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DIARIO DI BORDO N° 27 BIS ANNO II Chiesa Altro che coppie gay: il parroco benedice la paranza di camion del costruttore condannato per camorra ., Maria Gambarana La “staffetta” dei moti del 1821 Storia di una cospiratrice carbonara dimenticata ., ed altre storie
Il duemila e ventiquattro è appena cominciato ma nella Chiesa la battaglia anti-bergogliana dei clericali di destra continua senza pause. L’ultima trincea è quella delle benedizioni alle unioni omosessuali, poi ridimensionata dal prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, il cardinale argentino Victor Manuel Fernández detto Tucho, in modo quasi fantozziano: “Le benedizioni devono durare poco, dieci massimo quindici secondi”.Nel frattempo, nel sud d’italia, c’è una certa Chiesa che benedice tutt’altro, in linea con la nefasta tradizione degli “inchini” di sacre statue a boss e mafiosi durante le processioni. La storia l’ ha raccontata Vincenzo Iurillo sul sito del Fatto il 5 gennaio. A Sant’agnello, paesino della costiera di Sorrento, il 30 dicembre il parroco ha benedetto una “paranza” di cinque camion di proprietà di un imprenditore edile condannato a quattro anni e mezzo (già scontati)per reati di camorra. Il sacerdote si chiama Francesco Saverio Iaccarino e ha atteso la “paranza” sul sagrato della sua chiesa, intitolata ai santi Prisco e Agnello, al termine di una sfilata a colpi di clacson dei camion. Intervistato da un quotidiano web locale, Positano News, l’imprenditore ha precisato che “siamo molto cattolici”. Il video poi è stato rimosso. Non solo. Il costruttore è di nuovo sotto inchiesta per un fatto avvenuto a fine marzo, sempre a Sant’agnello (poco più di 8mila abitanti), e denunciato in Parlamento da Federico Cafiero de Raho, l’ex procuratore nazionale antimafia oggi deputato del M5S. Questo: il pregiudicato avrebbe aggredito a pugni e calci uno storico ambientalista della zona, Claudio d’esposito del Wwf. In passato, l’ecologista aveva fatto vari esposti e denunce per alcune speculazioni edilizie del suo aggressore. Dopo il violento agguato ci fu anche una mobilitazione nell’intera penisola sorrentina. E TRA I PROMOTORI figurava anche un sacerdote, don Carmine Giudici, che spese pubblicamente parole profonde e intense: “La vicenda di un altro povero Cristo della nostra terra, Claudio solitario e testardo difensore di una bellezza sempre più profanata e violata, anche questa ci chiede di prendere posizione, di assumere una postura, di schierarsi senza esitazione e senza cavalcare in maniera strumentale la risonanza emotiva di un momento per poi sprofondare nuovamente in un anonimato che resta indifferente se non complice di certe devastazioni violente e selvagge”. Invece.Invece nove mesi dopo un suo confratello della confinante Sant’agnello si è reso complice dello show cittadino dell’aggressore del “povero Cristo”. Qual è allora il vero volto della Chiesa di quella terra di fronte alla violenza e alla prepotenza della camorra? Quello del parroco benedicente o quello dell’altro parroco che condanna?A dire qualcosa dovrebbe essere il vescovo locale Francesco Alfano, prelato fin troppo prudente e moderato e che in penisola sorrentina ha pure abolito de facto la tradizione antichissima dell’elezione diretta del parroco. Ché in questa storia anche il tradimento della volontà popolare ha un peso: il prete che ha benedetto i camion è infatti il primo parroco, dopo secoli, non eletto di Sant’agnello.
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memoria una storia d'altri tempi, di prima del motore quando si correva per rabbia o per amore ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce ( da il bandito e il campione qui il resto del testo ) da http://blog.leiweb.it/novella2000/2012/07/09/ di Daniela Groppuso , 9 luglio 2012 - 18:24 in Vip Tv , Visti in tv Luce Caponegro ( Selen ) e Sara Tommasi Percorsi invertiti, destini che si incrociano. Luce Caponegro, in arte Selen, ex pornostar in auge negli anni ’90, si è sposata ieri. Lo ha fatto in chiesa con un vaporoso abito bianco, come tradizione impone. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, indignati perché fa strano, perché “oddio, una pornostar in chiesa”, perché l’abito bianco è simbolo di purezza e illibatezza, che non sono proprio una peculiarità dell’hard core. In realtà tut
dalla nuova sardegna del 17\10\2011 di Paolo Matteo Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. Così l’altra sera ha preferito farsi arrestare dando vita a una sorta di sceneggiata: ha rubato un furgone nel cuore della città di Eleonora, poi ha raggiunto la questura e si è autodenunciato. In verità ci aveva provato anche poco prima, confessando un furto (900 euro) messo a segno nel Lazio. Ma non è stato creduto. Così ha optato per il furgone. Il motivo del suo singolare gesto? Eccolo: finire in carcere, piuttosto che varcare da solo i cancelli del palazzo di giustizia di Cagliari. Dove dovrà presentarsi la mattina di mercoledì 22 in veste di testimone in un processo già fissato. Processo al quale voleva andare solo se scortato dalla polizia penitenziaria. Con buona ragione, tenuto conto che il protagonista di questo episodio un po’ kafkiano è Carlo Dessì, 54 anni, cagliaritano doc, malavitoso di lungo corso e forse uno dei pentiti della prima
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una storia come dicono , molti , molto commovente. Un amore simile in questi nuovi tempi non si trova più. <iframe width="982" height="721" src="https://www.youtube.com/embed/Q5GbSD_twBc" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe> nuova sardegna 18 AGOSTO 2020 Era il 17 agosto 1975, il Corriere della Sera due giorni dopo dedicò una pagina alla tristissima storia, il cantante Ivano Michetti dei Cugini di campagna scrisse "Preghiera" LUIGI SORIGA SASSARI. Lui si chiamava Ettore Angioy, aveva 18 anni, era un ragazzone atletico e innamorato, con le gambe da terzino e la testa di un fantasista d’altri tempi. Lei si chiamava Jole Ruzzini, era sportiva, di una spensieratezza contagiosa, b
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