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9.12.25

il dott Pierluigi Congiu 65 nonostante il grave incidente ha rimesso il camice per aiutare i pazienti ., Lo specialista Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicanalista, avverte: «I genitori non si nascondano davanti ai tabù»«Sessuo-affettività, non concentriamoci su temi ideologici» ., Il mare che cura, ad Alghero la vela diventa terapia per ragazzi in difficoltà Un viaggio nell’Accademia di Laurent Campus

 

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«Sessuo-affettività, non concentriamoci su temi ideologici»

Lo specialista Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicanalista, avverte: «I genitori non si nascondano davanti ai tabù»

purtroppo  il video dura troppo e   downloadhelper  me  lo a  si scaricare   ma    non  mettere  su  blogger  deovete  accontentarvi  dell'intervista  scritta  o consultate    qui la  pagina       dell'unione  sarda   :«Sessuo-affettività, non concentriamoci su temi ideologici»

«Sessuo-affettività, non concentriamoci su temi ideologici» Lo specialista Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicanalista, avverte: «I genitori non si nascondano davanti ai tabù» La Camera ha
approvato il disegno di legge Valditara. Passerà al Senato dopo la sessione di bilancio. L’educazione sessuo-affettiva entra così nelle scuole medie e superiori. Ma solo col consenso dei genitori. Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoanalista, è uno specialista in disturbi alimentari e salute mentale degli adolescenti. Collabora con due format Rai: Storie Italiane e Fame d’amore. Apre il suo sito internet con un pensiero: «In questo tempo di grandi fragilità, io credo nell’ascolto che cura». Ecco la “sua” educazione. Arriviamo in ritardo. E divisi.
«In questo Paese rendiamo tutto dibattito ideologico. Ci dimentichiamo che il mondo sta cambiando radicalmente. E il cambiamento va interpretato, innanzitutto da noi adulti».
Pericoli?
«Il sistema dell’informazione è complesso. Pensiamo ai social e a come trattano la sessualità. Anziché insistere sulle attività educative e pedagogiche, si dibatte sulla scuola, sul “posto”, giusto o no, dove affrontare questo tema. È assolutamente anacronistico».
Ma è naturale pensare alla scuola.
«Sì, ma dimentichiamo il cuore della questione. Dobbiamo chiederci che cosa insegnare ai nostri figli sulla sessualità e sull’affettività. Invece ci concentriamo su questioni ideologiche. La scuola non è l’unico focus, così non stiamo affrontando i contenuti».
La politica non ce l’ha fatta: 34 proposte di legge, nell’80 ci ha provato anche Tina Anselmi. Cattolica, ex partigiana, primo ministro donna. Curioso?
«Era un altro Paese, con presupposti culturali totalmente diversi da oggi. Politici di quel livello puntavano a fare passi avanti proprio in direzione della crescita culturale».
Ecco, crescita. I ragazzi raccontano che in famiglia il tema resta un tabù.
«Non sono temi facili, quel tabù è quasi naturale. L’emergenza sta nell’accessibilità ai contenuti sessuali. I ragazzi di 14, 15 anni hanno tutto in un click. Capisco le difficoltà dei genitori, ma rispetto a quel tabù non devono nascondersi. Parlo da psicanalista: hanno il dovere di affrontarlo e di essere preparati».
Mica poco.
«È molto importante aiutare i genitori. Ha ricordato Tina Anselmi. Il tema della sessualità era il tema del bene pubblico, della crescita sana. Un principio molto superiore rispetto al tema ideologico. Forse la classe politica di oggi fa fatica a individuare le priorità. Il futuro del nostro Paese sono i nostri figli, non le questioni partitiche»
Cedo all’ovvio. La Svezia, 70 anni di educazione sessuale. Oggi è il Paese con la maggiore parità di genere.
«È un tasto dolente. Da noi in Italia c’è un metodo vecchio per affrontare temi nuovi. Parcellizziamo per singoli segmenti. È giusto combattere la violenza di genere, educando alla sessualità. Mapoi c’è anche il resto, che non è scollegato. E così poco importa se una donna entra nel mercato del lavoro con il 30 per cento in meno di capacità economica rispetto a un suo pari grado di sesso diverso. Non ci occupiamo del gender gap, delle discriminazioni sociali».
Quindi una visione limitata.
«Dobbiamo impegnarci tutti per una coerenza culturale, sociale, politica ed economica molto più ampia. I modelli che funzionano non sono quelli che dibattono su “educazione sì, educazione no”. Sono quelli sociali, e sottolineo sociali, che si basano su un modello politico che crea un contesto di rispetto».
Siamo già oltre.
«Attenzione a tutte le disparità e le diseguaglianze. Possiamo fare i corsi migliori sull’educazione affettiva, ma non avranno effetto se non si risolve la discriminazione».
Legge Valditara, domanda scontata. A che età serve l’educazione sessuo-affettiva?
«Domanda difficile, il punto è fondamentale. Siamo sinceri: i nostri ragazzi a 9, 10 anni entrano in contatto con contenuti di natura sessuale. Mettiamoci allora in un’ottica di protezione. Offriamo contenuti seri, sani, legittimi. Abbiamo un antagonista, non un nemico, che si chiama digitale e che di fatto non governiamo. Dobbiamo essere attrezzati per il confronto, anche quando i nostri figli sono nella preadolescenza. Può essere utile e importante».

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Il mare che cura, ad Alghero la vela diventa terapia per ragazzi in difficoltà
Un viaggio nell’Accademia di Laurent Campus






Sul mare di Alghero, tra vele antiche e onde del Mediterraneo, bambini e adolescenti scoprono la forza di fidarsi e collaborare. È qui che Laurent Campus, 58 anni, trasforma la sua passione per la vela latina in un progetto unico: “Mare come Terapia”.Nato dalla sua esperienza personale con il figlio, il progetto accoglie giovani con fragilità psicologiche e sociali, offrendo loro esperienze in barca che uniscono crescita personale e antichi saperi.
La barca-maestra “Santa Barbara”, del 1953, diventa così una scuola di vita: a bordo non ci sono ruoli fissi, tutti collaborano e imparano a comunicare e affrontare insieme le sfide. In cinque anni oltre 800 ragazzi hanno partecipato alle attività, spesso in collaborazione con la Asl di Sassari. Durante l’inverno, l’apprendimento continua con artigiani e maestri d’ascia, tra restauri e lavori in cantiere.Il progetto punta ora a trovare una nuova sede-cantiere e ha attirato l’attenzione del Parco di Porto Conte e del Comune di Alghero, pronti a sostenere un’iniziativa che unisce cultura, inclusione e terapia sociale.





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