"Patrimonio intangibile dell'Umanità".
......"B'a' cosas chi pro las cumprendere bi chere' tempus e isperienzia;
e cosas chi cand'un'at isperienzia non las cumprende prusu.
Cosas chi pro fortuna s'irmenticana e cosas chi pro fortuna s'ammentana;
e cosas chi si credene irmenticadas e chi imbezzes una die a s'improvvisu torran'a conca "........
(Sos Sinnos) Mialinu Pira
......"Ci sono cose che per capirle serve tempo ed esperienza;
e cose che quando uno ha esperienza non capisce piu'.
Cose che per fortuna si dimenticano e cose che per fortuna si ricordano;
e cose che si credono dimenticate e da vecchi all'improvviso ritornano alla mente".....
(Sos Sinnos) Michelangelo Pira
Il canto a tenore è l'espressione etnico-musicale più arcaica della Sardegna centrale ed è la prova dell'esistenza della pratica polifonica in tempi remotissimi.
E ' difficile stabilire le origini del canto a tenore che secondo alcuni risalirebbero addirittura a circa 4000 anni fa. La natura del canto sembrerebbe strettamente radicata nella vita pastorale, nella solitudine in campagna a stretto contatto con il bestiame e con la natura. Sono proprio gli animali e la natura i più probabili ispiratori delle voci.
E' realizzato da quattro cantori chiamati Bassu (basso - con un suono grave e profondo), Contra (contralto - si caratterizza per un suono più lineare, metallico e meno vibrato), Mesu oche (mezza voce - che arricchisce il canto con abbellimenti , fioriture e con le tipiche giratas -virtuosismi vocali-), Oche (voce), disposti in cerchio, riproponendo la forma architettonica della antica civiltà sarda, quella nuragica.
Contra e bassu procedono in parallelo nella scansione delle sillabe non-sens (bimbaraaaa-boom-bam-bom) senza che l'una o l'altra voce cambi nota prima del cenno della voce solista.
Bitti, nelle vicinanze di Nuoro, in Barbagia, è uno dei paesi in cui si pratica il canto a tenore.
I canti a tenore della tradizione bittese si dividono in profani (destinati ad accompagnare i balli nelle feste popolari durando diverse ore senza interruzione o le gare poetiche, dove il significato del testo è preminente rispetto alla musica) e sacri che, di probabile derivazione gregoriana sono tutti natalizi: su nenneddu (celebra la nascita del Gesù bambino), sas grobbes de su nenneddu (sono anch'esse canti in onore a Gesù bambino), anghelos cantate (canto di natale), sas grobbes de s'Annossata (canti dedicati alla Madonna dell' Annunziata festeggiata ogni anno nel mese di maggio con processioni e pellegrinaggi in un santuario campestre).
I canti a ballos sono quattro : ballu seriu (uno dei più antichi ed è il canto bittese per eccellenza), ballu lestru, ballu dillu, passu torratu.
La tradizione vuole che nell'incipit il solista inizi il canto aumentando gradualmente il tempo fino a stabilizzarsi e che la frase di chiusura sia cantata a isterrita (la stesura). _
Ma il canto preferito e più praticato a Bitti , oltre ai caratteristici muttos e Andira, è la classica serenata d'amore: sa Boche 'e notte (voce di notte). Fino alla fine degli anni cinquanta era consuetudine andare a contonare, ovvero fare le serenate alle ragazze amate, cantando le loro virtù e doti proprio sotto la finestra della camera da letto. Oggi andare a contonare è una pratica ormai in disuso e probabilmente è difficile che una pur splendida esecuzione sul palco ne riproduca il fascino e la suggestione antichissimi.
Informazioni tratte dal sito www.tenoresdibitti.com dove potrete anche ascoltare alcuni canti.
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