Inoltre le sconfitte insegnano come dice una puntata di un famoso cartone animato
se nel caso non riusciste a vederlo lo trovate qui su http://www.dailymotion.com/it
A Torino la squadra peggiore d’Italia: “Perdiamo, ma sempre con il sorriso”
La Crocetta ha il record di ko e gol subiti su mille squadre di Terza Categoria. Ma il tecnico scommette sul primo successo: «Ci divertiamo e non molliamo neanche sotto 12-0»
La formazione della Crocetta al debutto stagionale.
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Girarci attorno è inutile: «Siete la squadra peggiore d’Italia». Ma la notizia non sorprende lo spogliatoio. I calciatori della Crocetta, quartiere chic di Torino, fanno spallucce. «Davvero? Allora siamo i primi degli ultimi», sorride il presidente Stefano Armitano. La squadra, al primo anno in Terza Categoria, è in fondo alla classifica a zero punti. I numeri: 11 sconfitte, 82 gol subiti e 7 fatti (il capocannoniere del campionato, da solo, ne ha segnati il doppio). Nei 148 gironi dell’ultima serie dilettantistica - oltre mille squadre in tutta Italia - nessuno ha numeri simili. In realtà chi ha fatto peggio c’è: l’African Sport United, in provincia di Catania, è a -2, ma solo a causa di una penalità.
“Presto la prima vittoria”
Malgrado la classifica la Crocetta tira dritto con un entusiasmo ingiustificato dalla valanga di gol subiti. Ma chi ve lo fa fare? «Sembra strano, ma noi ci divertiamo, la nostra è una passionaccia. E presto arriveranno i primi punti», scommette il presidente, che ha fondato la società tre anni fa. La
a squadra è il trionfo della passione sconfinata per uno sport, il calcio, ormai ostaggio del business. Sudore e fatica in campetti di provincia, lontani anni luce dai miliardari cinesi che stanno razziando i campionati europei. Il volto sano di chi perde con il sorriso. «Noi ci autofinanziamo. In pratica paghiamo per prendere tutti quei gol», scherza il presidente. Ma non chiamateli Armata Brancaleone. «Partiamo sempre per vincere. Non molliamo mai, anche se siamo sotto 12-0», spiega il tecnico Sheptim Tereziu, con un passato da numero 10 nella serie A albanese. Il tecnico con un passato in A
Lo spogliatoio della Crocetta è un crocevia di storie incredibili. Trovi fianco a fianco uno studente 18enne e un imprenditore vicino ai 50. L’allenatore, classe ‘73, ha giocato nel campionato del suo Paese d’origine contro Bogdani e Tare, vecchie conoscenze del nostro campionato. Poi è arrivato a Torino per lavoro. Un giorno, al parco, il presidente del Crocetta lo vede palleggiare: «La palla non gli cadeva mai: gli ho subito proposto di unirsi a noi». Poi c’è Giovanni Bertolotto, difensore di 26 anni. Fino a tre anni fa era protagonista nella serie A di hockey su ghiaccio. Dopo alcuni screzi ha deciso di lasciare. «Mi mancava l’agonismo e la Crocetta mi ha dato una chance per ripartire».
150 Anni in tre
Saverio Fedele, 56 anni, è invece un dirigente-giocatore. Quarant’anni fa, quando ne aveva 16, doveva firmare per la Reggina. L’affare saltò e scelse di studiare: ora fa l’avvocato. Alla prima di campionato mancava il portiere ed è stato costretto a giocare in porta. Con lui altri due ultraquarantenni, tra cui il presidente-giocatore Armitano. «In difesa avevamo 150 anni in tre - racconta ridendo -. Probabilmente un record Guinness!». Lentamente la squadra è migliorata - ha perso l’ultima per 3-2 dopo essere stata in vantaggio - e grazie agli innesti del mercato invernale («Siete proprio sicuri di cosa state facendo?» ha domandato loro il tecnico) va a caccia della prima vittoria.
La vendetta dai “Pulcini”
«Saranno loro, in un futuro non lontano, a vendicarci», scommette il presidente.
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