lungo tempo è stato difficile ammettere: per secoli l’isola è stata culla di una civiltà florida, produttiva, crocevia di scambi e dialoghi con il resto del Mediterraneo. Fortemente voluta dall’assessorato regionale al Turismo, che ha firmato un accordo con il museo Ermitage di San Pietroburgo, il comune di Cagliari, il Polo museale della Sardegna e la Fondazione di Sardegna, sino al 16 giugno la mostra illustrerà un’isola in stretto contatto con gli altri paesi del Mediterraneo. Un viaggio nel tempo e nello spazio che, partendo dal Neolitico sino a sfiorare l’epoca romana, fa dialogare reperti dei poli museali sardi (oltre che quelli dell’archeologico di Cagliari, ce ne sono altri provenienti dal resto dell’isola) con quelli arrivati per l’occasione oltre che dall’Ermitage, dai musei archeologici di Napoli e Salonicco, dal museo Bardo di Tunisi e dal Museo di Berlino.
Collane fatte di conchiglie, pendenti in osso, pettini in pietra, statuine zoomorfe votive, e ancora spade, asce, sino a una quantità di vasellame di eccellente fattura. A guardare i tanti oggetti del passato sistemati l’uno vicino all’altro viene difficile pensare alla Sardegna come a un’isola che il mare ha separato da tutto il resto. Sì, perché dalla mostra “Le civiltà e il Mediterraneo”, inaugurata ieri nei due spazi del Museo archeologico nazionale e del Palazzo di città, emerge ciò che per lungo tempo è stato difficile ammettere: per secoli l’isola è stata culla di una civiltà florida, produttiva, crocevia di scambi e dialoghi con il resto del Mediterraneo.
L'Ermitage. Fortemente voluta dall’assessorato regionale al Turismo, che ha firmato un accordo con il museo Ermitage di San Pietroburgo, il comune di Cagliari, il Polo museale della Sardegna e la Fondazione di Sardegna, sino al 16 giugno la mostra illustrerà un’isola in stretto contatto con gli altri paesi del Mediterraneo. Un viaggio nel tempo e nello spazio che, partendo dal Neolitico sino a sfiorare l’epoca romana, fa dialogare reperti dei poli museali sardi (oltre che quelli dell’archeologico di Cagliari, ce ne sono altri provenienti dal resto dell’isola) con quelli arrivati per l’occasione oltre che dall’Ermitage, dai musei archeologici di Napoli e Salonicco, dal museo Bardo di Tunisi e dal Museo di Berlino.
L'assessore Barbara Argiolas. «La mostra– spiega l’assessora regionale al Turismo, Barbara Argiolas – si inserisce in un progetto più ampio di strategia di promozione dell’isola, che andrà avanti sino al 2020. Non si tratta di un’esposizione fine a se stessa, ma dell’ulteriore passaggio di un percorso cominciato nel 2015 con Eurasia». Anche in occasione di quell’esposizione preziosi elementi dell’Ermitage arrivarono nell’isola per testimoniare lo sviluppo di civiltà lontane. Ora quella collaborazione continua (i finanziamenti arrivano dall’Unione Europea), ma per confrontare le civiltà del Mediterraneo e far sorgere nuova curiosità sulla Sardegna: «Vorremmo – continua Argiolas – creare uno stimolo affinché chi viene a visitare l’esposizione abbia poi voglia magari di andare a vedere altri siti dislocati nella regione».
La civiltà del Mediterraneo. Curata da Yuri Piotrovsky, dell’Ermitage, e da Manfred Nawrot, del museo di Berlino, “La civiltà e il Mediterraneo” si avvale della direzione artistica di Angelo Figus. E’ lui che per l’evento ha creato una scenografia e una storia: se nel Museo archeologico diversi pezzi (collane, accette, bottoni iscrizioni) sono messi a confronto con i loro omologhi provenienti ad esempio da Salonicco e Cipro, nell’intento di creare una summa di ciò che aspetta al visitatore, nel Palazzo si città si è catapultati in viaggio. Un viaggio nel Mediterraneo che comincia la sera e prosegue sino al giorno dopo, mostrando in ciascuna delle sale che ospitano i reperti i colori delle diverse fasi della giornata (dal blu scuro della notte, ai toni rosati e violacei del tramonto successivo) visti da un’imbarcazione. E barche di colori diversi ospitano i pezzi in mostra, quasi a voler simboleggiare le navi che si muovevano da una sponda all’altra del Mare nostrum, cariche di merci. Così da una teca all’altra è un tripudio di oggetti della vita quotidiana e votivi che mostrano come spesso le civiltà del passato mutassero l’una dall’altra saperi e fogge (un esempio su tutti: la fibbia di bronzo proveniente dal Caucaso non ha molto di diverso da quelle fabbricate dai nuragici), pur mantenendo in molti casi peculiarità proprie.






La mostra e i libri. Se la mostra può essere vista con gli occhi del visitatore avido di conoscere la storia e lo sviluppo della cività, può pure diventare spunto per riflessioni sull’oggi. E’ anche per questo che nel Palazzo di città ciascuna delle nove sale propone un libro diverso (un progetto curato dall’archeologa Michela Migaleddu) con consigli di lettura da Omero a Pier Paolo Pasolini. «La mostra – spiega la direttrice del Polo museale della Sardegna, Giovana Damiani – ci fa vedere un Mediterraneo come autostrada in cui molti popoli si sono incontrati». Ciascun museo propone un biglietto ad hoc, che costerà la metà per chi andrà a vedere anche l’altra esposizione
  

24.2.19

le cilìviltà ed il meditteraneo cagliari 14 febbraio - 16 aprile 2019 . la diversità spiegata ai salvinisti e razzisti di casa pound e forza nuova


Una spettacolare mostra   quella  che , vedere   foto    del manifesto (  le  altre  nei prossimi  giorni -- qui  un anticipo -- sul mio  facebok    )     si tiene a cagliari al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari / Palazzo di Città sito piazza Arsenale 1 , visitabile dal visitabile dal 14\2\2019 al 16\4\2019.
Una  mostra   interessantissima  ed  utilissima (  anche  se  se  so    che   è come  dare le perle  ai porci  , ma  io  sono testardo  e  non demordo  )     per guardare dalla #Sardegna alle Civiltà del #Mediterraneo all’alba della Storia. Intrecci, confronti, dialoghi dal bacino del Mare Nostrum alle montagne del Caucaso. Oltre 550 opere da importanti Musei internazionali e dalle collezioni sarde, per connettere la #culturanuragica ai grandi processi di civilizzazione della protostoria.
Utile  soprattutt0o ed  in particolare  ai  :   #leghisti #salvinisti , #casaPound, ed affini che vedono gli italiani ed  i  sardi  come puri ed gli altri popoli come barbari ed invasori . Ed a chi crede acriticamente alla loro propaganda e teorie astruse delle razze e della loro purezza. Infatti “Che cos’è il Mediterraneo?” si chiede lo storico Fernand Braudel, e risponde: “Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una cultura ma una serie di culture accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa sprofondare nell’abisso dei secoli, perché è un crocevia antichissimo”.
Infatti la sardegna in questo periodo , ma se si studia la sia storia e la sia cultura non quella standard delle guide turistiche e delel riviste patinate ci si a accorge che la risposta del Braudel vale fino all'anno mille cioè al XI secolo.
 Ottima   l'idea    dei curatori \  curatrici   d'aver inserito   in gi sala   insieme  ai reparti   anche :   dei  libri   di pier paolo  pasolini  , mberto  saba  ,  quasimodo ,  k.kavatis  ,  nazima  hirknet  ,   casula  antioco  ed  altri autori ardi  ,       aperti si detterminate  poesie     collegate     alla tematica    della  mostra   
 da  https://www.instagram.com/mussi_secondo_/

e  frasi     come  questa 

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 che  collegano   a volte  in maniera    pindarica    ma  azzeccata   la tematica    della  mostra  .  concludo cosi  rispondo per  l'ennessima  volta   scusate  ma non  ci riescoa mandarli  a  fanculo  ,      a  chi mi  dice     che    non sono italiano  e  che    insulto la mia patria    .  questa  è la mia patria
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