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Giorgio, morto ad Asti per l'esplosione di un frigo: il "gigante buono" che danzava come nessun altro. La leggenda del pianista sul lago di Como: il Festival 'galleggiante' di Alessandro Martire ed altre storie

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Giorgio, morto ad Asti per l'esplosione di un frigo: il "gigante buono" che danzava come nessun altro                                                  di Marco Patucchi Tibaldi, 56 anni, era tecnico manutentore di impianti refrigeranti. Lascia la moglie e tre ragazzi a Santena Repubblica dedica uno spazio fisso alle morti sul lavoro. Una Spoon River che racconta le vite di ciascuna vittima, evitando che si trasformino in banali dati statistici. Vite invisibili e dimenticate. Nel nostro Paese una media di oltre due lavoratori al giorno non fa ritorno a casa e "Morire di lavoro" vuole essere un memento ininterrotto rivolto a istituzioni e politica fino a quando avrà termine questo "crimine di pace". "Caro Giorgio, tutte le mattine al semaforo ci incontravamo. Io andavo verso Torino, tu a prendere la macchina: la tua sigaretta in bocca - scrive Giordano nei social - a malapena un saluto, tutti e due addormentati. Mi mancherà da matti vederti sul lato

UNA PIETRA SOPRA

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È finita, ed è meglio, perché quell'agonia sarebbe stata intollerabile, così arida e refrattaria. Roberto e Federico, operai a Cava Gioia, nelle Apuane, sono rimasti travolti da un'inesausta frana di marmo e non si sapeva più dove fossero, come Rosso Malpelo. Non era Sicilia, ma una Toscana misterica e inattesa. Sbiadito interregno. Adesso è finita, ed è meglio. Il cuore duro de lla roccia era l'incubo d'ogni giorno. Di secoli. Nelle cave e nelle miniere il tempo non si muove mai. Uomini o donne, bestie o cose, tutto in quei luoghi ha un ritmo atarassico. Le voci le sento chiuse, inghiottite dal pallore polveroso. Dalla Lunigiana erano emigrati in Liguria i miei bisnonni. Un'Italia agra. Altri hanno continuato a esistere immersi nel bianco accecante. Roberto e Federico avevano volti moderni e un mestiere antico. È finita ed è meglio. Ma non doveva finire così. Non in un paese che si pretende civile. © Daniela Tuscano

ricordi di persone scomparse in un giorno di pioggia

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Musica  consigliata  ed  in sottofondo  Modena City Ramblers - In un giorno di pioggia   a  chi leggendo questo post    mi dirà che parlo di cose  tristi  rispondo  come ha  risposto   questa persona  all'interno della discussione   da  cui  ho tratto questo post  di   Ivan Il Terribile   eccetto  l  foto   della  finestra  della mia  camera ( le  altre due le  trovate    qui sul  mio facebook   )    fatta poco fa con il mio samsung GT -S6500 il testo Roberto Ladu la pioggia rende più malinconici...ci son quelle giornate che è bello ricordare anche le cose che ci fanno male...35 minuti fa · Non mi piace più · 2 Quando ti ho visto la prima volta, tutto tirato, dietro il bancone di quella discoteca paesana, mi sei stato subito antipatico. Sorridente e un pò convinto. Capelli scolpiti e un sorriso che non risparmiavi. Poi nasce l'amicizia. Una strana tra ragazzi di età molto diversa, eravamo quasi fratello grande e tu quello piccolo. Tu che riscuotevi grandi suc

I NON BAMBOCCIONI , IL LAVORO NERO \ MORTI BIANCHE E LA POLITICA

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Ci  sono  anche  storie  di ragazzi  " non schizzinosi "  che  non sono  nè  bambocioni nè pessimisti  \  sconfortati    ecco alcune storie    «Laureati,non siamo schizzinosi» Storie di ragazzi che smentiscono il ministro Fornero:«Siamo pronti a tutto» di Sabrina Zedda CAGLIARI Dell’aiuto di mamma e papà ne fanno a meno:sanno quanti sacrifici hanno già fatto per loro e non sono intenzionati a chiederne di più. Ma ai loro sogni non rinunciano. E allora altro che “choosy” (schizzinosi) come ha detto, tristemente, la ministra Elsa Fornero, la quale ha mostrato di inciampare ogni tanto sulle parole : inattesa di trovare il lavoro che possa dare dignità agli anni passa- ti dietro a un percorso universitario c’è chi si offre per fare le pulizie, chi passa le serate servendo in ristorante e chi,stanco delle solite promesse,si reinventa artigiano. Altro che schizzinosi i giovani laureati: concreti piuttosto,e perfino altruisti perché per loro lavorare significa

ecco perchè è morto Morosini l'Ambulanza bloccata da auto dei vigili Il mezzo ostruiva l'accesso allo stadio

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 fonte unionesarda.it  del   Sabato 14 aprile 2012 17:46 Ambulanza bloccata da auto dei vigili Il mezzo ostruiva l'accesso allo stadio Problemi per l'ambulanza che ha soccorso Piermario Morosini: il mezzo è stato bloccato per qualche minuto da un'auto dei vigili urbani che ostacolava l'ingresso al campo. LA MACCHINA DEI VIGILI URBANI BLOCCA IL PASSAGGIO DELL'AMBULANZA Attimi concitati: per rimuovere il mezzo è stato rotto un vetro. Ma, come ha sottolineato il cardiologo Paloscia, "un minuto in più o un minuto in meno nei soccorsi non sarebbe servito a nulla. Il cuore si è fermato e non ha più ripreso a battere. Abbiamo infatti provato a rianimarlo in ogni modo per un'ora e mezza, ma tutto è stato inutile". All'esterno del pronto soccorso, il primo a rilasciare alcune dichiarazioni, tra le lacrime, è stato il portiere del Pescara, Luca Anania."E' una tragedia, credetemi, non so veramente cosa dire". "A

miracolo per una volta il calcio non è The Show Must Go

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ma  si ferma  davanti ad  una morte di un giocatore  qui  la  sua  foto

MAGLIA NERA

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  Questa mattina mi sveglio col sonno e la stanchezza ancora addosso di ieri stropiccio con le mie mani gli occhi coccolati da loro, dal mio domani che mi chiedono: “Quando torni, papà?”   Guido piano sulle strade e immagino di raccontare, magari a fumetti, il mio lavorare straziante il gioco nella fatica, “come un calciatore”, penso... e perché no?   Le braccia di lei le sento ancora addosso con un profumo misto all’amore che sento... e anche lei che cerca, immagina risposta in illusorio soldo mensile d’un domani estirpato sul lavoro per taglio, per risparmio, per una scopa che non si può acquistare perché costa troppo per ramazzare... figuriamoci... una ditta di pulizie che ti sbatte sulla sponda della porta ciò che non volevi sentire di nascosto...   Amplificazione di risorse. Parlano così. Io ci credo, perché non capisco. e vedo risorsa “in me” uomo... nelle mie mani...   Sogno. ORA. Una trave tra i mattoni mi sega la vita. La favola da raccontare ai miei figli si estingue in inuti