5.5.12

per falcone e borsellino disertiamo le celebrazioni uffficiali fatte da chi prima le attaccavano e celebriamoli noi [ Quando i paladini dell’antimafia (Idv) calunniavano Falcone

s'avvicina i  ventennale   (  come passa il tempo  ) della  Strage di Capaci è l'attentato mafioso in cui il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito SchifaniRocco DicilloAntonio Montinaro.


E  già gli ipocriti e  sciacalli   , leggete  sotto , che  prima    ( soprattutto il primo )  avevano gettato merda fango  su Falcone   e  ora  come se niente  fosse , con  << in un tripudio di tromboni \auspicava democrazia \
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni  >> (  citazione  di .... indovinatelo voi  ) ,  anzichè andare  a nascondersi  e rimanere in silenzio   si presta a celebrarlo e  osannarlo  


   da   http://www.qelsi.it/

Leoluca Orlando “l’intransigente”, “paladino dell’antimafia”, portavoce nazionale di Italia dei Valori, faceva la guerra a Giovanni Falcone. E non è l’unico esponente dell’attuale centro-sinistra ad avere lanciato accuse intimidatorie ed anche calunnie al magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio 1992. Un video che sta girando su internet mostra come gli auto-referenziatisi “paladini dell’antimafia” ora schierati con il centro-sinistra trattavano Falcone da vivo. Gravissime le accuse che Orlando muoveva a Falcone: addirittura è stato capace di ipotizzare che Falcone “tenesse chiusi nei cassetti una serie di documenti riguardanti omicidi eccellenti di mafia”. Proteggeva talmente i mafiosi, Giovanni Falcone, che è stato fatto fuori dalla Mafia.
Leoluca Orlando ha fatto invece carriera politica, passando dalla Dc alla Rete, per poi finire nella Margherita, litigare con Rutelli ed avvicinarsi ad Italia dei Valori. Proposto come presidente della Commissione vigilanza Rai, si sarebbe fatto garante di un giornalismo fazioso che spesso l’ha protetto, mantenendo la sua immagine di  ”duro e puro”. Come quella volta che, da Santoro, Claudio Martelli ha fatto appena in tempo a rivelare i motivi per cui lo stesso Orlando facesse la guerra a Falcone. Subito stoppato dall’irreprensibile Santoro che s’è affrettato a cercare di confutare le affermazione di Martelli e poi a cambiare discorso.
Vale la pena riportare il dialogo, particolarmente significativo:
MARTELLI: Perché Falcone accetta il mio invito di fare Il Direttore degli Affari Penali al Ministero (…..) Falcone venne a lavorare per il governo perché l’aria per lui a Palermo si era fatta irrespirabile.
SANTORO: Ha paura di essere ucciso.
MARTELLI: Per le accuse di Orlando e perché Giammanco, nuovo capo della Procura, praticamente non gli faceva più vedere le carte.
SANTORO: Gli hanno fatto la bomba altro che Orlando (eh già, altro che Orlando n.d.r).
MARTELLI: Perché Orlando ce l’ha con Falcone? Perché Falcone aveva riarrestato Ciancimino con l’accusa che Ciancimino era tornato a fare affari e appalti con il sindaco Leoluca Orlando Cascio. Da questo nasce la rottura tra Orlando e Falcone, questo lo depone Falcone al Csm, lo racconta per filo e per segno e non va dimenticato!!
SANTORO: facciamo una cosa, no scusate un attimo solo, so che parlereste fino a domani mattina però, allora Beatrice introduciamo un attimo questa storia di Ambrosoli (…). (fine del discorso n.d.r).
Troppo tardi, Santoro. Martelli ha fatto in tempo a dire ciò che il presentatore non voleva fosse detto, con ogni evidenza.
D’altra parte, che Leoluca Orlando non sia quel “cavaliere senza macchia” che i media vogliono far credere è chiaro pure dai procedimenti penali a suo carico. Indagato nel ’95 per l’appalto concesso alla Sispi e per il restauro del Teatro Massimo, accusato nel ’96 di corruzione aggravata dal pentito Tullio Cannella, senza però alcun seguito giudiziario, è stato condannato in via definitiva nel 2005 per diffamazione aggravata nei confronti dei consiglieri comunali di Sciacca che nel 1999 avevano sfiduciato il sindaco Ignazio Messina, definiti da Orlando “collusi con la mafia”. A quanto pare non era vero.
Purtroppo Falcone è stato ucciso prima di andare fino in fondo alla questione Ciancimino-Orlando, ma in giorni in cui torna di moda il nome “Ciancimino” vale la pena ricordare com’era trattato Falcone da vivo da certi “paladini della giustizia”.



propongo  non solo di celebrarlo  da soli  ma  , OVVIAMENTE  SONO  PROVOCATORIO ( onde  a essere frainteso ed  etichettato ),facciamo cosi   come fecero a funerali   di falcone 


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