10.2.14

se eri un bambino .negli anni cinquanta, sessanta, settanta, ottanta ti ricordi com'eri

  da   un utente  del mio facebook   che ha condiviso in sieme  alla  foto  il post da https://www.facebook.com/stereopuntoradio




1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né
airbag…
2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata
speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di
piombo.
4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei
medicinali, nei bagni, alle porte.
5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
6.- Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla
bottiglia dell’acqua minerale…
7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che
avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non
avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il
problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8.- Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima
del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno poteva
rintracciarci. Impensabile ..
9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il
pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà).
10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di
nessuno, se non di noi stessi.
11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare…
12.- Condividevamo una bibita in quattro… bevendo dalla stessa bottiglia
e nessuno moriva per questo.
13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi ,
televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby
surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet
… Avevamo invece tanti AMICI.
14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa
dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza
bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto?
Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano
delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti
per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità … e imparavamo a gestirli.

La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere? E a crescere e diventare grandi? Se appartieni a questa generazione, condividi questo link con i tuoi conoscenti della tua stessa generazione…. e anche con gente più giovane perché sappiano come eravamo noi prima!

2 commenti:

last nana's ha detto...

tutto vero, ma purtroppo quella dell'avere tanti amici, non sempre. non se vivevi in una città snob dove potevi fare amicizia se i tuoi genitori, nonni e bisnonni erano già a loro volta amici dei genitori, nonni, bisnonni dei bambini con i quali avresti voluto giocare. dove una o due amiche avevano subito aggressioni (una di loro ricordo che finì pure in ospedale). dove a scuola ti prendevano di mira solo perchè non avevi il taglio di capelli giusto. per i più è vero che era così, ma non sempre, purtroppo. e tanto per cantare fuori dal coro, ho grandi amicizie durature fatte online (oltre a quelle dal vivo, che però ho fatto da grande e nel terzo millennio, non negli anni 80 quando ero bambina, non della mia età, gli amici veri allora erano pochi e non tanti). ciononostante è innegabile che allora si viveva decisamente meglio e ho apprezzato davvero l'articolo, complimenti! ne aggiungerei altre, per affermare quanto si viveva meglio: che all'epoca che citi, per fare il postino non ci voleva la laurea in economia e commercio, per fare il maestro/la maestra alle elementari non ci voleva la laurea in scienze della formazione primaria, per avere un posticino di lavoro non dovevi avere dieci master che quando hai finito di studiare poi continueranno ad essere insufficienti o perchè non hai la raccomandazione di un politico o comunque un aiuto esterno o perchè veramente non c'è più spazio se non per pochi (e infatti la "pochezza" ha alzato il livello dei concorsi, quelli per diplomati li superano i laureati). e i maestri delle elementari poi non erano considerati incompetenti perchè avevano solo tre anni di magisterio e non cinque di istituto e altri cinque di università (se poi si vuole lavorare con i ragazzini disabili gli anni di università diventano sette, allora invece c'era un corso, forse biennale, dopo il diploma magistrale, che avevo in mente, ma, ironia della sorte, la eccessiva scarsità di informazioni mi aveva impedito di accedervi, mentre oggi mi sarebbe bastato consultare google e avrei risolto -ma che dire, sono un topo informatico e l'unica cosa che aggiungerei alle meraviglie degli anni 50-60-70-80 è proprio la tecnologia -tra l'altro è stata quella che mi ha pure dato più lavoro che la realtà reale-). i posti di lavoro da segretaria poi in quegli anni erano esistenti, oggi non più, almeno dove vivevo prima di andare all'estero. quasi nessuno assumeva più una segretaria. in quegli anni le competenze valevano più delle conoscenze, o almeno in linea di massima, oggi pare proprio di no. tristemente, è un'epoca andata

last nana's ha detto...

la dislessia però è una malattia vera. in passato chi ne era affetto finiva per vedersi ridotte le opportunità per una malattia oggi forse facilmente curabile

qualche giorno fa è stato approvato il ddl che dichiara la GPA «reato universale». Ora sì che eviteremo sfruttamento e mercimonio...

La mia posizione sulla GPA è nota ab illo tempore, mi ha provocato già diverse discussioni, anzi, no, insulti, accuse (di non essere davver...