16.7.08

un altro passo verso il baratro


Dal delitto Matteotti ai fatti di Bolzaneto, purtroppo


 


LA STORIA


SI RIPETE


 


L'assassinio dell'On. Matteotti segnò, come è noto, la svolta definitiva della trasformazione del Fascismo da movimento politico a regime. Le tappe di quella truce vicenda furono:


- la soppressione violenta di un coraggioso difensore della democrazia e dello Statuto (l'equivalente di allora della Costituzione),


- le intimidazioni che seguirono a chiunque osasse protestare, il tronfio discorso di Mussolini che si assunse la responsabilità politica di quanto avvenuto,


- la sciagurata iniziativa dei parlamentari di opposizione che, anziché seguitare la protesta nella sede istituzionale, si ritirarono dai lavori del Parlamento (il famoso "Aventino"), rinunciando così all'unica tribuna loro ancora concessa, dalla quale far sentire la propria voce (la stampa era già asservita, sia pure non ancora per legge)


- il processo-farsa, condotto da una corte addomesticata e intimidita, che condannò a pene lievissime i soli esecutori materiali, con l'evidente intento di mandare un messaggio mafioso: "uccidere gli oppositori è un po' eccessivo, ma tollerato".


Ebbene signori, tutto ciò si sta riproponendo in questi anni sotto i nostri occhi.


- A Bolzaneto nel 2001 abbiamo visto forze di Polizia predisposte per cercare la rissa ed il pestaggio, sequestrare, umiliare e torturare per ore inermi manifestanti mentre lasciava mano libera a pochi teppisti, mentre si fabbricavano prove false contro di loro e un esponente postfascista del governo Berlusconi se ne stava, alquanto impropriamente, a dirigere le operazioni dagli uffici della polizia


- ne è seguita una campagna di stampa e disinformazione martellante, nella quale per anni si è detto e ripetuto che le vittime erano in realtà pericolosi sovversivi, violenti picchiatori.


- nel frattempo, l'opposizione ha fatto harahiri


- ora abbiamo appena avuto un altro processo - farsa; certo non avrei voluto essere nei panni del giudice, ma i casi sono due: o la corte giudicante ha avuto paura, oppure è schierata politicamente. PErsonalmente propendo per la prima ipotesi, ma poco cambia.


La regimizzazione di Forza Italia prosegue.



PS SULLA VICENDA DEL TURCO:


Ahimé, che l'Italia sia corrotta è noto dal tempo di Cesare.
Però mai si era visto un presidente del consiglio che profittando di un esponente probabilmente corrotto dell'opposizione, ne traesse pretesto per annunciare leggi speciali contro la magistratura inquirente.
Da noi lo stato di diritto e la democrazia non sono nemmeno alla frutta: sono all'ammazzacaffé.


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