8.1.24

Truffe digitali, ora spuntano quelle con l’intelligenza artificiale: “E io che pensavo fosse amore…”

da  Truffe digitali, ora spuntano quelle con l’intelligenza artificiale: “E io che pensavo fosse amore…” (msn.com)






«Certo che dispiace, essere ingannati. A me è andata bene, me ne sono accorta in tempo. Ma la truffa con l’intelligenza artificiale, quella davvero non me la sarei mai aspettata».Annamaria Armando è una donna coi piedi per terra. Fa l’operaia metalmeccanica, legge, ha pitturato da sola le pareti della sua casa nella campagna del Cuneese, coltiva i peperoni nell’orto, ha una vita piena di interessi. Eppure, stava per cadere in una romance scam, una truffa romantica via web, di quelle col belloccio che ti corteggia sui social per poi spillarti dei soldi
LANCIARE UN ALLARME – Cinque settimane, tanto è durata la sua corrispondenza con un fantomatico americano dietro al quale si nascondeva un’organizzazione criminale. Si è salvata grazie al suo fiuto e a un’amica che si è trasformata in detective. Ma se ha deciso di raccontare comunque a Oggi la sua storia, senza imbarazzi, è per lanciare un allarme: «Oggi la tecnologia rende tutto terribilmente reale. Anche le bugie». Ci arriveremo.Tutto ha inizio nel settembre scorso. La signora Armando ha due grandi passioni: il tiro con l’arco e gli animali. A tirare va con gli amici dell’associazione di zona, nel weekend: «È un bellissimo sport, condiviso da persone speciali».
IL GANCIO? GLI ANIMALI – Gli animali, quattro gatti in casa e tre galline nell’aia a parte, ama osservarli dovunque: nei documentari, sui social. Un giorno, su Facebook, le appare uno di quei reel che l’algoritmo di Meta invia automaticamente in base ai tuoi interessi: un volpacchiotto quasi addomesticato che si fa dare i grattini. Sotto il video, Annamaria lascia un commento minimo, («super!»), seguito da un cuoricino. «Mi aveva fatto tenerezza». Poco dopo, un uomo le risponde, in inglese: «Anche a te piacciono gli animali? Quali?».La foto è quella di un americano di mezza età, capelli brizzolati, occhi castani. Sul suo profilo Facebook c’è scritto che si chiama Jack, vive in New Jersey, è un ingegnere e fa volontariato coi disabili.




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Lì per lì, scambiare due chiacchiere con uno sconosciuto su una pagina web affollata di procioni dispettosi ad Annamaria non pare poi così grave.Non che sia a caccia di flirt, tutt’altro. «Sono single e sto benissimo così». Il fatto è che alle superiori ha studiato inglese, le piaceva tanto ma poi non l’ha più praticato. «Mi sembrava una bella occasione per rinfrescare un po’ la lingua».

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SI PASSA SU MESSANGER – Dopo qualche messaggio pubblico, Jack la invita a proseguire la conversazione su Messenger, in privato. Dove vivi di bello in Italia, di cosa ti occupi, cose così. Lui, racconta, è un ingegnere, va in palestra, è divorziato e ha una figlia, Mia, di 13 anni. Da un paio di messaggi al giorno, la conversazione s’infittisce. Non che lo scambio sia poi questo granché: mentre Annamaria scrive delle sue letture appassionate, dell’interesse per le storie di mafia, per la meditazione, Jack non mostra di avere grandi argomenti di conversazione. Al massimo racconta della figlia, tira fuori qualche massima new age. Ripete insistentemente, questo sì, di essere un uomo facoltoso, di avere molte proprietà e “un contratto in ballo da un milione di dollari” che lo porterà presto a Londra, «così magari prendo un aereo, vengo in Italia e ci conosciamo». Ah, in vista del trasferimento nel Regno Unito Jack sta chiudendo tutti i suoi conti bancari negli Usa, “per sicurezza”.
LUI INSISTE SUI (SUOI) SOLDI - La signora Armando è perplessa: «A me dei soldi non importa nulla, perché tanti particolari?». Finché, ormai passato ai messaggi vocali (ottimo inglese, nessun accento particolare), il presunto ingegnere si mostra sempre più romantico. «Se il destino ci ha fatti incontrare un motivo ci sarà». «Sei unica». «Non vedo l’ora di baciarti».Annamaria lo ammette: avere qualcuno che ti chiama darling e ogni giorno ti manda un messaggino fa piacere. E però – donna concreta, dicevamo – resta sulle sue: «Mi pareva ridicolo: non ci siamo mai visti in faccia e scrivi che sono l’amore della tua vita? Ma dai…». Jack fa l’offeso («Perché dubiti di me?»), sparisce per giorni. Poi, sfodera l’asso: va bene, facciamo una videochiamata. L’appuntamento è per una domenica pomeriggio. Annamaria aspetta seduta sul divano, il cellulare in mano.
ARRIVA ANCHE IL VIDEOMESSAGGIO – Quando risponde, sullo schermo del telefonino appare Jack. Lui, in carne e ossa. «Il video era molto perturbato, ma era proprio l’uomo della foto: muoveva la bocca, la voce era la sua. Solo, non mi sorrideva mai, non capivo perché». Pochi secondi e la comunicazione cade. Jack richiama solo in voce («Scusa, qui c’è poco segnale»), scherza, le canta I feel good. «Non vivo sulla luna, sapevo delle scam, le truffe online, avevo anche seguito un’inchiesta in tv e soldi non gliene avrei dati mai. Ma dopo averlo visto in faccia perché avrei dovuto pensare a un inganno?».Ad aprirle gli occhi è un’amica: guarda che qualcosa non torna. Insieme si mettono a cercare sul web la foto di Jack, che ovviamente Jack non è. Il ritratto appartiene a un ex modello californiano, che con questa storia non c’entra niente.
L’AIUTO DELL’AMICA – Il copione, in compenso, è sempre lo stesso: ancora una manciata di messaggi e “Jack” avrebbe finto di aver avuto un intoppo con la carta di credito («Sai, non mi hanno attivato il nuovo conto corrente») avrebbe detto ad Annamaria che sarebbe stato così felice di venirla a trovare in Italia, certo però se lei avesse potuto aiutarlo coi soldi del biglietto…Le romance scam sono come la peste nera: +30% di casi e 5 milioni di euro sottratti in Italia solo nell’ultimo anno. Dati benevoli, badate bene, perché la maggior parte delle vittime (soprattutto donne) non denuncia: troppa vergogna.Alla fine, la signora Armando invece mette in fila tutto – il profilo di “Jack” con tre post in croce, le risposte generiche, l’insistenza sul fatto di essere ricco, il romanticume precipitoso – e blocca l’impostore su tutti i social.Resta lo stupore per la videochiamata, ed è questa la vera novità: grazie ai software di AI, oggi le gang – basi in Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio – riescono ad animare qualche secondo di conversazione, a rendere viva anche una foto rubata. L’ho visto in faccia, era lui. Giustamente allarmata, Annamaria si rivolge alla Polizia Postale per fare una segnalazione. «Non mi hanno neanche fatta sedere in ufficio, né chiesto dettagli. “Eh, adesso fanno così”.Ma io questa cosa voglio raccontarla. Perché se ci caschi davvero, può fare male. Tanto».

Fiamma Tinelli

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