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Non è sicuramente uno spot ben fatto, però non demonizzerei così tanto il ruolo rivestito dalla madre. Intanto, non mi pare che il padre sfoggi questo italiano da Accademia della Crusca e poi il siparietto "caciocavallo vs. buono della spesa" è brutto e basta, a prescindere da chi regala denaro o chi formaggio. La tristezza assoluta sono la scelta imbarazzante del soggetto e la palese discriminazione di genere nei confronti della giovane sorella/fidanzata, solo parzialmente evidenziati nell'articolo: a) non si capisce perché deve essere il giovane e non la giovane a partire (giovane tra l'altro con cliché da pensionato al baretto che sfoglia il giornale prima di ricevere la telefonata); b) mi sembra un errore fare riferimento alla tiritera dei cervelli in fuga, visto che ovviamente il giovane si trasferirà da un'altra parte in Italia (immagino, banalmente, "al Nord"). Entrambi gli elementi sono piuttosto gravi secondo me: a) se il ruolo madre/padre rientra in uno schema sociale stereotipato ma millenario, la scelta tra chi far partire dei due giovani è sicuramente deliberata e ampiamente contestabile; b) la scelta della fuga da Sud a Nord è antica, doppiamente razzista (i poveretti del Sud sono costretti ad emigrare e i cattivoni del Nord li fanno lavorare anche a Natale) e soprattutto conferma quel bias insostenibile (quello sì sopportato da noi che viviamo all'estero) dell'Italia "pasta, pizza e mandolino", dove una famiglia che sembra vivere ancora negli anni '40, dibatte se mettere direttamente cibo in valigia o consegnare al figlio l'ultimo ritrovato della tecnologia cioè un buono della spesa. Già D&G hanno, personalmente, rotto i coglioni con una campagna iper-stereotipata che va avanti ormai da anni, che ovviamente cavalca l'onda di questo cliché internazionale, se poi ci mettiamo pure noi localmente a farla proprio non ci siamo.