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La violenza sulle donne non è solo una tragedia umana, ma ha anche un impatto economico enorme: in Italia si stima una spesa di 16-17 miliardi all’anno, tra spese sanitarie e psicologiche, costi giudiziari e legali, perdita di produttività e molto altro. Di questi, solo 6,3 miliardi vengono investiti in prevenzione.Questa sproporzione evidenzia che la prevenzione non può essere considerata un ambito secondario. La violenza non nasce all’improvviso. Spesso affonda le radici in modelli culturali distorti. Agire solo dopo significa affrontare un quadro già compromesso. Agire prima significa ridurre i rischi. È necessario stanziare maggiori risorse pubbliche per l’educazione nelle scuole, la formazione di insegnanti, medici e forze dell’ordine. Ogni intervento preventivo è un risparmio futuro e un passo verso una società più sicura. Non si tratta solo di spendere di più, ma di farlo meglio, spostando l’attenzione dalle conseguenze alle cause. La prevenzione è il luogo in cui si forma la cultura del rispetto e dove si generano gli anticorpi. Educare è sempre meno costoso che riparare”.
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