9.8.09

Altri giovani quelli che lottano contro la noia di vivere


(...) Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite. (....)



                                                  Fabrizio  de Andrè  una  storia  sbnagliata 



Questa nota  \ post   d'oggi è la risposta a chi come D.P nel commentare la precedente nota  su facebook   ( ne  ho parlato anche qui da noi   http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2009/07/persone-coraggiose-e-non-defilipilizzate.html  )  hanno commentato : << (....  ) forse da fuori sembriamo più ricchi, o lo dicono per lavarsi la coscienza, ma nel cuore abbiamo un oscuro velo di solitudine. (.... ) >> e che mitizzo ( cosa lontana da me , perchè l'accusa sui basa sul fatto che provo cercare parlandone e raccontando storie o facendone raccontare nel mio blog o qui se qualcuno\a vorrà dell' handicap una risorsa , una vitalità nascosta ai più ed elogiata , quelo si che è mitizzata , solo quando si fanno cose importanti ).Questa vuole anche palare , meglio raccontare ( purtroppo non ho testimonianze dirette e quindi devo farlo attraverso un articoo quotidiano ) storie di chi ha scelto di vivere ( coerentemente o o meno ) come un "vegetale" come il caso di Salvatore Crisafulli (   http://www.salvatorecrisafulli.it/ ) o di chi da amlato lotta per la dignita e non subire accanimento come il caso di paolo-ravasin ( vedere qui http://www.youtube.com/watch?v=ZkBtLcbypxU metto l'url  del vidoe  sia perchè l'avevo messo tempo  sia  perchè   il blog  , molti amici\che  di facebbok utenti  di questo blog  si lamentano che il  blog   è troppo pesante  d'aprire   e quindi cerco di metterne  il meno possibile   )

o come una della " mia famiglia " di facebook evito il nome per problemi con la privacy , ha fatto dela suia malattia la sla una risorsa ed è piena di vitalità interiore e etteraria . Ma soprattutto è dedicata a tuti\e queimragazzi che al buttano via nell'alcol ( vedere le ultime news di ragazzi minorenni finiti in coma etilico ) o nell'uso di droghe . Gesti di ribellione   \ trasgressione   (  anche se   ormai  è solo conformismo  )   come   quello che si faceva  un tempo  imitando un famoso film  di cui trovate sotto il  video (  grazie  a http://www.youtube.com/user/123Jolly )






Ma ora bado alle ciancie ed ecco l'articolo di Umberto Galimberti su d dell'8\8\2009 ( inserto settimanale di repubblica ) più precisamentre il n 658 lo trovate anche  nell'archivio online  del settimanale  D  cercando  ovviamente   fra  gli arretrati

Era estate. L’estate del 2000. L’estate che ricorderò per tutta la mia vita.Avevo tredici anni e la scuola stava finendo. Tutti i miei compagni si stavano preparando per l’esame di terza media. Per me come per i miei amici era un esame importante. Il primo vero esame. Mi stavo impegnando. Ero felice di prepararlo non rendendomi conto che c’era un esame tutt’altro che scolastico ma ben più impegnativo ad attendermi.Vedevo e sentivo che c’era qualcosa che non andava. Quelle forti emicranie al mattino appena sveglia, la spossatezza continua e poi quella mano, i cui piccoli gesti non riuscivo bene a controllare. Mi cadevano di mano gli oggetti, la mia scrittura non era più la stessa e a danza ogni piroetta finiva con un giramento di testa. Perdevo l’equilibrio. Mi dovevo fermare. Non capivo. Eppure dentro di me sapevo che c’era qualcosa di strano.
La risposta è arrivata un pomeriggio di maggio nel corridoio dell’ospedale adiacente alle sale della TAC. Mi ricordo che io e i miei genitori stavamo aspettando seduti su quelle sedioline asettiche dell’ospedale. Per me l’attesa era snervante, c’era puzza di disinfettante e quel posto nonmi piaceva.
Solo dopo la risonanza magnetica capii tutto fino in fondo. C’era una noce annidatasi nel mio cervelletto anzi, “una lenticchia”, proprio così mi venne spiegato.
In seguito, questa lenticchia venne tolta. Quello che successe in quell’estate non fu molto piacevole.Chemioterapia e radioterapia non sono facili da sopportare.Eppure ora, a ventun anni, posso dire di essere cresciuta in un’estate,
durante quell’estate. In quei mesi scoprii quanto ero fortunata. In fondo avevo  una leucemia fulminante e non ero in attesa di un donatore che chissà quando sarebbe
arrivato. Ero fortunata.
Nell’estate del 2000 ho imparato tante cose. Ho imparato ad amare la vita e ciò che fino ad allora mi sembrava scontato, un mio diritto.
Ho scoperto un dovere: quello di ringraziare per tutte le meraviglie della vita. Ho imparato a sorridere con il cuore davanti a uno sguardo divertito, davanti a un mazzo di fiori, davanti a una giornata di sole e anche davanti a una di pioggia.
Ogni sera prima di addormentarmi penso alle cose che ho fatto durante la giornata e mi sento privilegiata. Anche se la radioterapia ha portato via i miei bellissimi boccoli biondi, ho imparato che non è quello che mi farà essere migliore.
Sono fiera di ciò che sono diventata.Adesso guardo a ciò che è successo  come una grande esperienza che ha contribuito a forgiare il mio carattere. Mi ha dato la possibilità di vivere  qualcosa che prima conoscevo solo come lunghe e complicate parolone  pronunciate dai più grandi, come qualcosa di lontano da me. Certo  sbatterci contro ha fatto male, ha lasciato la cicatrice. Una cicatrice che è sempre lì per non farmi dimenticare quanto sono fortunata.
A volte, sento addosso l’opprimente  sguardo di qualcuno che, trovandosi davanti a me per la prima volta, non può fare a meno di volgere inconsciamente lo sguardo ai miei capelli. Ormai ci sono abituata. Ma una  cosa bellissima è notare come l’interesse gradualmente si sposti verso qualcos’altro, come le involontarie occhiate furtive vengano sostituite dall’interesse per ciò che esprimo con le parole e che lascio trasparire dai miei occhi.
Mi piace comparare la mia storia alla scelta fatta da un atleta per coronare il sogno di vincere le Olimpiadi.Una lunga strada fatta di duri allenamenti lo attende per raggiungere la forma perfetta. Io non ho mai sceltodi gareggiare alle Olimpiadi, ma
qualcuno ha deciso che dovevo fare l’atleta.
Chiara

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Mi ha inviato questa lettera un oncologopediatra del Centro di Riferimento Onco-
logico di Aviano, dott. Maurizio Mascarin ( mascarin@cro.it )che ha raccolto gli scritti, gli sms, le mail degli adolescenti che aveva e ha in cura, decidendo con loro di pubblicarli, nel settembre 2008, in un libro intitolato Non chiedermi come sto, ma dimmi cosa c’è fuori, una frase che un giorno le rivolse una ragazza  ammalata. Lo scopo? Far vedere quanta vita palpita in chi non sa se e fin quando potrà viverla. Non conosco l’editore, altrimenti lo segnalerei a tutti quei giovani demotivati che non sanno cosa farsene della loro vita. E però, quando la noia li assale e, con quel suo spessore opaco e buio, li opprime fino a indurli all’ultimo gesto, perché non scrivere a questo medico oncologo, farsi indicare dove reperire il libro e leggerne qualche pagina, dove forse la vita cede il suo segreto, la sua bellezza inosservata e spesso trascurata, prima di spegnerla perché non se ne è reperito il senso, che forse non è in un altrove lontano e segreto, ma in quel giorno dopo giorno che non a tutti purtroppo è concesso.

umbertogalimberti@repubblica.it

  oltre  ala canzone  che  apre  il post   sono   collegate  per le tematiche  che essoe esprimmono  anche  queste tre  canzoni  sia nela versione originale  di Faber     sia   nlle versioni che  ne fanno  il gruppo  faberiano i faber  noster  ( http://www.viadelcampo.com/html/fabernoster.html  ora  anche su facebook ( qui  il  gruppo )

çymma
via del campo
il ritorno di  giuseppe


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