dopo le risposte ( rimosse la maggior parte , non per censura e poca libertà d'opinione ma perchè piene d'insulti personali , razzistici , xenofobici , ) a due miei post
le reazioni a questo video brutto o bello che sia ( io lo reputo bello ovviamente dipende dai punti di vista , ma certo se dovessi considerarlo brutto non mi metto a minacciare o ad aggredire che lo ha prodotto ) sono un esempio dell'imbecillità , d'identità chiusa in cui stiamo cadendo . Come se le tragedie del secolo scorso non ci hanno insegnato niente
l'altro tratto da https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/02/12/
Mete Onlus lancia campagna #hijabfreechoice
CRONACA
Pubblicato il: 12/02/2020 19:00
Mete Onlus, associazione basata in Italia, impegnata nella difesa dei diritti umani e delle libertà democratiche internazionali lancia la Campagna: "#hijabfreechoice. Il velo islamico libera scelta, mai obbligo". L’idea nasce dall’unione di Giorgia Butera (Presidente Mete Onlus e Sociologa) e Tiziana Ciavardini (antropologa culturale e giornalista). "#hijabfreechoice. Il velo islamico libera scelta, mai obbligo", è inserita nel più ampio progetto "Women's Rights International Campaign", e segue il percorso già intrapreso con la campagna a tutela della libertà delle donne iraniane, per estendersi a tutte le donne del mondo affrontando, di volta in volta, aspetti socio-culturali, e di giustizia legati al mondo femminile internazionale.
Per Tiziana Ciavardini: "La questione del velo islamico comunemente chiamato Hijab é stata spesso terreno di scontro culturale e politico. In una società in preda alla confusione, al pregiudizio, agli stereotipi ed alla dilagante islamofobia è necessario battersi per i diritti di chi in questo velo connota un valore religioso e simbolico e non un emblema di arretratezza culturale ed obsoleta. Altresì é nostro compito condannare aspramente chi del velo vorrebbe farne un uso coercitivo nei confronti delle donne. Il velo islamico deve essere sempre una libera scelta individuale e nessuna imposizione può essere ammessa o tollerata. Questa campagna nasce in supporto di tutte quelle donne che decidono di liberarsi dal velo islamico quando é personificazione di un obbligo e di un’imposizione, ma é anche a sostegno di quelle donne che nel velo islamico percepiscono un segno di riconoscimento della propria tradizione, cultura, religione ma soprattutto di appartenenza identitaria”.
Prosegue Butera: "Il nostro è un invito alla riflessione, avente l’obiettivo di stigmatizzare tutti quei pregiudizi culturali che vedono la donna con indosso il velo, una donna sottomessa. Non è così. Bisogna distinguere a quale tipo di velo ci riferiamo, è innegabile che per alcuni (burka, ad esempio) si tratti di costrizione, e privazione della stessa identità. Conosco molto donne musulmane velate, sono donne emancipate, e con una alta affermazione di se stesse. Icone del sotfpower".
"Il nostro obiettivo è una condivisione fra donne, anche non musulmane, per capire cosa si prova a indossare il velo e per diffondere la consapevolezza che l'hijab non è un segno di oppressione, ma può essere liberamente scelto dalle donne". Giorgia Butera e Tiziana Ciavardini, che hanno firmato la campagna per Mete Onlus, insieme stanno lavorando ad una pubblicazione editoriale sulla questione del velo islamico. "#hijabfreechoice. Il velo islamico libera scelta, mai obbligo" è sostenuta dalla Associazione Protea Human Right, presieduta da Sara Baresi.
che ha scatenato questa discussione su fb
ed accuse di non essere poco patriota e di non avere un identità , ecco , spero sia definitiva visto che mi viene fatta continuamente , la mia risposta
la trovate qui su rai replay non riesco ad incorporare e o copiare il video
Quante storie
Quante storie - Maurizio Viroli: patriottismo e nazionalismo - RaiPlay
Maurizio Viroli: patriottismo e nazionalismo
Italia St 2019/2029
La differenza tra patriottismo e nazionalismo può sembrare a prima vista sottile. In realtà scava un solco profondo tra l'amore verso il proprio territorio e l'odio per tutto ciò che è straniero. Attraverso una ricognizione storica che parte da Rousseau e arriva agli attuali sovranismi, il politologo Maurizio Viroli, ospite di Quante Storie, ricostruisce le ragioni della tentazione illiberale che sta attraversando il nostro Paese e spiega perché la tutela della democrazia non passa per l'utopia cosmopolita ma per un sano sentimento patriottico.
Infatti Egli in NAZIONALISTI E PATRIOTI , citato e recensito prima da Augias , affrontata tali tematiche partendo da Jean-Jacques Rousseau e passando da Giuseppe Mazzini, Giovanni Gentile, Benedetto Croce, Piero Calamandrei, Carlo Rosselli e molti altri ancora, Maurizio Viroli delinea criticamente una delle questioni più rilevanti del nostro tempo e della nostra politica: la differenza tra nazionalismo e patriottismo.Il nazionalismo svilisce la libertà, esalta l’omogeneità culturale o etnica, giustifica il disprezzo per chi non appartiene alla nostra nazione. Oggi, il nazionalismo è rinato e diventa ogni giorno più forte. Come ha già fatto in passato, può distruggere i regimi liberali e democratici e aprire la strada al totalitarismo. Se vogliamo difendere le nostre istituzioni liberali e democratiche dobbiamo in primo luogo intendere il significato e il linguaggio del nazionalismo
Quando è nato? Quali idee, istituzioni e azioni politiche ha voluto combattere? Quali ha, invece, sostenuto o auspicato? Maurizio Viroli, nella prima parte di questo libro, illustra la questione del nazionalismo attraverso le voci di alcuni dei più rilevanti intellettuali che ne hanno discusso, da Rousseau a Benedetto Croce. Nella seconda parte del libro l’autore indaga in che modo e con quali mezzi contrastare efficacemente il nazionalismo. La storia, sostiene Viroli, ci ha insegnato che contro il nazionalismo serve a poco alzare la bandiera del cosmopolitismo, un ideale che convince la ragione ma non tocca le passioni, da sempre principio di ristrette élite intellettuali. Quale può essere, allora, un antidoto efficace alla febbre nazionalista? Secondo Viroli, se vogliamo contrastare il nazionalismo – che fa leva sugli interessi locali, sulla cultura, sulle memorie e sull’etnia – dobbiamo usare il linguaggio del patriottismo repubblicano, capace di apprezzare la cultura nazionale e i legittimi interessi di ciascun cittadino ma anche di elevare l’una e gli altri agli ideali del vivere libero e civile. Spiega perfettamente il contrasto ideale tra patriottismo e nazionalismo il pensiero di Carlo Rosselli, che identificava il primo con gli ideali di libertà basati sul rispetto per i diritti degli altri popoli; il secondo con la politica di espansione perseguita dai regimi reazionari. Entrambi si appellano al sentimento nazionale, entrambi suscitano passioni forti. Ma proprio per questo essi devono essere usati l’uno contro l’altro. Invece di --- come dice Cinzia Rigolli in questo post sul gruppo facebook Libri che passione! In Emilia Romagna, Lombardia e dintorni ---- condannare il sentimento nazionale come un pregiudizio, gli antifascisti devono porre il patriottismo al centro del loro programma politico. La rivoluzione antifascista, scriveva Rosselli, è "un dovere patriottico."
quindi ecco perchè sono anti sovranista e per un identità aperta
con questo è tutto
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