in questa caramellosa e melliflua atmosfera natalizia oltre alle soliter polemiche strumentali su presepi , alberi , luminarie , ecc i nostri politicanti e hano approfittato ( speriamo
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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24.12.25
a volte la realtà è più comica dei film comici . Trending News “Gomorra” e “Suburra” a rischio sanzione? la deputata FdI Maria Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia presenta un ddl contro chi “esalta” la mafia. “Censura mascherata da tutela morale
19.11.25
opere letterarie contro i femminicidi e violenza di genere . "Fiabe con il paracadute" di Antonella Petrella (psicologa e psicoterapeuta) e Anna Paolella (pedagogista e dirigente scolastica) e il progetto della Verba Volant edizioni con il libro fiabe in rosso
Infatti come dice Fiabe in rosso per la giornata contro la violenza sulle donne del sito Scatti dalla mia libreria : « E’ importante riflettere, in qualsiasi momento dell’anno e non solo il 25 novembre, sul tema della violenza contro le donne, tema che purtroppo ricorre spesso nella nostra cronaca giornaliera. Violenza che si manifesta in tanti modi, non solo con il femminicidio da parte degli uomini.»
Non si tratta di grossi stravolgimenti: le fiabe contenute in questo volume sono quelle che conosciamo e che sono state tramandate nel corso della storia; sono state riattualizzate e consegnate ai giovani lettori che potranno recepire il meglio da esse.
Le illustrazioni sono molto particolari, lontane dall’iconografia classica del fiabesco, con inserti di carta di giornale (che si agganciano idealmente alla realtà e alla cronaca) e la tecnica del collage.
Il rosso, in questo caso, rappresenta il colore del sangue raccontato dall’installazione di denuncia pubblica Scarpe Rosse dell’artista messicana Elina Chauvet.Une bella ed edificante proposta, per grandi e piccini.
2.7.25
“Prima viene la salute, poi il servizio”: il discorso agli allievi, costato l’incarico al generale Oresta -. criminalità organizzata è il primo obiettivo del protocollo d'intesa siglatocon TikTok contro contenuti che esaltano criminalità
5.5.25
La montagna che resiste (senza diventare un luna park). Le 19 bandiere verdi delle nostre Alpi
di Alessandro Sala
Assegnati i riconoscimenti di Legambiente alle realtà che promuovono turismo dolce, rilancio di agricoltura e pastorizia tradizionali e progetti socioculturali per valorizzare le Terre Alte

Alla base di tutto c’è l’amore. Per la montagna, per la natura, per le popolazioni che da esse dipendono. Ed è quello il vero carburante, per di più decisamente «green», che mette in moto non solo una diversa economia ma anche e soprattutto il motore di comunità che rischierebbero invece di scomparire. E allora avanti con questo carburante. Love baby love, da contrapporre al trumpiano Drill baby drill che ormai da tre mesi anima le politiche della prima potenza industriale mondiale. A produrlo sono in tanti. Associazioni, istituzioni, persone comuni. Tutti portatori di valori che mettono gli ecosistemi al centro della vita, anche e soprattutto nelle terre alte. Ed è a loro che sono state assegnate le bandiere verdi di Legambiente.
Sono 19 i nuovi vessilli che sventolano da ieri sull’arco alpino. «E che ben sintetizzano – spiega l’associazione del cigno – come l’attenzione e la cura crescente nei confronti del territorio montano passino sempre più dalla sostenibilità ambientale, volano fondamentale per queste aree interne». Quattro bandiere sono state assegnate a Piemonte e Friuli Venezia Giulia, tre invece a Lombardia e Veneto, due al Trentino, e una ciascuna a Alto Adige, Valle d’Aosta e Liguria. Sono ripartite in tre ambiti chiave: turismo dolce, pratiche legate all’agricoltura e alla pastorizia e progetti socioculturali. E tutte hanno come unico denominatore la crescita del territorio in un’ottica non soltanto turistica ma anche e soprattutto di recupero e rigenerazione. Fare in modo insomma che le montagne, spopolatesi nei decenni passati quando la vita più comoda della città è stata per molti un richiamo irresistibile, a fronte delle difficili condizioni di sopravvivenza in quota, tornino ad essere vive e abitate. È possibile e le realtà che hanno ricevuto ieri il riconoscimento ad Orta San Giulio sono lì a dimostrarlo.
Delle 19 bandiere assegnate, cinque sono andate a iniziative legate al turismo dolce, ovvero a una frequentazione che sia rispettosa del territorio, che non veda nella montagna solo un luna park da riempire da attrazioni, con sempre nuove piste da discesa che spianano boschi e modificano la morfologia dei pendii, una ridondanza di impianti di risalita, strutture estranee come zipline, rotaie per slitte meccaniche, panchine giganti, passerelle panoramiche in ferro e vetro e via dicendo. Che portano overtourism e non aiutano la rigenerazione. Altre cinque sono state assegnate per pratiche legate all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pastorizia, ovvero attività che fanno parte della cultura delle terre alte ma che rischiano di scomparire, soppiantate dalla moderna industria dell’agroalimentare basata su coltivazioni e allevamenti intensivi e materie prime spesso importate. Le altre 9 sono state assegnate a progetti socioculturali per la promozione dei valori della vita montana e delle relazioni tra le comunità che ancora vivono in quota.
Tra le 19 bandiere verdi 2025 ci sono per esempio quelle assegnate al borgo di Ostana, in provincia di Cuneo, dove la Cooperativa di Comunità VISO A VISO, nata nel 2020, porta avanti una serie di servizi e attività incentrate su benessere, salute, welfare comunitario, turismo sostenibile e che hanno permesso al piccolo borgo piemontese che fronteggia l’iconica piramide di roccia del Monviso, una delle montagne simbolo delle Alpi, di rinascere, diversamente da tante borgate di quel territorio che nei decenni passate si sono completamente svuotate diventando in alcuni casi dei veri e propri borghi fantasma. C’è anche la storia della pastora e scrittrice Marzia Verona che ha deciso di vivere in quota portando avanti l’attività pastorale. Premiato l’impegno dell’associazione Progetto Lince Italia, Tarvisio, impegnata nello studio della lince specie a rischio, al rifugio Alpino Vallorch gestito dall’associazione "Lupi, Gufi e Civette" che si distingue per essere un centro di educazione naturalistica e turismo sostenibile. E anche la sottosezione del Cai Valle di Scalve che ha promosso la Via Decia, il cammino die boschi di ferro sulle Alpi Lombarde.
«L'Italia custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo - sottolinea Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani. In questo percorso, però, è importante non lasciare sole le comunità locali. Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale».
L'elenco delle nuove bandiere verdi
Riportiamo, di seguito, l'elenco delle nuove bandiere verdi ripartito nelle tra categorie:
Bandiere Verdi 2025 per iniziative legate al turismo sostenibile
1) Rifugio Alpino Vallorch e associazione Lupi, Gufi e Civette, presidio di educazione ambientale e sostenibilità nel Cansiglio (BL) nel promuovere la conoscenza e la tutela della Foresta del Cansiglio attraverso attività didattiche e ricettive eco-compatibili.
2) Consorzio Turistico del Pinerolese (TO) per la capacità di costruire una rete efficace tra operatori pubblici e privati per valorizzare il territorio del Pinerolese.
3) Parco Naturale Regionale del Beigua per un approccio integrato e lungimirante alla gestione del territorio, con un forte accento sulla sostenibilità ambientale e il turismo responsabile.
4) All’associazione Oplon, nata nel 2023 e costituita da un gruppo di giovani, impegnata nel rivitalizzare il territorio della Val Tramontina attraverso iniziative come il Threesound Fest e il progetto di recupero di Casa Abis; Tramonti di Mezzo (PN).
5) Sottosezione CAI Valle di Scalve (BG) per la realizzazione del progetto «La Via Decia - Il cammino dei boschi di ferro».
Bandiere Verdi per iniziative legate all’agricoltura pastorale e forestale
1) All’Azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine di Patrizio Mazzucchelli (SO) per la costante e appassionata ricerca di varietà tradizionali a rischio di estinzione sia nella provincia di Sondrio sia nelle altre aree montane italiane ed estere.
2) Pastora e scrittrice Marzia Verona della provincia di Aosta;
3) Comunità di supporto all’agricoltura CRESCO della Val Varaita (CN) per la capacità di promuovere un’agricoltura sostenibile e multifunzionale.
4) AsFo "La Serra" – Agire insieme per tutelare il territorio (TO) per promuovere una nuova cultura del bosco e della cura del territorio, favorendo lo sviluppo territoriale e ovviando al progressivo degrado del territorio della Serra causato dall’abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali e dalla frammentazione fondiaria.
5) A.S.U.C. (Amministrazione Separata beni di Uso Civico) di Sopramonte, di Baselga del Bondone e di Vigolo Baselga (Trento) per aver seguito una gestione attenta e sostenibile di boschi, pascoli e prati aridi.
Bandiere Verdi per progetti socio-culturali
1) Vessillo green in Piemonte alla Cooperativa di Comunità VISO A VISO – Ostana (CN) che fa impresa coniugando la capacità di gestire un importante patrimonio edilizio pubblico con la necessità di essere un luogo di trasformazione, creando nuova economia e opportunità sul territorio
2) Gruppo ambientalista NOSC CUNFIN, Val Gardena (BZ) per tutelare l’area dei Piani di Cunfin, le formazioni rocciose della Città dei Sassi e il Gruppo del Sassolungo da ulteriori speculazioni.
3) Dominio Civico di Clavais, Ovaro (UD), per il progetto e l’attività di gestione del patrimonio collettivo a salvaguardia dell’eredità culturale della frazione di Clavais (Ovaro).
4) Associazione Casa Alexander Langer (UD) per la creativa esperienza culturale promossa nelle aree interne;
5) Associazione culturale di ricerca “Progetto Lince Italia”, Tarvisio (UD) perché grazie a decenni di studi sui grandi mammiferi carnivori e sulle loro interazioni con l'uomo, è stato possibile portare a termine con successo la reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali.
6) Programma Alpha skills - Morbegno (SO) per la progettazione di strumenti e metodologie che supportino i giovani tra gli 11 e i 15 anni verso scelte formative e professionali ispirate alle Competenze Green;
7) Associazione EQuiStiamo APS e Comitato per la difesa del torrente Vanoi (BL e TN) per l’impegno nella sensibilizzazione e nella mobilitazione delle comunità locali sulla tutela delle risorse idriche, promuovendo alternative sostenibili alle dighe e un’alleanza tra territori montani e di pianura.
8) Cooperativa sociale Cadore – Dolomiti (BL) per promuovere l’inclusione sociale e la tutela ambientale mediante l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
9) Comitato per la tutela e la valorizzazione dei laghi di Serraia, Piazze e relativi ecosistemi (Altopiano di Pinè, Trento) per aver analizzato la situazione dei laghi dell’Altopiano di Piné, redigendo documenti, organizzando eventi pubblici informativi e avanzando proposte per contrastarne il degrado e migliorarne le condizioni ambientali.
19.2.25
Espresso Macchiato di Tommy Cash, dalla polemica social alle carte bollate del codacons che chiede European Broadcasting Union (Ebu), organizzatore dell'Eurovision Song Contest. di cancellarla dalla lista
LE ' notizia di oggi che il Codacons ha chiesto provvedimenti per la canzone che sta spopolando ovunque sulla rete Espresso macchiato . Ricordo di un brano di Alberto Fortis che cantava ...vi odio voi romani... eppure non risultano prese di posizione, forse questo brano fà più scalpore perché anche se in maniera stereotipata dice una qualche verità sull'Italia e il suo popolo escludendoovviamente la parte onesta che sopporta mal volentieri. L’espresso macchiato diventa un caso. Infatti secondo il quotidiano.net << Non sono stiamo parlando della classica tazzina di caffé italiano (in questo caso con l’aggiunta di un goccio di latte) ma della canzone del artista estone Tommy Cash che porterà all’Eurovision song contest 2025 (il festival della canzone europea) la sua “espresso macchiato”.E mentre sui social divampano le polemiche sul brano ritenuto da molti irridente se non irrispettoso nei confronti degli italiani (il cappuccino macchiato stereotipo sulla stregua “mafia, pizza mandolino”), il Codacons ha deciso di inviare un ricorso all'European Broadcasting Union (Ebu), organizzatore dell'Eurovision Song Contest. "Ferma restando la libertà di espressione artistica che deve caratterizzare eventi come l'Eurovision, non possiamo non sollevare dubbi circa l'opportunità di far partecipare in una gara seguitissima dal pubblico di tutto il mondo un brano che risulta offensivo per una pluralità di soggetti", spiega il Codacons.>>
17.1.25
La controversia sulla decisione di non vendere il libro do vanacci a Castelfranco Veneto
Nei giorni scorsi, la libreria Ubik di Castelfranco Veneto, gestita da Clara Abatangelo ( foto a sinistra ) è stata coinvolta in un episodio che ha sollevato ancora una volta , vedere il caso del 21016 quando Una libreria di Catania dice no al libro del figlio di Riina , interrogativi sulla libertà di espressione in Italia. Ad esso va aggiunto il fatto che la libraia ha ricevuto una lettera minatoria dopo aver rifiutato di vendere “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci, un libro che ha suscitato polemiche per i suoi contenuti controversi. Questo evento ha scatenato un’ondata di solidarietà da parte di lettori e colleghi, ma ha anche attirato critiche e attacchi da parte di chi sostiene che la libertà di espressione debba avere dei limiti.
Il libro di Vannacci, un ex generale dell’esercito italiano, è stato al centro di un acceso dibattito pubblico. Le sue affermazioni, considerate da molti come provocatorie e divisive, hanno portato a una reazione forte da parte di diverse associazioni e gruppi. La decisione di Abatangelo di non vendere il libro è stata interpretata da alcuni come un atto di censura, mentre altri la vedono come una scelta legittima di un’imprenditrice che non vuole promuovere contenuti che considera dannosi. Dimenticandosi che la libertà è
La reazione della comunità è stata immediata e variegata. Molti lettori e scrittori hanno espresso la loro solidarietà a Clara Abatangelo, sottolineando l’importanza di difendere la libertà di scelta e di espressione. Eventi di sostegno sono stati organizzati presso la libreria, trasformando il luogo in un simbolo di resistenza contro la censura. Tuttavia, ci sono anche voci critiche che avvertono del rischio di normalizzare la violenza verbale e le minacce nei confronti di chi esprime opinioni impopolari. Questo episodio ha messo in evidenza le tensioni esistenti nella società italiana riguardo alla libertà di espressione e al rispetto delle opinioni altrui.
Io invece penso , come il video sopra riportato , perchè come tu sei libero di : leggerlo , venderlo , ecc , io sono libero di fare il contrario a te leggerlo .. Inoltre tale decisione non solo che sia una sua libera scelta, di quelle che ogni libraio compie ogni giorno, ma anche, in questi tempi balordi, un piccolo grande atto di resistenza \ guerrglia contro culturale .
E le reazioni violentissime, le minacce, nei suoi confronti sono lì a dimostrarlo.
11.7.21
perchè il feminicidio e la sua cultura sono cosi pregnanti nel nostro paese ? perchè manca Un’educazione sessuo-affettiva cioè insegnare ad avere cura della relazione, delle emozioni
canzoni. suggerite
cosa manca al decreto zane non solo è Un’educazione sessuo-affettiva Non l’educazione sessuale ciò che serve. Ma insegnare ad avere cura della relazione, delle emozioni , del rispetto , della diversità , ecc eco perchè i femminicidi e la loro ideologia \ base culturale malata è ancora cosi radicata . Infatti Cosa manca? Un’educazione sessuo-affettiva Non è l’educazione sessuale ciò che serve. Ma insegnare ad avere cura della relazione, delle emozioni
Ha raggione quest' articolo preso da io acquasapone
Mer 26 Mag 2021 | di Enrico Molise | Attualità
È sbagliato parlare di educazione sessuale. O, meglio, non è quella che serve davvero. Si tratta invece dell’educazione sessuo-affettiva, che insieme alla componente tecnica, biologica, riguarda pure l’aspetto relazionale legato ai sentimenti, alle emozioni. Inoltre, la nostra società vive un paradosso: ha paura della violenza di genere, delle gravidanze indesiderate, della pedofilia, del bullismo e spesso crede che parlare di sessualità favorisca tutta una serie di comportamenti. «Gli studi scientifici ci dicono che l’educazione sessuo-affettiva è in grado di smorzare quegli avvenimenti e anche di ritardare l’età del primo rapporto, perché accresce la consapevolezza di sé». Anche questa volta il nostro punto di riferimento sull’argomento è Marilena Iasevoli, sessuologa romana che ci illustra il legame tra la mancanza di questo tipo di educazione e la violenza di genere. Parliamo di età. «I bambini non hanno una grande percezione delle differenze. Le avvertono in relazione a quello che ascoltano e all’educazione che ricevono e fino ai dieci anni i pregiudizi e gli stereotipi non si sono ancora solidificati. Ecco perché è importante dotarli di conoscenza, competenza, di valori che li aiutino a realizzarsi nel rispetto della dignità, propria e altrui. In questo modo per loro sarà possibile sviluppare delle relazioni paritarie, con empatia e rispetto, conoscendo i confini corporei, proteggendo sé stessi e gli altri». Come iniziare un discorso di educazione sessuo-affettiva con un bambino? «Le risposte devono essere calibrate in base all’età. Non si tratta di un approccio puramente informativo. Quando il genitore si ritrova davanti ad una domanda non deve farla cadere nel vuoto. Di solito, dai due ai sei anni, le domande riguardano la differenza tra il corpo maschile e quello femminile. Si può parlare anche di come riconoscere e gestire le emozioni, di cosa è possibile fare in pubblico e di cosa solo in privato; del fatto che possano ricevere i baci e le carezze solo dai genitori e magari da altri membri stretti della famiglia. Ma ogni cosa va trattata nel momento in cui viene fuori lo spunto ed è importante non dare informazioni ulteriori: a quell’età si accontentano. Poi, con i più grandi, occorre innanzitutto domandare se hanno già sentito o parlato con qualcuno di quelle cose e calibrare le risposte. Il genitore deve prepararsi con dei libri o rivolgendosi a uno specialista. Sono vicende dinanzi alle quali si ritroverà di sicuro». E per la discriminazione di genere? «Viviamo in una società in cui la donna ha sgomitato per svincolarsi dai ruoli che le sono stati cuciti addosso, soprattutto legati alla procreazione e alla cura della casa. Purtroppo questo processo non è andato avanti allo stesso modo in molti uomini, che non hanno metabolizzato pienamente questo cambiamento culturale. Così accade che la violenza venga usata per dominare la donna e per “difendersi” dalla percezione che la mascolinità sia stata minata. Ma anche molte donne hanno interiorizzato questo ruolo e non riescono a uscirne. Così ai figli si può spiegare perché due persone stanno litigando, sottolineare l’importanza della comunicazione e il rispetto dell’altro. I bambini e i ragazzi tendono a imitare, quindi osserveranno e replicheranno alcune dinamiche familiari. È anche possibile cogliere l’occasione di vedere insieme dei cartoni animati e dei film sull’inclusività». Quindi si rischia di arrivare alla violenza di genere o a subire anche azioni meno violente perché alla base c’è una mancata educazione sessuo-affettiva o anche solo affettiva? Riguarda pure il non volersi bene? «L’educazione sessuo-affettiva comprende la socialità, le relazioni fisico-corporee, il rispetto di sé e degli altri, la consapevolezza di quando poter dire di sì e quando fermarsi; ma anche la capacità di cogliere i segnali verbali e non-verbali. In assenza, si può arrivare alla violenza di genere, perché, chi non ha avuto nessun tipo di apprendimento sulla relazione con gli altri e sulla gestione dei conflitti, non sa cosa voglia dire affrontare una relazione, sessuale o meno, in termini di scambio equo, paritario e rispettoso. Ed è anche una questione di volersi bene, perché è legata alla crescita dell’autostima. Chi non ce l’ha è probabile che si ritrovi in una relazione in cui abusa o viene abusato. Nel primo caso perché vuole sentirsi forte; nel secondo perché ha una bassa considerazione di sé e crede di meritare quel comportamento. La mediazione degli adulti è fondamentale, perché può spiegare al bambino una determinata situazione, evitando che partecipi in maniera scorretta». La responsabilità è familiare? «Non sarebbe giusto dare questa responsabilità esclusivamente all’educazione familiare o delegare l’informazione a quello che possiamo trovare su Internet. Non possiamo pensare che tutti i genitori siano consapevoli e che tutti abbiamo gli strumenti adatti. Dovrebbe essere responsabilità dello Stato, con l’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva tra le materie di insegnamento, da non affidare ai docenti delle materie scientifiche. Con loro è possibile parlare di come è fatto il corpo umano, ma occorre inserire delle figure specializzate in materia per guardare a tutti gli aspetti che sono legati al corpo, e quindi alle relazioni, ai limiti e al rispetto». |
18.12.20
le piccole librerie sono le migliori e le più autentiche Storia delle sorelle Sciacca, diventate libraie a Catania
“In questa libreria non si ordina né si vende il libro di Salvatore Riina”. E’ questo il messaggio deciso che traspare dalle vetrine colorate della libreria Vicolo Stretto, una piccola libreria indipendente nella ridente e centralissima Via Santa Filomena a Catania. Dopo l’intervista di Bruno Vespa su Rai 1 a Salvatore Riina Jr., Maria Carmela e Angelica Sciacca non hanno tardato a far sentire la propria voce e a prendere una posizione chiara e risoluta contro la vendita del libro scritto dal figlio del boss Totò Riina. Il loro messaggio ha avuto subito un grande eco ed è stato accolto e condiviso da molti. Ma la libreria di queste due giovani sorelle non è semplicemente un bookshop che ha sposato la retorica anti-mafia. E’ soprattutto l’impresa di due giovani donne che “sono state educate e abituate da sempre a dire quello che pensano”.
Ma questo articolo https://www.ilpost.it/2020/12/17/pramopolini-catania-podcast/mi ha spronato a riparlarne
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| da http://www.fcome.org/ |
La tregua di Natale del 1914: quando nemici armati scelsero di riconoscersi uomini Dove l’umanità resiste, anche quando non dovrebbe.
canzoni suggerite generale ( cover ) - Anastasio Generale ( originale ) -Francesco de Gregori La tregua di Natale del 1...
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