24.2.24

COME SI RICONOSCE UNA SETTA? LE SETTE FANNO LEVA SULLA PAURA E SUL SENSO DI COLPA


Le sette, ovvero tutte le associazioni che si discostano dalla religione principale, qualunque essa sia, per intraprendere un nuovo rito, fanno leva su principi piuttosto semplici e ruotano attorno alla paura. Persone sole che vogliono far parte di un gruppo sono più a rischio di altre. Se viene raccontato che il demonio infesta i loro corpi, la loro casa, e a dirlo è qualcuno di cui si !dano, quasi certamente permetteranno qualsiasi cosa purché il male venga scacciato. In Italia, con la presenza massiccia e
rami!cata della chiesa in tutte le sue espressioni, non è necessario essere ferventi cattolici per conoscere la dottrina: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, sono all’ordine del giorno. Croci!ssi, preghiere e campane a lutto o a festa, anche. Si tratta di riti collettivi a cui siamo avvezzi. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che chiunque invochi il nome del Signore per una guarigione, per un miracolo, per una supplica venga tutt’al più ignorato o ritenuto inoffensivo: che sta facendo di male? Sta solo pregando. Qualsiasi religione non è solo bontà e preghiera. È anche un modo come un altro per controllare le masse e renderle mansuete. Le sette hanno come caratteristica principale il cosiddetto ‘love bombing’: accolgono i nuovi arrivati con un vero e proprio bombardamento d’amore. Ed è contrario alle regole di un gruppo che, per la sua propria sopravvivenza, è chiuso. Dif!cile essere accolti in un nuovo uf!cio. O a scuola. Nella setta è il contrario: è tremendamente semplice. Una persona sola, bisognosa d’amore, accolta con entusiasmo non se ne andrà più. Sarà fedele, farà quello che le verrà chiesto. La setta fa leva sulle debolezze, sulle paure e sul senso di colpa. Il leader della setta vuole esercitare un potere. Se poi arrivano anche offerte, soldi, regali, tanto meglio. Far credere di essere il tramite con cui Dio opera i suoi miracoli è da criminali. Così come è da criminali, e i leader delle sette sono criminali, invitare i propri adepti a sospendere i farmaci, a non credere ai medici, a seguire strane diete. Se l’adepto viene convinto che nel suo corpo c’è il demonio e che serve un esorcismo per scacciarlo, quasi certamente non si opporrà, intimorito dalla morte, dall’ignoto e dal male. Le sette e le microsette in Italia prosperano perché c’è un timore reverenziale per tutto ciò che viene de!nito sacro, retaggio culturale di chi, !n da piccolo, ha fatto le scuole pubbliche sotto il croce!sso appeso al muro. Ma la vera religione è un’altra” Il reclutamento avviene per passaparola:
«Vado in questo posto, mi trovo bene. Vieni?». Si viene accolti con grande affetto: sorrisi, abbracci, inclusione immediata. Non è chiarissimo quale sia lo scopo: pregare, stare bene. La religione è riveduta e corretta. Ci sono richieste di offerte: di tempo, denaro, esperienza.  Ci sono domande intime e c’è l’attesa, pressante, per risposte dettagliate.  C’è un momento di rottura: se non sei con noi, allora sei contro di noi. C’è il momento della guarigione: «Hai un problema, noi possiamo risolverlo». Nella setta un rito di passaggio decreta l’ingresso, a quel punto l’adepto coinvolgerà altri .

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