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24.12.25

a volte la realtà è più comica dei film comici . Trending News “Gomorra” e “Suburra” a rischio sanzione? la deputata FdI Maria Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia presenta un ddl contro chi “esalta” la mafia. “Censura mascherata da tutela morale

     in questa  caramellosa  e   melliflua     atmosfera    natalizia   oltre  alle  soliter  polemiche strumentali  su  presepi   , alberi  , luminarie , ecc   i nostri  politicanti  e  hano approfittato  (  speriamo 


che   il predidente     della  repubblica    fretello di una  vittima  di  mafia  )   per    fare  una  legge  liberticida  e   mettere  il  silenzio   su  certi argomenti  . Il potere   teme  il  dissenso  artistico e letterario .    Infatti   ho  scoperto     grazie   a questo duo comico
 


 da il  Fqmagazine  el 14\12\2025 

Presentato dalla deputata FdI Maria Carolina Varchi, il ddl sembra esporre serie tv, canzoni e post al rischio di sanzione penale

di
Claudio Savino


Una legge per contrastare gli “episodi di vera e propria apologia della criminalità organizzata, in particolare di stampo mafioso”, che da anni si susseguono “sotto varie forme”. Come, ad esempio, “gli ‘inchini’ dinanzi alle residenze di personaggi legati alla malavita nel corso di processioni religiose” o “la costruzione di altarini e monumenti in memoria di persone legate alla malavita organizzata o mafiosa”. O, ancora, “serie televisive che mitizzano personaggi reali o immaginari delle varie associazioni criminali di stampo mafioso”. È sulla base di questi presupposti che la deputata di Fratelli d’Italia Maria Carolina Varchi ha presentato una proposta per introdurre una norma che prevede fino a tre anni di carcere e una multa da 10mila euro.
Il disegno di legge, che è stato depositato alla Camera lo scorso 14 ottobre e assegnato alla Commissione II Giustizia di cui Varchi è capogruppo FdI, prevede l’estensione dell’articolo 416 del codice penale e introduce il reato di “apologia e istigazione” dei comportamenti mafiosi. La norma, se approvata, non punirebbe soltanto chi “pubblicamente esalta fatti, metodi, princìpi o comportamenti propri delle associazioni criminali di tipo mafioso”. Ma anche chi “ne ripropone atti o comportamenti con inequivocabile intento apologetico ovvero istiga taluno a commettere i medesimi delitti”.
È quest’ultimo passaggio, in particolare, a sollevare qualche dubbio. Formulata in questo modo, la legge sembrerebbe esporre al rischio di sanzioni penali anche opere artistiche, testi di canzoni e post sui social. È la stessa Varchi a indirizzare la sua proposta di legge verso un’interpretazione di questo tipo. In particolare quando, nella relazione introduttiva, inserisce le “serie televisive che mitizzano personaggi reali o immaginari delle varie associazioni criminali di stampo mafioso” e “i testi delle canzoni, che contengono messaggi espliciti di esaltazione della malavita e della criminalità organizzata, attraverso la glorificazione di figure o di episodi ad esse collegate” tra gli esempi di “episodi di vera e propria apologia della criminalità organizzata”.
Secondo la deputata, infatti, queste condotte ad oggi “non configurano nel nostro ordinamento alcun fatto penalmente rilevante” e necessitano quindi di una norma ad hoc, dal momento che “l’indignazione, la condanna mediatica, la stigmatizzazione e l’allarme sociale rimangono le uniche concrete risposte che si registrano”. E chi commette il reato verrebbe punito con “la reclusione da sei mesi a tre anni” e una multa che va dai mille ai 10mila euro. La pena può aumentare di un terzo o della metà se il fatto è commesso attraverso stampa, televisione, Internet o social.
A mettere in luce i possibili rischi interpretativi del disegno di legge è Roberto Saviano, autore di Gomorra, che sul “Corriere della Sera” ha definito la norma “legge Omertà”, perché, a suo avviso, “trasforma il racconto del crimine in un sospetto penale senza intaccare il potere criminale, colpendo invece chi lo osserva, chi lo racconta, chi lo rende intelligibile”.
Secondo l’analisi di Saviano, se questa legge passasse così com’è formulata “solo i tribunali, solo le sentenze, solo i giudici e magari qualche politico” potrebbero trattare pubblicamente il tema della criminalità organizzata. Mentre qualsiasi altro prodotto culturale, come arte, letteratura, musica e cinema, “diventa una zona grigia, potenzialmente criminale”, aggiunge. Per lo scrittore, dunque, si tratta di una “gravissima censura mascherata da tutela morale”. Insomma, la proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia, conclude Saviano, “trasforma la cultura in una zona sorvegliata, la narrazione in un rischio penale, il pensiero critico in un sospetto”.

buone feste

  si come sareste  stufi  o   assueffati ad  immagini  religiose    \  confessionali    vi  propongo    da  bastardi    dentro     questa