4.7.08

Non ti conosco... Italia!

A parlare sempre d'amore ci si appassiona troppo. A parlare sempre d'amore si passa per sognatori.
Uno sguardo a quest'italietta che non riconosco più, o meglio, che sto ancora qui a cercare di conoscere. L'Italietta che si addormenta e si risveglia sotto il sole cocente di luglio.
Dal Duomo al Colosseo ai Templi di Agrigento è l'italietta di quelli che arraffano tutto e di quelli che arrancano per avere almeno un briciolo di niente. La classica noiosa italietta dei se, dei ma: delle certezze di pochi e le paure di tanti.
Il paesino schiavo della sua immensa grandezza, un gigante millenario poco a poco incatenato al suolo da quegli orchi che si sparano in pancia gli ultimi brandelli di tossico che c'è da spartirsi.
L'italietta dei giovani già vecchi, fiacchi nelle idee, passioni, ardore, furore adagiati placidi sul calore dei piedi comodi nelle scarpe tanto sopite e la mente bacata dai futili vessilli.
C'era un tempo il BelPaese, quello che animava con i paesaggi e la compostezza delle sue tradizioni i desideri ed il cuore di chi lo guardava da lontano.
Eccolo oggi il BelPaese martoriato da chi ne tesse le fila più spesse, abbandonato al suo destino da chi già stenta ad interpretare il proprio destino.

Era un tempo l'Italia, la culla di grandi uomini, il palcoscenico di una natura talentuosa; l'Italia luminosa aggrappata alla sua storia ed all'incanto delle sue arti.
E' l'Italietta trasandata, l'italietta consumata dalle rughe di questo nostro maledetto frenetico tempo che si avvia verso il viatico.

E' l'Italia che non riconosco più, che in realtà, sto sforzandomi adesso di conoscere

3 commenti:

sajonaradreams ha detto...

Non c'è più l'Italia di una volta!!!!

buona serata

Anna

ceglieterrestre ha detto...

Bisogna cancellare e ricominciare da carosello.Non guardo più la televisione, scrivo fiabe e poesie.

compagnidiviaggio ha detto...

"La televisione sta per uccidere le nostre anime. Oggi si limita ad informarci, domani ci detterà i nostri desideri, le nostre scelte, i nostri dolori. Un giorno farà l'amore al nostro posto". (Jacques Prévert, 1964)

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