21.2.20

Carnevale ma non per tutti. Il dramma delle malattie.Il dramma di una donna di Tempio a cui occorre la cannabis terapeutica per sopravvivere ai dolori e alla invalidità.

Sento  e vedo dal balcone  di casa    il frastuono   dei carri  e   della gente  allegra  (  o   quanto meno  che  prova  ad essere allegra  per    evadere  almeno  per  un po'  dalle   brutture     e responsabilità  della  vita  )  ma  poi  leggendo  l'articolo   riportato   sotto   ritorno per  un attimo alla cruda realtà  di chi   non può permettersi   tale  allegria   sopratutto  quando   è lo stato    con la  sua    burocrazia  ed  assurdità   repressive  (  vedi  le  vicende  della  la  cannabis terapeutica )    che   ti rende  la  vita  difficile ed  ad  ostacoli    come  la protagonista  della storia     del post   citato  sotto  .



Stagioni e stazioni di passaggio, tasse obbligatorie a vita da pagare quando la vita stessa non sorride a 32 denti, transiti forzati verso altre strade, ostinate e contrarie, tunnel senza uscite, calvari quotidiani che ci sbattono su un letto di dolore e lacrime.La storia di Rosanna Galleri
una donna di Tempio a cui occorre la cannabis terapeutica per sopravvivere ai dolori e alla invalidità.




Il Carnevale è la festa delle trasgressioni, un misto di allegria e coinvolgimento generale che appartiene a questa città e alle sue tradizioni. Oggi, giovedì, inizia ufficialmente la sua giostra, di balli, sfilate, divertimento sfrenato e senza ostacoli. Per tanti ma non per tutti. Il contraltare sono le malattie che ce lo impediscono, i lutti recenti che ci impongono sentimenti diversi, la estreme derive sociali che costringono a stare rinchiusi nel dolore e in altre situazioni. Carnevale dunque ma non per tutti.foto galluranews-Carnevale 2017

Stagioni e stazioni di passaggio, tasse obbligatorie a vita da pagare quando la vita stessa non sorride a 32 denti, transiti forzati verso altre strade, ostinate e contrarie, tunnel senza uscite, calvari quotidiani che ci sbattono su un letto di dolore e lacrime. Le tristezze della vita, quelle che non tutti amano leggere a Carnevale, ma che ci sono e diventano violenza che si contrappone all’allegria. Sono storie, piccole e grandi, che fanno restare muti o poco propensi alla festa a tutti i costi.
Rossana, una giovane donna, vive un dramma, da tanti anni. Lei è sempre positiva ma è pura reazione ad una malattia devastante che ne ha compromesso la mobilità, la vede costretta ad un forzato digiuno di allegria mentre il suo corpo si veste di dolori fisici intollerabili. Sono ore di sonno perse a causa dei mali, la vita privata del piacere della festa, solo la mente e gli occhi scrivono del suo dramma Oggi anche la parola, da qualche tempo, si è impigliata come i suoi muscoli che non rispondono più.
Il solo sollievo è la cannabis terapeutica, un farmaco che riesce a distenderla, farla riposare e darle il senso degli anni giovani che ha e vorrebbe avere. Scrive su facebook.
«Carnevale per tutti, ma per me inizia il circo»
Rossana col marito Massimiliano

« Una settimana senza cannabis terapeutica…Bedrocan! Ora comincia il carnevale per voi…per me IL CIRCO! ARTICOLO 32 della Costituzione italiana: DIRITTO ALLA CURA! ABBIAMO BISOGNO DI CONTINUITÀ TERAPEUTICA!
Sono disfagica e non posso mangiare se non omogeneizzati e passati di verdure, regalino delle ultime malattie neurodegenerative. Senza cannabis terapeutica sarò costretta a cominciare una alimentazione parenterale perché non esiste alcun farmaco che mi distenda la muscolatura come fa la cannabis e mi permetta almeno di deglutire pappe per neonati.
La mia postura è sempre più spastica e le cadute ricominciano ad essere frequenti. Continuo a non chiudere occhio e ad avere attacchi ed assenze epilettiche a ripetizione giornaliera!
Non sono in grado di comunicare se non per via scritta perché anche le mie corde vocali stanno cedendo. I dolori sono tornati se possibile ancora più prepotenti. Questi sono solo alcune delle piccole particolarità che ributtano nel circo delle mie patologie appena in mezza Italia finisce la cannabis MEDICA! Se la situazione si protrarrà a lungo sarò costretta a far vedere come funziona il circo di alcune malattie neurodegenerative.
E non sarò alticcia per essere andata a bere con gli amici e festeggiare il carnevale!»
La speranza è quel farmaco che pare arrivi in quantità limitate che presto si esauriscono. La continuità terapeutica diventa un miraggio vincolato a troppi passaggi e costi che la sanità pubblica sostiene con sempre maggiori difficoltà.
Bisogna fare qualcosa, per Rossana e per chiunque si ritrova a sopportare malattie come la sua, un miscuglio di tanti altri mali che solo la cannabis riesce a tenere sotto controllo.
Facciamo anche questo, proviamo a comprendere che Carnevale se non per tutti, deve almeno consentire a chi soffre di regalarsi una tregua di dignità indispensabile

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