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7.9.24

in casa Davis-Woodhall devono fare spazio per un'altra medaglia d'oro ., due bellissime e storiche medaglie italiane nel tennis tavolo \ ping pong , Un'atleta che vince sempre La quarantaseienne britannica Sarah Storey, Ancora Francia-Argentina, nel calcio ., Ancora Francia-Argentina, nel calcio

Le Paralimpiadi di Parigi 2024 sono state piene di momenti emozionanti e storie ispiratrici. Ecco alcuni altri momenti salienti:

  1. Beatrice Vio ha difeso con successo il suo titolo nel fioretto individuale, vincendo l’oro per la terza volta consecutiva. La sua determinazione e il suo spirito combattivo hanno ispirato molti.

  2. Markus Rehm, noto come il “Blade Jumper”, ha stabilito un nuovo record mondiale nel salto in lungo, superando i 8,50 metri. La sua performance ha dimostrato ancora una volta il suo incredibile talento e dedizione.

  3. Sarah Storey, la ciclista britannica, ha aggiunto altre due medaglie d’oro alla sua impressionante collezione, portando il suo totale a 17 medaglie d’oro paralimpiche. La sua longevità e il suo successo continuano a stupire.

  4. Il team di basket in carrozzina degli Stati Uniti ha vinto una drammatica finale contro l’Australia, con un punteggio di 68-66, grazie a un canestro all’ultimo secondo. La partita è stata una delle più emozionanti del torneo.

  5. Ellie Robinson, nuotatrice britannica, ha vinto l’oro nei 50 metri farfalla S6, battendo il record paralimpico. La sua storia di superamento delle avversità ha toccato il cuore di molti spettatori.


Esse   fino  adesso      ci  hanno    già regalato momenti emozionanti e aneddoti ispiratori. Uno dei più toccanti riguarda Simone Barlaam, che ha vinto l’oro nei 100 metri farfalla categoria S9. Dopo la gara, ha raccontato di un bambino di 7 anni con la stessa patologia sua e di Federico Morlacchi, che ha detto al loro tecnico: "Io diventerò come loro". Questo dimostra quanto i successi degli atleti paralimpici possano ispirare le nuove generazioni.
Un altro momento memorabile è stato il record del mondo stabilito da Rigivan Ganeshamoorthy nel lancio del disco, con una distanza di 27.06 metri. La sua performance ha lasciato tutti a bocca aperta e ha dimostrato il livello altissimo degli atleti in gara.
Ma  ecoci   il decimo giorno di Paralimpiadi e in casa Davis-Woodhall devono fare spazio per un'altra medaglia d'oro.
Dopo i due bronzi dei giorni scorsi, l’Italia ieri ha vinto due belllissime  medaglie d’oro nel tennistavolo (quello che abitualmente chiamiamo ping pong), con Matteo Parenzan, 21 anni, nel torneo classe 6, che comprende atleti che gareggiano in piedi e con mobilità e capacità di imprimere forza un po’ ridotte, e 

La prolunga utilizzata da Ian Seidenfeld in semifinale
contro Matteo Parenzan (Elsa/Getty Images)

con Giada Rossi, 30 anni, nel torneo classe 1-2, per atlete in carrozzina con disabilità al torso e alle gambe. Parenzan ha battuto il thailandese Rungroj Thainiyom in modo molto netto, per 3 set a 0, mentre Rossi ha compiuto un’impresa notevole battendo per 3 set a 0 la cinese Jing Liu, che era la grande favorita del torneo  a  qiueste  paraolimpiadi , avendo vinto la medaglia d’oro in questa categoria ininterrottamente dalle Paralimpiadi di Pechino 2008 a quelle di Tokyo, nel 2021.
Il tennistavolo alle Paralimpiadi finisce oggi senza italiani in gara.Ma in questi giorni le partite sono   state parecchio intense ma anche molto diverse tra   loro, nella tecnica e negli strumenti, a seconda delle categorie dei giocatori e delle giocatrici. Nella semifinale di giovedì abbiamo visto l’avversario di Matteo Parenzan, lo statunitense Ian Seidenfeld, giocare i turni di risposta con la racchetta attaccata a un lungo bastone, una specie di prolunga per compensare la bassa statura. Giada Rossi invece gareggiava con la racchetta legata alla mano con una fascia strap, per facilitare il controllo: durante la finale in diverse occasioni ha utilizzato i momenti in cui si sistemava la fascia in maniera "tattica", per rompere il ritmo all'avversaria.
In generale nel tennistavolo paralimpico ci sono cose molto peculiari nelle varie classi dei tornei. Gli atleti in carrozzina tirano abbastanza di frequente campanili, palline cioè molto alte che cadono subito dopo la rete e sono quasi irraggiungibili per l'avversario. Spesso poi, alla fine dello scambio, quelli che giocano con la carrozzina bloccata frontalmente sembra esultino quasi "in faccia" all'avversario, non potendo voltarsi, e questo rende la competizione decisamente accesa. Alle Paralimpiadi di Tokyo e di Rio de Janeiro, invece, c’era stato l’egiziano Ibrahim Hamadtou, a cui mancavano entrambe le braccia e che giocava quindi tenendo la racchetta in bocca, lanciandosi la pallina con i piedi per fare la battuta.


Un'atleta che vince sempre

La quarantaseienne britannica Sarah Storey, una delle atlete più vincenti di sempre alle Paralimpiadi, quest'anno ha vinto sia la prova in linea sia quella a cronometro di ciclismo, categoria C4-5, confermando una statistica assurda: ha vinto la medaglia d'oro in tutte e 14 le gare di ciclismo paralimpiche che ha corso tra il 2008 e il 2024, su pista e su strada. In precedenza aveva vinto altri 5 ori

In volata Storey ha superato la francese Heidi Gaugain,
 19 anni (Michael Steele/Getty Images)
alle Paralimpiadi di Barcellona 1992 e Atlanta 1996, ma nel nuoto.
Storey ha una disabilità al braccio sinistro ma negli anni ha gareggiato diverse volte anche nelle competizioni con atlete normodotate, vincendo sei campionati britannici su pista e diverse medaglie d'oro nella coppa del mondo di ciclismo su pista, oltre a sfiorare il record mondiale dell'ora: batté quello britannico, nel 2015, uno dei tanti record che tutt'oggi detiene. Dopo la gara in linea, nella quale ha superato in volata un'atleta di 27 anni più giovane, Storey non ha escluso di poter competere anche alle Paralimpiadi di Los Angeles del 2028, quando avrà cinquant'anni.


La Gioconda di Assunta Legnante

Ieri Assunta Legnante ha vinto  la medaglia d’oro nel getto del peso categoria F12, che comprende atlete cieche o ipovedenti. A 46 anni, Legnante ha confermato di essere la miglior pesista cieca di sempre: aveva vinto la medaglia d’oro a Londra nel 2012 e a Rio de Janeiro nel 2016, mentre a Tokyo vinse l’argento nel getto del peso e nel lancio del disco. In queste Paralimpiadi ha fatto ancora meglio, con l’argento nel disco e l’oro nel peso, con la misura di 14,54 metri (detiene anche il record del mondo a 17,32 metri).



Assunta Legnante durante la finale del getto del peso, con la mascherina con la Gioconda (Ezra Shaw/Getty Images)

Legnante diventò cieca nel 2009 a causa di un glaucoma, una malattia cronica progressiva che colpisce il nervo ottico e che aveva sin dalla nascita. Prima di diventare cieca ebbe una carriera da pesista di alto livello anche nelle competizioni per normodotati (nel 2007 vinse un oro agli Europei indoor); prima ancora giocava a pallavolo, ma fu costretta a smettere per il peggioramento della vista. A quel punto cominciò con l’atletica, ma decise di provare seriamente la carriera nel getto del peso solo dopo non essere stata ammessa all’ISEF (oggi Scienze motorie) a Napoli, sempre per il suo problema agli occhi.
Oltre a essere un’eccezionale atleta, Legnante è ormai nota anche per la scelta eccentrica delle mascherine per coprire gli occhi con cui gareggia (tutte le atlete cieche e ipovedenti devono indossarne una, ma di solito sono semplicemente scure e piuttosto anonime). Le sue sono spesso ispirate ai luoghi in cui si svolgono le gare, e per la finale del getto del peso di Parigi ne ha scelta una con gli occhi della Gioconda di Leonardo, fatta con un progetto dell’Accademia di Belle Arti di Bologna che ha coinvolto anche altri atleti. A Tokyo usò una mascherina con la faccia dell’Uomo Tigre, un famoso personaggio dei manga e dei cartoni, mentre a Londra con quella di Diabolik.


Ancora Francia-Argentina, nel calcio


Il calciatore francese Fred
Stasera alle 20 ci sarà la finale del torneo di calcio a 5 per ciechi, che alle Paralimpiadi viene chiamato anche blind football. Per la prima volta da Atene 2004, cioè da quando questo sport esiste alle Paralimpiadi, non vincerà il Brasile, che ieri ha perso ai tiri di rigore contro l’Argentina. La finale, come ai Mondiali di calcio del 2022, sarà Francia-Argentina: potrebbe essere che la Rai la trasmetta in  differita, in seconda serata, quindi restate sintonizzati e non spoileratevi il risultato!
Da quella finale dei Mondiali, considerata una delle partite più entusiasmanti di sempre, è nata un'intensa rivalità tra le due nazionali calcio, che di recente ha vissuto una nuova fase prima per via di un coro razzista e transfobico cantato dai calciatori dell’Argentina, poi per la rissa alla fine della partita tra Francia e Argentina nel torneo olimpico.
Non sappiamo, comunque, se questa rivalità sia sentita anche nel blind football: probabilmente i calciatori staranno pensando più all’occasione di poter vincere il loro primo oro paralimpico. Sono entrambe due squadre forti e in crescita: l’Argentina è campione del mondo in carica; la Francia, che ha battuto la Colombia 1-0 in semifinale, è campione d’Europa in carica e avrà il pubblico dalla sua parte (ma solo quando il gioco è in pausa, perché durante la partita gli spettatori devono stare in silenzio).

4.9.24

gli atleti paraolimpici hanno superato gli atleti olimpici nel medagliere

 


li trattiamo male ( mala burocrazia , barriere archiettetoniche , scuola , bullissmo , ipocrisia , ecc ) eppure hanno superato in di medaglie ben 44 ( e mancano ancora 4 giorni a finire i #giochiparraolimpici ) le 40 delle semplici olimpiadi . GRAZIE continuate cosi . I giornaloni e tg ne parleranno nelle prime pagine o in fondo alle pagine

Mehrzad l'atleta più alto del mondo costretto a dormire per terra durante le Paralimpiadi: non c'è un letto su misura per lui., Impresa alle Paralimpiadi: medaglia d'oro incinta di 7 mesi

Mehrzad l'atleta più alto del mondo costretto a dormire per terra durante le
Paralimpiadi: non c'è un letto su misura per lui «A Tokyo, hanno creato un letto speciale, ma sfortunatamente non qui», ha detto a Olympics.com l'allenatore della squadra, Hadi Rezaeigarkani


La stella della squadra di sitting volley della Repubblica Islamica dell'Iran, nonostante sia costretto a dormire sul pavimento in mancanza di un giaciglio su misura, non ha sollevato alcuna plemica e pensa solo a portare a casa il terzo oro dopo quelli conquistati nel 2016 e 2020.
Il letto su misura
«A Tokyo, hanno creato un letto speciale, ma sfortunatamente non qui», ha detto a Olympics.com l'allenatore della squadra, Hadi Rezaeigarkani. «Non ha un letto speciale, ma ha ben chiaro nella mente l'obiettivo più importante. Non gli importa se dormirà sul pavimento o se non avrà abbastanza da mangiare. In ogni caso, ha la mente per diventare un campione». Mehrzad e i suoi compagni di squadra hanno davvero una grande missione davanti: vincere l'ottavo titolo paralimpico di sitting volley per la nazione. L'Iran ha vinto sette dei nove tornei a cui ha partecipato dal suo primo tentativo a Seul 1988. Un oro a Parigi 2024 rappresenterebbe una tripletta per Mehrzad, che ha fatto il suo debutto paralimpico nel 2016, diventando anche l'atleta più alto ad aver mai gareggiato ai Giochi Paralimpici.

Dopo che sono emerse le notizie sulle difficoltà di Mehrzad, gli organizzatori delle Paralimpiadi hanno dichiarato a CNN Sport che «la questione è stata risolta». «I letti nel Villaggio Paralimpico hanno un design modulare», ha affermato l'IPC. «Il team di Parigi 2024 ha ricevuto una richiesta dall'NPC iraniano e ha risposto fornendo due estensioni al letto standard. L'NPC iraniano non ha inoltrato ulteriori richieste a Parigi 2024, ma le due estensioni non sono state sufficienti. Sono state ora rese disponibili ulteriori estensioni».

Gigante del volley

Morteza Mehrzadselakjani è il settimo uomo più alto della storia, e deve la sua statura alla acromegalia, una malattia cronica legata alla produzione eccessiva di ormone della crescita che gli è stata diagnosticata nell'adolescenza. Proprio in quegli anni un incidente in bici ha stroncato la sua carriera nel basket, sport che praticava da 16enne: una grave lesione al bacino lo ha costretto a più operazioni, lasciandogli la gamba destra più corta della sinistra di 15 centimetri. 

Mehrzad è diventato un campione per caso, dopo aver partecipato 13 anni fa a un reality show in cui raccontava la sua vita in sedia a rotelle. È stato in quella occasione che il suo attuale coach lo ha notato, mentre faceva zapping tra i programmi tv. «Non potevo credere che per la paura di essere deriso e giudicato il ragazzo avesse passato 11 anni nella sua stanza. Dovevo e potevo aiutarlo. Oggi Mehrzad è conosciuto da tutti perché è un grande campione di sitting volley. Era considerato una rarità e spesso sotto i riflettori ma noi lo abbiamo trasformato in un campione». Seduto sul pavimento con le braccia alzate, Mehrzad raggiunge un'altezza di oltre due metri, il che lo rende una risorsa inestimabile sul campo da pallavolo.



Impresa alle Paralimpiadi: medaglia d'oro incinta di 7 mesi. 












Appalusi da tutto il mondo per la super Jodie Grinham ha conquistato la medaglia d'oro nella finale del torneo misto a squadre di tiro con l'arco








Jodie Grinham ha gareggiato con Nathan Macqueen due hanno sconfitto l'Iran 155-151. Avrei tanto voluto saltare e correre, ero troppo contenta" ha detto Jodie ."Essendo però incinta ho pensato fosse meglio qualcosa di più tranquillo




L'emozione è stata enorme, come quando un bambino riceve un regalo a Natale" le parole di Jodie alla BBC. Qualche giorno fa l'atleta ha vinto la medaglia di bronzo nel torneo singolo





3.9.24

Oksana Masters e tutte quelle staordinarie storie di coraggio alle Paralimpiadi

 


Spesso le storie degli atleti paralimpici prendono il sopravvento sulle loro performance agonistiche. Ma è difficile non raccontare anche le vite di queste persone, spesso incredibili: non è pruderie, ma solo la voglia di renderle ispirazione per tutte quelle persone che cercano qualcosa a cui appoggiarsi. Infatti sono  tantissime le storie interessanti e sconvolgenti di queste Paralimpiadi: storie di vite trascorse a lottare per farsi rispettare e per far rispettare diritti naturali, non sempre così scontati. Storie di determinazione, coraggio e forza grazie ai quali gli atleti sono arrivati al livello più alto delle sfide agonistiche, usando lo sport per superare le discriminazioni che le persone con disabilità devono ancora affrontare.

da www.iodonna.it/attualita/ più   precisamente  : <<  Paralimpiadi, chi sono Valentina Petrillo e Oksana Masters >>

Oksana Masters e le cicatrici per le radiazioni di Chernobyl

Gli atleti paralimpici non amano che le proprie storie facciano più notizia delle loro medaglie: sono

atleti e vogliono essere giustamente riconosciuti per questo. Ma è difficile non raccontare le loro storie: non è pruderie, ma solo la voglia di renderle ispirazione per tutte quelle persone che possono riconoscersi, nonostante non siano sotto i riflettori.E la storia di Oksana Masters è proprio una di quelle che vanno raccontate. Campionessa di canottaggio, fondista, biatleta e paraciclista, nasce nel 1989 in Ucraina con varie malformazioni e diverse malattie congenite indotte dall’avvelenamento da radiazioni, legate all’incidente di Chernobyl.Le gambe sono prive delle ossa portanti, ha un solo rene e uno stomaco non completo. Ma tutto questo non basta, perché la piccola Oksana viene anche abbandonata in un orfanotrofio dove subisce abusi interminabili per sette anni e mezzo. Poi, l’adozione. A voler prendersi cura di lei è Gay Masters, una logopedista americana, che decide di accoglierla e portarla con sé negli Stati Uniti.Qui comincia una nuova vita, ma le malformazioni le danno grossi problemi: camminare le provoca disturbi dolorosissimi, tanto che i medici incoraggiano l’amputazione. Le viene così tagliata la gamba sinistra e cinque anni dopo, a 13 anni, anche la destra. Le protesi diventano i suoi arti inferiori. Restano anche i traumi psicologici che la ragazzina cerca di risolvere tagliandosi. La mamma adottiva, però, riesce a convincerla a remare.Inizia così la passione per il canottaggio, un percorso che alla fine la incoronerà come una delle atlete americane più decorate della storia. Ma non è ancora finita: un infortunio alla schiena interrompe la sua carriera, lasciandola
senza uno sport in cui competere. Ma Oksana è abituata a superare ostacoli e non si lascia abbattere. Cambia solo disciplina: sceglie
 paraciclismo e sci di fondo. I risultati sono altrettanto eccellenti e le medaglie d’oro arrivano una dopo l’altra.A causa delle radiazioni e degli interventi il corpo di Oksana Masters è ricoperto di cicatrici: «Mi piace pensare che il mio corpo sia ricoperto di storie. Le cicatrici sono quasi come tatuaggi, in questo senso – dice l’atleta -. Sono i segni di una sopravvissuta, di cui andare fiera e non da nascondere».

per  saperne di  più  il suo sito  oksanamastersusa.com e  la  pagina   di wipedia   https://it.wikipedia.org/wiki/Oksana_Masters

2.9.24

Sara Morganti campionessa di Paradressage: “Praticare sport ha un valore immenso, ti permette di sentirti vivo”


 L’amore smisurato per l’equitazione e una voglia di gareggiare ad altissimi livelli. Quattro volte Campionessa del Mondo di Paradressage del Grado (titolo che detiene fino al 2026), ha conquistato la bellezza di 33 medaglie d’Oro ai Campionati italiani assoluti e due medaglie di bronzo ai Giochi Paralimpici Estivi di Tokyo 2020. Una vita a macinare trofei e medaglie internazionali, insignita per l’impegno e il prestigio che ha arrecato all’Italia del Collare d’Oro al merito sportivo dal Comitato italiano paralimpico (Cip) per due volte nel 2018 e 2022 e ha ricevuto anche il titolo di Cavaliere della Repubblica italiana dal presidente Sergio Mattarella. Si tratta di Sara Morganti, classe ’76, nata a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Fa parte della numerosissima delegazione azzurra che parteciperà alle prossime Paralimpiadi di Parigi (28 agosto – 8 settembre).

È arrivata quarta alle Paralimpiadi di Londra 2012 e si è qualificata per le Paralimpiadi di Rio 2016. Ma non solo. Ha vinto due medaglie d’argento ai Mondialiuna medaglia d’oro, due d’argento e quattro di bronzo ai Campionati Europei. Oscilla da mesi tra il primo e il terzo posto nella Ranking List Mondiale del Paradressage, l’unico sport equestre a rientrare nelle discipline paralimpiche (da Atlanta 1996). Lo sport ha sempre avuto un ruolo centrale nella sua vita, rappresentando non solo una passione ma un vero e proprio strumento di realizzazione personale. “Ho iniziato a praticare equitazione a tredici anni e fin da subito ho capito che questa attività mi avrebbe accompagnato per sempre. Quando a diciannove anni mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla, una delle mie paure più grandi era quella di dover abbandonare i cavalli. Tuttavia ho deciso di affrontare questa sfida con determinazione e caparbietà”, racconta Morganti a ilfattoquotidiano.it. “Lo sport mi ha insegnato a superare i miei limiti e a vivere una vita piena e felice, nonostante le difficoltà. La mia passione per l’equitazione mi ha dato la forza di andare oltre la malattia, permettendomi di fare scelte consapevoli e di impegnarmi costantemente per raggiungere i miei obiettivi. Praticare sport, soprattutto per una persona con disabilità, ha un valore immenso: ti permette di sentirti vivo, di progettare il futuro e di mantenere una prospettiva positiva sulla vita”. Oltre alle vittorie sportive, Morganti vuole comunicare un messaggio in particolare rivolto ai più giovani. “Voglio trasmettere ai ragazzi e alle ragazze un messaggio di speranza, incoraggiandoli a non arrendersi e a sfruttare tutte le opportunità che la vita offre”.Secondo le stime riportate dall’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism), di cui Morganti fa parte come associata e negli anni ne è diventata anche sua testimonial, nel mondo ogni 5 minuti viene diagnosticato un caso di Sclerosi multipla (Sm). Ci sono 2,8 milioni di persone che vivono con questa patologia. Se si traducono i numeri in un dato medio mondiale una persona su 3mila circa convive con la malattia. In Italia si stimano quasi 130mila persone con Sm. Morganti spiega al Fatto.it le sue sensazioni pre Giochi Paralimpici Estivi: “Partecipare a questo evento rappresenta il culmine di anni di duro lavoro e dedizione. Il mio obiettivo principale è quello di dare il massimo e di vivere ogni momento con intensità e passione. Gareggiare a Parigi, e in particolare nella reggia di Versailles, è per me qualcosa di magico”. L’atleta che ama i cavalli racconta di sentirsi travolta da mille emozioni tra eccitazione, ansia, gioia e gratitudine. Poter gareggiare all’interno di uno dei luoghi più visitati al mondo “rende tutto ancora più speciale. E’ come realizzare due sogni contemporaneamente, partecipare alle Paralimpiadi e visitare un posto che ho sempre considerato affascinante. Questa opportunità è unica e voglio coglierla appieno, godendomi ogni istante e portando con me le emozioni di un’esperienza indimenticabile”. L’atleta di Paradressage è entrata in contatto con Aism dopo i Giochi Paralimpici di Londra (2012). “Volevano incontrarmi e conoscere la mia storia, che magari poteva essere d’ispirazione per tante persone. Avevano bisogno della mia testimonianza e, nel frattempo, conoscendo l’associazione, ho trovato supporto e informazioni cruciali per affrontare la mia malattia” afferma. Aism si è rivelata una risorsa fondamentale. “Negli anni ho visto come questa associazione ha migliorato significativamente le opzioni di trattamento e gestione della sclerosi multipla. Sostenere Aism come testimonial è per me un modo per restituire ciò che ho ricevuto e aiutare altre persone nella mia situazione” sottolinea.Morganti è una campionessa nello sport e spera di essere un riferimento positivo per altri nelle sue condizioni. “Raccontare la mia storia – sono sposata, laureata, ho partecipato alle Paralimpiadi e vinto tante medaglie – può essere di grande aiuto, soprattutto per un giovane che riceve una diagnosi di sclerosi multipla. Sento una forte responsabilità nel comunicare che, nonostante le difficoltà, è possibile vivere una vita felice e realizzare i propri sogni”. Un messaggio sostenuto anche da Francesco Vacca, presidente Aism: “Lo sport è un potente strumento di inclusione sociale, capace di sviluppare le abilità e migliorare la qualità della vita delle persone, anche di chi convive con la sclerosi multipla”, dice a ilfattoquotidiano.it. “È un antidoto contro la discriminazione, che ci permette di superare stereotipi e pregiudizi, affermando il diritto di ognuno a vivere appieno i propri sogni, oltre la malattia”.

1.9.24

Perché Olimpiadi e Paralimpiadi non si fanno in contemporanea ed altre storie paraolimpiche



Oggi quarto giorno di Paralimpiadi .
Chi vince una medaglia può fare due cose, quando passa da un metal detector: togliersela, per non farlo suonare, oppure approfittarne per pavoneggiarsi un po'  come  il  caso  dell'italiano Antonino Bossolo, bronzo nel taekwondo -63 kg . 




Ma  veniamo     al  quesito che   si pongono  molti  ( compreso il sottoscritto ) Perché Olimpiadi e Paralimpiadi non si fanno in contemporanea  ? 

Le Olimpiadi e le Paralimpiadi non si svolgono contemporaneamente per diverse ragioni storiche, logistiche e organizzative.  Infatti   se  si legge   la storia  delle  parolimpiadi   è  dal 2001,   che  il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) hanno firmato un accordo che stabilisce che la città ospitante delle Olimpiadi deve anche organizzare le Paralimpiadi1. Questo accordo è stato pensato per garantire che entrambe le manifestazioni abbiano la giusta attenzione e risorse, utilizzando le stesse strutture e infrastrutture
Inoltre, tenere i due eventi separati permette di dare maggiore visibilità agli atleti paralimpici e di celebrare le loro imprese senza che vengano oscurate dalle Olimpiadi3. Questo approccio aiuta a promuovere l’inclusione e a sensibilizzare il pubblico sulle capacità e i successi degli atleti con disabilità  .  Infati  
 

  dalla     NW  di paris   di ilpost.it

Quando la città di Boston provò ad aggiudicarsi l'organizzazione dei Giochi del 2024 – ritirò la candidatura nel 2015 – propose di invertire l'ordine dei due eventi: prima le Paralimpiadi, poi le Olimpiadi. L'idea era che le Paralimpiadi ne avrebbero guadagnato in visibilità, e allo stesso tempo le Olimpiadi avrebbero avuto un evento per “testare” su scala ridotta la macchina organizzativa. Fu una proposta presto respinta, come avviene tutte le volte in cui ciclicamente si parla della possibilità che Olimpiadi e Paralimpiadi vengano fatte nello stesso periodo, in teoria con la speranza di dare più visibilità alle Paralimpiadi: fu una questione molto dibattuta prima delle Paralimpiadi di Rio 2016, quando il comitato organizzatore ebbe molti problemi a vendere i biglietti per le gare (ma poi ci riuscì).
Secondo entrambi i Comitati internazionali, olimpico e paralimpico, queste proposte non solo non funzionerebbero, ma non sarebbero nemmeno praticabili: organizzare i due eventi in contemporanea richiederebbe uno sforzo logistico enorme e rischierebbe di produrre l'effetto opposto sul pubblico, cioè di togliere attenzione alle Paralimpiadi. Per Andrew Parsons, presidente del Comitato paralimpico internazionale, è invece un bene che ci sia «un momento unico per celebrare gli atleti paralimpici». Parsons rifiuta anche la proposta di anticipare le Paralimpiadi, che secondo lui non dovrebbero in alcun modo «essere viste come un test per le Olimpiadi».
Ecco quind  che   , semre  secondo  la   Nw , nel 2001 i due comitati firmarono un accordo per tutelare i Giochi paralimpici, stabilendo che da Pechino 2008 in poi dovessero tenersi sempre poco dopo quelli olimpici, usando lo stesso villaggio, facendo le gare negli stessi posti (più o meno) e coprendo le spese di entrambi gli eventi con lo stesso budget.


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La saltatrice in lungo Tara Davis e il velocista paralimpico Hunter Woodhall, che sono sposati e si allenano spesso insieme (AP Photo/Michael Woods)

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Il rugby in carrozzina è uno sport in cui scontri, contatti fisici al limite e ribaltamenti delle carrozzine stesse sono talmente frequenti che è stato soprannominato murderball: e non vi sfuggirà che “murder” in inglese significa “omicidio”. È in effetti uno sport all'apparenza piuttosto violento, anche se i giocatori sembrano impassibili a qualsiasi cosa gli capiti: appena ci si abitua, comunque, diventa molto divertente perché è estremamente rapido e dinamico.
È uno sport che mischia elementi del rugby ad altri del basket e della pallamano, e come nel rugby i punti si fanno oltrepassando una linea di meta in fondo al campo. La palla però è rotonda. Si gioca su un campo al chiuso grande quanto quello da basket, e infatti fu inventato negli anni Settanta proprio come alternativa al basket in carrozzina. È uno sport misto, in cui uomini e donne giocano insieme: ogni squadra ha 4 giocatori e giocatrici a cui viene assegnato un coefficiente da 0,5 a 3,5 in base al livello di limitazione fisica o della capacità di gioco dovuto alla disabilità, e la somma dei coefficienti in campo non può superare 8 (per ogni donna in campo però si ha uno 0,5 in più).
Il rugby in carrozzina sta avendo un crescente successo negli ultimi 10 anni soprattutto grazie a una regola che dal 2008 lo ha reso più intenso e spettacolare: quella per cui ogni squadra ha al massimo 40 secondi per un'azione d'attacco (ogni giocatore, poi, non può tenere la palla per più di 10 secondi senza passarla o palleggiare).
Le carrozzine sono diverse a seconda del tipo di giocatori: quelli di difesa ne hanno una con una sporgenza davanti per permettere di contrastare gli avversari (gli vanno proprio addosso alla massima velocità), mentre quelli d'attacco ne hanno una più adatta all'agilità di manovra in spazi stretti. La fisicità è una delle cose che giocatori e giocatrici preferiscono di questo sport, e ciascuno ha le sue storie di cicatrici, dita maciullate e ossa rotte durante le partite da raccontare con fierezza. Le carrozzine si ribaltano spesso, sì: e altrettanto spesso sono da aggiustare.


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Anche nelle paraolimpiadi ci sono donne incinte che hano scelto di gareggiare


Sette mesi


Non sono molte nella storia delle Olimpiadi le atlete che hanno gareggiato mentre erano incinte, e fino a questa edizione non ce n'era mai stata nemmeno una alle Paralimpiadi (o almeno non che si sapesse): poi è arrivata l'arciera britannica Jodie Grinham, che si è presentata a Parigi 2024 al settimo mese di gravidanza. Se in un certo senso il tiro con l'arco può sembrare uno sport più adatto di altri a essere praticato anche in gravidanza, perché richiede meno movimenti, per altri versi non lo è affatto. Nel momento del tiro le arciere hanno bisogno del massimo della concentrazione, di abbassare il proprio battito cardiaco e di
controllare la respirazione in modo da scoccare la freccia solo quando sono completamente ferme: ecco, pensate dover fare tutto questo con un feto di sette mesi in pancia.
Ieri Grinham (  foto  a  sinistra  ) ha vinto la medaglia di bronzo nel torneo individuale dell'arco compound (un tipo di arco che ha alcuni accorgimenti per limitare gli sforzi fisici), ed è stata in qualche modo storica. Durante la gara «il bambino non ha smesso di muoversi», ha detto Grinham, che ha spiegato di aver fatto allenamenti specifici per controllare quella situazione. Sarà difficile dopo di lei vedere alle Paralimpiadi atlete con gravidanze più avanzate. Nella storia delle Olimpiadi moderne si ha notizia di 25 atlete che hanno gareggiato incinte, ma nessuna al settimo mese.


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La più giovane di tutta la delegazione italiana


Dei 141 atleti e atlete italiani a queste Paralimpiadi, la più giovane in assoluto è Giuliana Chiara Filippi  ( foto  a   destra )  , che è del 2005 e deve ancora compiere 19 anni. Gareggia nei 100 metri e nel salto in lungo della categoria T64, per atlete con disabilità a un arto inferiore sotto al ginocchio: a Filippi manca il piede destro dalla nascita.
Nonostante sia molto giovane, quest'anno ha già fissato i record nazionali praticamente in tutte le sue specialità: 60, 100 e 200 metri, oltre al salto in lungo. Ieri è arrivata nona nella finale di salto in lungo e il 5 settembre tornerà a gareggiare nei 100 metri. Qualche settimana fa lei stessa aveva detto di andare a queste Paralimpiadi «senza aspettative», perché «comunque sono ancora giovane»: ma è una di quelle atlete da cominciare a tenere d'occhio.




Infatti    è  leggendo  le  sue  dichiarazioni    che non vedo  una  grande   sostanziale     differenza , in qiuanto  lo  spirito olimpico   è lo stesso  ,   tra  i  giochi olimpici  e  paraolimpici 

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Un'altra medaglia per Carlotta Gilli, una delle atlete di punta della nazionale italiana a queste Paralimpiadi: è la terza, e nei prossimi giorni gareggerà ancora.


Un'altra medaglia per Carlotta Gilli, una delle atlete di punta della nazionale italiana a queste Paralimpiadi: è la terza, e nei prossimi giorni gareggerà ancora.

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Gli esseri umani fanno ricorso a protesi di vario tipo fin dall'antichità, ma per molto tempo il loro scopo è stato più che altro quello di nascondere la mancanza di un arto. Affinché siano utili e funzionali, invece, in tempi più recenti si è capito che le protesi non devono per forza assomigliare agli arti umani.











 



raccontare i femminicidi \ amori criminali di oggi con quelli del passato il caso Beatrice cenci

 Per  il 25  novembre   anzichè raccontare  le  recenti   storie di femminicidio \  d'amore criminale  che   in una società sempre  più ...